3. Inaspettatamente "Popolare"
Quei primi giorni di scuola si rivelarono una piacevole routine. La mattina Irene si svegliava presto per prepararsi al meglio,usciva di casa sempre impeccabile fresca come una rosa.Aspettava l'autobus fingendo di non accorgersi dei tanti sguardi di cui veniva fatta oggetto,si lasciava scivolare addosso anche le battute stupide dei più sfrontati,era molto brava a fingere indifferenza;se poi qualcuno tendeva ad esagerare li fulminava con lo sguardo che valeva più di mille parole. Dopo diversi viaggi verso la scuola fatti in piedi,una mattina un ragazzo,forse notandolo,si fermò davanti agli scalini dell' autobus e si rivolse a lei chiedendole:
- Vuoi passare? -
Lei sorpresa da tanta gentilezza lo ringrazio'.Questo si ripeté altre volte, ma un giorno si rese conto che aveva classificato con troppa fretta questo comportamento come un atto gentile, ma piuttosto un modo per guardarle il fondoschiena mentre saliva sull'autobus.
-Che stronzo !-pensò
-I maschi sono davvero tutti uguali! -
Da quel giorno cercò di nascondere le sue curve come meglio poteva,con giacchette lunghe e tirando la maglietta lungo i fianchi.
Quelle prime settimane di scuola fecero poche lezioni,a parte qualche verifica d'ingresso, passarono ore
a conversare con i professori che da canto loro,vista l'esperienza accumulata negli anni,cercavano di capirne alcuni comportamenti o problematiche.
Irene era molto attenta a quello che avveniva in classe, era sempre stata
una buona ascoltatrice e anche i suoi compagni si accorsero di questa sua dote per questo le raccontavano volentieri le proprie paure o perplessità.
Peccato che non fosse altrettanto facile parlare di se stessa, le ci voleva un po' per lasciarsi andare,per capire di chi potesse fidarsi veramente, viste le esperienze passate che si portava dietro come un fardello di cui avrebbe fatto volentieri a meno;
felice comunque di essere considerata affidabile indistintamente dalle ragazze come dai ragazzi.
Il suo compagno di banco Giovanni, era di poche parole e questo non l'aiutava certo ad esprimersi al meglio;per questo non vedeva l'ora che arrivasse il momento della pausa,per poter scambiare qualche battuta con i ragazzi che le si erano avvicinati fin dai primi giorni.
Quei due banchi davanti alla cattedra,dovevano essere sembrati troppo tranquilli persino ai professori, tanto che un giorno il prof. di italiano se ne uscì dicendo:
-Irene che ne dici se ti spostiamo un po'più in fondo alla classe,dove c'è più vita? Al tuo posto ci mettiamo Fernando che lo voglio vedere più da vicino !
Irene stupita da quest'insolita richiesta non se lo fece ripetere due volte. Passo' alla penultima fila,mentre Fernando storceva il naso per quella novità poco gradita.Il suo nuovo compagno di banco era Giulio il pagliaccio della classe,quello che faceva ridere sempre tutti e questa era già una bella prospettiva,ma soprattutto da quella postazione avrebbe potuto guardare con più discrezione verso Michele che la intrigava ogni giorno sempre di più.
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