CAPITOLO 7
Capitolo 7
Caleb
Io e Red ci recammo al decimo piano. Il palazzo è enorme, avevamo preso l'ascensore, dieci piani di scale non li avrei fatti di certo a piedi. Arrivati nell'atrio,cercai con lo sguardo la postazione della segretaria. Non feci in tempo a trovarlache...
«Signor Graham, è atteso nella sala riunioni, infondo al corridoio a destra»mi disse una voce femminile, incrociai lo sguardo di una donna alta e bionda,aveva un fisico stupendo, ma non era il momento di fare il "latin lover" giusto?Le rivolsi il mio miglior sorriso e con voce seducente dissi «Grazie! Signorina?»non sapevo il suo nome, e quella non era di certo un'agenzia dove si usavano icartellini con il nome. Lei mi osservò per un momento, pensai che avesse sicuramente più anni di me, ma ciò non escludeva il fatto che fosse una figa da paura.
«Oh dammi pure del tu, io sono Carola è un piacere conoscerla» disse un po'imbarazzata e mi tese la mano in attesa che io la stringessi.
«Piacere mio» le dissi facendo il baciamano, non ero solito fare quel tipo distronzate ma volevo metterla un po' in imbarazzo. Lei diventò subito rossa acausa del mio gesto, ma si ricompose velocemente, era sul posto di lavoro, nonpoteva di certo fraternizzare con un "cliente". A quel punto Red si mise in mezzoe senza farsi troppi problemi portò al termine il teatrino che avevo messo in atto"Guastafeste" pensai guardandolo.
«Senza offesa signorina Carola ma Cal, non hai tempo per le smancerie» disserivolgendosi a me. "Come non detto" mi canzonò la mia testa. Lo guardai, poiguardai la signorina e notai che era interessata più alla mia guardia del corpo chea me, decisi di non trattenermi oltre.
«Ho capito, la porta infondo al corridoio a destra, vado!» dissi divertito, e miavviai a passo tranquillo. Feci dei respiri profondi e cercai di camminare il piùpiano possibile per temporeggiare.
Maddy
Era sicuramente passata più di un'ora da quando ero arrivata all'agenzia. Me nestavo in sala riunioni, dalla noia avevo bevuto tre caffè, dovevo darci un tagliocon la caffeina, ero già abbastanza agitata di mio. Ero stufa di aspettare, non mipiacevano i ritardatari e non mi piaceva non sapere che cosa dovevo aspettarmi,ma nonostante tutto il tempo in cui ero stata lì tutti tenevano ancora la boccachiusa, che nervi. Se non mi avessero dato il lavoro sarei sbottata sicuramentecontro qualcuno, stavo perdendo tempo prezioso, dovevo anche preparare l'esame di matematica avanzata. Fortunatamente non avevo problemi con lo studio,ma comunque tutto ciò era irrispettoso almeno dal mio punto di vista. Con mec'erano un certo signor Jaxon di cui non ricordavo il cognome e il mio "capo", ilsignor Devis.
«Signorina Madison, ci scusiamo per il ritardo di...» disse il signor Jaxon, nonlo feci finire.
«Mi chiami pure Maddy, ma si può sapere chi stiamo aspettando?» mi affrettaia dire. Cercai di essere il più educata possibile, l'aria in quella stanza era già abbastanza tesa. Nessuno riuscì a rispondere perché lui entrò dalla porta a vetri...sul momento non realizzai, ma poi capii chi era entrato nella stanza e strabuzzaigli occhi incredula, non potevo crederci, non poteva essere vero, era lui propriolui... il maglione bianco gli segnava i bicipiti allenati, era alto, muscoloso, nonvi nego che per un breve momento mi mancò il fiato. Le foto non rendevanogiustizia alla sua bellezza, non ero di certo una sua fan accanita, ma ero pursempre una ragazza e lui era bello, bello da far paura. La mia testa non volevariconnettersi, non potevo credere di avere davanti il vero Caleb Graham. Il figo inquestione mi guardò per un secondo, per mia sfortuna non riuscii ad interpretareil suo sguardo. "Chissà a che cosa sta pensando?" mi chiesi tra me e me. Nontrovai risposta, tornai a guardarlo e notai che la sua attenzione non era più su dime. Si sedette con aria annoiata sulla sedia che stava difronte alla mia.... "Mache maleducato" pensai ritrovata un po' di lucidità. Non si presentò, se ne stettezitto, dato il suo comportamento tornai subito in me, la maleducazione è unadelle cose che non sopporto proprio.
«È uno scherzo vero?» chiesi a tutti i presenti nella stanza, nessuno rispose, silimitarono studiare la mia reazione. Mi morsi la lingua, che razza di situazione...era calato un silenzio di tomba che poco dopo fu interrotto perché qualcunofinalmente parlò.
«No Maddy, ora ti spiegheremo tutto per bene...» disse in tono pacato il SignorDevis, era ora volevo proprio sapere che cosa stesse succedendo, e all' istante. IlSignor Devis fu interrotto da una voce così profonda che mi fece trasalire, capiidi chi fosse e alzai lo sguardo nella sua direzione. Aveva gli occhi più belli che ioavessi mai visto e non esagero. "Cavolo Maddy ricomponiti è solo una super star, uno stronzo, spocchioso e maleducato" mi ripeté la mia testa.«Non credo ci sia il bisogno di fare presentazioni, ha già capito chi sono no? Ineffetti tutti lo sanno» disse Caleb sporgendosi sul tavolo verso di me. Perfetto eraveramente uno stronzo non mi ero sbagliata tanto... il nostro scambio di sguardivenne interrotto da Jaxon.
«Non essere maleducato Cal!» lo ammonì in tono irritato. Se due più due faquattro... Jaxon era sicuramente l'agente di Caleb, non c'erano dubbi, ne ero quasisicura. Mi misi in faccia il mio miglior sorriso e mi rivolsi proprio all'agentedello stronzo.
«Non si preoccupi Signor Jaxon, tutte le celebrità sono un po' come dire... irritanti a volte» dissi con tono pungente. Forse fu una mia immaginazione ma misembrò che Caleb sorrise per un secondo, ma non lo guardai, lo scrutai solo conla coda dell'occhio. Jaxon e il signor Devis si scambiarono un'occhiata divertita,mi ero convinta del fatto che piacessi o almeno di essere simpatica a quei duee quello era di certo un punto a mio favore per ottenere il lavoro. Dopo poco lavoce autoritaria del Signor Devis catturò l'attenzione di tutti noi.
«Allora, passiamo alle cose serie. Maddy ti abbiamo convocata qui perché pensiamo tu sia la persona più adatta per questo lavoro, Jaxon credo sia opportunoche tu spiegassi la tua idea alla ragazza» disse guardando prima me e poi Jaxon.Caleb per tutto quel tempo non aveva detto una parola, probabilmente sapeva giàciò che mi sarebbe stato proposto e dalla sua faccia contrariata capii che non erad'accordo con il suo agente; ma a me non importava, avevo bisogno di guadagnare qualche soldo e dunque mi serviva il lavoro.
«Chissà perché ma so già che non mi piacerà» dissi guardandomi le unghie, nonmi ero accorta di aver parlato ad alta voce. Ero una vera frana nel nasconderequel che pensavo, dovevo fare più attenzione.
«Hai detto qualcosa?» mi chiese curioso il signor Devis. Mi maledissi da sola,mentalmente sta volta, poi alzai lo sguardo.
«No, no... scusatemi, andate pure avanti» dissi in tono pacato. Mi sembrò cheavessero sentito qualcosa ma non avevano capito ciò che avevo detto. Salvata perun pelo. Mi rilassai, o almeno cercai di stare calma, ma con Caleb Graham difronte non era facile. I suoi occhi blu mi scrutavano di sottecchi, mi sarebbe piaciuto sapere che cosa gli stesse passando per la testa, non perché mi interessasseil suo parere, anzi tutto il contrario ma mi sentivo osservata, lui a differenza miasapeva nascondere le sue emozioni e così fu ancora più difficile inquadrarlo.«Allora Maddy, ci servirebbe che tu posassi in un servizio fotografico per larivista "Gossip Spy Girl" con Caleb ovviamente. Crediamo che delle foto di luicono una ragazza poco conosciuta, senza offesa ovviamente...» disse Jaxon, miaveva chiamata Maddy allora gli stavo veramente simpatica, quanto il fatto che mi aveva fatto presente che ero una ragazza poco conosciuta era vero.
«Nessun offesa si figuri» dissi in tono sincero.
«Dicevo appunto che queste foto servirebbero per riportare sulla bocca di tuttiil nome di Caleb Graham» concluse il discorso senza guardare Caleb, non fecidomande riguardo la proposta, alla fine dovevo posare come facevo solitamente,solo che dovevo farlo con lui... Come sarebbe andata a finire quella storia? Eroproprio curiosa di saperlo, ma in quel momento non riuscii a formulare nemmenoun'ipotesi. Fu la sua voce a interrompere i miei pensieri.
«Io non sono d'accordo con questa iniziativa...» disse seccato incrociando lebraccia, poi mi guardò negli occhi, io feci lo stesso. Notai un luccichio nei suoi,probabilmente non gli stavo simpatica, ma non mi preoccupai, la cosa era reciproca. Prima che lo mandassi al diavolo, Jaxon gli rivolse uno sguardo di avvertimento.
«Cal ne abbiamo già discusso, fine della storia» disse. Caleb sprofondò nellasedia, colpito e affondato, mi faceva un po' pena forse... non lo so, non capivo seera uno stronzo totale o se si stava semplicemente nascondendo.
«Dunque fatemi capire bene... in sostanza dovrei fare delle foto con lui per farerumors?» più che una domanda la mia suonò come un'affermazione. Jaxon sirilassò un po'.
«Vedo che hai capito» mi disse. Non ci voleva un genio per capirlo diciamolo,era una cosa alquanto ovvia.
«Non è previsto che noi fingiamo di stare insieme vero?» mi scappò la domandache mi frullava nella testa da quando avevano spiegato in cosa consisteva il lavoro, speravo con tutto il cuore che la risposta fosse no.
«Perché sinceramente io con uno così non ci starei...» continuai ma mi pentiisubito di ciò che avevo detto perché vidi la faccia di Caleb farsi sempre più cupa,il suo scintillio negli occhi cambiò era... arrabbiato, tanto arrabbiato. Maledettala mia boccaccia.
«Ma se nemmeno mi conosci, chi ti credi di essere ragazzina?» disse con tonotroppo alto per i miei gusti sporgendosi sul tavolo, potevo sentire il suo profumo anche se in mezzo a noi c'era il tavolo, oltre a essere bello aveva anche unbuon profumo. "Frena gli istinti Maddy, concentrati" mi ricordò la mia testa. Unmomento, scusate fermate tutto, ragazzina? Ragazzina veramente? Io non erostata tanto carina per ciò che avevo detto ma nemmeno lui si era comportato daangelo, anzi tutto il contrario.
«Bella questa, chi hai chiamato ragazzina Super Star?!» gli risposi a tono, lui fusorpreso dalla mia risposta, che credeva di avermi messo paura? Che sarei cadutaai suoi piedi come tutte le altre? Se pensava questo si stava sbagliando di grosso.
«Ragazzi smettetela! Stiamo parlando di lavoro siate professionali» il Signor Devis ci rimproverò, il suo tono era irritato, mai aveva alzato la voce in quelmodo. Era ora di farla finita, volevo che la riunione finisse al più presto possibile,non volevo fare altri danni.
«Ha ragione, mi scusi...» dissi abbassando la testa, era meglio guardarsi le scarpe in quei casi.«Allora Maddy che ne dici, ti va di firmare questo contratto?» mi chiese Jaxon,stupita alzai la testa di scatto, praticamente avevo avuto il lavoro senza fare nulla,era stato facile ma non ero tanto convinta.
«Non lo firmerà» disse Caleb guardandomi, la sua affermazione nella mia testasuonò come una sfida, peccato per lui perché le sfide mi piacevano, soprattuttoquelle contro i bastardi come lui. Caleb non voleva fare il servizio era palese,se non avessi firmato lui l'avrebbe avuta vinta e io non volevo rendergli la cosafacile. A costo di scannarmi sul set fotografico con quella specie di attore avreiaccettato il lavoro, infondo erano due tre foto no?! Mi portai il foglio più vicino,diedi una letta veloce, come mi aveva accennato Jaxon era un semplice contrattoche prevedeva solo qualche foto, guardai da sotto le ciglia Caleb e mi accorsi chemi stava guardando concentrato, presi la penna che stava vicino al contratto efirmai. La Super Star in tutto ciò fece un ghigno divertito o almeno mi sembròcosì.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top