CAPITOLO 33
Capitolo 33
Maddy
Il tempo di prepararci per l'Homecoming e le ore erano volate. Alyssa era la piùagitata quella sera, avevo dovuto truccarla tre volte prima che il make-up venissebene dato che non riusciva a stare ferma. Fortunatamente però ce l'avevamofatta. I vestiti che indossavamo erano bellissimi. Alyssa portava un abito al ginocchio con un'ampia gonna di raso di colore rosa cipria, le calzava a pennello.Jade invece portava un tubino nero con le maniche in macramè, molto soft ma adeffetto. Io invece avevo optato per un vestito che arrivava poco sopra al ginocchio con una meravigliosa gonna di tulle bianco e il corsetto con la scollatura acuore composto da brillantini argentati. Più mi guardavo allo specchio e più erofiera della mia scelta.
«Datemi l'ora» disse Alyssa uscendo dal suo bagno privato. La guardai divertita intenta ad allacciarmi il laccetto delle scarpe. Jade che aveva le mani libere,prese il suo cellulare per guardare l'orario.
«Sono le otto meno venti» ci informò. La faccia di Alyssa si rilassò un po', a meinvece stava salendo il nervoso, avrei voluto lanciare le scarpe con il maledettogancio fuori dalla finestra.«Invece di pensare all'orario aiutatemi con questo laccetto infernale» dissi ioesausta buttandomi di schiena sul letto con i piedi a penzolone. Sentii Jade ridere.
«Arrivo!» mi disse alzandosi dallo sgabello su cui era seduta. Nel mentre Alyssa stava camminando su e giù per la sua stanza.
«Mi sta salendo l'ansia vi avviso» ci disse poi bloccandosi di fronte al letto. Laguardai alzandomi sui gomiti, Jade invece era troppo indaffarata con le mie scarpe per darle retta. Sapevo perché era così nervosa, il motivo era che a prendercisarebbe venuto Mark.
«Stai calma, ormai dovresti essere abituata ad avere Mark tra i piedi» le dissiper cercare di tranquillizzarla, ma il mio tentativo fallì, la mia affermazione nonfece nessun effetto su di lei tanto che ricominciò a camminare come se stessesfilando su una passerella infinita.
«Infatti, Maddy ha ragione, ormai ci parliamo quotidianamente con lui, staitranquilla» le disse Jade alzando la testa nella sua direzione. Alyssa non diede una risposta né a me né a Jade. Stava ragionando, era evidente.
«Ma dite che dovrei dirgli che mi interessa?» ci chiese poi come se avesseavuto un illuminazione divina. Mi fece piacere la sua domanda, la risposta eraassolutamente si.
«A mio parere si, non c'è nulla di male nel fare il primo passo» le consigliaisedendomi composta sul letto. Jade nel mentre non era ancora riuscita ad allacciarmi le scarpe dunque cercai di tenere le gambe ferme.
«Secondo me devi farti corteggiare invece di dichiararti» le consigliò Jade, lafulminai con lo sguardo. Ma che stava dicendo? Se faceva come diceva lei Alyssanon sarebbe andata da nessuna parte. Alzai gli occhi al cielo sperando che la miaamica desse retta al mio consiglio.
«La tua non mi sembra una grande idea Jade... Maddy ma tu come hai fatto conCaleb?» mi chiese curiosa. La sua domanda mi spiazzò per un breve secondo. Apensarci bene in realtà non avevo fatto nulla per far avvicinare Caleb a me, anziavevo cercato di fare tutto il possibile perché lui mi stesse lontano, al ricordosorrisi.
«Come ho fatto a fare che cosa?» le chiesi io non sapendo dare risposta alla suadomanda. Alyssa ci ragionò su per qualche secondo.
«Come hai fatto a prendertelo?» domandò d'un fiato. Jade in quel momentosi alzò in piedi, guardai le scarpe ed erano perfettamente allacciate. "Grazie alcielo" pensai.
«Agganciato» mi disse Jade riferendosi al laccetto che non riuscivo a bloccare.
«Grazie tesoro, comunque Aly io non me lo sono preso in realtà, fin dall'iniziomi ha cercata lui, io ho solo seguito il cuore» ringraziai Jade che mi buttò unbacio volante e poi dissi la verità ad Alyssa. Lei mi guardò negli occhi, non capiiil suo sguardo.
«Seguire il cuore... lo terrò a mente» disse poi tirando fuori le sue scarpe dallascatola. Forse aveva capito che cosa voleva fare, io non le dissi altro, mi alzai dalletto e mi stirai la gonna del vestito con le mani.
«Hai voglia di farmi qualche onda in più sui capelli?» mi chiese Jade tenendoil ferro per capelli in mano. Le avevo chiesto mille volte se ne voleva di più e miaveva sempre risposto di no, la fulminai con lo sguardo.
«Certo che hai un tempismo perfetto, mi sono appena messa le scarpe!» le dissiindicandomi i piedi. Il tacco a spillo era scomodissimo, non sarei durata più didue ore con quelle addosso. Jade mi guardò supplicante sbattendo le ciglia lunghe.
«Ti prego?» mi chiese in tono implorante. Sbuffai, non avrebbe accettato unno come risposta. Guardai l'orario sul mio cellulare, mancava poco all'arrivo diMark, se non ci sbrigavamo avremmo fatto di sicuro ritardo.
«Attacca il ferro tra cinque minuti dobbiamo scendere, tik tak il tempo scorre»le dissi mostrandole l'orario. Senza farselo ripetere due volte Jade andò ad attaccare la piastra e la mise sull'impostazione con il calore più alto. Alyssa invece siavviò di nuovo verso il bagno, non ne voleva sapere di stare ferma. Le invidiavoil fatto che avesse il bagno in camera, l'avrei voluto anche io.
«Le donne si devono far attendere» disse guardandosi allo specchio, aveva vistotroppi film per credere in quelle cose.
«Nei film che vedi forse, nella realtà se arrivi in ritardo ti mandano al diavolo»tentai di spiegarle stando concentrata sui capelli di Jade. Cercai di creare piùonde in modo da far diventare la sua chioma rosa più voluminosa.
«Mark non mi manderebbe mai al diavolo» replicò Alyssa convinta, poi sispruzzò venti litri di profumo. Io sorrisi e scossi la testa, non si schiodava maidalle sue convinzioni.
«Ne sei così convinta?» le chiese in tono provocatorio Jade. A quella domandaAlyssa uscì dal bagno e la guardò male.
«Jade smettila! Comunque Caleb ti ha più risposto?» mi chiese con aria curiosa.Mi ero completamente scordata della foto e del titolo provocatorio che avevanomesso in quel sito, non ci avevo dato più di tanta importanza. Se Caleb non miaveva chiamata significava che nemmeno lui era tanto preoccupato.
«Non ho più controllato, non mi sto preoccupando più di tanto, alla fine è solouna foto» dissi io tranquilla. Cosa poteva capitare di male a causa di una foto?
«Aia sta attenta!» urlò Jade, non mi accorsi di averla scottata con il ferro, nonera stata colpa mia ma sua perché non si decideva a stare ferma con quella testa.
«Se stai ferma con la testa magari non ti scotto» le dissi guardandola attraversolo specchio, lei mise il broncio.
Ci avevo messo sicuramente più di cinque minuti a sistemare Jade. Alyssa daqualche minuto era di vedetta alla finestra per accertarsi che Mark stesse arrivando.
«Ragazze è qui! Vedo la sua macchina» ci avvisò elettrizzata, poi tirò le tendeper non farsi vedere. Ai miei occhi sembrava una ragazzina al suo primo appuntamento.
«Allora muoviamoci» dissi io prendendo la borsetta abbinata al vestito. Alyssafece lo stesso e si assicurò di aver preso le chiavi di casa. Ci avviammo verso laporta per scendere la scale.
«Devo mettermi le scarpe, un attimo!» disse Jade sedendosi sul letto e con tuttala calma del mondo si mise le scarpe.
«Datti una mossa» le disse Alyssa battendo i tacchi sul pavimento, adoravoquel suono. Jade la guardò alzandosi dal letto e prendendo la sua borsa.
«Venti minuti fa hai detto che le donne si fanno aspettare o sbaglio?» le chiesecon un sorrisino insolente. Alzai gli occhi al cielo, quelle due sceglievano semprei momenti peggiori per litigare.«Non iniziate, Jade ci sei?» chiesi io alla mia amica, lei si guardò intorno comese stesse cercando qualcosa, poi trovò il cellulare e lo mise in borsa.
«Si, si andiamo» disse chiudendo la porta della stanza di Alyssa. Le scale divetro non aiutarono la nostra discesa.
«Vediamo di arrivare al piano di sotto senza ammazzarci» disse Alyssa guardandoci e scendendo i gradini. Se non avesse guardato avanti sarebbe stata lei afare un bel volo dalle scale.
«Guarda avanti se no la prima a cadere sarai tu» dissi io guardandola seria, leismise di guardarmi e continuò a scendere le scale.
«Certo che sei proprio simpatica!» mi disse una volta arrivate in salotto.
«Lo so grazie» le dissi io divertita con un sorriso. Fortunatamente eravamoarrivate al portone di casa senza inciampare a terra, io ero abituata a stare suitacchi, grazie ai servizi fotografici, mentre le mie amiche no. Uscimmo dallaporta e Mark stava lì ad aspettarci. Era molto elegante, stava proprio bene vestitodi tutto punto. Dopo averci ammirate ci venne incontro e si fermò ai piedi deigradini che dovevamo scendere. Ci mancavano pure i gradini esterni da fare.
«Wow, buonasera ragazze!» ci salutò guardandoci nuovamente una ad una. Dovevamo essere proprio belle perché rimase senza parole.
«Ciao Mark!» lo salutò Alyssa schiarendosi la voce. Cercai di guardare la facciadi Mark alla ricerca di qualche segnale da parte sua, ma ci stava guardando tuttee tre allo stesso modo e non riuscii a capire nulla di nuovo.
«Buonasera!» disse Jade iniziando a scendere i gradini.
«Ehi, che eleganza» salutai Mark che mi fece l'occhiolino, gli sorrisi.
«Aspettate vi do una mano a scendere» disse raggiungendoci. Poi prese Alyssae Jade sotto braccio, a me non aiutò invece. "Bell'amico" pensai.«Io mi arrangio grazie!» dissi facendo la finta offesa.
«Dai tu ci sai stare benissimo sui tacchi» mi ricordò Jade posizionandosi vicinoalla macchina di Mark. Ad un tratto la mia attenzione fu catturata da una figurain ombra che sbucò da dietro l'auto. Quando arrivò sotto la luce riuscii a capiredi chi si trattasse. Le mie amiche guardarono la scena scioccate e io come loro.
«A te ci penso io» disse Caleb con il suo solito tono profondo. Mi stava mangiando con gli occhi e io stavo facendo lo stesso con lui. Era bellissimo, forse piùdel solito. Il suo ciuffo di capelli scuri era perfettamente pettinato, indossava uncompleto elegante di color nero che gli calzava a pennello. Non avevo mai vistoin vita mia niente di così bello.
«Caleb! Ma che ci fai qui?» chiesi io dopo qualche secondo di shock. Scesi gli ultimi due gradini per avvicinarmi a lui. Mark stava sorridendo, probabilmentec'entrava anche lui con quella sorpresa.
«Che dici, sono all'altezza di accompagnarti al Homecoming?» mi chiese "ilmio ragazzo" facendo un passo indietro per farsi ammirare meglio. Lo guardaidalle scarpe fino all'ultima ciocca di capelli, era perfetto, non c'era nulla da dire.Notai che aveva una rosa in mano, ma decisi di non dire nulla.
«Beh Super Star direi che sei perfetto» dissi avvicinandomi di più a lui. Era unodi quei momenti, era il nostro momento e mi sentivo in soggezione con gli occhidelle mie amiche puntati contro.«Ora vomito» disse Jade senza preoccuparsi di abbassare la voce. Voltai la testanella sua direzione e non riuscii a trattenere una risata, anche Caleb la stavaguardando divertito.
«Vuoi stare zitta! Le stai rovinando il momento» la ammonì Alyssa dandole unagomitata sul fianco. Ringraziai mentalmente la mia amica che mi fece l'occhiolino.
«Stavo scherzando» si scusò Jade alzando le mani in segno di resa. Caleb nonera più di fronte a me, si era appoggiato alla macchina con fare annoiato. Loraggiunsi piazzandomi di fronte a lui e gli misi le braccia al collo. Ci guardammonegli occhi per quella che mi sembrò un'eternità.
«Ha voluto venire per forza» disse poi Mark, io sorrisi ma non distolsi lo sguardo da Caleb che in quel momento aveva uno sguardo piuttosto colpevole e allostesso tempo divertito.
«Immagino che non hai trovato il modo di fermarlo» dissi poi a Mark. Una cosache avevo capito del ragazzo che mi stava davanti era che non mollava la presafacilmente.
«No infatti! Ragazze salite in macchina lasciamo i due piccioncini tranquilli»disse poi alle mie amiche che lo guardarono storto. Io e Caleb ci spostammodagli sportelli della macchina.«Peccato... mi sembrava di stare al cinema» disse Jade sbuffando, poi salì inmacchina e chiuse lo sportello. Caleb guardò terra e sorrise, doveva abituarsiall'idea che le mie amiche fossero fatte così.
«Questa è per te» mi disse poi porgendomi una rosa rossa. La guardai emozionata e poi guardai lui. Nessuno mi aveva mai regalato un fiore.
«Cal ma è bellissima... c'è pure un bigliettino» dissi sorpresa prendendola. Laafferrai come se fosse fatta di vetro, come se potesse rompersi. Caleb osservòincuriosito ogni mia singola mossa. Chissà se l'aveva già fatto con altre...
«Leggi» disse riferendosi al bigliettino bianco. Tirai fuori il foglietto dalla bustina e lessi. Non era una frase, non era una lettera, c'erano scritte solo due semplici parole. Il mio cuore mancò un battito.
«"So special..."» lessi ad alta voce. L'ultima volta che ci eravamo visti mi avevadetto che ero "così speciale" e me l'aveva voluto ridire tramite quel bigliettinoche avrei conservato per sempre, qualsiasi cosa fosse successa.
«Non saprei usare parole migliori per descriverti» mi disse a bassa voce tenendo le mani in tasca. Lo studiai per un istante, era palesemente a disagio, ma nondoveva esserlo, aveva fatto un gesto bellissimo. A quel punto gli posai una manosotto il mento e gli feci alzare lo sguardo.«Certo che ci sai fare Super Star» gli dissi guardandolo negli occhi, poi lo baciai. Fu un bacio lento, breve ma intenso, non ne avevo mai abbastanza di lui. Cistaccammo poco dopo per non dare troppo spettacolo.
«Se la serata inizia così non so se riuscirò a tenere a freno i miei istinti» midisse ad un centimetro dalla bocca, io mi morsi involontariamente le labbra, unbrivido mi percorse la schiena.
«Mi dispiace interrompervi ma state dando spettacolo» ci urlò Alyssa affacciandosi dal finestrino. Mi voltai di scatto, mi aveva fatto prendere un colpo.Caleb rise.
«Hai ragione Allison, perdonaci» disse lui prendendomi per mano e ci riavvicinammo alla macchina di Mark.
«Mi chiamo Alyssa comunque» lo corresse la mia amica.
«Giusto... Alyssa» disse lui dispiaciuto di aver sbagliato nome.
«Cal seguimi con la macchina, ci vediamo lì» disse Mark. Grazie a quelle parole intuii che Caleb era venuto fin lì con la sua macchina e per di più senza Red.Come avrebbe fatto a non farsi notare?
«Ti sto dietro, a dopo! Vieni andiamo a prendere la macchina» mi disse portandomi alla sua auto. Guardai le nostre mani intrecciate, poi guardai la rosa chestringevo nell'altra mano.
«Non mi sembra vero che tu sia qui» confessai più a me stessa che a lui. Caleb sifermò e mi squadrò di nuovo, nel suo volto c'era uno sguardo di apprezzamento.Sotto il suo sguardo arrossii.
«Pensavi di andare ad una festa da sola, per di più vestita così?» mi chieseguardando la scollatura a cuore del vestito. Se faceva così quando ero vestitafiguriamoci quando... scacciai quel pensiero dalla mia mente non era il momentodi farsi film mentali.
«Che hai contro il mio vestito?!» chiesi io facendo la finta tonta, lui sorrise poifece un passo verso di me. Ci eravamo bloccati nel vialetto di Alyssa, Mark ciavrebbe mandato al diavolo se non fossimo saliti subito in macchina.
«Non vorrei che qualcuno ti saltasse addosso... sei così attraente» mi disseall'orecchio. Il mio respiro stava accelerando, deglutii.
«Non correre troppo Super Star» dissi con un filo di voce. Caleb si allontanò dal mio orecchio.«Vedremo se ci riuscirò» mi disse facendomi l'occhiolino. Ci sapeva veramentefare, sapeva bene come mandare in tilt il cervello di una ragazza. Dopo pochimetri ci fermammo davanti ad una Ferrari nera. La fissai esterrefatta. Certo chese voleva attirare poco l'attenzione aveva scelto la macchina sbagliata. Mi apriilo sportello del passeggero e senza dire nulla mi misi seduta. Lui salì poco dopo esi mise al volante, accese il motore e seguimmo Mark. La festa si sarebbe tenutanella palestra della River State. Mi sentivo a disagio, non ero preparata a tuttoquello che stava succedendo. Caleb era concentrato sulla strada e mi sembròpensieroso. Chissà a che cosa stava pensando...
Caleb
Dopo il casino che mi aveva piantato Jaxon, decisi di fare l'unica cosa che mivenne in mente. Avevo convinto Mark a portarmi al Homecoming. Solo cosìavrei potuto vedere e parlare con Maddy. Era proprio di fianco a me nella miaauto, se ne stava tranquilla fissando fuori dal finestrino e ogni tanto mi tiravaqualche occhiata di sottecchi. Finsi di essere calmo e tranquillo ma in realtà nonlo ero affatto.
«Ma dimmi un po', come mai questa improvvisata?» mi chiese con tono curioso. Distolsi lo sguardo dalla strada per pochi secondi e la ammirai in tutta la suabellezza.
«Non si vede che ti sto corteggiando?» le chiesi facendo un sorriso. Non stavofacendo tutto quello per arrivare a soddisfare la richiesta di Jaxon, lo facevo soloperché era ciò che desideravo. Io volevo lei.
«Si, ma volevo sentirtelo dire ad alta voce... ma sento che c'è qualcosa che nonmi stai dicendo» mi disse senza distogliere lo sguardo da me. Strinsi i denti. Ineffetti non le avevo detto la verità, non le avevo detto di Jaxon, della foto, ma leinon aveva tirato fuori il discorso e dunque io avevo temporeggiato per quanto mifu possibile.
«Tranquilla ragazzina è tutto apposto» le dissi tenendo gli occhi sulla strada,poi le misi una mano sulla coscia. Maddy fu sorpresa dal mio gesto perché feceun sussulto al mio tocco. Poi però si rilassò e mise la sua mano sopra la mia.
«Mi fido di te» mi disse poi in un sussurro. A quelle parole rabbrividii e strinsidi più il volante. Si fidava di me e io l'unica cosa che stavo facendo era mentirle,o meglio stavo aspettando di spiegarle il tutto per non farla scappare, non avreisopportato la sua assenza nella mia vita.«Credimi che mi fa piacere sentirtelo dire, mai nessuno si è fidato completamente di me» ammisi guardandola. Il suo sguardo era così dolce e puro in quelmomento. Ero un bastardo fortunato, non tutti avevano la fortuna di avere accanto una ragazza del genere, tanto meno noi attori che di solito siamo circondati dapersone false e frivole.
«Come pensi di entrare alla festa?» mi chiese poi cambiando completamentediscorso. In effetti a quello non ci avevo pensato, mi ero anche rifiutato categoricamente di far venire Red con me, a pensarci forse avrei fatto meglio a dargliretta una volta nella vita, invece avevo deciso di fare di testa mia. Speravo chetutto andasse secondo i piani, volevo passare una bella serata con Maddy dapersone normali prima di spiegarle che doveva accettare il fatto di dire pubblicamente che uscivamo, o meglio che stavamo insieme ufficialmente, anche se nonera adeguato dire che stavamo insieme, era troppo presto, a lei serviva tempo eanche a me.
«In che senso?» le chiesi confuso dalla sua domanda. Probabilmente si riferivaal fatto che tutti mi avrebbero riconosciuto.
«Mi spiace ricordartelo ma sei Caleb Graham, ti riconosceranno tutti» mi ricordò. Non aveva tutti i torti, anzi tutto il contrario, aveva perfettamente ragione.Ero consapevole del fatto che avrei potuto creare confusione con la mia presenza,ma per lei ero disposto a sopportare i miei fan insopportabili.
«Correrò questo rischio» le dissi stringendole la coscia. Lei sorrise e si misecomoda sul sedile, non credo mancasse molto per arrivare alla River State.
Dopo aver chiacchierato del più e del meno eravamo arrivati. Parcheggiai la macchina vicino a quella di Mark e scendemmo. Aiutai la ragazzina a reggersi suquei tacchi vertiginosi che portava con tanta disinvoltura, non so come facesse acamminarci sinceramente. Mi guardai intorno, il parcheggio era pieno di auto ditutti i tipi, ma nulla in confronto al mio gioiellino. Non so perché ma per qualchestrano motivo provai una sensazione strana, una sensazione che non mi era deltutto nuova. Anche se apparentemente non sembrava esserci nessuno oltre a noinel parcheggio mi sentii osservato. Maddy se ne accorse perché mi mise unamano sulla schiena e mi guardò con aria interrogativa. Le sorrisi lievemente perfarla rilassare, probabilmente mi stavo solo facendo delle paranoie inutili.
«Cal sei sicuro di volerlo fare?» mi chiese Mark guardandomi negli occhi. Noiriuscivamo a capirci con uno sguardo ed è per quello che mi fece quella domanda,aveva avvertito che c'era qualche cosa che non andava dal mio comportamento.Potevo fingere, mentire a chiunque ma a lui e a Red no.
«Andiamo a questo Homecoming!» dissi mettendomi sul volto il mio sorrisomigliore. Maddy e le sue amiche sorrisero alla mia affermazione mentre Markcontinuò a studiarmi serio. Ci avviammo verso il cancello dell'università.
«Caleb è un vero piacere averti con noi» mi disse Alyssa voltandosi nella miadirezione. Era davvero carina quella ragazza, mi sembrava una bambolina a trattipoteva assomigliare ad una bambola in versione umana.
«Si è vero, ma trattaci bene la nostra amica, se no te la vedrai con noi» fu Jadead avvertirmi. Lei era tutto l'opposto di Alyssa, Jade aveva l'aria di avere le palle.Maddy non assomigliava a nessuna delle due, anzi, forse era un mix perfetto deidue caratteri delle amiche. Io sorrisi ad entrambe, se piacevo a loro era un puntoa mio favore con la ragazzina.
«La tratterò come una principessa lo giuro» dissi io stringendo Maddy al miofianco, lei si appoggiò a me.
«Allungate il passo dai» ci disse Mark. Che fretta aveva? Non capivo. Nonriuscimmo a fare più di due passi che davanti a noi si piazzarono fotografi egiornalisti, Mark si bloccò all'istante, le amiche di Maddy si coprirono gli occhiinfastidite dai flash, Mark si piazzò di fianco a loro per tenerle d'occhio. Io strinsia me Maddy e cercai una via di fuga ma eravamo circondati, ma da dove eranosbucati?
«Caleb una dichiarazione per favore! Chi è questa ragazza?» chiese uno mettendomi il microfono davanti alla faccia. Guardai Maddy che era scioccata da tuttoquello che stava succedendo.«State lontani da lei! Mark dammi una mano a mandarli via» dissi urlando almio migliore amico. Red non c'era e io non potevo cavarmela da solo. Cercai diallontanare i giornalisti, ma non ci fu verso, Maddy si mise dietro di me con lesue amiche.
«Che ci dici Caleb è una delle tue solite conquiste?» mi chiese un giornalistasulla quarantina. Ascoltai le sue parole volgari stringendo i denti, in quel momento non ci vidi più. Sentii Maddy sussultare per l'offesa ricevuta, ma non mivoltai verso di lei ero troppo impegnato a pensare a come spaccare la faccia aquello stronzo.
«Come l'hai chiamata?!» chiesi fermandomi ad un centimetro dalla sua faccia.Il giornalista sorrise divertito. Sorrisi a mia volta poi gli tirai un destro sullamascella e lui cadde a terra con la sua fotocamera. Mi misi sopra di lui e gli tiraiun altro pugno. Il cazzone non reagì.
«Caleb fermo! Andiamocene via» mi disse Maddy cercando di tirarmi per ilbraccio. A quel punto la guardai, avevo il respiro affannato e le nocche insanguinate. Non so come ma trovai la forza di ascoltarla.
«Ragazze salite in macchina subito!» urlò Mark alle amiche di Maddy. Loroerano troppo scioccate dall'accaduto e non si mossero di un centimetro.
«Mark mi sto preoccupando» disse Alyssa portandosi una mano al cuore. Midispiaceva per tutto, non ero preparato a quello, stavo sbagliando di nuovo. Chi poteva avermi fatto una soffiata del genere? I giornalisti si allontanarono un po'da noi, probabilmente avevano paura di fare la stessa fine del loro collega.
«Non vi succederà niente ma andate in macchina» disse il mio migliore amicodando le chiavi ad Alyssa. Guardai Maddy come per dirle di andare con loro malei non era intenzionata a muoversi da lì.
«Mark Ford che ne pensi della nuova ragazza del tuo migliore amico?» chieseuna giornalista. Il mio migliore amico si limitò ad allontanare il microfono dallasua bocca.
«Vieni andiamo alla macchina» mi disse la ragazzina spingendomi per farmimuovere. Le diedi ascolto sul momento, poi però mi tolsi dalla sua presa e camminai di nuovo verso i giornalisti.«Ho una dichiarazione da fare!» dissi quasi urlando. Maddy non mi seguì, masentivo il suo sguardo pungermi la schiena.
«Non fare cazzate!» la sentii urlare. Mi voltai nella sua direzione per guardarlae trovare le parole giuste da dire.
«Signori, questa è la mia ragazza, si chiama Madison Collyn» dissi davanti atutti i paparazzi. Maddy sgranò gli occhi, Mark si passò una mano tra i capellimentre Alyssa e Jade si scambiarono un'occhiata confusa. I giornalisti raggiunsero di corsa Maddy.
«Madison hai qualcosa da dire?» le chiese un ragazzo porgendole il microfono.I flash stavano illuminando i suoi occhi scuri. Lei abbassò lo sguardo non sapendo che cosa dire, mi misi al suo fianco ma lei si scostò. Capii di aver fatto unacazzata.
«Maddy di qualcosa» dissi io quasi implorandola. L'unica cosa che ottenni peròfu il suo sguardo infuriato. Maledii me stesso per ciò che avevo fatto. Maddymi voltò le spalle e si allontanò da me, le sue amiche la seguirono mentre Markrimase fermo dov'era.
«Aspetta dove stai andando?!» le chiesi rincorrendola. Riuscii ad afferrarla perun braccio, lei si voltò e cercò di divincolarsi dalla mia presa.
«La tua ragazza? Non ti è passato per la testa di avvisarmi prima di dire chesono la tua ragazza?!» chiese urlandomi contro. Come potevo darle torto, erasuccesso tutto troppo in fretta.«Cazzo! Hai ragione, posso spiegarti, ti prego vieni via con me» le dissi avvicinandomi a lei. La ragazzina guardò la mia mano che le stringeva il braccio.La lasciai, l'avevo stretta troppo, il suo braccio era rosso. Stavo combinando unacazzata dopo l'altra.
«Caleb dobbiamo andare via da qui, non è il caso di discutere davanti a questiavvoltoi» disse Mark rivolgendosi a tutti noi. Aveva ragione, i giornalisti non ciavevano seguito ma stavano riprendendo tutto, avevano abbastanza materiale da farci un film.
«Andiamo da me, porta anche loro» dissi io riferendomi alle amiche di Maddy.Se venivano anche Alyssa e Jade probabilmente Maddy mi avrebbe lasciato spiegare. La presi per il fianco per farla camminare vicino a me.
«Cammino anche da sola» mi disse secca ma non si spostò.
«Ti spiegherò tutto» le promisi in un sussurro.
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