4. Michele
Michele era un bel ragazzo alto,magro e rispetto a molti dei suoi compagni sembrava più grande dei suoi 15 anni,a dimostrarlo quella leggera peluria sul viso,ad indicare che si faceva già la barba.
I suoi occhi piccoli gli rendevano lo sguardo furbo,il classico tipo con la faccia da schiaffi.Era quella la prima impressione che aveva avuto Irene guardandolo il primo giorno di scuola,aveva avuto molte occasioni per osservarlo,ma non era riuscita ancora ad inquadrarlo.
A volte sembrava timido e impacciato, altre sicuramente più sfrontato; l'unica cosa certa era che non si erano mai parlati e questo non faceva che accrescere la sua curiosità.
A differenza sua,non aveva un aspetto molto curato anzi,a volte sembrava trasandato come se si mettesse addosso la prima cosa che trovava davanti.
Quando faceva tardi arrivava a scuola con il suo scooter rosso fiammeggiante,entrava in classe con il casco sottobraccio,il ciuffo scompigliato e gli occhi ancora impastati dal sonno.
Era veramente uno spettacolo e poi, era così tenero quando si strofinava gli occhi sembrava un bambino, così come quando beveva il suo succo di frutta, le sue guance rientravano in un modo veramente buffo...qualunque cosa facesse era semplicemente irresistibile.
Forse questo interesse che aveva per lui ,le aveva inconsciamente fatto assumere un atteggiamento diverso, rispetto a quello che aveva con gli altri compagni,di giorno in giorno diventato più disinvolto.
Con lui era tutto diverso,si sentiva perennemente in imbarazzo solo i loro sguardi si erano incrociati spesso durante le lezioni,sguardi che distoglievano subito come se fossero stati pizzicati in qualcosa di sconveniente;altre volte Irene fingeva di non sentire quello sguardo fisso su di lei,ma lo sentiva addosso come una dolce carezza.
Voleva vivere l'illusione che provasse per lei lo stesso suo interesse, ma l'indifferenza che le mostrava non rivolgendole mai una parola, metteva a dura prova il suo ingenuo quanto labile ottimismo,facendola sprofondare nelle sue solite paranoie.
Era l'unico ragazzo per cui provava interesse,quindi tutte le attenzioni che altri le avevano dimostrato, le aveva rispedite molto diplomaticamente al mittente, ma questo non le bastava a far crescere la sua autostima.
Era ricercata e ammirata da molti,ma non dal suo Michele che stava diventando la sua dolce ossessione.
Cercò di conoscere qualcosa in più di lui dalla cerchia dei suoi amici,ma non voleva essere troppo indiscreta per non suscitare pettegolezzi e ilarità, così riuscì a scoprire soltanto che passava molto del suo tempo giocando a calcio,una vera e propria passione che viveva in pieno,facendo parte della squadra del suo paese.
Irene amava molto fantasticare su Michele immaginandolo fuori dalla scuola nella vita di tutti i giorni,ma mai aveva neanche lontanamente voluto prendere in considerazione il fatto che potesse avere una ragazza.
No ne era sicura,non c'era nessuna accanto a lui,almeno così sembrava dai discorsi dei suoi amici,che lei molto attentamente cercava di captare.
Tutto ormai la portava a lui,ogni gesto,ogni pensiero,si ritrovò improvvisamente fragile persa in un labirinto di emozioni contrastanti: se da una parte usciva l'orgoglio di donna che vuole e aspetta di essere corteggiata,dall'altra moriva dalla voglia di farsi avanti e di confessargli quel suo interesse.
Mente e cuore si sa,non sempre vanno nella stessa direzione.
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