Epilogo pt.1

30 dicembre 2017


"Sono incinta!"

La quiete che regnava in quel silenzioso bar nel freddo pomeriggio di dicembre venne improvvisamente rotta quando, a seguito di quella frase una delle due ragazze intente a sorseggiare una fumante tazza di cioccolata calda, esclamò con tono più che sorpreso:

"Cooosa!? Ne sei veramente sicura?"

"Sì che lo sono, ho aspettato tutto questo tempo proprio per esserne certa, cosa credi!"

Dopo essersi guardate intorno assicurandosi che tutti i clienti lì vicino fossero ritornati ai propri affari le due si strinsero forte le mani, condividendo quella meravigliosa notizia!
Quando Hanna con un sorriso raggiante e gli occhi lucidi confermò di essere incinta di appena due mesi, Veronica fu realmente felice per lei! Era a conoscenza della patologia che sin da ragazzina aveva assicurato quasi la totale sterilità alla sua migliore amica e di quanto ella desiderasse avere dei bambini, quello era davvero un miracolo di Natale!
Da quando era andata a convivere con Marco, le due riuscivano a vedersi sempre meno, e in quell'occasione recuperano tutto il tempo perso.

Mentre la bionda era indaffarata a raccontare tutte le novità che avrebbero rivoluzionato la sua vita, la bruna si era persa nel vortice creato dalla cioccolata appena girata col cucchiaino ed era volata con la mente a qualche mese prima, a quando quel ritardo di dieci giorni dopo il suo ritorno in Italia aveva quasi scombussolato la sua di vita...
Nonostante fosse consapevole di aver sempre adoperato le giuste precauzioni o quasi, e che si trattasse di un semplice ritardo dovuto allo stress di quell'ultimo periodo, dopo la prima settimana il pensiero che potesse realmente essere rimasta incinta s'insinuò per qualche giorno dentro la sua testa, mandando ancora più in tilt il suo sistema nervoso. Per quanto allettante fosse l'idea di avere un figlio suo, lei non era pronta ad assumersi una simile responsabilità, soprattutto non dopo il modo con cui aveva chiuso con Tom. Aveva faticato, sacrificando la loro storia e tenendolo lontano da lei proprio per assicurargli il futuro che meritava, e non poteva certo rovinare tutto con l'arrivo di una gravidanza indesiderata.

"Terra chiama Veronica!"

Una voce maschile richiamò l'attenzione della ragazza, riportandola al presente e soprattutto alla presenza del ragazzo seduto momentaneamente accanto a lei, che ormai era tornato regolarmente a far parte della sua vita.

"E tu cosa ci fa qua?"

Riccardo indicò il gruppo di persone ferme infondo alla saletta del locale proprio accanto al bancone, spiegando che li stava aiutando a distribuire volantini per pubblicizzare un party di Capodanno.

"Dovreste venire anche voi, sarà divertente!"

La bionda, ancora scettica, poco tollerava quella figura maschile girare intorno alla sua migliore amica. Guardò con attenzione Veronica rigirarsi quel cartoncino rosso tra le mani per capire cosa le passasse per la testa.

"Non penserai sul serio di andare? Sai, vero, che il suo unico scopo è quello di riaverti!"

"Non sono nata ieri, Hanna... che pensi ciò che vuole, per me Ricky è solo un amico ormai."

Innervosita dalla piega di quella conversazione Veronica fece spallucce e tornò a sorseggiare la sua cioccolata ormai intiepidita.

"E poi lo sai... anche se ho voltato pagina non vuol dire che sia in vena di far baldoria o chissà cosa, per di più l'ultimo dell'anno!"

Veronica aveva davvero voltato pagina, o almeno ci stava provando. Dopo aver terminato il racconto della sua triste avventura con Tom, a malincuore decise di mettere vai quel diario. Si era ripromessa di non aprirlo più perché tornare su quelle pagine avrebbe reso le cose solo più difficili... Rimaneggiare il diario avrebbe significato perdere un altro frammento del suo cuore ormai straziato, e dopo averne raccattato i cocci durante quei mesi non voleva rendere vano lo sforzo fatto.

Le due amiche continuarono a chiacchierare e sorseggiare cioccolata per un'altra ora, dopodiché, ripensando ancora alla bella notizia confidatole da Hanna, ed essersi liberata dai soliti e tristi pensieri, la ragazza s'incamminò verso la clinica veterinaria dove stava per cominciare un nuovo ed estenuante turno di lavoro.

***

"Togli quel camice, Ste. Hai le tue cose da fare, agli altri penso io!"

Veronica con uno sguardo d'intesa, dopo aver atteso che l'ennesimo cucciolo vaccinato fosse uscito insieme al suo padrone, diede una pacca sulla spalla del giovane assistente al suo fianco.

"Non esiste. Ci saranno ancora una decina di persone là fuori... non tornerai a casa prima delle dieci!"

Il moro scosse la testa, poi sistemandosi gli occhiali rifiutò con gentilezza di lasciare la collega in alto mare e si avvicinò alla porta dell'ambulatorio per far entrare il paziente successivo.
Un'ora più tardi, Veronica ghignando spinse letteralmente fuori dalla stanza il suo collaboratore

"Ora vai! Hai un regalo da ritirare o sbaglio? È già abbastanza tardi e se non ti sbrighi la gioielleria chiuderà!"

e dopo aver salutato con le dita incrociate il ragazzo che nel giro di pochi giorni avrebbe chiesto la mano della sua fidanzata, tornò al lavoro.

"Il gattino sta benissimo signora, ci vediamo il mese prossimo per il richiamo. Mi saluti sua figlia e tanti auguri di buon anno!"

Con un sorriso sincero Veronica salutò l'anziana signora accompagnando lei e il suo ultimo paziente verso l'uscita, dopodiché guardando l'orologio che segnava le 21:00 girò finalmente la targa con scritto CHIUSO e tornò alla sterilizzazione degli strumenti adoperati poco prima.
Poco dopo si ritrovò nuovamente in compagnia del riccio occhialuto che aveva congedato poche ore prima.
Il giovane, avvolto ancora nella pesante sciarpa grigia, dopo due anni ormai era come un amico, ed oltre ad accertarsi che Veronica non fosse ancora sommersa da numerose visite da fare, era tornato soprattutto per mostrarle l'acquisto appena fatto.

"Wow, è davvero bellissimo... Farai un figurone con Marika!"

"Si beh... sempre che non mi dica di No!"

E dopo aver pulito l'ambulatorio, scherzando su come sarebbe potuta andare la fatidica proposta i due si salutarono. Avendo guadagnato del tempo prezioso grazie all'aiuto di Stefano, Veronica aveva deciso di rimanere ancora qualche minuto in ufficio per dedicarsi a dei moduli che aveva trascurato per tutta la settimana.
Non fece in tempo a sedersi e mettere nero su bianco che fece nuovamente capolino il moro dicendo che c'era qualcuno fuori ad aspettarla, ma che non sembrava un cliente dal momento che non aveva alcun amico a quattro zampe al carico.

"Credo di sapere chi sia..."

Veronica roteò gli occhi al cielo, al pensiero di ritrovarsi Riccardo fuori dal suo ufficio. In più di un'occasione il suo ex si era presentato fuori l'ambulatorio per farle visita, ma solo dopo l'incontro con Hanna di quel pomeriggio, vide con maggior chiarezza quello che in realtà sapeva e forse non voleva ammettere. Quel pensiero aveva suscitato in lei una sensazione quasi di malessere: considerare l'idea che forse i suoi erano solo stratagemmi per farsi carino ai suoi occhi stava iniziando a far dubitare la ragazza delle sue azioni e se accettare quel riavvicinamento fosse stata la scelta giusta.

"Allora... lo faccio entrare?"

L'espressione della ragazza non incoraggiò molto il giovane veterinario che continuò ad osservarla con un sopracciglio alzato ed un aria perplessa.
La ragazza, dopo essersi strofinata gli occhi stanchi fece un cenno di consenso al collega, lo salutò augurandogli buon anno e tornò al modulo che aveva tra le mani.
Quando pochi minuti dopo la porta si riaprì, presa dalla domanda a cui stava rispondendo, senza nemmeno degnare di uno sguardo la figura rimasta lì sulla soglia Veronica partì in quarta

"Non ci vengo a quel party domani sera..."

Dopo aver compilato la risposta, quasi stizzita per aver parlato a vuoto, decise di mettere da parte il modulo per dedicare qualche istante alla persona che fino a quel momento era rimasta in fastidioso silenzio.
Quando il suo sguardo abbandonò il foglio sulla scrivania e proseguì oltre il fondo dell'ufficio notò la sagoma di un ragazzo con indosso un giubbotto scuro ed un cappello di lana nero ancora fermo sul ciglio della porta.
Era certa di aver avuto un'allucinazione causata dalla stanchezza, eppure quello non sembrava lo stile con il quale era abituata a vedere il suo ex.

"What Party?"

Al suono di quelle parole le si sgranarono completamente gli occhi e l'unico rumore a spezzare il silenzio improvviso che si era creato, fu quello della penna che le scappò di mano rotolando lungo il pavimento! Avrebbe riconosciuto ovunque quel timbro di voce ed era più che sicura che non appartenesse a Riccardo.
Esitò qualche secondo. La paura di sbagliarsi era tanta, ma quando sollevò completamente il capo e mise a fuoco il suo interlocutore ritrovò quegli occhi azzurri che credeva di aver dimenticato, ritrovò quello sguardo penetrante pronto a garantirle che fosse tutto vero.
Avrebbe voluto pronunciare il suo nome, ma nel vederlo avanzare lentamente verso di lei le parole le morirono in gola.
Nonostante anche di recente, lo avesse messo più volte per iscritto, troppo era stato il tempo in cui non articolava la sequenza di quelle lettere all'interno di una frase detta ad alta voce.

"Ciao Ronnie"

Dopo averla salutata Tom le si avvicinò ulteriormente fino a raggiungere la giovane ancora in stato di shock, ferma immobile alla scrivania incapace di proferire parola.
Solo quando a separarli rimasero pochissimi metri Veronica realizzò che non poteva trattarsi di un'allucinazione: il cuore le batteva troppo forte e non provava una simile emozione da un po' di tempo ormai!
Si alzò di scatto facendo finire la sedia con le rotelle contro il muro alle sue spalle e si parò difronte al ragazzo guardandolo attentamente in ogni minimo dettaglio.
Nonostante la tenuta invernale, gli occhiali da vista e i biondi capelli nascosti dal berretto di lana, era certa di chi egli fosse!
Istintivamente allungò una mano verso di lui per afferrargli un braccio, come ad assicurarsi che fosse reale, dopodiché, con un briciolo di esitazione esclamò

"Tom?!"

A quella strana reazione il viso del ragazzo si riempì in un grosso sorriso e dopo aver inarcato un sopracciglio con disinvoltura le rispose

"Yes, it's my Name..."

Bastarono pochi secondi e i due ragazzi scoppiarono in una complice risata e si strinsero in un forte abbraccio. Veronica con gli occhi lucidi che a malapena trattenevano l'emozione di averlo rivisto, portò subito le mani sul viso di Tom, accarezzando coi polpastrelli del pollice le guance ancora fredde a causa della temperatura esterna dal quale egli stava venendo. Tom passò una mano tra i capelli della ragazza e non smise un solo istante di guardarla negli occhi, mentre con l'altra accarezzò il dorso della mano che ella teneva ferma sul suo viso.
Veronica avrebbe voluto tempestarlo di domande e chiedergli la qualunque su quel suo arrivo improvviso in Italia, così come Tom avrebbe voluto dirle di come la trovasse affascinante nel suo camice bianco e di quanto fosse ancora più carina coi capelli corti, ma nel momento in cui i loro corpi si riabbracciarono e i loro occhi sprofondarono gli uni negli altri, non servirono parole.

Quando dopo alcuni secondi di esitazioni le labbra di Veronica ritrovarono finalmente quelle di Tom, calde e morbide così come le ricordava, il tempo sembrò fermarsi e i mesi trascorsi lontani parvero azzerarsi.
Era come se nulla fosse mai accaduto: nessun litigio, nessun addio straziante... niente!
Erano stati separati per più di tre mesi eppure nulla era cambiato, al contrario, dopo quell'incontro la voglia che ancora avevano di viversi e nutrire quel sentimento che stava ritornando presto ad ardere nei loro cuori stava crescendo sempre più!

Seppur la ragazza avesse provato a tagliare qualsiasi contatto con lui sui social durante quel periodo, Tom non la incolpava per quel comportamento, era consapevole che quella scelta fu dettata solo dalla certezza che per lei quel giorno a Praga doveva essere un forzato addio. Il ragazzo invece, aveva sempre nutrito profonde speranze in quella storia ed in un loro ricongiungimento, sentiva che Veronica era quella giusta per lui e che non avrebbe dovuto lasciarsela sfuggire per nessun motivo al mondo.
Emozionati e persi ancora l'una negli occhi dell'altro, non si staccarono mai da quel caldo abbraccio, e sorridenti continuarono a scambiarsi numerosi piccoli baci.
In quel preciso istante tutto sembrò finalmente coincidere come tasselli di puzzle ritrovati, e non ci volle molto per far sì che quei dolci baci diventassero sempre più passionali e che il turbine di emozioni conducesse i giovani a carezze ed effusioni sempre più spinte.

Dopo aver liberato Tom dai pesanti indumenti invernali che ancora lo ricoprivano ed aver ritrovato quella fulva e morbida chioma da accarezzare che tanto le era mancata, Veronica si ritrovò spalle al muro intrappolata dal corpo del biondo, il quale intanto divorava di baci quel lembo di pelle sotto il collo che il piccolo scollo a V del maglione le aveva lasciato scoperto.
Quando lui, dopo esser rimasto solo in jeans e t-shirt, tra un bacio e l'altro le fece cadere il camice sul pavimento poco distante da dove giacesse ormai la sua felpa, per poi passare a sfilarle i leggings che portava sotto il maxi pullover grigio, Veronica col respiro quasi affannato interruppe bruscamente quel gesto fermando le sue mani sul suo torace.

"Aspetta! Ehm... Wait a moment!"

Un déjà-vu balzò nella testa di Tom, che tempo dietro in una situazione simile venne fermato dalla stessa ragazza per motivi del tutto improbabili. Quando Veronica lesse sul viso del ragazzo uno sguardo insospettito per quell'improvvisa richiesta, dopo avergli sorriso con aria maliziosa capendo cosa potesse frullare in quel momento nella sua mente, mentre si dirigeva verso l'ingresso dell'ufficio, lo rassicurò spiegandogli che voleva soltanto accertarsi di chiudere a chiave l'ambulatorio in modo tale da non ricevere altre visite, stavolta indesiderate, per poi potersi concedere completamente a quel momento di sfrenata passione che sarebbe arrivato di lì a poco.

Quando Veronica tornò da Tom, questi l'afferrò rapidamente per un braccio avvicinando a sé il suo corpo premendolo forte contro il suo bacino e dopo averle rubato un bacio mozzafiato, la prese per i fianchi e la sollevò per farla sedere immediatamente sulla scrivania alle sue spalle. Quel gesto irruento mandò in subbuglio la ragazza che, nonostante il freddo che si percepiva in quell'ambiente poco adatto a quelle rigide temperature sentì il suo corpo ardere a più non posso, il cuore battere a mille e le guance letteralmente in fiamme. Quando Tom, riprendendo da dove era stato poco prima interrotto, le sfilò i leggings insieme alla biancheria intima, Veronica passò ad armeggiare velocemente con la cintura dei suoi jeans.
Dopo avergli calato i pantaloni quel giusto che serviva a mostrare l'evidente desiderio, in preda alla foga del momento mentre si concedeva ad un ennesimo bacio rovente, infilò una mano nei suoi boxer, bramosa di toccarlo e sentirlo pulsare di eccitazione sotto le sue dita.

A quell'audace gesto inaspettato, il ragazzo si lasciò sfuggire un gemito di eccitazione e vedendola a gambe leggermente divaricate con solo indosso quel maglione che la copriva ancor meno di una minigonna, fece scivolare una mano sotto quel morbido tessuto, accarezzando a sua volta con le dita quella era ormai un corpo già carico di desiderio.

Non riuscirono a trattenere a lungo la brama che nutrivano l'uno per l'altra, e la voglia di fondersi in un solo corpo venne presto appagata. La stanza silenziosa in quella fredda sera di fine dicembre riecheggiava esclusivamente del suono dei loro respiri che affannati si accavallavano ai gemiti soffocati quando il ritmo dei loro movimenti diventava più frenetico. L'unica nota stonata che interruppe per qualche secondo quell'amplesso fu quella del portapenne che, dopo l'ennesimo brusco movimento, cadde dalla scrivania riversando sul pavimento bianco tutto il suo contenuto.
Dopo aver osservato con un sorriso complice le numerose penne rotolare verso il centro della stanza, Tom tenendola ancora saldamente per le cosce, dopo aver liberato spazio a sufficienza, fece adagiare Veronica con la schiena sulla scrivania e calando a sua volta sul suo corpo continuò ad entrare in lei con movimenti lenti ma sempre più decisi fino al raggiungimento di quell'apice che tanto desideravano. Le loro labbra non riuscivano in alcun modo a staccarsi, i loro occhi erano ancora persi gli uni in quelli dell'altra e le mani continuavano ad accarezzare quei corpi che ancora uniti faticavano a separarsi dopo essersi finalmente ritrovati.

Ancora sorpresa e stordita da quanto avvenuto pochi istanti prima, Veronica si ricompose a malapena, e mordendosi un labbro esclamò quasi balbettando nuovamente la sua incredulità.  Dopo averle accarezzato il viso spostandole un ciuffo corto della frangia che le nascondeva una parte degli occhi, il biondo con un beffardo sorriso le disse

"I promised you we would meet again"

Tom, nel vedere il suo sguardo ancora dubbioso, le raccontò del diario e delle pagine in cui aveva scritto quella lettera indirizzata a lei poco prima della partenza: prima di quello che si pensava fosse per loro un addio definitivo!

"What... Which Letter?"

Quando Veronica seppe di quelle pagine rimase senza parole.
Non aveva mai più ripreso quel diario per evitare di reimmergersi in ricordi non ancora facili da riassaporare, e tantomeno si era resa conto prima di metterlo via che le ultime pagine erano state occupate. Mordicchiandosi nervosamente un'unghia si scusò col biondo, dandosi della stupida per aver ignorato in quei mesi quello che poteva essere, dopo la sorpresa appena ricevuta, il gesto più caro e dolce che Tom avesse fatto per lei.

Il ragazzo la strinse forte tra le sue braccia rassicurandola e con un dolce sorriso le disse di non farsene una colpa. Al contrario, era lui a voler esser scherzosamente rassicurato da lei in merito ai suoi sentimenti.
Dopo tre mesi, presentarsi alla sua porta era stato pur sempre un azzardo, le cose potevano essere rimaste ancora uguali e allo stesso tempo potevano esser cambiate del tutto.
Veronica rimase lì difronte a lui senza parole, dopo essersi concessa senza freni inibitori per lei era quasi scontato il forte sentimento che nutriva ancora vivido per Tom e dopo aver perso un battito a quella richiesta stranamente inaspettata con gli occhi lucidi si limitò ad un cenno del capo.

"Ronnie I love you too"

Accarezzandole il viso, Tom dichiarò finalmente i suoi sentimenti. Non diede modo a Veronica di dire alcunché, questa volta lì difronte a lei, con il suo morbido e delicato volto tra le ruvide mani, era deciso a comunicarle tutto ciò che provava. Posando la fronte contro la sua, espresse i sentimenti che nutriva per lei, per quella meravigliosa, semplice e un po' timida ragazza che da cinque mesi a quella parte gli aveva cambiato la vita e che sentiva di non voler perdere.

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