Sogni impervi

Questa poesia è dedicata a Appendice_imperfetta e alla seconda traccia del suo concorso "Spasmi letterari". Spero che venga bene.

"Sempre mi fu caro quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude."
Giacomo Leopardi, L'infinito

Albori infranti, miei miasmi,

Obliati dai sogni, spiriti invisibili,

sussurri onirici e utopici.

Pegaso spiega le sue ali piumate

Al cielo di maggio, satollo di giacinti.

Ninfe danzanti ondeggiano nel vento

E risvegliano i miei sensi nascenti.

Colombe di ghiaccio svolazzanti,

Delicate,

Frangenti,

Estraniate dal tempo,

Lacerano il mare di zaffiro

Lo pennelanno di rosso,

Per il sangue che imperla i becchi

E i petti fioriti.

Afrodite si risveglia dal suo sonno

E affonda nella sabbia sfumata,

Danneggiata

E insozzata di sassi eguali

A occhi obluviati dai pensieri.

Coppe dorate di vino, dal Parnaso,

Si inclinano verso il ventre di Cibele,

tingendolo di porpora.

La lira suona per me,

Sussurra parole dolci al cuore

E alla memoria infante.

Sogno mio, droga incantata,

Momento purpureo del mattino.

Ho preso la serenità tra le mani

E l'ho tenuta in seno.

La malinconia spezza momenti dolci,

Realizzo di aver perso l'innocenza,

La bontà e

La quiete.

Sono in tempesta,

Il terremoto ha infranto l'anima,

La distruzione divora le mie viscere.

Sono maledetta,

Ormai non vedrò più questi sogni.

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