CAPITOLO 47

CAPITOLO 47

Caleb

Dopo la discussione con Maddy ero ritornato dentro casa di Mark. Nessuno aveva osato fare domande, dalla faccia che avevo probabilmente si capiva già tutto. Era finita, o meglio per Maddy lo era ma io avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per riconquistarla o meglio per farmi perdonare per la cazzata colossale che avevo fatto. Dopo quelle che mi erano sembrate chiacchiere inutili con i miei amici, Red mi aveva riportato a casa raccomandandosi sul fatto di "non fare cazzate" così era solito dire. Anche se avessi voluto fare qualche cazzata non ce l'avrei fatta, non avevo le forze, ero stremato per ciò che era successo. Maddy era stata così dura e decisa nella sua posizione, non l'avevo mai vista così fredda prima di quel momento. Il suo sguardo, i suoi occhi erano per un breve momento cambiati, ma se la conoscevo bene come credevo in cuor mio sapevo che ci stava male quanto me, se non peggio. Avevo perso la ragazza che era diventata la persona più importante della mia vita, in pochi mesi era riuscita a scalfire il mio cuore di ghiaccio facendosi strada dentro di esso. Avevo perso tutto, mi era mancata la terra sotto i piedi, ma io non volevo, non potevo pensare che fosse già tutto finito.


La mattina seguente al litigio ero a casa mia, Mark si era presentato da me alle sette di mattina per assicurarsi che io fossi ancora vivo, l'avrei volentieri mandato al diavolo. Non ero solito svegliarmi così di prima mattina. Doveva andare all'università, lui avrebbe visto Maddy. In quel momento mi venne un'idea per rivederla. Mancavano due giorni alla prima del film, dovevo farle avere l'invito. Quella fu la mia decisione, o meglio la prima idea che mi venne in mente. Anche se in cuor mio sapevo bene che non sarebbe mai venuta lì, soprattutto per il fatto che la seconda stella della serata dopo di me sarebbe stata Megan, la stessa Megan con la quale l'avevo tradita. Andai in camera e presi l'invito per lei che da giorni tenevo custodito dentro il comodino e corsi giù per le scale per darlo a Mark. 

 «Devi darle questo» dissi porgendogli la busta di cartoncino nero con gli inserti in oro. Mark mi guardò storto e la prese, si rigirò l'invito tra le mani per capire quali erano le mie intenzioni. 

 «No, non ci penso nemmeno, anche se le darai l'invito lei non ci verrà mai alla prima del tuo film» mi disse dopo qualche secondo di silenzio, poi tentò di restituirmi la busta. Incrociai le braccia al petto, non l'avrei mai ripresa, doveva dargliela a tutti i costi, non avevo alternative. 

 «Tu daglielo poi deciderà lei che cosa fare» dissi cercando di mantenere un tono tranquillo, ma l'agitazione era tanta. Mark mi guardò negli occhi, sapevo bene che non era d'accordo sul fatto che assillassi Maddy, ma io non la stavo assillando, le stavo dando l'invito per una serata che era ormai programmata da mesi. 

 «Ma lo vuoi capire che non ha più intenzione di parlarti?! Come te lo devo spiegare? Mi sembra che sia stata chiara ieri» mi disse il mio migliore amico. Avevo raccontato a lui e a Red che cosa era successo, ma avevo evitato di scendere nei particolari delle parole dure e dolorose che aveva pronunciato la ragazzina. Alzai gli occhi al cielo, ero stufo che nessuno rispettasse il mio volere e le mie decisioni. 

 «Mark devi darci un taglio! È la mia ragazza, sono sicuro che prima o poi mi perdonerà» dissi passandomi una mano tra i capelli. Davvero credevo che sarebbe stato così semplice? No, sapevo bene che sarebbe stata un impresa titanica da affrontare. 

 «In realtà non è più la tua ragazza» disse Mark con tono basso, io lo fulminai con lo sguardo. Maddy era la mia ragazza, quella in atto era solo una pausa dovuta ad un litigio, dovuta al mio comportamento, ma non volevo perdere per nessuna ragione al mondo la mia ragazzina. «Smettila, ora vai io ho da fare. Tra due giorni c'è la prima e io devo ancora comprarmi un abito decente per andarci» gli dissi dato che ancora si ostinava a stare a casa mia. Ma non doveva andare all'università? Perché non se ne andava? Volevo starmene un po' da solo prima che arrivasse Red. Anche lui... dove diavolo si era cacciato?! 

 «Potremmo andarci insieme, tanto sono tra gli invitati, non ti sbarazzerai di me quella sera» mi disse con tono impertinente, ma non volevo andare con lui a scegliere il vestito. Dovevo andarci con Maddy, ma le cose erano cambiate dunque dovevo arrangiarmi in un altro modo. 

 «Ci vado da solo, anzi ci dovevo andare con Maddy ma le situazioni cambiano e adesso lei non mi parla, dunque ci andrò da solo» ricordai più a me stesso che a lui. Un senso di dolore e tristezza mi pervase nell'udire quelle stesse parole che avevo pronunciato. Era veramente una situazione di merda a cui io non riuscivo a trovare una soluzione. Mark sembrò ragionare su qualcosa, ma non capii su cosa. Sperai solo che avesse un'idea. 

 «Maddy è mia amica ma... tu lo sei di più su questo non ci piove, potrei proporti un'idea» disse d'un tratto dopo averci pensato su. Lo guardai con aria interrogativa, stavo sognando o aveva veramente appena detto che mi avrebbe dato un'idea? 

 «Che idea? Giuro che se è una stronzata ti prendo a calci nel culo» gli dissi puntandogli il dito contro. Speravo che almeno in quell'occasione non stesse scherzando e che facesse sul serio. «Che ne dici di invitare tutte e tre le ragazze alla prima? Infondo Alyssa e Jade ormai sono anche amiche tue e se loro accetteranno di venire sono quasi certo che convinceranno anche Maddy» spiegò Mark come se avesse già studiato il piano a tavolino. Pensai che il suo ragionamento non faceva una piega. Ci pensai per un secondo ma non trovai nulla di male nella sua proposta, tutto il contrario, forse era l'unica possibilità che avevo per far partecipare Maddy a quel maledettissimo evento. 

 «Non ci avevo pensato a questa soluzione, infondo è il mio film, posso estendere l'invito a chi voglio. Si, ci sto! Questa è una grande idea, la migliore che tu abbia mai avuto» dissi con tono allegro dandogli una pacca sul braccio. Mark mi aveva salvato il culo, o meglio stava cercando di farlo, non avevamo la certezza che Maddy accettasse, quello era ancora un punto di domanda. «Non una parola su di me, l'idea è tua e solo tua. Non voglio finire nei casini per colpa tua» mi disse poi Mark. Lessi tra le righe cosa volesse dirmi, aveva dato l'idea ma nessuno doveva sapere che c'entrasse lui con quella faccenda. Mi era tutto chiaro. Avrei mantenuto il segreto. 

 «Mi prendo tutto il merito, non c'è problema. Manderò gli inviti anche ad Alyssa e Jade oggi pomeriggio. Due giorni di preavviso saranno sufficienti» dissi poi anche se sapevo bene che due giorni di preavviso per le ragazze erano veramente pochi, mi avrebbero odiato più di quanto non facessero già. 

 «Alyssa ti manderà al diavolo, due giorni sono veramente pochi» mi disse infatti Mark che ormai la conosceva bene. Lui e Alyssa si frequentavano da tempo ormai ma ancora nulla di ufficiale, dovevano velocizzare la cosa a mio parere. 

 «Si adeguerà, ne sono certo. Ora vai o farai tardi a lezione» dissi per concludere la conversazione e mandarlo via. Avevo intenzione di chiamare Maddy ma non potevo farlo con il mio amico presente, mi aveva ripetuto più volte di non starle addosso. 

 «Ma chi sei? Mio padre?!» disse divertito Mark, poi uscì dalla porta senza trattenersi oltre.


Finalmente ero di nuovo solo. Dovevo avvisare Red dei nuovi piani, decisi di chiamarlo. Rispose subito dopo il primo squillo. 

 «Red mi serve un favore» dissi senza dargli tempo di dire nulla. «Non ho intenzione di assecondare i tuoi capricci, soprattutto se si tratta di Maddy. Lasciale spazio» mi disse lui quasi sbuffando. Lo stavo assillando dalla litigata, avevo chiesto alla mia guardia del corpo di darmi una mano a riconquistarla, ma lui non mi aveva aiutato. Grazie a Dio a Mark era venuta in mente quell'idea. 

 «Con la mia ragazza decido io che cosa fare punto primo, punto secondo dove sei?» chiesi con il tono un po' alterato. Invece di darmi man forte Red mi stava rendendo le cose complicate. 

 «Sono andato a prendere la colazione da portare a casa tua, poi lamentati... più che la tua guardia del corpo sembro il tuo cameriere» mi disse in tono secco. Trattenni una risata per la sua affermazione. Non era affatto vero che lo trattavo come un cameriere. 

 «Allora facciamo così, parliamo quando arrivi. Fai presto ho una fame terribile» dissi ridendo. Sentii una lieve risata dall'altro capo del telefono. 

 «Cinque minuti e sono lì, non fare cazzate mentre non ci sono» mi disse prima di riattaccare. Red aveva quella brutta abitudine di mettermi in guardia, ma non gli risposi, mi limitai ad alzare gli occhi al cielo. La telefonata era terminata, ora mancava solo una persona a cui parlare. Non resistetti all'istinto di chiamare Maddy, volevo sentire la sua voce. 

 «Rispondi dai...» dissi nervosamente camminando avanti e indietro. Ma l'unica risposta che ottenni fu quella della sua segreteria. 

 «Ciao sono Maddy, in questo momento sono occupata se proprio devi lascia un messaggio dopo il segnale. Bye!» mi presi quei pochi secondi per ascoltare il suono della sua voce che tante volte avevo sentito, non me la sarei mai scordata. Dopo il segnale acustico le lasciai un messaggio. «Ragazzina sono io, ho bisogno di parlarti. Non potrai evitarmi per sempre, richiamami appena puoi» dissi semplicemente. Credevo veramente alle mie parole, non poteva evitarmi in eterno, non sarei stato contento fino a che lei non avesse deciso di darmi un'altra possibilità. Dovevo giocarmi bene le mie carte. 

 «Cazzo!» dissi chiusa la chiamata a vuoto buttando il cellulare sul divano. Non mi andava giù che Maddy non volesse più vedermi. L'avrei riconquistata, quello era il mio obbiettivo, lei era il mio chiodo fisso.

Maddy 

La lezione di marketing mi aveva completamente distrutta, fortunatamente ero riuscita a prestare attenzione e a prendere appunti sul nuovo argomento nonostante il mio mal umore. La notte dopo la rottura con Caleb era stata pessima, mi ero svegliata con un mal di testa terribile, non so come fossi riuscita a trovare la forza per andare all'università. Le mie amiche non avevano fatto nessuna domanda sul mio ex ragazzo, niente di niente, per la prima volta in vita loro avevano rispettato il mio silenzio. La lezione era finita stavo andando al mio armadietto per sistemare i libri, speravo di non dovermi imbattere in qualche volto conosciuto, non avevo la minima voglia di fare conversazione. 

 «Ehi Maddy, non si saluta più?» sentii una voce familiare alle mie spalle. "Come non detto" pensai poi alzai gli occhi al cielo e mi voltai con un sorriso finto verso Glenn, il capitano della squadra di basket, non che presunto ragazzo di Nathalie. 

 «Ciao Glenn, scusa non ti avevo visto» dissi in tono dispiaciuto, o almeno speravo di dare quell'impressione perché in realtà non mi dispiaceva affatto. Non l'avevo evitato, semplicemente non stavo facendo caso alle persone che mi stavano attorno, non mi interessava di nessuno in quel momento se non di me stessa. 

 «C'è qualche problema?» mi chiese poi con fare premuroso avvicinandosi a me, aveva sicuramente notato la mia faccia stanca. 

 «No, ho solamente la testa da un'altra parte» dissi io sorridendo e spostandomi un ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

 «Ti va di parlare?» mi chiese Glenn. Mi sorpresi della sua domanda, stava veramente cercando di fare conversazione con me? Ma che gli prendeva? Lui usciva con Nathalie. 

 «Sinceramente no, insomma... non abbiamo tutta questa confidenza. In più, tu ti vedi con la mia peggior nemica, se parlo con te Nathalie verrà a sapere che cosa ti racconto e non mi sembra il caso. Ora scusami ma devo andare» dissi cercando di sottrarmi a quella specie di conversazione. Mi voltai per raggiungere il mio armadietto ma la sua voce mi bloccò ancora. Che cosa voleva da me? 

 «Aspetta un attimo» mi disse. Mi voltai ancora una volta per capire che cosa mi volesse dire, si stava comportando in modo strano quel ragazzo, non avevamo tutta quella confidenza. 

 «Si?» dissi per farlo continuare a parlare. Mi stava facendo perdere tempo, ed era una cosa che non sopportavo proprio. 

 «Ti va se ci andiamo a prendere un caffè finite le lezioni?» chiese sistemandosi la giacca, mi stava chiedendo un appuntamento o cosa? 

 «No, ho un impegno mi dispiace. Se lo chiederai a Nathalie sono sicura che accetterà, guarda sta arrivando» dissi per distrarlo. Lui si voltò e io me la diedi a gambe, avevo fatto una pessima figura ma sinceramente mi fregava poco di ciò che pensava Glenn.


Finalmente avevo raggiunto il mio armadietto, il che era stata un'impresa. Speravo che Nathalie non venisse a sapere della proposta che mi aveva fatto Glenn perché sarebbe andata sicuramente su tutte le furie. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorsi che Mark stava alle mie spalle. 

 «Buongiorno raggio di sole» mi disse all'orecchio. Avevo preso un colpo, non poteva piombarmi alle spalle così. Mi voltai di scatto per guardarlo in faccia. 

 «Mark non sei per niente divertente, mi hai fatto prendere uno spavento» dissi portandomi una mano sul petto con fare melodrammatico. Lui mi scrutò per qualche secondo poi mi guardò negli occhi, non dovevo essere un gran che, me ne rendevo conto. 

 «Scusa... come stai?» mi chiese serio guardandomi nuovamente da testa a piedi. La mia faccia parlava da se, conoscendolo e sapendo che cosa era successo, poteva arrivarci da solo al fatto che non stavo bene. Ma decisi di scherzarci su comunque. 

 «A parte la notte insonne che ho passato e un mal di testa da gara... beh direi bene» dissi con un sorriso tirato, poi chiusi l'armadietto. Dallo sguardo di Mark capii che non aveva creduto ad una singola parola di ciò che avevo detto. La verità è che ero distrutta, anche se cercavo di non darlo a vedere. 

 «Devo crederti?» mi chiese dopo qualche secondo di silenzio. Non c'era motivo di mentirgli, dunque decisi di abbassare tutte le difese come avevo fatto il giorno prima a casa sua. 

 «No... la verità è che sto a pezzi. Non so come ho trovato la forza di alzarmi dal letto questa mattina» dissi portandomi una mano sulla fronte. Sperai di non avere la febbre, quel mal di testa era davvero troppo forte, dovevo prendere assolutamente qualcosa per farlo smettere. 

 «Credimi che anche lui...» iniziò a dire, ma non volevo sentir parlare di Caleb. Era già abbastanza difficile così. 

 «Non voglio sapere niente sul suo conto» dissi seria incrociando le braccia al petto, poi guardai terra. A volte era poco produttivo parlare con il suo migliore amico, non fraintendetemi voglio un gran bene a Mark, ma doveva ancora abituarsi al fatto che io non volevo più avere a che fare con Caleb, erano passate solo poche ore da quel cambiamento radicale. 

 «Hai ragione scusami» disse in tono mortificato, poi si sistemò la spallina dello zaino. 

 «Scusami tu... comunque che ci fai qui? Non dovresti essere a lezione?» chiesi in tono indagatore. Che ci faceva in corridoio? Lui non aveva l'ora di studio libero in concomitanza con quella mia e delle ragazze. 

 «Si, tra un secondo me me vado, ti ho vista qui e ho pensato di portarti una cosa» disse poi. Che cosa doveva darmi? Mark frugò nel suo zaino cercando non so che cosa. 

 «Mi hai fatto un regalo?» chiesi divertita. In cuor mio però sapevo bene che non era un regalo, sarebbe stato alquanto strano da parte sua.

«Si, si potrebbe anche definire così» disse dopo aver tirato fuori una busta di cartoncino nero. Io lo guardai perplessa, che cos'era? Senza darmi alcuna spiegazione mi porse la busta che io mi rigirai distrattamente tra le mani, non mi preoccupai di leggere che cosa ci fosse scritto. 

 «Che cos'è?» chiesi alzando lo sguardo verso di lui. Mark mi sembrò a disagio in quel momento, poi immaginai che in tutto quello c'entrasse anche Caleb, sicuramente era un'idea sua. 

 «Tu tienila, poi capirai da sola, ora scappo» mi disse e senza lasciarmi tempo di replica mi lasciò lì da sola. 

 «Ma Mark...» cercai di attirare la sua attenzione ma era troppo tardi, lui era già entrato in aula. Decisi di raggiungere Alyssa e Jade in biblioteca, come sempre ero in ritardo. Misi la busta che mi aveva dato nella borsa senza preoccuparmi di aprirla e me ne andai.


Alyssa e Jade erano al solito tavolo ad aspettarmi, la biblioteca era praticamente vuota, c'eravamo noi, la signora Jonson e qualche studente dell'ultimo anno. Il silenzio e la pace che c'era in quel posto mi stupiva ogni volta. Io e le mie amiche non eravamo certo tipe da stare zitte, anche se a bassa voce ma parlavamo sempre, più volte eravamo state riprese dalla signora Jhonson. Mi avviai verso le mie amiche che alzarono lo sguardo dai libri non appena mi videro entrare. 

 «Alla buonora! Ti stiamo aspettando da dieci minuti» mi rimproverò Alyssa non appena mi sedetti di fronte a loro. Alzai gli occhi al cielo ricordando che avevo ritardato non per colpa mia. «Se qualcuno non mi avesse bloccata in corridoio sarei arrivata puntuale» dissi tirando fuori il quaderno con gli appunti di economia che dovevo sistemare. 

 «Ancora Nathalie?» chiese subito Jade smettendo di scrivere. Io scossi il capo, strano ma vero lei non c'entrava sta volta. 

 «No, quasi peggio» dissi distratta. Alyssa mi guardò con aria interrogativa. Immaginai che cosa stesse per dire. 

 «Nessuno è peggio di quella vipera» disse di rimando. Era prevedibile che se ne sarebbe saltata fuori con quella affermazione, lo faceva sempre. Io sorrisi tra me e me. 

 «Glenn... stavo camminando per andare al mio armadietto e lui mi ha fermata dicendomi "Hey Maddy non si saluta più?"» recitai io ricordando la scena di pochi minuti prima e imitando la voce del ragazzo. Le mie amiche trattennero una risata, poi tornarono serie. 

 «Quel tipo è un po' stranetto» disse Alyssa. Già, lo pensavo anche io. 

 «E poi che ti ha detto?» mi esortò Jade a continuare. Anche se per me Glenn era irrilevante decisi di rispondere alla domanda.

«Voleva sapere se c'era qualche problema, se volevo parlarne e il colmo è che mi ha chiesto se finite le lezioni potevamo prendere un caffè» dissi iniziando a copiare gli appunti che erano scritti veramente male. Alzai lievemente lo sguardo e notai che le miei amiche si guardarono confuse, anche loro erano scioccate quasi quanto me di quell'avvenimento. 

 «Ma è impazzito! Lui esce con Nathalie» disse in tono troppo alto Alyssa che rendendosi conto di aver quasi urlato si mise una mano sulla bocca e abbassò lo sguardo. Qualche studentessa si era girata nella nostra direzione, ma per fortuna nessuno disse nulla. 

«Infatti gli ho detto di no e gli ho consigliato di chiedere a lei di andarsi a prendere un caffè. Cose da matti proprio, l'ho piantato in corridoio» spiegai. Guardai Jade e capii che stava ragionando su che cosa dire perché mi guardò sempre più confusa. 

 «Grande! Ma che hanno sulla testa questi ragazzi proprio non lo so...» disse subito dopo. Che cosa avevano sulla testa i ragazzi? E chi sapeva rispondere a quella domanda, per me sarebbe sempre stato un mistero. 

 «Poi ho visto Mark che mi ha dato una cosa» spiegai poggiando la penna sul tavolo. Jade e Alyssa mi imitarono per capire di che cosa stessi parlando, volevo mostrare loro la busta che mi aveva consegnato. 

 «Che cosa?» chiese subito Alyssa curiosa. Frugai dentro la mia borsa per trovarla, l'avevo letteralmente buttata dentro distrattamente ed era finta sul fondo, dopo qualche secondo la trovai. La tenni in mano per mostrarla alle mie amiche. 

 «E quella che cos'è?» chiese Jade fissando la busta nera. Non seppi risponderle. 

 «Scusa posso...» disse Alyssa, io senza fare storie gliela porsi. 

 «Ha tutta l'aria di essere un invito, sulla busta c'è scritto solo il tuo nome» disse poco dopo la mia amica guardandomi negli occhi. Mi stupii perché non avevo minimamente notato che ci fosse scritto proprio il mio nome. "E che nome vuoi che ci sia scritto se è per te?" mi ricordò la mia testa, ma scacciai quella vocina irritante che era la mia razionalità. 

 «Pensa che non ci avevo fatto nemmeno caso, l'ho messa in borsa senza preoccuparmi di aprirla, ho il sospetto che c'entri Caleb» dissi convinta della mia supposizione. Jade e Alyssa si scambiarono uno sguardo complice. 

 «Potrebbe essere... sbaglio o tra pochi giorni c'è la prima del film?» chiese Jade d'un tratto. Aveva perfettamente ragione, con tutto quello che era successo mi ero completamente scordata della prima del film, io e Caleb avevamo programmato di andarci insieme, dovevo accompagnarlo a comprare anche l'abito, ma i piani erano decisamente cambiati. 

 «Non sbagli affatto, precisamente mancano due giorni» dissi dopo essermi fatta due calcoli a mente. Due giorni... 

«Mark mi aveva accennato qualcosa a riguardo, è invitato anche lui» annunciò Alyssa. Sapevo che sia lei che Jade erano aggiornate sulla vita del mio ragazzo, ex ragazzo. 

 «Anche Red deve andarci» spiegò Jade. Per tutto quel tempo le ascoltai distrattamente ma non aprii bocca, mi limitai a tenere la testa bassa, mi ero estraniata dal mondo. 

 «Maddy» fu Alyssa a richiamare la mia attenzione chiamandomi e schioccandomi le dita davanti al viso. Io tornai alla realtà. «Si?» chiesi per capire che cosa volesse dirmi. 

 «Posso...» si limitò a dire guardando la busta che ancora reggeva in mano. Giusto la busta... 

 «Ah si, aprila pure» dissi in tono tranquillo. Sinceramente di ciò che conteneva mi fregava poco, soprattutto se aveva a che fare con Caleb. 

 «Fa vedere anche a me» disse Jade curiosa. Le mie amiche stavano leggendo quello che mi sembrava un bigliettino. Allora si trattava veramente di un invito, aveva ragione Alyssa. 

 «Leggi ad alta voce» dissi dopo qualche secondo non trattenendo la curiosità, infondo si trattava di una cosa mia. 

 «Ad alta voce no, siamo in biblioteca, posso sussurrare» sorrise Alyssa divertita. Erano ormai venti minuti che parlavamo a bassa voce, non sapevo nemmeno che cosa volesse dire alzare il tono in quel contesto. Non volevo che la signora Jhonson ci rimproverasse, quella donna mi faceva paura. 

 «Si va bene, hai capito» le dissi facendo cenno con la mano di continuare. Non mi sembrava il momento di fare le stupide e scherzare.

  «"La produzione e il cast di "Crazy Love" sono lieti di invitarla alla prima del film che si terrà domenica 13 dicembre 2020 presso il "Heaven Theatre" di Hollywood, Los Angeles, alle ore 20.30"» lesse Alyssa finalmente. Ascoltai ogni sua singola parola con attenzione. Dovevo immaginare che si trattasse dell'evento in programma ormai da mesi. Caleb non aveva scrupoli, come gli era venuto in mente di farmi dare l'invito, che cosa dovevo andare a fare lì? Ah già dovevo vederlo nuovamente con Megan, la coppia dell'anno... mi rigirai nervosamente la penna tra le mani. 

 «Avevi ragione è un invito in piena regola» dissi con tono amaro. La Super Star poteva anche risparmiarsi di fare quel gesto assurdo. 

 «Che hai intenzione di fare?» chiese Jade incrociando le mani sul tavolo, Alyssa invece rimise il biglietto dentro la busta. 

 «Ma che domande le fai?!» chiese poi rimproverando Jade. In effetti era una domanda poco consona dati gli eventi delle ultime ore. 

 «Non ho intenzione di andarci» annunciai in tono categorico. Le mie amiche mi guardarono come se avessi detto la frase del secolo. 

 «In effetti ho fatto una domanda stupida... scusami» si scusò Jade in tono tranquillo. Io le sorrisi, non doveva sentirsi in colpa, ma speravo che in futuro facesse più attenzione alle domande che poneva. 

 «Non ti vedo tanto convinta» fu Alyssa a parlare. Alzai nuovamente lo sguardo nella sua direzione. Mi stavano facendo venire i dubbi esistenziali quelle due, non erano molto d'aiuto. «Sono solo stanca, l'unica certezza che ho è che non voglio più vederlo e andare lì sarebbe ancora peggio perché lo vedrei con Megan» spiegai esausta. Non ci voleva tanto per capire che non era facile per me essere così dura nei confronti del ragazzo che nonostante tutto ancora amavo. Più cercavo di odiarlo e meno ci riuscivo, provavo solamente dolore, tristezza, e rabbia verso me stessa. 

 «Che brutta situazione...» sussurrò Jade legandosi i capelli in una coda alta. Già era veramente una situazione di merda, quello l'avevamo capito tutti. 


Dopo qualche minuto di silenzio Alyssa parlò ancora, io cercai di mantenere la calma, ma la mia voglia di stare sull'argomento Caleb era sotto lo zero. 

 «Ma scusa lui ti ha più cercata?» mi chiese guardandomi fissa. «Non ne ho idea, in realtà è da ieri che non guardo il cellulare» dissi più a me stessa che a lei. Non avevo idea di chi mi avesse cercata nelle ultime ore, dopo la litigata con Caleb ero tornata a casa ed ero stata sola con i miei pensieri e nient'altro. 

 «E che cosa aspetti? Io sono sicura che ti ha cercata» mi incitò Jade. Il suo tono convinto non mi piacque per niente, avevo sempre paura che le mie amiche fossero al corrente di cose di cui io non sospettavo nemmeno nulla. 

 «Come mai tutta questa sicurezza? Sai qualcosa che io non so?» le chiesi inarcando un sopracciglio confusa. Jade trattenne una risata, forse stavo esagerando, dovevo smetterla di comportarmi come un agente segreto. 

 «Ti pare che se sapessi qualcosa non te l'avrei detto?» mi chiese lei. Noi ci dicevamo tutto, ma avevo voluto controllare comunque per essere sicura e non avere ulteriori problemi, Caleb me ne creava già troppi. 

 «Piantatela di fare polemica e abbassate la voce» ci rimproverò Alyssa. Capii che la biblioteca non era un buon posto dove affrontare certi argomenti, me lo sarei ricordata per il futuro. Nel dubbio decisi di tirare fuori il cellulare dalla borsa per controllare se effettivamente qualcuno mi aveva cercata. Ricordai di essermi dimenticata di telefonare mia madre, prima o poi dovevo raccontarle della rottura. Accesi il display e strabuzzai gli occhi, Jade ci aveva preso in pieno. C'era una chiamata persa da Caleb e anche un messaggio in segreteria. Alzai gli occhi al cielo. Perché non mi lasciava andare? 

 «Avevi ragione» mi limitai a dire guardando le ragazze che erano in attesa di una mia reazione. «Che ti ha scritto?» chiese subito Jade. Il problema è che non mi aveva scritto e io non sapevo se ascoltare quel messaggio, comportava che avrei sentito la sua voce e io non ero ancora pronta. «In realtà mi ha chiamata e ha lasciato un messaggio» dissi fissando ancora una volta lo schermo che poco dopo diventò nero. 

 «Lo vuoi ascoltare?» mi chiese cauta Alyssa notando il fatto che stavo fissando lo schermo scuro. Io mi ripresi dal momento di stallo e le guardai. Non sapevo che cosa fare. Il mio cuore diceva una cosa e la mia testa un'altra. 

 «Si, ma non cambierà le cose» decisi poi. Mi portai il cellulare all'orecchio per ascoltare ciò che il bastardo aveva da dirmi. Dopo qualche secondo di attesa sentii la sua voce familiare all'orecchio, fu una pugnalata al cuore risentirla... "Ragazzina sono io, ho bisogno di parlarti, non potrai evitarmi per sempre, richiamami appena puoi" fu tutto ciò che disse. Il suo tono era tranquillo o meglio fingeva di essere tranquillo e notai una vena di tristezza nella voce. Inconsciamente eravamo sulla stessa barca, ognuno per i propri motivi ma stavamo entrambi a pezzi, ne ero consapevole. Ma era lui il colpevole e nessun altro. 

 «Ha ancora il coraggio di chiamarmi ragazzina...» dissi lievemente poggiando il cellulare sul tavolo. Le mie amiche aspettarono prima di dire qualcosa. Ma Jade non resistette per troppo tempo. 

 «Certo che ha una bella faccia tosta» disse con il suo solito tono da incazzata. Avevo pensato la stessa cosa. 

 «Che ti ha detto?» mi chiese Alyssa sporgendosi un po' sul tavolo. Io mi passai una mano sulla fronte, non ne potevo veramente più di quella situazione. 

 «Che non posso evitarlo in eterno, sostanzialmente questo. Comunque dammi quell'invito» le feci cenno di passarmi la busta che aveva tenuto vicino a lei per tutto quel tempo. Era ora di chiudere l'argomento. Alyssa mi porse la busta senza fare storie, una volta in mio possesso mi alzai per andare al cestino che stava poco distante da noi. 

«Dove stai andando?» mi chiese la mia amica. Non risposi, avevo già preso la mia decisione. Guardai la busta, lessi il mio nome scritto a caratteri eleganti in color oro poi strappai la busta in mille pezzi e la lasciai cadere nel cestino. Mi ero tolta un peso. Tornai a passo deciso verso le mie amiche che mi stavano osservando concentrate. 

 «Ecco, problema risolto» dissi sedendomi nuovamente di fronte a loro. Alyssa e Jade mi guardarono, erano confuse dal mio comportamento, le capivo ma non ci diedi troppo conto. «L'hai strappato veramente» fu Jade a parlare, l'avevo fatto davvero si... 

 «Proprio così, ora studiamo che è meglio» dissi convinta facendo morire il discorso "Caleb". "Cara Super Star da oggi in poi è solo questo che otterrai da me... il nulla" quelle furono le parole che mi ripetei mille volte in testa fino a convincermi che fosse la cosa giusta.

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