17. Sensi Di Colpa
Michele non poteva continuare ad evitare Irene,ora che lavorava di mattina avrebbe dovuto trovare il tempo per incontrarla,altrimenti lei avrebbe incominciato a farsi delle domande. Non sapeva che stava aspettando con ansia un confronto per quella bugia su Laura,avendo completamente rimosso quell'episodio travolto da cose ben più gravi di quella stupida bugia.
Si sarebbero visti quel pomeriggio al mare,non sapeva davvero se fosse stato in grado di reggere un eventuale terzo grado e chiese a Luigi di non lasciarli mai soli,per evitare argomenti indesiderati e spiacevoli.
Luigi capiva il suo disagio e voleva aiutarlo veramente, anche al costo di fare da terzo incomodo, Serena e Mirko erano ormai ripartiti e poteva dedicarsi tranquillamente a loro .
Irene lo salutò caldamente come sempre, abbracciandolo forte e lui si sentì sì confortato ma allo stesso tempo anche tremendamente in colpa.
L'amico rimase francobollato a loro per tutto il tempo,portando i discorsi su cose futili e condividendone ogni pensiero, non li lasciò soli nemmeno in acqua fra lo stupore di Angela
- Non credi di doverli lasciare un po'soli?-
Lei non era al corrente del loro patto ,stava solo dimostrando lealtà nei confronti di un amico,nonostante si fossero conosciuti da poco avevano trovato una bella complicità e quel pomeriggio lo passò così chiacchierando con lui;da lì a poco i loro amici sarebbero ripartiti per Roma ed era giusto condividere con loro quel poco tempo rimasto.
Irene però era ugualmente delusa per quella mancanza d'intimita',erano molti giorni che non passavano un po' di tempo insieme eppure lui non sembrava desiderarla come prima .
Pensò che fosse a causa del lavoro, il caldo,la stanchezza ma nonostante tutte le giustificazioni che cercò di trovare,non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che qualcosa lo tormentasse.Non aveva trovato né il tempo né la voglia di rovinare il pomeriggio chiedendogli di Laura,il tempo volo' e anche quell'incontro era giunto alla fine.
La salutò con il solito trasporto,ma più le stava vicino più sentiva crescere i rimorsi; quando era lontano riusciva persino a giustificare le sue azioni,ma lì con lei il peso diventava davvero insostenibile.
I suoi occhi sembravano scavargli dentro, facendolo sentire nudo e indifeso sul punto di crollare.
Cercava di immaginare quale sarebbe stata la sua reazione, sicuramente l'avrebbe insultato,avrebbe pianto ,ma lo avrebbe perdonato? Era quello che lui cercava il suo perdono,si era quasi rassegnato all'idea di perderla,la verità in ogni modo sarebbe venuta fuori.
Se solo lei avesse potuto sentire i tormenti della sua anima,lo avrebbe si curamente perdonato,era questa la sua flebile speranza.
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