CAPITOLO 50

CAPITOLO 50

Caleb

Le parole di Jaxon mi avevano turbato nel profondo, aveva agito contro il mio interesse, Megan era stata sua complice, ma come avevano potuto? Non avvisai nemmeno i miei amici del fatto che avessi lasciato la festa e non avevo avuto nemmeno il tempo di spiegare loro i motivi per cui dovevo assolutamente vedere Maddy e all'istante. Anche se il motore della mia auto era potente mi sembrava di stare sempre allo stesso punto, dovevo raggiungere la ragazzina era quello il mio obbiettivo. Sapevo che stavo superando di molto il limite di velocità imposto ma non me ne fregava nulla, in quel momento pensavo solo a lei e al fatto che forse con quella versione dei fatti avrei potuto riaverla finalmente con me. La strada era poco illuminata non so quanto mi mancasse per arrivare a casa di Maddy ma speravo poco, ricordavo la strada molto bene però e quello era sicuramente un punto a mio favore. La mente era in subbuglio, il cuore ancora di più, le emozioni passavano da rabbia, a delusione, a felicità per il fatto che non ero del tutto colpevole, ma solo vittima di una trappola ben architettata. Dopo qualche minuto distolsi lo sguardo dalla strada deserta e presi il cellulare per chiamare la ragazzina, ma nel tentativo di tirarlo fuori dalla tasca della giacca mi cadde e cercai di recuperarlo. Dopo quel momento ricordo solo di essere stato catturato da un bagliore accecante di fronte a me, poi il rumore di un clacson. I miei riflessi non erano pronti a quello che stava per succedere, non ebbi il tempo di fermare o far sterzare la macchina che tutto si fece buio. Non saprei come spiegarlo ma la mente si spense completamente non so per quanto tempo, tutto mi sembrava silenzioso e buio, non vedevo nulla, mi sentivo impotente, non sentivo il corpo... ero io, la mia mente e il vuoto più totale.


Dopo quella che mi sembrò un'eternità passata in un mondo inesistente iniziai a sentire delle voci lontane, poi il dolore mi pervase, forse era la testa, forse le gambe, non riuscivo a capirlo ma stavo male. Mi parve di sentire il suono delle sirene di un'ambulanza, poi i passi veloci di qualcuno sull'asfalto. Cercai di capire che cosa mi fosse successo... 

 «C'è un ferito a terra, portate una barella» sentii la voce di una signora o almeno così mi parve. «Mi sente? Mi risponda!» la voce era sempre più vicina. 

 «La sento, la sento» dissi io in preda al panico. 

 «Non risponde, non reagisce... ha perso molto sangue, portiamolo via, presto!» disse ancora la donna. 

 «Sono Caleb Graham, devo andare dalla mia ragazza» dissi ancora, ma nessuno sembrava ascoltarmi. Poi pensai e ripesai... il cellulare, il bagliore della luce, il clacson, il dolore... Avevo fatto un incidente.

Maddy

La sera della prima di Caleb era arrivata ma invece di essere al suo fianco come avevamo programmato ero seduta sul divano di casa mia con mia sorella. Hope non aveva fatto domande sul perché mi trovassi lì invece che altrove, ma sapevo che da un momento all'altro avrebbe ceduto al suo istinto indomabile di fare domande. Mia madre si stava preparando per andare al lavoro, io ero pronta per la maratona della serie che per fortuna piaceva anche a mia sorella, qualcosa in comune dovevamo pur averla. 

 «Ragazze io vado, ci vediamo domani mattina» ci disse mia madre avviandosi alla porta. Indossava già la sua uniforme bianca, ero sicura che se avessi indossato un capo del genere mi sarebbe stato piuttosto male ma a lei donava molto. La guardai sorridendo, la ammiravo moltissimo, io non ce l'avrei mai fatta a fare un lavoro del genere, non avrei mai potuto sopportare di vedere tante persone tra la vita e la morte come faceva lei lavorando nel reparto di terapia intensiva. 

 «Va bene, buon lavoro» le dissi prima che aprisse la porta per uscire. Hope sfoderò il suo sorriso a trentadue denti, sapevo che cosa voleva chiederle. 

 «Mamma...» iniziò infatti, ma mia madre la batté sul tempo. 

 «Domani vai a scuola, non voglio sentire scuse» disse categorica. Hope mise il broncio, il suo faccino da angelo non funzionava di certo con nostra madre. 

 «Come facevi a sapere che te lo avrei chiesto?» chiese poi inarcando un sopracciglio. Risi nel vedere quella scena, conversazioni del genere le facevo anche io alla sua età, ogni scusa era buona per saltare scuola. 

 «Non dimenticare mai che sono tua madre» fu l'unica risposta che ottenne. 

 «Per favore, volevo stare con Maddy» disse appoggiandosi alla mia schiena, stava facendo la ruffiana, ma nemmeno con me funzionava quel comportamento. Ci misi mezzo secondo a voltarmi nella sua direzione. 

 «No, non usare me come scusa, non funzionerà» le dissi con un sorriso. Hope mi guardò in malo modo, non era riuscita a fare breccia su nessuna delle due e questo mi faceva divertire parecchio. 

 «Buona serata ragazze, Hope vai a letto ad un orario decente per favore» disse mia madre aprendo la porta. L'avevamo trattenuta abbastanza, doveva andare. 

 «Mamma mi occupo io di lei, non ti preoccupare» dissi per farla stare tranquilla. Per fortuna si fidò di me e uscì chiudendosi la porta alle spalle. 

 «Non ho bisogno della babysitter» disse ancora Hope ma mia madre non fece in tempo a sentirla.


Mi alzai in piedi indecisa sul da farsi, avevo lasciato i DVD della serie in camera mia, dovevo andare a prenderli. 

 «Che facciamo?» mi chiese mia sorella mettendosi a braccia conserte. Io la guardai per spiegarle i miei piani. 

 «Prima di decidere di passare la serata qui avevo intenzione di continuare la maratona della mia serie preferita» le dissi semplicemente. Vidi che i suoi occhi si illuminarono, avevo fatto centro. «Questa si che è una bella idea» mi disse in tono entusiasta. Io le sorrisi. Bene! Era tutto deciso, bastava solo accendere la televisione. 

 «Aspettami qui, vado a prendere i DVD che ho lasciato nella borsa e il gelato» decisi avviandomi verso le scale. 

 «Sbrigati» urlò alle mie spalle Hope. Io alzai gli occhi al cielo, odiavo la sua impazienza, mi ricordava molto Alyssa in certi modi di fare. 

 «Non mettermi fretta sorellina» urlai, poi corsi al piano superiore e raggiunsi quella che un tempo era anche la mia stanza. Andai verso la mia borsa e presi il cofanetto della serie. Prima di uscire il mio sguardo ricadde sulla parete con la gigantografia di Caleb, mi avvicinai a passo lento, come se lui potesse materializzarsi davanti a me da un momento all'altro. Mi misi in punta di piedi e passai una mano sul suo volto perfetto stampato sulla carta fredda, poi abbassai la mano convinta del fatto che mi stessi comportando come una stupida. 

 «Certo che sei dannatamente bello...» dissi in un sussurro che solo io potei sentire. Il mio stato di trans fu interrotto dalla voce squillante di mia sorella. 

 «Maddy il tuo cellulare sta squillando, è Caleb» urlò per farsi sentire. A quelle parole mi fiondai fuori dalla camera senza preoccuparmi di richiudere la porta. 

 «Non ti azzardare a rispondere» dissi scendendo le scale come se stessi scappando da qualcuno. Per poco non finii faccia al pavimento, raggiunsi Hope in salotto prima che facesse qualche cavolata. 

 «Dammi il cellulare» le dissi con fiato corto aprendo la mano nella sua direzione. Mi accorsi però che aveva smesso di squillare, ringraziai Dio. 

 «Tieni, non serve che ti incazzi» mi disse passandomi il cellulare in malo modo. Non dissi nulla per il suo gesto, mi limitai a rispondere alla sua affermazione.

«Non sono incazzata» fu l'unica cosa che dissi cercando di mantenere un tono tranquillo. Speravo che non iniziasse a farmi un interrogatorio. 

 «Si che lo sei» mi disse sedendosi di nuovo in divano. Poggiai i dischi, poi andai in cucina senza aggiungere altro. Aprii il congelatore e trovai due vaschette di gelato: stracciatella e cioccolato. Li presi entrambi e con fare simpatico mi affacciai in salotto per parlare con Hope. 

 «Stracciatella o cioccolato?» le chiesi mostrando prima una vaschetta e poi l'altra. Mia sorella si addolcì e sorrise. 

 «Entrambi ovviamente» mi disse come se avessi già dovuto sapere la risposta. Alzai gli occhi al cielo, le invidiavo il fatto che mangiasse tanto e non ingrassasse mai. 

 «Se mangiassi quanto mangi tu probabilmente sarei una balena» le dissi in tono ironico, ma era la pura verità. 

 «Tutta questione di metabolismo mia cara» rispose lei. Negli ultimi tempi era diventata veramente insolente, mi ricordava molto me alla sua età. 

 «Hahaha certo che sei proprio simpatica» le dissi facendo una risata finta. Mia sorella alzò un sopracciglio, aveva la brutta abitudine di usare quell'espressione fastidiosa. 

 «Beh, ho imparato dalla migliore» ammise poco dopo riferendosi a me. Senza risponderle tornai in cucina per mettere il gelato su due ciotole. Presi i cucchiaini e prima che andassi in salotto il mio cellulare squillò di nuovo. Poggiai le ciotole sul tavolo e guardai il dispaly, era ancora lui. «Dio... devi lasciarmi stare» dissi evitando di rispondere. 

 «Parli da sola adesso?» mi chiese divertita Hope dall'altra stanza. Alzai gli occhi al cielo e mi maledii per non essere stata zitta. 

 «No, sei tu che senti le voci» dissi prendendo le ciotole e andando in salotto. Porsi il gelato a mia sorella. 

 «Ecco a te, ora metto il DVD e poi possiamo cominciare» dissi rimettendo il cellulare sul tavolino e prendendo il cofanetto della sesta stagione. 

 «Che stagione tocca?» mi chiese mia sorella guardandomi mentre inserivo il disco dentro il lettore. 

 «Fine sesta stagione, ultima puntata precisamente e poi tocca alla settima» dissi prendendo il telecomando e riavviandomi verso il divano. 

 «Non possiamo guardarla dal primo episodio?» mi chiese mia sorella appena mi misi seduta di fianco a lei. Notai che stava già mangiando il gelato e l'aveva quasi finito. 

 «Sei pazza, assolutamente no, le hai viste tutte anche tu le puntate dunque io riprendo da dove ho lasciato». Sapevo che l'episodio in questione era uno dei più tristi e che probabilmente sarei scoppiata a piangere, ad ogni modo decisi di guardarlo comunque, non era da ma saltare nemmeno mezzo minuto di un episodio, figuriamoci uno intero. 

 «Va bene capo, era per guardare una puntata più allegra» mi disse Hope guardandomi. Immaginai che lei sapesse tutto, il suo sguardo la diceva lunga. 

 «Ma se è bellissimo questo episodio» dissi io prendendo il gelato. Poi schiacciai play. Dopo pochi minuti, Hope richiamò la mia attenzione. 

 «Maddy» disse, io mi voltai nella sua direzione. 

 «Che c'è?» dissi con la bocca piena. Odiavo essere interrotta nel bel mezzo di un episodio. 

 «Va tutto bene?» mi chiese avendoci pensato su per un po'. La domanda mi spiazzò, fu la conferma che sapeva qualcosa o che almeno aveva capito il mio stato d'animo. 

 «Si, perché?» chiesi continuando a mangiare e cercando di seguire che cosa stava succedendo sullo schermo. 

 «Non sei mai stata una grande attrice». Forse era arrivato il momento di vuotare il sacco anche con lei. 

 «Anche Caleb lo dice...» mi limitai a dire, poi poggiai la ciotola del gelato sul tavolino di fianco al telefono. Mi era passata la fame. 

 «Dunque?» mi chiese ancora. Sapevo dove voleva arrivare ma io temporeggiai. 

 «Dunque che cosa?» chiesi torturandomi le unghie delle mani. 

 «Lo sai» disse mia sorella poggiando la ciotola che aveva svuotato, era stata più veloce della luce. Hope puntò lo sguardo su di me e io mi decisi a guardarla negli occhi, nel mentre le voci stavano in sottofondo. 

 «Vedo che hai preso la dote di mamma nel capirmi anche quando non parlo... io e Caleb non stiamo più insieme. Sono successe delle cose, anzi una cosa in particolare e insomma... si vede che doveva finire così» cercai di spiegare la situazione ma non riuscii a completare una frase che fosse di senso compiuto. Alle mie parole Hope non fece una piega, non sembrava sorpresa ne tanto meno presa alla sprovvista. 

 «Ho visto la TV sta mattina... il servizio sul 150, è stato abbastanza chiaro, anche se non diceva il motivo per cui vi siete lasciati. Ad ogni modo, mi dispiace e qualunque cosa sia successa sto dalla tua parte» mi disse senza mai staccare gli occhi dai miei, sorrisi a queste parole. Non era da lei essere così dolce nei miei confronti, non era espansiva ma in quell'occasione aveva annullato le difese per farmi capire la sua vicinanza. 

«Grazie... ora guardiamo la puntata» dissi indicando il televisore. Non mi ero preoccupata di mettere pausa, ma dato che entrambe conoscevamo le battute a memoria, non c'era bisogno di tornare indietro. 

 «Ovviamente, guardiamoci il protagonista... fa bene all'anima quel pezzo di figo» Guardai Hope scioccata dalle sue parole. 

 «Da quando parli così? Comunque concordo pienamente» dissi ridendo tra me e me. Era proprio un figo, per certi aspetti Caleb me lo ricordava, i capelli scuri, gli occhi blu... "Maddy dacci un taglio" mi disse la mia testa.   


L'episodio stava per terminare, mancava veramente poco. 

 «Ti prego non scoppiare a piangere come il tuo solito» mi disse mia sorella. Sapeva che la scena che stavamo per vedere era molto commovente e toccante. Ma io stavo già per scoppiare, solitamente non piangevo mai guardando i film ma a causa di quella serie e di certe scene ero diventata veramente sensibile, in aggiunta a ciò ci si metteva il mio umore che non era proprio dei più felici. 

 «Ma quando mai» dissi io senza smettere di guardare lo schermo. Seguii il dialogo tra i due protagonisti che sapevo a memoria. In sottofondo c'era una canzone che adoravo. 


Ascoltai ogni singola parola e mi tornò alla mente Caleb, un insieme di emozioni si fecero strada nel mio cuore. Le lacrime non si trattennero più. 

 «Avevi detto che non avresti pianto» mi disse mia sorella guardandomi con tenerezza. Tra le due in quel momento sembravo io la più piccola. 

 «Non è così semplice, soprattutto ora che le mie emozioni non sono molto stabili» dissi singhiozzando e cercando di asciugarmi le lacrime. Hope per tutta risposta mi abbracciò, poi poggiai la testa sulle sue gambe, mi sembrava che si fossero invertiti i ruoli e per quel breve momento lo permisi. 

 «Per sta sera sarò io la sorella maggiore» mi disse in un sussurro accarezzandomi i capelli. 

 «Ti lascio volentieri il posto» dissi per tutta risposta. Le parole e le note della canzone mi pervasero il corpo e la mente, cercai di calmarmi. Sapevo bene che la mia crisi non era dovuta alla serie ma soltanto alla mancanza di Caleb, mi mancava da morire nonostante tutto. Un'altra scena molto toccante era iniziata... Quel discorso fatto da poche e semplici parole mi aveva colpito già dalla prima volta. Sorrisi immaginando Caleb fare una dichiarazione del genere, sapevo che erano soltanto illusioni. 

 «Sono sicura che anche lui un giorno ti farà un discorso così» mi disse mia sorella poco dopo. A quel punto mi misi seduta composta dato che avevo superato il momento critico e le sorrisi. Pochi secondi dopo squillò il cellulare. Hope mise l'episodio in pausa. 

 «Chi è che ha questo tempismo perfetto?!» chiesi sbuffando. Poi guardai il display e vidi che era mia madre. Era strano che chiamasse quando era in turno. Risposi per sapere che cosa volesse dirci. Hope mi stava guardando con aria interrogativa. 

 «Mamma, ci hai interrotte durante una scena cruciale» dissi prima di farla parlare, dall'altro capo del telefono però nessuna risata soltanto un silenzio di tomba. Sentii soltanto il suo respiro che sembrava corto. Mi alzai in piedi... perché non parlava? 

 «Tesoro ascoltami bene, hanno appena portato Caleb in ospedale in codice rosso, ha fatto un incidente» mi disse mia madre scandendo bene ogni singola parola. Codice rosso, incidente, sbiancai... mi mancò il fiato, mi portai una mano sulla fronte, non avevo la forza di dire nulla, non ero pronta ad una notizia del genere. 

 «Maddy che c'è?» mi chiese Hope allarmata alzandosi per mettersi di fronte a me. Io mi limitai a guardare il vuoto. Il mio cuore aveva accelerato, non sapevo come fossi ancora in piedi, mi stavo sentendo male. Non mi accorsi di aver allontanato il cellulare dall'orecchio, mia sorella era sempre più confusa. 

 «Tesoro» sentii la voce di mia madre lontana. Guardai il display e chiusi la chiamata, misi il cellulare nella tasca dei pantaloni del pigiama e iniziai a camminare nervosamente per la casa. Non ero lucida in quel momento ma una cosa mi era chiara nella mente, dovevo andare da lui. Mi sembrò di vivere un incubo. Avevo bisogno delle chiavi dell'auto di mio padre che da anni era chiusa in garage. Non avevo idea di dove mia madre potesse averle messe. 

 «Maddy ferma, che succede? Sembri una pazza» mi disse Hope cercando di prendermi per il braccio ma io mi scostai dal suo tocco, non potevo perdere nemmeno un secondo. 

 «Dove sono le chiavi dell'auto di papà?» dissi svuotando i cassetti del mobile che stava vicino all'entrata. 

 «Non lo so...» disse mia sorella guardandosi intorno come se queste potessero apparirle davanti agli occhi. «Aiutami a cercarle ti prego, corri!» le dissi in preda al panico. 

 «Vado» disse lei senza fare storie e corse su per le scale. La ricerca stava fallendo, poi trovai una scatola di legno con varie cianfrusaglie all'interno ed eccole lì. C'era ancora il suo porta chiavi. Me le portai al petto. 

 «Hope le ho trovate» urlai a mia sorella che si affacciò sulle scale. Senza aspettare ancora uscii dalla porta come un fulmine. 

 «Dove stai andando? Aspetta!» urlò Hope, pochi secondi dopo era alle mie spalle. Aprii il garage e trattenni il respiro nel vedere l'auto che una volta usava mio padre, ci avevo fatto molti giri con lui... 

 «Che diavolo è successo?» mi chiese mia sorella piazzandosi davanti a me. Io mi toccai la fronte, una lacrima mi scivolò sul volto ma la asciugai non era il momento di crollare, dovevo raggiungere Caleb. 

 «Caleb... un incidente... non lo so devo andare in ospedale» dissi con fiato corto. Mia sorella non poteva credere alle mie parole, la sua faccia diceva tutto. 

 «Vengo con te» mi disse dopo aver superato lo shock. La bloccai per le spalle. 

 «No, resta qui... chiuditi dentro e tieni il telefono vicino» le dissi cercando di essere convincente. «Ma Maddy...» cercò di replicare, la fermai prima che mi facesse perdere ulteriore tempo. 

 «Entra in casa, subito» le ridissi guardandola negli occhi. Dopo pochi secondi si allontanò ed entrò in casa senza aggiungere altro.


Guadai la macchina poi presi coraggio e salii. 

 «Ti prego parti» dissi inserendo la chiave, girai e... niente... nemmeno la macchina voleva collaborare. 

 «Dannazione!» imprecai ad alta voce sbattendo le mani sul volante. Poco dopo il rombo del motore mi diede una speranza, misi la prima marcia e partii prima che mi abbandonasse nuovamente. Il "River South Hospital" non distava molto da casa mia... ma perché lo avevano portato lì? Che ci faceva da quelle parti. Doveva essere a Hollywood per la sua prima. Mi feci mille domande a cui non seppi dare risposta. 

 «Ti prego fa che non gli accada nulla, non portarmelo via» pregai più mio padre che Dio. Speravo che uno dei due mi desse ascolto. Che avevo fatto di male nella vita per meritarmi tutto questo?


Dopo quella che mi parve un'eternità arrivai nel parcheggio dell'ospedale, parcheggiai la macchina sul primo posto che trovai e mi precipitai all'entrata. Il reparto di terapia intensiva, dove prestava servizio mia madre si trovava al terzo piano. Feci le scale di corsa, andai addosso anche ad un dottore che mi guardò in malo modo ma non mi fermai per scusarmi. Il ragazzo di cui ero innamorata stava male, volevo assicurarmi che andasse tutto bene. Arrivata al piano cercai la postazione di mia madre con lo sguardo, lei mi vide e mi venne incontro. 

 «Maddy» mi disse in tono dolce guardandomi da capo a piedi. Ero in pigiama, non mi ero preoccupata di vestirmi, ma non mi importava nulla. Le colleghe di mia madre ci guardarono senza dire nulla, mi conoscevano da una vita e sicuramente mamma aveva accennato loro la situazione. 

 «Lui dov'è?» chiesi in preda al panico continuando a guardarmi introno nella speranza di vederlo. In cuor mio però sapevo che la situazione era più grave del previsto, lo sguardo di mia madre non mi piacque per niente. 

 «Calmati, respira... l'hanno portato in sala operatoria stanno intervenendo per trattenere l'emorragia che gli ha causato il trauma cranico» mi spiegò mia madre parlando in termini medici. Sbiancai sentendo la parola "trauma cranico", anche se non ero un medico potevo immaginare che la situazione fosse critica. 

 «Che cosa, ma come?» cercai di fare una delle mille domande che mi stavano frullando per la testa ma l'unica cosa che riuscii a dire furono parole senza nessun senso. 

 «Vieni con me» mi disse mia madre mettendomi una mano dietro la schiena per farmi uscire dal reparto. Io bloccai i piedi al pavimento, non avevo intenzione di muovermi da lì e tanto meno di andarmene. 

 «No, starò qui fino a che non lo potrò vedere, mamma io lo amo ti prego devo vederlo» dissi cercando di superarla, ma lei mi bloccò. Non riuscii a scostarmi dal suo tocco, non ne avevo le forze. 

 «La situazione è critica, siamo tutti in attesa di notizie» mi disse lei mantenendo un tono calmo. Come faceva a essere così calma? Io mi sentivo morire dentro dopo la notizia, forse mia madre era abituata a vivere quelle situazioni critiche ma io no. 

 «Doveva essere alla prima del suo film, che cosa ci faceva qui? Dove sono gli altri?» chiesi cercando con lo sguardo Mark e Red ma di loro nemmeno l'ombra, neanche Alyssa e Jade erano lì. Che significava? Nuovamente non riuscii a darmi una risposta. 

 «Era da solo in macchina, pare abbia fatto un frontale, ha sbandato ed è andato fuori strada... non so altro» mi spiegò ancora. Ero sempre più preoccupata per le informazioni che stavo ricevendo, mi portai la mano al petto per assicurarmi che il cuore battesse ancora. 

 «Devo avvisare gli altri» dissi nel mio momento di lucidità e mi avviai in corridoio per non disturbare i pazienti in condizioni gravi che stavano nel reparto. Le mani mi tremavano dovetti tenere il cellulare saldo per non farlo cadere, chiamai Mark. Avevano il diritto di sapere, e io avevo bisogno di loro. 

 «Maddy, che piacere sentirti» disse con voce allegra. Lui sembrava non sospettasse minimamente che fosse successo qualcosa a Caleb. Feci un respiro profondo prima di dare la notizia. 

 «Correte subito al River South Hospital, Caleb ha avuto un incidente, è grave» dissi cercando di scandire bene le parole. Dall'altro capo del telefono il silenzio, poi la voce di Mark che da allegra diventò incredula. 

 «Ma che stai dicendo?» mi chiese con tono basso. Era spiazzato anche lui come me. 

 «Corri ti prego» mi limitai a dire. Chiusi la chiamata prima che mi facesse altre domande a cui non avrei saputo rispondere. Mi appoggiai al muro freddo e scivolai a terra. Le gambe mi abbandonarono, mi portai le ginocchia al petto e l'immagine di Caleb ferito si palesò nella mente. Non volevo crederci, tra i singhiozzi cercai di capire se si trattasse di un incubo ma appena riaprii gli occhi mi trovai sempre in quel corridoio dalle pareti bianche. Era tutto vero, Caleb stava tra la vita e la morte.


      

***Vi lascio qui sotto la scena che Maddy guarda con sua sorella Hope, tratta da The Vampire Diaries episodio 6x22***

https://youtu.be/SAjqFsTy-Vw

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