CAPITOLO 41
CAPITOLO 41
Maddy
Il lunedì era arrivato e il giorno della festa si stava avvicinando, mia sorella nonsospettava nulla di ciò che stavamo organizzando, o meglio sapeva che avremmoorganizzato una festicciola, invece stavamo cercando di farle la festa che avevasempre sognato con tanta gente, festoni dappertutto, musica e soprattutto tantodivertimento. Anche se era una piccola peste se lo meritava, gli ultimi due anninon erano stati semplici nemmeno per lei, Hope aveva sofferto più di tutti laperdita di nostro padre, le era molto legata e alla sua giovane età non è facilemetabolizzare il tutto in maniera razionale. Mia madre aveva organizzato tuttoalla perfezione, era riuscita ad invitare tutte le amiche e gli amici di mia sorella,in più ci sarebbero stati anche i miei di amici e Caleb, probabilmente a Hope peressere felice bastava solo lui conoscendola, era diventata una sua grandissima fannegli ultimi tempi.
Io e il mio ragazzo eravamo al centro commerciale per finire di compare le ultime cose necessarie per l'allestimento del giardino.
«Non so davvero che cosa comprarle» dissi in preda al panico. La festa eraorganizzata, mia madre aveva già preso il regalo, mancavo solo io, conoscevo igusti di mia sorella ma in quei giorni non ero riuscita a trovare nulla di adeguatoda regalarle. Avrebbe compiuto tredici anni, mi sembrava ieri che era solo unabambina, stava crescendo troppo in fretta.
«Vedrai che troverai qualcosa di adatto a lei, infondo sei sua sorella nessuno laconosce meglio di te» mi disse Caleb mettendomi il braccio intorno alle spalle.In effetti non aveva tutti i torti, conoscevo Hope anche forse meglio di quantoconoscessi me stessa, non potevo sbagliare.«Questo è vero. Comunque per la festa mancano: i festoni, il palloncino gigantecon il numero 13 e che altro?» dissi cercando di ricordarmi tutto. Mia madre miaveva fatto impazzire per aiutarla ad organizzare tutto alla perfezione, ancheCaleb ci aveva aiutate, il che mi era sembrato molto ma molto strano dato che nonera un amante delle feste, ma sembrava che ci aiutasse con piacere.
«Le bibite» mi ricordò. Giusto, le bibite. Sono veramente sbadata, ho la brutta abitudine di dimenticarmi la maggior parte delle cose che mi chiede mia madre.Guardai Caleb per ringraziarlo, lui mi sorrise.
«Giusto, sto veramente impazzendo» gli dissi toccandomi la fronte, lui trattenne una risata. Stavo facendo forse la melodrammatica? Probabilmente era così,ma l'organizzazione di eventi non faceva per me.
«Non dire così, tu e tua madre avete organizzato tutto nei minimi dettagli,andrà bene» cercò di tranquillizzarmi Caleb. Il suo fu un tentativo vano, dentrodi me speravo che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Mia sorella era unaperfezionista, voleva che tutto fosse perfetto sempre, ci teneva particolarmenteal suo compleanno, io invece era da due anni che non festeggiavo, il massimoche facevo era andare fuori con Alyssa e Jade. Dopo la morte di mio padre persila voglia di festeggiare, in tutti i sensi, per questo motivo non sono amante dellefeste.
«Anche tu hai fatto la tua parte, grazie!» dissi al mio ragazzo baciandolo sullaguancia. Senza di lui probabilmente io e mia madre saremmo riuscite ad organizzare la metà delle cose pensate.«Pensa che per te mi sono ridotto ad organizzare una festa di compleanno aduna tredicenne, devi amarmi» mi disse lui in tono divertito. Lo guardai stortocon aria divertita, sapevo che stava scherzando. Ma in effetti non aveva tuttii torti, ultimamente faceva veramente di tutto per accontentarmi, avrei volutoricambiare il favore in un qualche modo, mi sarei fatta venire in mente qualcosa.
«Come se non ti amassi già» gli dissi guardandolo con occhi quasi sognanti.Caleb sorrise e mi prese per i fianchi, eravamo in un centro commerciale nonavevo voglia di dare spettacolo, ma quando si trattava di lui non potevo dire dino. Fortunatamente quel giorno non c'era molta gente, per lo più adulti che facevano spese, niente ragazzine, Caleb stava passando abbastanza inosservato. Luimi baciò riportandomi alla realtà, la sua bocca era calda, le sue mani mi tenevanosalda per i fianchi, il nostro momento però fu interrotto.
«Maddy che ci fai qui?» mi chiese una voce famigliare. Era Charlie il mio exragazzo delle medie che aveva scelto il momento sbagliato per sbucare fuori.Io e Caleb ci staccammo. Notai che il mio ragazzo lo stava fulminando con losguardo, ma Charlie non lo guardava nemmeno era troppo concentrato su di me.
«Charlie che piacere vederti! Sono qui per il compleanno di mia sorella che saràdomani» dissi cercando di ricordare che cosa mi aveva chiesto. Il suo sguardo siilluminò, speravo che mia madre non avesse invitato anche lui, ma la mia speranza svanì pochi secondi dopo.
«Si ho saputo, sono stato invitato da tua madre» mi informò con un sorriso.Sentivo lo sguardo di Caleb su di me, era un momento al dir poco imbarazzante,vi lascio immaginare.
«Bene mi fa piacere... comunque questo è il mio ragazzo, Caleb» dissi per nonessere maleducata. Charlie l'aveva già capito dato aveva interrotto il nostro bacio, dunque la mia precisazione su chi fosse il ragazzo al mio fianco era scontata.
«Piacere io sono Charlie» disse porgendogli la mano. Caleb tolse le mani dallatasca, lo squadrò da capo a piedi poi gli strinse la mano.«Piacere mio, sono Caleb Graham» disse serio. Che gli era preso? A pelle queidue non si stavano simpatici, non ci voleva un genio per capirlo.
«Mi sembra impossibile che Maddy stia veramente con te» disse poi il mioex ragazzo. Caleb si passò una mano sul ciuffo di capelli scuri e lo fissò ancoraper un po' prima di rispondere. Nello sguardo di Charlie leggevo invidia o nonsaprei che cosa, forse non aveva tutti i torti mia sorella quando mi aveva dettoche secondo lei Charlie era ancora cotto di me. Scacciai quel pensiero dalla testaper concentrarmi sulla conversazione che era in atto tra quei due.
«A si? Come mai?» chiese Caleb in risposta all'affermazione che aveva fattoCharlie.
«Beh tu sei una star mondiale, noi invece persone normali. Solitamente cosedel genere succedono solo nei film» spiegò lui. Caleb lo stava fulminando con losguardo, speravo che non perdesse le staffe, sapevo bene che non era in grado digestire le emozioni, e sapevo ancora meglio che odiava i tipi come Charlie. Miomalgrado però non trovai le parole per interrompere la loro conversazione.
«Si, la nostra storia sembra proprio un film» ammise Caleb ad alta voce. Nonl'aveva mai detto prima d'ora ma alla fine era anche il mio pensiero, mi guardòper un secondo poi tornò sul ragazzo che gli stava davanti.
«In effetti chi se lo sarebbe immaginato» dissi io poco dopo interrompendo illoro gioco di sguardi. Non capivo dove volesse arrivare Charlie, non l'avevo maivisto comportarsi così. Aveva un espressione strana, non mi piacque per niente.
«Ad ogni modo sono felice per voi. Sai, io e Maddy siamo stati fidanzati allemedie» disse poi tornado con la sua attenzione su di me. Vidi Caleb irrigidirsi almio fianco. Maledii mentalmente Charlie, pensavo fossimo amici, invece stavafacendo di tutto per mettermi in difficoltà con il mio ragazzo.
«Tanto, ma tanto tempo fa, è durata veramente pochissimo eravamo piccoli» miaffrettai a dire. Guardai Caleb ma lui stava guardando terra, poi fulminai Charlieche mi sorrise. "Che stronzo" pensai.
«Fidanzati eh» disse poi il mio ragazzo tornando a guardare quello che unavolta consideravo mio amico. Sembrava tranquillo, la tempesta che avevo vistopoco prima nei suoi occhi stava svanendo. Molte volte cercavo di stare a passocon le sue emozioni ma non sempre ci riuscivo, anzi quasi mai a dire la verità.
«Charlie noi dobbiamo andare, abbiamo ancora delle compere da fare per domani. Conosci mia sorella... se non sarà tutto perfetto andrà su tutte le furie» dissi prendendo per mano Caleb. Charlie guardò proprio in quel punto, chissà checosa sperava di ottenere...
«Si figurati, capisco. A domani... Caleb piacere di averti conosciuto, trattamelabene» disse prima di andarsene. Né io né il mio ragazzo rispondemmo, ci limitammo a guardarlo mentre se ne stava andando, io sbuffai, se si fosse trattenutoancora con noi probabilmente mi sarebbero partiti i cinque minuti. Senza direnulla feci dei passi avanti per continuare la nostra ricerca ma Caleb mi tirò indietro per la mano...
«Non scappi così facilmente ragazzina» mi disse guardandomi negli occhi.Alzai gli occhi al cielo, speravo che non si fosse ingelosito per colpa di queldeficiente.
«Non sto scappando, è stata una conversazione imbarazzante» dissi io con tuttala sincerità che possedevo. Non era stato un bel momento, non mi ero mai sentitacosì agiata.
«Insomma... quello era sul serio il tuo ragazzo delle medie?» mi chiese conuna vena di divertimento nella voce. Lo stava palesemente prendendo in giro, ineffetti vederli vicini mi aveva fatto strano, non avevano nulla in comune.
«Si, ma non era nulla di importante, è durata poche settimane» dissi io sminuendo la cosa. Caleb mi squadrò io lo guardai come per dirgli "credimi".
«Certo che avevi proprio dei gusti di merda all'epoca, fortuna che sono arrivatoio» disse poi divertito. Ah era lì che voleva arrivare... io trattenni una risata allasua affermazione, era veramente impossibile.
«Ma smettila, non è poi così male» gli dissi dandogli una pacca sulla spalla, masapevo meglio di chiunque altro che un paragone tra loro due non si poteva fare.Caleb era tutto un altro modo, in tutti i sensi, chiunque se ne sarebbe accorto.
«Scusa vorresti dire che io non sono meglio di lui?» mi chiese prendendomi peri fianchi. Probabilmente la gente che ci passava di fianco di tanto in tanto pensavache fossimo impazziti, di solito conversazioni del genere non si facevano in uncentro commerciale.
«Che c'è Super Star? Sei geloso?» gli chiesi io divertita. Sapevo bene che Calebera geloso anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.
«Mi piacerebbe dirti di no solo per non darti soddisfazione, invece devo ammettere che sono molto geloso» ammise per la prima volta da quando stavamoinsieme, in realtà forse era la seconda. Ad ogni modo, le sue parole mi feceropiacere.
«Non hai motivo di esserlo, credimi... ora però andiamo abbiamo già persotroppo tempo» gli dissi trascinandolo con me. Avevamo molte spese da fare,un'ora era volata in chiacchiere.
Caleb
Dopo aver comprato tutto quello che mancava per la festa di Hope tornammo acasa di Maddy. Durante il viaggio in macchina non parlammo molto, Maddy erarilassata sul sedile a canticchiare le canzoni che passavano alla radio, io inveceavevo mille pensieri che mi frullavano per la testa, l'incontro con il suo "ex"ragazzo era stato al dir poco spiacevole, non mancava molto che perdessi le staffeper colpa di quel Charlie, così si chiamava. Era un vero cretino mi erano bastatipochi secondi per inquadrarlo, non ero geloso di lui ma del modo in cui guardavala mia ragazza, Maddy probabilmente non si era resa conto che quel ragazzo eraancora perso per lei. Avevo deciso di accantonare i miei pensieri e di non darcitroppo peso, in fin dei conti sapevo che Maddy amava me e non lui, di questo neero certo, speravo solo che il coglione non rompesse le palle anche alla festa.
Arrivati a casa aiutai Maddy con le borse.
«Mamma siamo a casa!» disse ad alta voce. Kelly uscì poco dopo dalla cucina,probabilmente aveva cucinato qualcosa perché si sentiva un profumino veramente delizioso.
«Pensavo vi foste persi, dove sono le bibite?» disse guardando le buste che avevamo poggiato per terra, probabilmente pensava che ce le fossimo dimenticate,invece erano in macchina, non doveva preoccuparsi.
«Sono in macchina, adesso con calma mi arrangio io a portarle dentro» le dissi per tranquillizzarla. Lei mi sorrise, Kelly mi stava veramente simpatica, eraproprio così che immaginavo Maddy quando avrebbe avuto quell'età, erano duegocce d'acqua quelle due.
«Cal, io vado a farmi una doccia» mi disse la mia ragazza poggiandomi unamano sul braccio, avrei voluto seguirla volentieri, ma non volevo risultare maleducato agli occhi di Kelly che era sempre stata gentile e disponibile con me inquei giorni che eravamo stati lì.
«Vai tranquilla, io e tua madre ce la caveremo» dissi a Maddy facendole l'occhiolino. Lei sorrise poi guardò sua madre.
«Ne sono certa» ci disse prima di salire le scale.Io e Kelly rimanemmo da soli, era la prima volta che stavo da solo con la madredella mia ragazza, speravo che non mi facesse romanzine o cose del genere, manon mi sembrava il tipo, dunque mi rilassai.
«Kelly dove volevi mettere le bibite?» le chiesi guardandomi in giro. Lei fece lostesso, poi guardò il frigo che stava in cucina.
«Pensavo di metterne alcune in frigo, quelle che ci stanno e il resto in ripostiglio, tu che dici?» mi disse, poi chiese il mio consiglio.
«Si, mi sembra perfetto, le porto dentro» dissi avviandomi verso la porta.
«Grazie!» mi disse Kelly. Mi voltai per sorriderle poi uscii dalla porta e miavviai alla mia macchina per prendere le bottiglie che avevamo comprato. Portaitutto dentro e in meno di dieci minuti sistemammo tutto. La maggior parte dellebibite le avevamo fatte stare in frigo, le altre nel ripostiglio come voleva la mamma della mia ragazza.
«E anche questa è fatta, domani mattina basterà solo sistemare i palloncini e ifestoni. La torta arriverà durante la festa» disse la madre di Maddy in tono soddisfatto. Era tutto pronto, avevamo fatto un ottimo lavoro ed ero stato ben felicedi partecipare seppur non fossi un amante delle feste.
«A tredici anni probabilmente sarei impazzito dalla gioia se qualcuno mi avesseorganizzato una festa del genere» dissi sedendomi in divano. Kelly fece lo stessoe mi guardò stupita dalla mia affermazione.
«Come festeggiavi i compleanni quando eri più piccolo? Sempre se posso sapere» mi chiese in tono gentile. La guardai sorridendo, solitamente non mi piacevaparlare di certi argomenti, non mi piaceva parlare di me in generale, ma con leinon so perché mi sentivo libero di esprimermi senza la paura di essere giudicato.
«In realtà non c'è molto da raccontare... mamma e papà erano sempre in giroper lavoro. Da piccolo piccolo festeggiavo con la baby-sitter, mentre le volte chei miei erano a casa, il che non capitava spesso, mi portavano a cena fuori. Nonho mai avuto una vera e propria festa di compleanno... ed è anche per questo checon il passare degli anni le feste mi sono piaciute sempre meno. Con il lavoro chefaccio devo partecipare a molti eventi e feste durante l'anno, se non fosse per ilmio agente che mi obbliga ad andarci, me ne starei volentieri a casa mia» spiegaiin tono tranquillo. Kelly mi ascoltò e mi lasciò finire di parlare senza interrompermi o fare ulteriori domande, apprezzavo il fatto che sapesse ascoltare.
«Capisco... sai anche Maddy non è un amante delle feste, almeno non negliultimi anni. Da quando abbiamo perso suo padre non ha più voluto festeggiarenemmeno il suo compleanno, se non fosse per Alyssa e Jade che negli ultimitempi la portano alle feste se ne starebbe anche lei chiusa in casa, in questo sietemolto simili» mi spiegò lei. Dalle sue parole capii che prima della morte di suopadre, Maddy non odiasse così tanto le feste. Solo in quel momento mi resi contoche non avevo mai affrontato seriamente il discorso con lei e per un momento misentii in colpa.
«Sapevo che Maddy non era amante delle feste come me, ma non ne sapevo ilmotivo. Non parla molto di suo padre, o forse ho sbagliato io a non chiederle mainulla a riguardo» dissi pensieroso. Kelly sorrise con fare rassicurante.«Maddy ha sofferto molto, l'abbiamo perso velocemente in un modo che non cisi aspetta mai. Certe cose non sono semplici da spiegare e tanto meno da raccontare. Conoscendo mia figlia sono sicura che quando se la sentirà te ne parlerà...so solo che la vedo molto felice in questo periodo e credo sia grazie a te» mi dissepoggiandomi una mano sul braccio. Era la prima volta che riuscivo a mettermia nudo con un persona che non conoscevo più grande di me. L'unica con cui misentivo tranquillo era Maddy, ora si era aggiunta anche Kelly, avrei tanto volutoche mia mamma fosse come lei, invece era l'esatto opposto.
«Non nego che ho sbagliato con Maddy, soprattutto agli inizi, ma vedendo ilrapporto che avete credo che tu lo sappia già... ad ogni modo io sto dando ilmeglio di me per dimostrarle che la amo» scelsi bene le parole da usare, ma allafine decisi di dire soltanto la verità. Dallo sguardo di Kelly capii che lei sapevaabbastanza sull'argomento, probabilmente Maddy era un libro aperto con lei.
«Si, so abbastanza... ti svelo un segreto ma che rimanga tra di noi. La sera cheti sei presentato al suo appartamento, quando ha deciso di farti entrare, credo diaverle dato io la spinta. Ricordo che mi scrisse perché non sapeva che cosa farecon te e io le ho detto che doveva seguire il cuore e per fortuna lei mi ha ascoltato» mi confessò. Prima di parlare Kelly si era guardata intorno per assicurarsiche sua figlia non fosse lì. Ascoltare quelle parole mi fece piacere, sua madrel'aveva convinta a perdonarmi per ciò che avevo fatto, era una grande, non l'avreimai ringraziata abbastanza.
«Penso che altre madri avrebbero detto semplicemente di lasciarmi fuori e nonfarmi entrare in casa...» dissi più a me stesso che a lei. Prima che Kelly potessedarmi una risposta, sentimmo dei passi venire verso di noi, Maddy ci avevaraggiunti.
«Interrompo qualcosa?» chiese sedendosi sulle mie gambe, io le misi le bracciaintorno alla vita. Sua madre ci guardò con un sorriso amorevole.
«No tesoro, io e Cal stavamo facendo due chiacchiere, non è vero?» mi chieseKelly guardandomi. Avevo promesso che la conversazione sarebbe rimasta tra dinoi e così avrei fatto, una promessa era una promessa.
«Si ragazzina, io e tua madre stavamo spettegolando su di te» dissi divertito.Maddy si voltò lievemente verso di me poi guardò Kelly.
«Davvero?» chiese insospettita dalle mie parole. Ma in realtà io stavo semplicemente scherzando, mi divertivo a prenderla in giro.
«No, abbiamo parlato di cose molto più interessanti» dissi poi per farla arrabbiare ancora di più. La ragazzina mi fulminò con lo sguardo cercando di stareseria, ma non era molto brava a fingere come ho già detto.
«Si, esatto» disse Kelly alzandosi dal divano, ci lasciò soli.
«E posso sapere l'argomento della vostra conversazione?» mi chiese Maddyin tono curioso. Sapevo che avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere di che cosaavevo parlato con sua madre, ma non avrei ceduto.
«No, è un segreto che non scoprirai mai» le dissi dandole un bacio, lei poi miguardò negli occhi.«Siete perfidi!» disse in tono alto per farsi sentire anche da sua madre. Mi parvedi sentire la lieve risata di Kelly in lontananza e sorrisi tra me e me, era veramente una donna meravigliosa, Maddy era fortunata ad averla.
Maddy
Un'altra giornata era passata, il giorno seguente sarebbe stato importante e finalmente avrei rivisto mia sorella. Non vedevo l'ora di farle gli auguri. Quella serastavo in camera di mia madre con Caleb ed ero davanti allo specchio a struccarmi.Mamma aveva insistito perché io e Caleb stessimo nella camera matrimoniale,probabilmente ci aveva visto lungo, sapeva qualcosa, anche se io dovevo ancoradirle che io e Claleb andavamo a letto insieme.
«Mi dispiace che tua madre debba dormire nella tua stanza» disse il mio ragazzo guardandomi da disteso. Caleb si era già messo a letto, indossava solo unpaio di boxer neri ed era sexy da moire, io invece avevo optato per una canottierae dei pantaloncini corti. Mi voltai verso di lui una volta finito di struccarmi. Daquando uscivo con Caleb mettevo sempre un po' di trucco perché non volevofarlo sfigurare.
«Le avevo detto di stare qui, ma lei non ha voluto. Ogni sua decisione è unordine, non si può discutere» dissi sedendomi sul letto. Caleb non si spostò dallasua posizione, si limitò a mettersi un braccio dietro alla testa.«In effetti non mi dispiace per niente dormire con te» mi disse passandosi lalingua sulle labbra, sapevo dove voleva arrivare. Non so perché ma l'istinto midisse di mettermi a cavalcioni sopra di lui, i suoi occhi mi stavano guardando condesiderio. Superata la sorpresa, per l'inaspettato gesto, Caleb mi mise le mani suifianchi.
«Già nemmeno a me, ma stasera non ho sonno» gli dissi. Il mio ragazzo miguardò divertito.«Io invece sono stanco morto» mi disse facendo finta di sbadigliare. Lo guardaicon la testa inclinata di lato, poi gli passai una mano sugli addominali. "Maddyche vuoi fare?" mi chiese il mio inconscio, ma io non gli diedi retta.
«Sul serio?» gli chiesi non credendo alle sue parole. Caleb alzò la schiena permettersi seduto, mi aggrappai al suo collo per non cadere.
«No, ti sto prendendo in giro ragazzina» mi disse buttandomi sul materasso.Tirai un urletto per la sorpresa, iniziò a farmi il solletico e io risi come una pazza,sapeva che non lo sopportavo.
«Ragazzina abbassa la voce, non vorrei che tua madre pensasse male» mi dissemettendomi una mano davanti alla bocca. Trattenni una risata, speravo che nonci sentisse. Trovata un po' di lucidità scostai la mano di Caleb per parlare.
«Mia madre lo sa che noi insomma...» cercai di spiegargli. In realtà non ne erocerta dell'affermazione che avevo fatto, ma la cosa era molto probabile.
«Sa che scopiamo?» concluse Caleb al posto mio. Strabuzzai gli occhi per lasemplicità con cui parlava di certi argomenti e mi misi seduta a gambe incrociatesul letto.
«Credo di si, io in realtà non ho ancora trovato il modo di dirglielo ma conoscendola lo sa già» dissi pensierosa. Caleb mi prese la mano.
«Ragazzina è una cosa normale, sarebbe preoccupante se non lo facessimo»disse divertito. In tutta onestà la pensavo allo stesso modo.
«Lo credo anche io» gli dissi guardandolo. Parlare con Caleb su quegli argomenti mi faceva provare delle cose in posti strani, vi lascio immaginare. Mirimisi a cavalcioni su di lui come avevo fatto poco prima, Caleb mi guardò consguardo carico di aspettativa. "Maddy non sai quello che fai" mi ricordò la miaparte razionale, cercai per quanto mi fu possibile di zittirla. Senza ulteriori indugi lo baciai, sentii Caleb inspirare appena le nostre bocche entrarono in contatto.Mi voleva come io volevo lui. Mi posò le mani sui fianchi, io invece gli misi lebraccia al collo. Non sapevo bene che cosa fare era la prima volta che mi trovavo sopra di lui, solitamente accadeva il contrario. Presi l'iniziativa e cominciaia muovere il bacino, lo sentii sospirare. In tutta la mia "ingenuità" speravo diriuscire a farlo eccitare... mi mossi ancora, Caleb strinse di più i miei fianchi eaccompagnò i miei movimenti. Sentivo l'erezione premere sulla mia intimità,c'erano solo i vestiti a dividerci.
«Ragazzina se stai cercando di farmi eccitare, beh ci stai riuscendo» mi dissestaccandosi da me, poi mi guardò il seno coperto solamente dalla canottiera.
«Ti ecciti per così poco?» chiesi io continuando a muovermi su di lui. Caleb mifece scorrere una mano sotto la canottiera, il suo tocco era così lieve che mi fecepercorrere un brivido lungo la schiena, lo guardai negli occhi.
«Questo a te sembra poco?» mi disse con fiato corto.
«Shh» gli dissi baciandolo, lo sentii ridere lievemente. Da quando stavo con luiavevo imparato a sedurlo come faceva lui con me, avevo scoperto delle sensazioni che non riuscivo nemmeno ad immaginare prima. Dopo essere stata con Calebsapevo che nessuno mi avrebbe mai fatta stare come mi faceva stare lui, avevamouna marcia in più quando stavamo insieme.
«Lo vuoi fare?» mi chiese dopo qualche minuto sulle labbra, io per tutta risposta annuii.
«Voglio sentirtelo dire, non devi vergognarti con me» mi disse staccandosi da me e bloccandomi i fianchi. Io lo guardai negli occhi con sguardo contrariato, poicercai di liberarmi della mia razionalità.
«Voglio farlo» dissi sicura di ciò che volevo. Caleb sorrise con sguardo malizioso. Proprio in quel momento capii che ero diventata completamente un'altrapersona da quando l'avevo conosciuto.
«Hai chiuso la porta?» mi chiese poi. "Ovvio che si" pensai. Non sapevo comesarebbe finita la serata ma l'avevo immaginato dunque avevo preso le giusteprecauzioni.
«Chiusa a chiave» gli dissi in un sussurro. Lui mi guardò per quella che sembròun'eternità.
«Vuoi provare a stare sopra?» mi chiese con voce roca. Stavo già sopra di lui,ma non l'avevo mai fatto così dunque non sapevo bene che cosa avrei dovuto fare.
«Io non...» dissi in imbarazzo, mi rendevo conto che non avevo alcuna esperienza a parte quella fatta con lui.
«Segui l'istinto» mi disse sfilandomi la canottiera, poi la gettò a terra.
Ci spogliammo prima con gli occhi poi con le mani. Ogni volta era come se fossela prima, scoprivo sempre qualcosa di nuovo, probabilmente per lui non era cosìdato che era un esperto in materia.
«Sei perfetta» mi sussurrò passandomi una mano sulla schiena, la sua mano eracosì calda... Caleb era seduto con la schiena poggiata sulla testiera, io sopra di luicome poco prima con la sola differenza che non c'erano più i vestiti a dividerci.
«Ora dovresti...» mi disse guardando l'erezione. Mi sentii veramente una stupida in quel momento... presi la sua erezione e la avvicinai alla mia intimità luimi guardò tenendomi per i fianchi. Lo feci scivolare lentamente dentro di me.Provai una sensazione strana, non sentivo più dolore come la prima volta, masolo piacere. Non mi mossi, cercai solo di abituarmi alla nuova posizione.
«Si così... ora decidi tu l'andatura» mi disse Caleb. Mi resi conto di avere ilpieno controllo, cosa che mi spaventava ma mi eccitava al tempo stesso.
«Cal... è strano» gli dissi ciò che sentivo in quel momento. Lui mi afferrò ifianchi con più forza facendomi muovere un po'.
«Prova a muoverti» mi disse. Lo ascoltai, cercai di muovermi lentamente poi,aumentai il ritmo. Caleb accompagnava ogni mio movimento tenendo le manisalde sui miei fianchi.
«Dio ragazzina» disse in un sussurro. Cercai di non fare troppo rumore, volevoevitare che mia madre ci sentisse.
«Oh... Cal» dissi aumentando il ritmo. Ci baciammo, entrambi avevamo il fiatocorto e il battito accelerato.
«Cazzo» imprecò guardandomi. Venimmo nello stesso momento.
Dopo aver ripreso fiato mi scostai da Caleb e mi infilai le mutande, lui fece lostesso.
«Wow ragazzina, stai imparando bene» mi disse guardandomi soddisfatto. Adirla tutta era merito suo.
«Tutto grazie a te... come è stato?» gli chiesi pensierosa. Volevo sapere se avevaprovato lo stesso piacere che avevo provato io.
«Di solito preferisco stare sopra ma con te starei sotto tutta la vita» mi dissesincero. Dalle sue parole capii che avevo fatto un buon lavoro.
«Allora sono proprio brava» dissi distendendomi di fianco a lui, il mio tono eradivertito.
«Si lo sei... ti amo ragazzina» mi disse baciandomi, io ricambiai.
«Anche io Super Star» dissi sulle sue labbra. Caleb sorrise poi tornò a baciarmi.Ci addormentammo poco dopo. Ero felice, speravo che tutta quella felicità nonmi venisse mai portata via.
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