25. Il Grande Giorno
Ad una settimana dall'inizio della scuola,Michele aveva casa libera,i suoi sarebbero rimasti fuori per l'intero weekend e questo stuzzico' la sua fantasia. Immagino' di poter fare l'amore con Irene,ricordando la confidenza di Luigi dove gli rivelò che fosse pronta, ma questo era prima del gran pasticcio che aveva combinato con Laura, temeva di riportare a galla rancori e dolori appena superati,tirando in ballo certi discorsi.
Quella sera al telefono le accenno' il fatto di avere casa libera per testare
la sua reazione, per lei era fattibile visto che i suoi non rientravano per il pranzo e suo fratello,anche ora che erano rientrati al paese si fermava dai nonni.Lei stava tranquillamente a casa, visto che doveva prepararsi per la scuola e i suoi comunque rientravano sempre a tarda sera.
Organizzarono l'orario per l'indomani, lui sarebbe andato a prenderla intorno alle 11,00 e avrebbero passato insieme l'intero pomeriggio, l'importante era che lei rientrasse a casa non più tardi delle 20,00.
Michele era nervoso ed entusiasta nello stesso tempo, non fece programmi, non avrebbe in nessun modo forzato gli eventi,anche se in fondo ci sperava davvero.
Irene provava le sue stesse sensazioni,sicuramente più nervosa di lui,soprattutto dopo quella sera dove aveva frainteso le sue intenzioni e dopo aver saputo di Laura, le sue insicurezze erano aumentate.
Temeva il confronto, di non essere all'altezza delle sue aspettative,ma in fondo lei era poco più di una bambina e lo era anche lui,nonostante l'esperienza avuta.Sapevano entrambi di volersi cimentare in qualcosa più grande di loro,ma era l'amore che li univa a portarli a desiderare questo.
Puntuali si ritrovarono alla villetta e andarono via con lo scooter con il cuore in gola.
Prima di andare a casa sua si fermarono nel bar della piazza per mangiare un gelato, non si erano detti niente ma i loro occhi e i loro pensieri,sembravano già pregustare il momento in cui si sarebbero ritrovati soli nella sua stanza,per una volta senza la paura e l'ansia di essere sorpresi e interrotti da qualcuno.
Come arrivarono Michele mise un po'di musica allo stereo, mentre lei girava nervosamente per la stanza finché lo sentì dietro le sue spalle,le cinse la vita con le braccia e comincio'a baciarla sul collo e dietro le orecchie,le sue labbra umide le bagnavano la pelle,accendendo il suo desiderio, piegò la testa all'indietro cercando la sua bocca ,baciandolo con passione, mentre lui con una mano le accarezzava i seni e con l'altra la teneva stretta a sé.
Rimasero così in piedi per un po',poi la prese per mano e la fece sedere sul suo letto di fronte a lui e cominciò a sbottonarle la camicetta, lei osservava le sue mani,poi l' aiutò a sfilarla via ;fece scendere le spalline del reggiseno scoprendole i seni e si riempì le mani,giocò con la lingua intorno a quei piccoli capezzoli che così stuzzicati s'inturgidirono,assaporava ogni centimetro della sua pelle così fresca e profumata mentre lei gemeva di piacere.
L'aiutò a sua volta a sfilare la maglietta ,la loro pelle nuda a contatto aumentò vertiginosamente l'eccitazione e la voglia di appagamento,cosi Michele le sbottono'i jeans e glieli tolse,fece lo stesso con i suoi,non sapeva ancora fino a che punto si sarebbero spinti,ma la desiderava tanto da non porsi quelle domande in quel momento.
Affondò il suo viso tra le sue gambe,sfregandola e mordicchiandola attraverso la stoffa,poi le tolse anche quell'ultimo brandello che la separava da lui.Irene si lasciò spogliare dei vestiti e da ogni riserva ,abbandonandosi alle attenzioni e alle richieste di Michele che l'esplorava curioso il sesso con gli occhi e con la bocca,la sua lingua affondava dentro di lei facendola fremere di piacere che pudicamente si mordeva le labbra per non gridare.
Tornò a baciarla in bocca col sapore vivo del suo sesso,le prese la mano portandola sul suo membro invitandola ad accarezzarlo,sentendolo così turgido provò imbarazzo,paura e desiderio nello stesso tempo
-Io ti voglio,non ti fermare...-gli sussurro'Irene
-Sei sicura?-le chiese guardandola negli occhi,per assicurarsi che lo volesse veramente e che non lo dicesse solo per compiacerlo
-Si ,sono sicura-e lo bacio' cercando di rassicurarlo.
Allora Michele prese un preservativo dal suo comodino e lo infilò sul suo sesso eretto,sotto lo sguardo attento e curioso di Irene,le sorrise e tornò a stendersi e a muoversi sopra di lei.
Sentì premerle contro e in quel momento con una spinta decisa la penetro';lei gridò sorpresa da quella fitta dolorosa, sentì un calore pervaderle il basso ventre,mentre lui si muoveva piano dentro di lei;si stringevano forte le mani sussurrandosi la parola "ti amo".
Il suo movimento e il suo respiro, si fecero via via più veloci avvicinandosi all'apice del godimento dove sfogò con la voce,il piacere intenso di quell'orgasmo.
Appagato ed esausto si stese accanto a lei che lo abbraccio',appena riprese un po' di fiato le chiese
-Stai bene?-
-Sì meravigliosamente bene-
Michele la bacio' sulla fronte rassicurato dalle sue parole,era contento che anche per lei fosse stata un'esperienza bella e positiva.
Rimasero così teneramente abbracciati per molto tempo,poi Irene chiese di potersi fare una doccia.
-Posso farla insieme a te?-le chiese Michele facendole gli occhi dolci.
Irene gli sorrise e senza rispondergli lo trascino' in bagno,fecero la doccia insieme accarezzandosi sotto l'acqua senza vergogna,forti dell'esperienza appena vissuta.
Irene provò solo un lieve imbarazzo nel vedere le lenzuola macchiate del suo sangue,un 'ingenua disattenzione la loro a cui rimediarono rifacendo il letto con lenzuola pulite e mettendo le altre in lavatrice,convinti che la madre cosi' non si sarebbe accorta di nulla.
Michele la riaccompagno' a casa,andava lento con lo scooter come se volesse prolungare quel viaggio all'infinito,avevano la felicità e una consapevolezza diversa negli occhi,quel pomeriggio avrebbe cambiato e segnato per sempre il loro rapporto.
A breve sarebbe ricominciata la scuola,l'estate che stava finendo li aveva visti protagonisti di diverse vicissitudini, il loro amore era stato messo a dura prova,si erano lasciati e ripresi ma ora,si sentivano davvero uno parte dell'altro.
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