CAPITOLO 44

CAPITOLO 44

Caleb

Il compleanno di Hope era stato un successo, Maddy mi aveva ringraziato per tutto quello che avevo fatto per aiutarla. Quella sera, dopo averla riaccompagnata al suo appartamento, nella mia mente passarono mille idee e pensieri, tutti legati al messaggio che mi aveva mandato il mio agente e di cui non avevo detto nulla alla mia ragazza. Non mi pentii di non averle detto nulla per il semplice fatto che glielo avrei raccontato appena avessi scoperto che cosa voleva ancora Jaxon da me o da lei. Anche se speravo di no, dentro di me sapevo che non mi aveva convocato nel suo studio per parlarmi della mia carriera, anzi tutto il contrario. Ero certo che mi avesse chiamato con così tanta urgenza proprio per parlarmi di lei e della nostra vita sentimentale. Ero stufo di non avere certe libertà che tutti i ragazzi della mia età avevano, non potevo nemmeno scegliere con chi stare in coppia, ma nessuno mi avrebbe dissuaso dal mio amore per Maddy, anche a costo di ritrovarmi senza un agente, sarei andato dritto per la mia strada.


La mattina dopo mi ero svegliato tardi, Red e Mark erano a casa mia dato che avevo chiesto loro di accompagnarmi all'ufficio di Jaxon. Per mia fortuna Mark aveva saltato le lezioni, avevo bisogno di tutto il suo appoggio. Red aveva deciso che saremmo andati con la sua macchina, meglio, così io non avrei dovuto guidare, ero troppo nervoso. 

 «Sei sicuro che non ti abbia detto a che ora andare?» mi chiese la mia guardia del corpo tendendo gli occhi fissi sulla strada. Guardai l'orario sul mio cellulare erano le dieci e mezza, Jaxon non mi aveva dato orari, aveva detto solo in mattinata e nient'altro. 

«L'hai letto anche tu il messaggio, ha detto solo "domani nel mio ufficio" e nient'altro. Non mi far girare i coglioni anche tu» gli risposi alterato. Mi guadagnai un'occhiataccia, Red sopportava sempre i miei sbalzi d'umore non avevo idea di come facesse a mantenere la calma con me. «Amico devi darti una calmata» mi disse Mark dal sedile posteriore, quei due si erano messi d'accordo per farmi girare le palle quella mattina. 

«Tu sta zitto... comunque, finita questa cosa andiamo a prendere le ragazze all'università» dissi guardando l'ultimo accesso sulla chat di Maddy. Sapevo che era a lezione e che non avrebbe guardato il cellulare fino alla fine della giornata scolastica. La mia ragazza non mi aveva fatto domande per mia fortuna, per questo mi era stato più semplice nasconderle i miei programmi per la mattinata. 

 «Aspetta di sentire prima che ti dirà Jaxon, ti ricordo che non hai detto a Maddy di questa riunione» mi ricordò Red riportandomi alla realtà. Qualsiasi cosa mi avesse detto Jaxon ero deciso a passere il pomeriggio con i miei amici e la mia ragazza, non volevo discutere su quella decisione. 

 «Non c'entra nulla, appena saprò di che cosa si tratta gliene parlerò, non ti preoccupare» dissi accendendomi una sigaretta, inspirai il fumo e poi lo soffiai fuori dal finestrino. I miei amici mi guardarono ma non dissero nulla a riguardo. Avevo smesso di fumare da quasi un anno ma in quei casi una sigaretta non mi avrebbe fatto male, anzi, tutto il contrario. 

 «Alyssa prima mi ha scritto per sapere dove fossi, le ho detto che avevo un impegno» mi avvisò Mark dopo qualche minuto di silenzio. Dalle sue parole immaginai che Alyssa lo teneva sotto controllo, sorrisi all'idea che l'amica di Maddy lo tenesse in pugno. 

«Non dirle nulla di questa faccenda» dissi facendo un altro tiro di sigaretta. Non volevo che i miei amici parlassero con le amiche di Maddy, non perché non mi fidassi ma... sappiamo tutti come sono fatte le ragazze, si raccontano sempre tutto. 

 «E chi parla... comunque prepariamoci al peggio. Jaxon riserva sempre brutte sorprese ultimamente» disse Red svoltando nella strada principale. Non mancava molto all'arrivo, lo studio di Jaxon non era molto lontano da dove abitavo io. 

 «Sto prendendo in considerazione di cambiare agente» dissi buttando la sigaretta dal finestrino, poi lo richiusi. Nessuna parola, per un momento pensai che i miei amici avessero smesso di respirare. Si, avevano capito bene, ero stufo di stare agli ordini di quel bastardo. 

 «Sarebbe anche ora, con lui non sei libero nemmeno di fare un passo di testa tua» mi diede man forte Mark dopo qualche secondo di silenzio. 

«Pensaci bene... non è il caso di far esplodere una bomba del genere prima dell'uscita del film» mi disse Red. Lui era il più razionale del gruppo, e quello che aveva detto non era del tutto sbagliato, ci pensai su per un momento. 

 «Allora aspetterò un po' di tempo, fatto sta che sono proprio curioso di capire che cosa vuole dirmi» dissi sistemandomi meglio sul sedile. Non riuscivo a trovare una posizione comoda, diedi la colpa al nervoso. Anche se non lo davo a vedere stavo morendo dentro. 

 «Anche io amico...» mi disse Mark. Il suo tono non mi piacque molto, capii che stava più in ansia lui di me.


Dopo pochi minuti arrivammo al parcheggio, salimmo in ascensore fino all'ultimo piano del palazzo dove si trovava lo studio del mio agente, nessuno dei tre disse nulla fino a che non fummo arrivati di sopra. 

 «Sembra che stia parlando al cellulare» disse Red indicando la ampia porta a vetri oscuranti che ci divideva dallo studio di Jaxon. Non mi ero accorto che le urla del mio agente si sentissero fino a dove eravamo noi, sicuramente stava litigando con qualcuno. Dentro di me pensai che stavamo iniziando proprio male, se partivamo con lui già di pessimo umore non sarebbe stata di certo una chiacchierata tranquilla la nostra. 

 «E non sembra molto contento dal tono di voce, cominciamo bene» dissi sedendomi in una delle poltrone nell'ampia sala d'aspetto. Guardai la postazione della segretaria ma non c'era nessuno. 

 «Io te l'ho sempre detto che Jaxon è un coglione» mi disse Mark per la milionesima volta sedendosi di fianco a me. Il mio migliore amico non mi aveva mai nascosto il suo disappunto verso il mio agente, da quando si erano conosciuti mi aveva sempre confidato che secondo lui quell'uomo era un totale coglione, non si stavano per niente simpatici. 

 «Bisogna riconoscergli però che è bravo nel suo lavoro» disse Red posizionandosi davanti a noi, e anche in quell'occasione la mia guardai del corpo o meglio "la bocca della verità" non aveva detto una cosa del tutto sbagliata. Ero il primo a pensare che il mio agente fosse un bastardo, coglione o come volete definirlo voi, ma era bravo in quel che faceva. Ogni casino che avevo combinato dai diciotto anni fino a quel momento lui l'aveva sempre sistemato, era stato l'unico a starmi vicino dopo che avevo licenziato i miei genitori, era stato l'unico a vedermi per ciò che ero veramente e a trovarmi degli ingaggi giusti per la mia persona. Era anche grazie a lui se ero conosciuto molto nel mondo del cinema. Tutto ciò però non escludeva il fatto che nelle ultime settimane si stava comportando diversamente, sembrava un'altra persona e tutto da quando gli avevo rivelato di essere innamorato di Maddy. 

«Si, ma ultimamente, anzi più precisamente da quando sto con Maddy è cambiato, mi sta rendendo la vita un inferno...» decisi di dare voce ai miei pensieri con quelle semplici parole. I miei amici mi guardarono e poi si scambiarono un'occhiata tra loro, ero certo che la pensassero esattamente allo stesso modo. 

 «Shh sta arrivando» disse d'un tratto Mark dandomi una gomitata, lo fulminai con lo sguardo e poi mi alzai in piedi, il mio amico fece la stessa cosa. "Diamo inizio alle danze" pensai. 

 «Cal non serviva che ti portassi la scorta, che c'è hai paura di me?» mi chiese Jaxon avvicinandosi a noi, poi mi tese la mano e io la strinsi di controvoglia. Lo squadrai da capo a piedi, solito abito, solite scarpe eleganti; apparentemente in lui non era cambiato nulla, ma io sapevo che c'era qualcosa di diabolico sotto tutta quella maschera di gentilezza ed eleganza. «Vedo che ultimamente sei sempre in vena di battute, comunque Red è sempre venuto con me, oggi c'è anche Mark, non credo ti creerà problemi» dissi secco guardandolo negli occhi. Jaxon fece un lieve sorriso poi spostò l'attenzione sui miei amici. 

 «No, certo che no, potete accomodarvi nel mio studio» disse indicando la porta a vetri.«Conosco la strada» dissi avviandomi, sentivo i passi di Mark alle mie spalle, mi stava dietro come un'ombra. Mi voltai lievemente per guardarlo in faccia, speravo che non perdesse le staffe prima di me. 

 «Hai proprio ragione, non sembra più lo stesso» mi disse in un sussurro. Allora non ero pazzo io a pensarlo. 

 «C'è qualcosa che non va Mark?» chiese Jaxon richiudendo la porta. Alzai gli occhi al cielo, eravamo tutti e tre in trappola. Guardai Red che non si mosse dalla sua solita postazione, ogni volta che andavamo da Jaxon era solito starsene in piedi vicino alla porta, non avevo mai capito il perché. 

 «No, dicevo una cosa privata a Caleb, nulla di interessante» disse il mio migliore amico in tutta risposta alla domanda del mio agente, poi fece un sorriso che più finto di così non si poteva. Jaxon scrutò con lo sguardo la sua scrivania poi puntò lo sguardo sulla mia guardia del corpo. «Vado a prendere una sedia in più per Red» disse, poco dopo la voce di Red lo fece inchiodare sulla porta. 

 «Non si preoccupi, sto volentieri in piedi, non si sa mai che dobbiamo darcela a gambe» disse Red con un filo di ironia nella voce, era la prima volta che aveva preso il coraggio di rispondere così a Jaxon. Il mio agente rimase sorpreso dalle sue parole ma non insistette e chiuse la porta. «Non sapevo che fossi così simpatico, bella questa» disse slacciandosi il bottone della giacca, poi si sedette dietro la sua imponente scrivania. Era sempre tutto troppo ordinato in quell'ufficio, per i miei gusti. 


Mark mi stava seduto accanto e batteva nervosamente il piede a terra, mi stava urtando il sistema nervoso, prima di rivolgermi a Jaxon mi voltai verso il mio migliore amico e con lo sguardo gli feci capire che doveva starsene fermo, per quanto gli fu possibile mi diede retta. 

 «Si può sapere perché mi hai chiamato, non voglio perdere tempo tra un'ora devo andare a prendere Maddy» dissi guardandomi il polso, ma non portavo nessun orologio, volevo stemperare un attimo l'atmosfera, ma il mio tentativo fallì e me ne tornai comodo sulla sedia. «Maddy, ultimamente non parli d'altro o meglio non si parla d'altro. Che avrà di tanto speciale questa ragazza non lo so» disse Jaxon sfogliando qualche foglio che stava sulla sua scrivania. Sentite le sue parole poggiai una mano sul tavolo per richiamare la sua attenzione, ciò che aveva detto, l'affermazione che aveva appena fatto non era stata per niente simpatica alle mie orecchie. Aveva qualcosa contro Maddy, non c'erano dubbi. 

 «Iniziamo male... innanzitutto non parlare così della mia ragazza. Te lo richiedo gentilmente... perché sono qui?» usai il tono più autoritario che possedevo, cercai di non alzare troppo la voce, mi fu quasi impossibile però, ero al limite e una parola di troppo mi avrebbe fatto scoppiare, letteralmente. Jaxon incrociò le mani sul tavolo e mi guardò fisso negli occhi. "Ora si che si ragiona" pensai. 

 «Devo parlarti di alcuni fatti... per prima cosa come diavolo ti è saltato in mente di andare ad una festa di una tredicenne?» mi chiese. Non mi stupii che lo sapesse, sicuramente qualche amica di Hope aveva messo delle foto sui social. Avrei risposto volentieri alla sua domanda, senza che lui dovesse chiedermi altro in merito, sapevo che non era la festa il problema principale della mattinata. 

 «Scusa e tu come fai a saperlo?» invece di rispondergli in modo professionale gli feci la domanda più stupida che mi frullava nella testa, mi maledii mentalmente. Jaxon rise lievemente, era stato lui stesso ad insegnarmi che non bisognava mai rispondere ad una domanda con un'altra domanda, ma in quel momento mi era passato di mente quel piccolo dettaglio. 

 «A nostro discapito dico solo che era una gran bella festa» disse d'un tratto Mark rispondendo alla domanda del mio agente al posto mio, trattenni a stento una risata, era un bene averlo portato con me. Jaxon lo fulminò con lo sguardo ma il mio amico non cedette nemmeno un istante, rimase fisso con gli occhi puntati sui suoi. 

 «Non sono interessato ai particolari Mark... comunque la tua pagina social è pieno di foto di te con delle ragazzine, hai firmato pure degli autografi... pensavi che non le avessi viste?» mi spiegò il mio agente riportando la sua attenzione sull'argomento che stavamo affrontando. Avevo immaginato che mi avrebbe risposto così, ma non mi preoccupai più di tanto, facevo tutti i giorni foto con le fan che mi fermavano per strada, non capivo che cosa fosse cambiato. 

 «Ero al compleanno della sorella di Maddy, Hope, sistemata questa situazione che altro c'è?» chiesi irritato. Ne avevo abbastanza dei suoi giri di parole, volevo arrivare al nocciolo della questione e all'istante. Jaxon si rilassò sul suo schienale di pelle nera. 

 «Non ci girerò tanto attorno, dunque ti dirò come stanno le cose... vedi Cal tu non puoi stare con quella ragazza, non fa parte del tuo mondo e non potrà nemmeno mai entrarci, dunque devi lasciarla al più presto o più precisamente prima dell'uscita del film che sarà tra tre giorni» finalmente capii per che cosa mi aveva chiamato quella mattina. Sempre la stessa questione da settimane. Mi misi con le braccia appoggiate al tavolo, con la coda dell'occhio vidi Mark voltarsi verso Red che fece qualche passo avanti. La richiesta che mi aveva fatto Jaxon mi stava facendo andare fuori di testa. 

 «Ok, lo scherzo non è divertente, parliamo di cose serie...» dissi a denti stretti anche se sapevo benissimo che non si stava trattando di un scherzo ma bensì della mia realtà. 

 «Nessuno scherzo, probabilmente ho sbagliato io a farti ufficializzare» disse Jaxon a testa bassa. Il bastardo non aveva il coraggio di guardarmi in faccia e questo mi faceva infuriare ancora di più. Non capivo, non mi capacitavo del fatto che lui stesse facendo di tutto pur di farmi lasciare la ragazza di cui ero follemente innamorato, ma non avrei ceduto. 

 «Tu forse non hai capito che io sto con lei e che non mi interessa se a te non sta bene, non la lascerò perché sei tu ad ordinarmelo» dissi stringendo i pugni sopra il tavolo. Finalmente Jaxon mi guardò negli occhi, non vidi nessuna emozione trapassargli lo sguardo, sembrava una maschera di ghiaccio. 

«Con tutto il rispetto ma mi sento di entrare in difesa verso il mio migliore amico, quello che hai chiesto Jaxon è una grandissima stronzata...» disse Mark vedendo che me ne stavo in una fase di shock temporanea. Le parole del mio migliore amico mi riportarono lì in quella stanza, lo ringraziai mentalmente per essersi intromesso. 

«Se posso essere franco Mark, la tua opinione non mi farà cambiare idea» disse Jaxon restando fermo sulle sue convinzioni di merda. Io ero tornato in me ed era ora di farla finita e di andare via da quello studio prima che lo prendessi a pugni. 

 «Non mi importa, sono libero di esprimere la mia, dicevo che è una grandissima stronzata, per quale motivo si devono lasciare? Perché Maddy non è famosa? Questo non mi sembra un buon motivo» continuò Mark alzando il tono. Lo lasciai fare e nel mentre mi voltai verso Red che era quasi alle mie spalle, si era avvicinato, sapeva che probabilmente mi sarei alterato da un momento all'altro e lui era pronto a fermarmi. 

 «Lascia perdere Mark, tanto non lo capisce» dissi dopo qualche minuto mettendo un punto alla loro conversazione. Jaxon, coglione qual era, non si era degnato nemmeno di dare una risposta sensata al mio amico, ora toccava a me parlare. 

 «Capisco benissimo il vostro punto di vista, ma Maddy sta diventando scomoda, settimane fa quando è cominciato il tutto i giornalisti erano curiosi perché era una novità, poi scoperto che la ragazza ha una vita normalissima le voci si sono placate e questo non va bene, il tuo impatto mediatico sta calando Caleb e questo non giova al tuo nome e alla tua carriera» disse Jaxon prima che potessi dire la mia. Quelle che ci stava propinando erano tutte stronzate, ma come gli veniva in mente di mettere nella stessa frase la mia ragazza e l'impatto mediatico?! Non capivo proprio. 

 «A me non interessa nulla dell'impatto mediatico, come diavolo te lo devo spiegare?! Però Maddy ti faceva comodo, ricordi le tue parole? "Farai un servizio fotografico con una ragazza poco conosciuta, questo farà parlare di te" hai detto testuali parole e ora che cosa è cambiato?» chiesi io sporgendomi ancora di più verso di lui. Mi sarebbe bastato allungare un braccio per prenderlo per la cravatta firmata che portava. Era stato lui a volermi far fare quel servizio, paradossalmente era grazie a lui se avevo conosciuto Maddy. 

 «Le cose cambiano, tornassi indietro non ti farei nemmeno fare quel servizio... la ragazza non suscita interesse, anzi le tue fan la odiano perché sono gelose del fatto che una come loro possa stare con te, la star mondiale» disse poi per sottolineare e dare più peso alla sua tesi. Le mie fan potevano dire quello che volevano a mio parere, erano invidiose perché una ragazza comune come loro era riuscita ad arrivare a me. Se non erano felici per me allora non erano vere fan. «Bene, hai finito?» chiesi poi al mio agente. Jaxon inclinò la testa di lato, probabilmente non stava capendo il mio comportamento, ma gli avrei spiegato a breve come stavano le cose. Doveva capire una volta per tutte che non doveva più intromettersi tra me e Maddy e che non avrei dato ascolto alle sue richieste patetiche. 

 «No, un'ultima cosa, non devi portarla alla prima del film e sabato farai un servizio fotografico alla Agency Devis con Megan» mi spiegò poi. Il primo punto non mi stava assolutamente bene, era stato lui stesso settimane prima a dirmi che dovevo portare Maddy a tutti gli eventi a cui partecipavo, per il secondo punto invece ci pensai un po' su. Mi alzai in piedi sotto lo sguardo di tutti, ma la mia attenzione rimase su Jaxon che mi stava squadrando da capo a piedi con aria interrogativa, poche volte gli ero andato contro da quando lo conoscevo, e questa era una di quelle volte. 

«Con Megan?» chiesi dopo aver riflettuto sulla sua richiesta. 

 «Si, in qualità di protagonisti avrete la copertina su una rivista molto importante» mi spiegò lui in tono tranquillo. Piano piano stava capendo che con me doveva abbassare i tono, sapeva bene che non ci avrei messo molto a prenderlo a pugni. 

 «Allora traiamo le conclusioni... punto numero uno, Maddy e io staremo insieme con o senza il tuo consenso, numero due la porterò alla prima del film come stabilito quando eri contento del fatto che avessimo ufficializzato la cosa, punto numero tre, per il servizio con Megan posso anche farlo, ma un servizio e basta, poi non voglio più avere a che fare con lei» finito di dire la mia mi misi le mani in tasca soddisfatto del fatto di aver preso finalmente una posizione. Il mio agente per tutta risposta si mise in piedi, non era contento di ciò che avevo stabilito, ero andato contro a tutto ciò che aveva detto a parte il servizio, quello era lavoro e non potevo sottrarmi. «Per i punti uno e due ne riparleremo, ti ricordo solo di non fare cazzate, ti pentirai di non avermi ascoltato, pensaci» senza guardarmi in faccia Jaxon disse le sue ultime parole rimanendo voltato verso la grande vetrata che dava sulla strada principale. 

 «Andiamo Cal, se no faremo tardi» mi disse Mark poggiandomi una mano sulla spalla, non mi ero accorto che me ne stavo fermo immobile inchiodato con i piedi al pavimento. Poi mi ricordai che dovevamo andare a prendere le ragazze all'università. Ci avviammo verso la porta, Red uscì per ultimo ma prima di andarsene guardò ancora la sagoma di Jaxon che se ne stava a guardare il paesaggio. 

 «Jaxon una cosa... sei un grandissimo bastardo» disse poi rivolgendosi al mio agente in un modo così rude che solitamente non era proprio nel suo fare, Jaxon a quelle parole si irrigidì e voltò lievemente il capo nella nostra direzione, non disse una parola, la rabbia però gli velava gli occhi. Red aveva colpito per la prima volta da quando lo conoscevo.


Salimmo in ascensore per andare alla macchina, eravamo scampati alla tortura e avevamo anche vinto, meglio di così non sarebbe potuta andare. 

 «Vedo che non hai più paura di lui, grande amico e grazie anche a te Mark» dissi rivolgendomi prima a Red e poi al mio migliore amico. Quei due mi erano stati di grande aiuto per mantenere la calma, non era stato semplice e senza di loro probabilmente non averi resistito così a lungo. «Sta volta ha superato ogni limite, se gli avessi tirato un pugno non sarei stato io sta volta a fermarti, ne avevi tutte le ragioni» mi disse Red. Non mi avrebbe fermato? Allora poteva dirmelo prima, avevo una grande voglia di prendere a pugni quel bastardo. 

 «Si, infatti sei stato fin troppo clemente» mi disse Mark. Forse era stato così, ma a me non importava, da quando stavo con Maddy riuscivo a gestire situazioni come quelle usando semplicemente le parole, i miei amici non dovevano preoccuparsi, sapevo già che cosa avrei fatto dopo l'uscita del film. 

 «Non vi preoccupate, prima del nuovo anno non sarà più il mio agente ve lo assicuro» dissi in tono convinto scendendo dall'ascensore, lasciammo il palazzo o meglio l'inferno a testa alta come solo noi sapevamo fare. 

 «Ben detto amico, comunque che hai intenzione di fare con Maddy le dirai di questa riunione o no?» mi chiese Mark in tono curioso. Non avevo ancora pensato a che cosa fare con la mia ragazza, l'unica cosa certa è che non l'avrei lasciata per nessun motivo al mondo. 

 «Io non vorrei dirglielo, infondo ho detto a Jaxon che sarei stato con lei con o senza il suo consenso» dissi salendo in auto. Ero in difficoltà e non riuscivo a ragionare lucidamente in quel momento. 

 «Si in effetti hai ragione, non c'è motivo di agitarla per niente, invece alla prima la porterai?» mi chiese Red mettendo in moto la macchina, quante domande... Mark e Red non sapevano starsene in silenzio nemmeno per un secondo, sembrava lo facessero apposta, a loro piaceva riempirmi di domande. 

 «Su quello devo rifletterci, non vorrei che Jaxon facesse qualche scenata davanti a lei, vedrò che cosa fare» dissi io accendendomi un'altra sigaretta, stavo esagerando ma giurai a me stesso di non riprendere più il vizio. 

 «Decidi in fretta, non hai molto tempo» furono le ultime parole di Mark. Io non gli risposi continuai a pensare a tutte quelle richieste assurde che mi aveva fatto il mio agente, stava veramente fuori di testa quell'uomo non c'era altra spiegazione alla sua pazzia.

Maddy 

Stavo con Alyssa e Jade fuori dall'università ad aspettare Caleb e i ragazzi, non capivo il motivo per il quale fossero in ritardo, Caleb mi aveva assicurato che sarebbe venuto a prendermi per passare il pomeriggio tutti insieme. Eravamo diventati proprio un bel gruppo, noi sei insieme ci divertivamo veramente da impazzire, ci eravamo conosciuti per puro caso ed eravamo diventati inseparabili. 

«Sei sicura che Caleb e i ragazzi ci vengano a prendere?» mi chiese Jade preoccupata nel non vederli arrivare. A dirla tutta ero preoccupata anche io, ma non lo davo a vedere, sicuramente erano in coda nel traffico, era l'unica spiegazione che riuscivo a darmi, in più erano ragazzi e sapevo bene che non badavano alla puntualità. 

«Mark me lo aveva assicurato» disse Alyssa guardando il suo cellulare. Sicuramente la mia amica voleva assicurarsi che ci fosse un messaggio che confermasse quello che ci aveva appena detto. A volte dimenticavo che le mie amiche si sentivano regolarmente con Mark e Red, sorrisi al pensiero, speravo che prima o poi anche loro diventassero delle coppie di fatto. 

 «Anche Caleb... saranno in ritardo, sapete come sono fatti» dissi per tranquillizzarle ma loro non mi diedero minimamente retta. Alyssa scorreva il dito sul display del cellulare mentre Jade si guardava intorno cercando con lo sguardo la macchina che sarebbe venuta a prenderci.

«Gliene dirò quattro a Red, deve capire che odio le persone ritardatarie» disse Jade incrociando le braccia al petto. Quando dovevamo vederci con i ragazzi era sempre nervosa, all'inizio non tanto, ma negli ultimi giorni stava sempre su di giri più di me e Alyssa, il che era veramente grave. 

 «Cara Jade, da lui non puoi pretendere nulla, infondo non siete nulla giusto?» le chiese Alyssa per provocarla, poi rimise il suo cellulare nella borsa. Jade la fulminò con lo sguardo, Alyssa sorrise con aria beffarda. 

«Perché tu e Mark siete qualcosa?» chiese lei in tutta risposta. Alyssa a quel punto le rivolse uno sguardo di sfida. Era in atto uno dei loro soliti battibecchi a cui io dovevo mettere fine. Alzai gli occhi al cielo, erano veramente impossibili quelle due. 

 «Nulla di ufficiale fino ad ora, ma almeno noi ci baciamo, voi nemmeno quello» disse poi Alyssa cercando di dare peso alla sua tesi. Non credo che si baciassero e basta ma non feci domande a riguardo, mi limitai semplicemente a trattenere una risata. Le mie amiche si stavano comportando come delle ragazzine. 

 «Aly ognuno ha i suoi tempi, smettetela di comportarvi come delle ragazzine, nemmeno le amiche di mia sorella litigano per così poco» dissi cercando di mettere fine alla loro discussione. A diciannove anni, quasi venti, litigare per quelle cose di poco conto mi sembrava un po' eccessivo. 

 «Non stavamo litigando era solo uno scambio di opinioni» disse Alyssa per scusarsi del suo comportamento. "Certo uno scambio di opinioni..." pensai tra me e me, ma le lasciai le sue convinzioni. 

«Si va bene, comunque come ci organizziamo per la Vigilia, Natale e Capodanno?» chiese Jade cambiando completamente argomento. Alla sua domanda mi bloccai a fare due conti a mente... era l'otto dicembre, mancavano precisamente sedici giorni alla Vigilia di Natale e ventitrè a Capodanno. Si, era proprio giunta l'ora di organizzarsi, eravamo solite prenderci per tempo ma quella volta... 

 «Mamma mia siamo già a dicembre, come passa il tempo! Comunque, fatemi ragionare un po'» dissi pensando alle vacanze e al modo migliore per passarle insieme. Volevo festeggiare con le mie amiche ma soprattutto con Caleb e anche con Mark e Red. Alyssa fu la prima a proporre un'idea. 

 «Ho un'idea, sentite potremmo fare la Vigilia da me, riuniamo le famiglie come un tempo a casa mia e portiamo anche i ragazzi se non sono impegnati. Poi, a Natale ovviamente altro pranzo o cena ma divise, sicuramente avrete parenti anche voi già invitati nelle vostre rispettive case. E Capodanno non serve nemmeno che lo dico» disse come se avesse in mente quel piano da molto tempo. Alyssa aveva già organizzato tutto perfettamente, non me lo sarei aspettato da lei, solitamente faceva confusione con l'organizzazione, quella volta invece era stata superlativa. «Festaaa!!!» esclamò Jade riferendosi a Capodanno. Dopo tanto tempo ero felice di festeggiare l'anno nuovo, avevo un ragazzo e delle amiche fantastiche. Nonostante le varie difficoltà iniziali tutto stava andando per il meglio, non dovevo preoccuparmi di nulla o almeno così speravo. «Esatto! Che ne dici Maddy? Tua madre e tua sorella verrebbero da me alla Vigilia?» mi chiese Alyssa. Fino a quel momento non mi resi conto di non averle risposto. Avevo espresso tutto dentro la mia testa ma non avevo ancora detto una parola. 

 «Si penso di si, comunque Aly complimenti hai pensato a tutto perfettamente. L'idea mi piace ci sto» dissi entusiasta di passare le feste in compagnia. A Natale sarei dovuta andare da mia madre e cenare con i nonni. Nonostante li vedessi poco, volevo bene ai miei nonni. 

«Perfetto allora faremo così» disse soddisfatta Alyssa. A quel punto ci rimaneva solo da avvisare i ragazzi dei nostri piani e sperare che loro non avessero altri programmi in mente. 

 «E anche le feste sono organizzate, siamo il top ragazze» disse Jade. Lei era solita dire che eravamo le migliori e in effetti non aveva tutti i torti, un trio come il nostro non esisteva. 


Io, Alyssa e Jade eravamo talmente assorte nei nostri pensieri sulle vacanze natalizie che non ci eravamo accorte dell'arrivo dei ragazzi, suonarono il clacson per farsi notare da noi. «Ragazze non abbiamo tutto il giorno per aspettare voi eh, che ne dite andiamo alla spiaggia?» ci urlò Caleb che teneva la testa fuori dal finestrino. Lo guardai divertita e mi avviai alla macchina, sentii alle mie spalle i passi delle mie amiche che mi seguirono. 

«Lo sai che non è buona educazione urlare dai finestrini delle auto?» gli chiesi con tono ironico. Caleb mi fece l'occhiolino. Spiaggia aveva detto? Non vedevo l'ora. 

 «Mark scendi io ho la macchina parcheggiata lì» disse Alyssa. Era veramente bacchettona quando ci si metteva, Mark in meno di tre secondi scese dal retro della vettura. 

«Mi raccomando non farti comandare a bacchetta» disse Caleb rivolgendosi al suo migliore amico. Guardai il mio ragazzo divertita, notai uno strano scintillio nei suoi occhi, sembrava diverso, aveva qualcosa di strano, ma non indagai oltre. Probabilmente era solo contento e non essendo abituata a vederlo sorridere mi faceva uno strano effetto. 

 «Non lo farò, guardala, come faccio a darle contro?» chiese Mark mettendo un braccio intorno alle spalle di Alyssa. La mia amica si sciolse sotto il suo tocco, Jade guardò la scena poi alzò gli occhi al cielo, non era tipo da sopportare certe smancerie. 

 «Mark la parte da casca morto ti esce proprio male» dissi io divertita dal suo comportamento. Lui sorrise, sapeva bene che avevo ragione. 

 «Dai Maddy saliamo, Aly ci vediamo alla spiaggia» mi disse Jade spingendomi all'interno della macchina. 

 «Si si, a dopo!» sentii la voce di Alyssa prima che la mia amica chiudesse lo sportello. "Quanta fretta Jade" pensai. 

 «Benvenute a bordo signorine» ci disse Red mettendo in moto la macchina. Caleb si voltò nella mia direzione e io mi avvicinai a lui per dagli un bacio veloce. Non appena le mie labbra toccarono le sue sentii un odore strano, aveva il solito profumo addosso ma sentii anche odore da fumo. Decisi di non fargli domande... forse fumava e io non lo sapevo, non l'avevo mai visto con i miei occhi a dire la verità. 

 «Sai ti ci vedo a fare l'autista personale» disse Jade divertita. Red si limitò a sorriderle guardandola dallo specchietto. Li vedevo bene come coppia, ma nessuno dei due voleva decidersi a fare passi in avanti. 

 «Il nostro Red qui è multitasking» disse Caleb poggiando il braccio a bordo del finestrino aperto. Il suo ciuffo di capelli si scompigliò a causa del vento. 

 «Red capirò se un giorno ti licenzierai per fare da guardia del corpo a qualcun altro» dissi divertita. Sapevo che Caleb non era una personalità facile da gestire, Red era troppo bravo a sopportarlo, anche più di me. Il mio ragazzo mi tirò un'occhiataccia dopo aver sentito le mie parole anche se ovviamente stavo scherzando. 

 «Amore così sei crudele però, dovresti stare al gioco in qualità di mia ragazza» mi disse poi. Fermate tutto. Come mi aveva appena chiamata? "Amore"... era la prima volta che usava quel termine riferendosi a me. Strabuzzai gli occhi e Jade mi strizzò la mano sul ginocchio, anche a lei non era scappato quel particolare. Dopo lo shock feci finta di nulla, non volevo che Caleb si pentisse di averlo detto. Il mio cuore batteva all'impazzata. 

 «Sai Super Star mi sta di gran lunga più simpatico il tuo amico» dissi divertita a Caleb, l'unica risposata che ottenni fu un sorriso da parte sua. 

 «Grande Maddy!» esclamò Red e io gli feci l'occhiolino. Durante il resto del viaggio verso la spiaggia parlammo del più e del meno e accennammo ai ragazzi la questione "vacanze".


Arrivati alla spiaggia ci riunimmo tutti. Alyssa era arrivata prima di noi, stranamente, forse Mark le aveva fatto fare un'altra strada. Stavamo camminando lungo il marciapiede, Caleb mi teneva un braccio intorno alle spalle e io mi sentivo al sicuro. 

 «Ho proprio voglia di un Hot Dog» disse d'un tratto. Lo guardai, mi aveva letto nel pensiero, anche io avevo una fame terribile. 

 «Anche io ne voglio uno» dissi con gli occhi a cuoricino tanto per intenderci, Mark e Red guardarono Caleb. 

 «Allora ragazze, voi cercate un posto tranquillo dove stare e noi andiamo a comprare gli Hot Dog in quel chiosco» decise Mark. Caleb mi lasciò andare per mettersi vicino ai suoi amici e le ragazze si misero al mio fianco. 

 «Cal ma non hai paura di essere riconosciuto?» chiese Alyssa prima che se ne andassero. Anche io come Alyssa avevo notato che Caleb non portava nessun cappellino ne occhiali, speravo che le fan non lo assalissero. 

 «Aly non preoccuparti per me, so cavarmela, in più c'è Red che mi copre le spalle» disse il mio ragazzo dando una pacca sulla schiena alla sua guardia del corpo. Red lo guardò storto, si stava comportando in modo strano e quel particolare l'avevano notato anche i suoi amici. 

 «Sempre al tuo servizio» disse poi Red con un finto sorriso sul volto. 

 «Dai andate, noi vi aspettiamo laggiù» disse Jade indicando un tronco non tanto distante da noi, saremmo andate a sederci lì.


Raggiunto il tronco d'albero mi sedetti sulla sabbia. Mi guardai intorno, fortunatamente non c'erano molte persone. 

 «Ragazze non ditemi che sono paranoica ma... solo io ho notato che Caleb è un po' strano?» chiesi passandomi la sabbia tra le mani e tenendo la testa bassa. Non ottenendo risposta alzai lo sguardo verso le mie amiche, avevano un'aria strana. 

 «Non volevo allarmarti ma si, un po' si. Non saprei però, magari è solo una nostra impressione» mi disse Alyssa slacciandosi le scarpe. Jade invece pensò di più a cosa dire, è la più riflessiva quando si tratta di rispondere ad una domanda importante. 

 «Più che strano mi sembra tranquillo, non l'ho mai visto così sorridente» disse poi. Forse aveva ragione lei, forse mi stavo facendo delle paranoie per il nulla più assoluto. 

 «Forse sono io che sto viaggiando con la mente, lasciate perdere ciò che ho detto» dissi incrociando le gambe. Le mie amiche si guardarono come se fossi pazza. 

 «Ragazze» disse d'un tratto Jade. Il suo tono mi sembrò preoccupato, mi voltai per vedere se i ragazzi stavano arrivando, ma non c'era traccia di loro. 

 «Si?» la esortai a continuare. Quando faceva così c'era qualche cosa che la turbava, Alyssa la guardò in attesa che parlasse e io feci lo stesso. 

 «Sapete che di solito io ci so fare con i ragazzi, mi basta poco per conquistarli, ma sta volta mi sa che sto sbagliando qualcosa. Non lo so... forse Red non fa per me, non riesco a capire» disse poi tutto d'un fiato. Immaginavo che c'entrasse lui. Pensai bene a che cosa dirle, anche io all'inizio mi ero convinta del fatto che Caleb non facesse per me, invece... 

 «Jade ti stai facendo problemi per nulla, sia io che Maddy abbiamo visto bene come ti guarda quel tipo, non stai sbagliando nulla, forse dovresti essere più te stessa. Voglio vedere la Jade sfacciata» disse Alyssa battendomi sul tempo. La mia amica mi aveva praticamente strappato le parole di bocca, Alyssa stava diventando saggia, ero fiera di lei. 

 «Per una volta concordo con ciò che ha detto Aly» dissi io divertita dalle mie stesse parole. Non ero solita darle ragione, ma in quell'occasione non potei fare il contrario. 

 «Ragazze spero che non stiate parlando male di noi!» la nostra conversazione fu interrotta dall'arrivo di Mark e subito dopo degli altri. Jade si mise un sorriso in volto e scacciò i suoi pensieri, promisi a me stessa di tiare fuori l'argomento quando fossimo state di nuovo sole. 

 «Ma quando mai parliamo male di voi?!» chiese Alyssa prendendosi il suo Hot Dog, Caleb mi porse il mio e si sedette di fianco a me. 

 «Sempre, ci scommetto tutti i soldi che ho» disse dando un morso al suo panino. Si sporcò di maionese in un angolo della bocca e io gli passai un dito proprio lì per toglierla. 

 «Non dite cavolate, piuttosto sarete voi a parlare di noi, dicendo che siamo delle pazze scatenate» dissi io. Le mie amiche trattennero una risata e i ragazzi fecero lo stesso. In varie occasioni avevamo mostrato la nostra pazzia a quei tre. 

 «In effetti questo è vero» disse Red sorseggiando la sua birra, Jade gli diede una pacca sulla spalla e per poco lui non cadde dal tronco su cui stava seduto. 

 «Beh meglio pazze che noiose, no?» chiese la mia amica divertita. Guardai Jade e le feci l'occhiolino. 

 «Questo poco ma sicuro, a letto poi più pazze siete e meglio è» disse Caleb in tutta risposta. In quel momento mi sentii presa in causa e diventai rossa come un peperone. 

 «Caleb!» lo ammonii io, lui alzò le mani in segno di resa. 

 «Grande amico, hai ragione» disse Mark dandogli il cinque. Alyssa alzò gli occhi al cielo, trattenendosi dal non mandare al diavolo il mio ragazzo e Mark. 

 «Parliamo per un momento di cose serie» disse poi la mia amica portando l'attenzione di tutti su di lei. Io e Jade sapevamo già di che cosa voleva parlare. 

 «Beh tesoro il sesso è importante» disse Mark masticando il boccone che teneva in bocca. «Dacci un taglio... comunque, pensavamo di invitarvi tutti e tre a casa mia alla Viglia di Natale, che ne dite?» chiese poi Alyssa. I ragazzi si guardarono tra loro prima di rispondere, speravo che Caleb non facesse storie.

«Mi porti di già a conoscere i tuoi?» chiese Mark divertito. Trattenni una risata, non sapeva stare serio nemmeno per un secondo quel ragazzo. 

 «Possiamo anche presentarci come semplici amici. Ad ogni modo, voi che dite?» disse Alyssa secca poi portò la sua attenzione su Caleb e Red. 

 «Io non ho altro di meglio da fare, dunque ci sto» disse poco dopo Red. Caleb ci pensò ancora un po'. Non volevo obbligarlo ma sperai che dicesse di si. 

 «Sarei un guastafeste a dire di no, dunque accetto volentieri» disse poi. Ero certa che non si fosse tirato indietro solo per gentilezza verso Alyssa, la sua faccia confermò la mia tesi, non mi sembrò tanto felice della sua decisione. 

 «Ti ci avrei trascinato a forza se avessi detto di no» gli dissi io con un sorriso cercando di non dare peso alla mia certezza. Caleb a quel punto si avvicinò a me. 

 «Lo so ragazzina» mi disse ad un centimetro dalla bocca. Proprio sul più bello il suo telefono cominciò a squillare. Caleb alzò gli occhi al cielo sbuffando, era particolarmente suscettibile quel giorno. Notai che Mark e Red si scambiarono un'occhiata preoccupata, speravo che non mi stessero nascondendo qualcosa. 

 «Jaxon, ha sempre un tempismo perfetto, scusate un attimo» disse il mio ragazzo prendendo il cellulare, poi si allontanò da noi. Guardai Caleb con aria interrogativa, ma lui evitò il mio sguardo. 

 «Gli sta rovinando la vita quell'uomo, non sto esagerando» disse Mark poco dopo passandosi le mani su jeans chiari. Ero perfettamente d'accordo con ciò che aveva detto. 

 «Credo che sia colpa mia, da quando sto con lui Jaxon ha perso le staffe. Lo so che non faccio parte del suo mondo ma prima o poi dovrà pur accettarlo» dissi io frustrata e allo stesso tempo dispiaciuta. In un certo senso mi sentivo in colpa. 

 «Non è colpa tua Maddy, credimi, Jaxon è un coglione non c'è altra spiegazione» mi disse Red. Alzai lo sguardo nella sua direzione, sembrava sincero. 

 «Cal non mi sembra per niente felice, guardate che faccia» disse Alyssa a bassa voce guardando il mio ragazzo che parlava camminando avanti e indietro poco lontano da noi. Peccato che non riuscissimo a sentire nulla di ciò che stava dicendo. Caleb non aveva una faccia felice, anzi, tutto il contrario. 

 «Chissà che cosa si stanno dicendo...» disse Jade con aria curiosa. 

 «Smettetela, fatevi gli affari vostri voi due, se vorrà poi ce lo dirà» dissi io interrompendo i commento poco consoni delle mie amiche.


Pochi minuti dopo Caleb tornò da noi. Io lo guardai in attesa che mi dicesse qualcosa. 

 «Tutto bene?» gli chiesi dopo che si mise seduto di nuovo di fianco a me. Lui guardò Red, poi portò la sua attenzione su di me. Il suo comportamento così strano e insolito non mi faceva stare per nulla tranquilla.

«Si ragazzina tutto bene, solo delle faccende di lavoro. Non voglio annoiarvi» disse come se nulla fosse. Non so perché ma non credetti nemmeno ad una singola parola. 

 «Sicuro?» chiesi di nuovo. Dopo quella domanda Caleb trovò il coraggio di guardarmi negli occhi. 

 «Sicurissimo, niente segreti ricordi?» furono le sue ultime parole. Per tutta risposta io sorrisi. Non so perché ma dentro di me si fece strada un brutto presentimento.

            

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