CAPITOLO 25
Capitolo 25
Caleb
Halloween, la festività che odiavo di più in assoluto era arrivata e come ogni annodovevo partecipare allo stupido party organizzato da alcuni miei colleghi attori.Chi organizzava quelle serate in realtà non l'avevo mai capito, sapevo solo chesta volta avrebbe partecipato anche tutto il cast del nuovo film, compresa Megan.Era lei uno dei motivi per cui non volevo andarci, non avevo voglia di vederla, maJaxon come al solito mi aveva costretto a partecipare. Quella sera anche Maddyavrebbe partecipato ad una festa, una di quelle universitarie. Mi aveva detto chenon aveva assolutamente voglia di andarci, non le piacevano le feste e la capivoperché nemmeno io le sopportavo. Ci sentivamo? Si, dopo l'agguato che le avevofatto sotto casa le avevo chiesto se potevamo scambiarci i numeri come solitamente fanno le persone normali e lei per mia fortuna aveva accettato. A causadei vari impegni sia miei che suoi però non ci sentivamo tantissimo, ma qualchemessaggio al giorno qui e lì si. Era tutto nuovo per me, non ero abituato a quelgenere di cose. Che cosa eravamo? Non ne avevo la più pallida idea, le avevosemplicemente chiesto di ricominciare tutto dall'inizio e di cercare di capirciqualcosa insieme, ma non sapevo darci una definizione.
Ero a casa e dovevo prepararmi per quella noiosissima festa, con me c'era Rede anche Jaxon che non aveva perso l'occasione per rompermi i coglioni prima diandare. Mi teneva in pugno, era chiaro. Non so perché ma mi era passato varievolte di mandare al diavolo tutto e tutti e iniziare una vita normale, ma non potevo, come ho già detto l'unica cosa che mi riusciva bene era recitare e nient'altro.
«Ma è mai possibile che mi devo conciare così?» chiesi frustrato a nessuno iparticolare riferendomi al "costume" che avrei dovuto indossare. Avevo accettato di mascherarmi da Joker, mi sarei colorato i capelli con la bomboletta sprayverde e avrei truccato la faccia. Per l'abbigliamento mi ero imposto per vestirmicome mi pareva. Look total black: chiodo di pelle, maglia nera e pantaloni dijeans neri. Non me ne fregava nulla, già mi sentivo ridicolo a conciarmi così ilvolto, almeno i vestiti dovevano essere normali.
«Amico è Halloween il costume è d'obbligo» disse Red entrando in salotto. Parlava proprio lui, lo stronzo non era stato obbligato a mettersi in maschera.
«Tu sta zitto, sono io quello che si deve dipingere tutta la faccia di bianco e i capelli di verde» dissi mostrandogli la bomboletta spray per i capelli. Red trattenneuna risata, gli avanzava pure di prendermi per il culo.
«Non fare il drammatico, sarai un Joker perfetto» disse Jaxon avvicinandosia noi. "Che ridicolo" pensai. Ogni anno si vestiva da Batman, era peggio di unbambino.
«E tu il Batman più spacca palle della storia» gli dissi avviandomi allo specchioper finire di prepararmi. I vestiti già li avevo addosso, mancavano solo i capellie il trucco.
«Più sexy volevi dire» mi disse il mio agente, dallo specchio lo vidi fare l'occhiolino. Ribadisco era un coglione un totale coglione.
«Jaxon permettimi di dirti che hai proprio l'aria di un ragazzino sta sera» disseRed divertito, lo stava palesemente prendendo per il culo, ma Jaxon non ci fececaso per sua fortuna.
«Ogni tanto mi lascio andare anche io, chissà che sta sera non acchiappo unabella donna» disse allacciandosi il mantello nero. Ma stava scherzando? Che cosaaveva bevuto?
«Ti prego evita questi discorsi» gli dissi io in tono schifato. Jaxon era divorziato, ed era sempre a caccia di donne affascinanti da adulare. "Perché tu no?" michiese la mia testa. Io la zittii senza dare risposta.
«Mi raccomando, sta sera niente cazzate» mi mise in guardia il mio agenteguardandomi attraverso lo specchio. Per tutta risposta sbuffai... ogni volta lesolite raccomandazioni del cazzo.
Avevo finito di prepararmi, alla festa però sarei arrivato dopo Jaxon, quello erail piano. Al mio arrivo dovevo avere tutta la scena per me, una volta sceso dallamacchina i fotografi sarebbero stati sicuramente lì, iniziai a prepararmi psicologicamente. Mi girai verso di loro, Red mi guardò in segno di approvazione, masapevo che dentro di lui stava ridendo di me. Jaxon invece era troppo impegnatoa guardarsi allo specchio per dedicarmi il suo tempo.
«Tu tienimi lontana Megan e tutto andrà per il verso giusto» dissi a Jaxon puntandogli il dito contro. Lui mi guardò per un secondo, non sapendo bene che cosarispondermi, la mia non era una richiesta ma una minaccia bella e buona.
«Cercherò di fare il possibile» disse infine. Era meglio per lui se riusciva atenermela lontana, non volevo avere più niente a che fare con quella puttana.
«Ricordati che ci sono anche io» mi ricordò Red, gli sorrisi e rilassai le spalle.Ero sollevato del fatto che sarebbe venuto anche lui, avrebbe sicuramente evitatoche mi mettessi nei guai
«Guardami le spalle amico» lo implorai. Jaxon alzò gli occhi al celo, odiava chefacessi il drammatico.
«Come tutti i giorni della mia vita» mi rispose Red di rimando. Guardarmi lespalle era il suo lavoro, io al posto suo mi sarei già mandato al diavolo.
«Ci vediamo lì» disse Jaxon tagliando corto.«La strada la conosci, a dopo!» gli dissi io, lui ci fece un cenno con la mano eandò via.
Una volta rimasto solo con la mia guardia del corpo mi buttai in divano, Red sisedette sulla poltrona.
«Lei che fa sta sera?» mi chiese. Da quando avevo conosciuto Maddy si tenevasempre informato su come procedevano le cose, sembrava quasi che avesse paura di qualcosa, ma non capivo di che cosa.
«Va ad una festa universitaria, Mark la terrà d'occhio» dissi io. Avevo chiestoal mio migliore amico di rinunciare alla festa vip per andare a tenere d'occhioMaddy. Stavo esagerato? Probabilmente si, ma volevo che la ragazzina fosse alsicuro e che nessuno la toccasse, mi sentivo protettivo nei suoi confronti.
«Perché è di tua proprietà?» mi chiese Red provocandomi, stava cercando dicapirci di più riguardo il mio comportamento verso quella ragazza.
«Certo che no, voglio solo proteggerla» decisi di dirgli la verità, lui mi guardòin modo strano. Che c'era di tanto assurdo in ciò che avevo detto?
«E lei lo sa?» mi chiese la mia guardia del corpo con tono interrogativo. Macerto che no, non le avevo detto tutto ciò che provavo, o pensavo, non sapevo chetermine usare, non ci stavo capendo nulla.
«Certo che no, non voglio che mi prenda per uno stalker» dissi. Maddy nondoveva sapere che Mark la teneva d'occhio da lontano.
«Non ti capisco sai... vai sotto casa sua, le parli, non la baci, non le dici chevorresti qualcosa in più» disse Red sincero, aveva ragionato ad alta voce di proposito. In effetti non aveva tutti i torti, ero contorto, lo ero sempre stato.
«Le ho chiesto di ricominciare, dall'inizio... se sarà destino le cose accadrannosenza bisogno di programmarle» cercai di tagliare corto. Mi stavo innervosendoperché infondo non sapevo nemmeno io che cosa fare con la ragazzina e per oranon volevo nemmeno pensarci. Mi guadagnai l'espressione divertita di Red, cheaveva ora?!
«Forte questa, colui che non credeva nel destino ora parla proprio di destino»mi prese in giro. Me l'ero meritato, ero solito dargli contro quando parlava didestino, adesso invece...
«Ora ci credo, ci credo eccome» ammisi più a me stesso che a lui. Era andatacosì, dopo aver conosciuto la ragazzina mi ero sentito libero di non indossare la mia solita maschera da stronzo arrogante che usavo di solito. Tutte le ragazze cheavevo conosciuto, frequentato o semplicemente scopato volevano trasformarmiin una persona che non ero, a loro bastava un mio sorriso per cadere ai miei piedi,con Maddy invece il tutto non era stato così immediato. Tutto il contrario, pensomi odiasse all'inizio, poi invece ha saputo leggermi dentro come mai nessunaaveva fatto prima.
«Non fare cazzate, è una brava ragazza, se non hai intenzioni serie lascia perdere» mi disse Red alzandosi dalla poltrona. Era serio e sapevo anche il perché.Prima di stare con Megan per obblighi lavorativi, avevo conosciuto una ragazza,Felicity, un'attrice. All'epoca avevo diciotto anni ero ingenuo e non avevo vogliadi relazioni serie, lei invece si. La feci innamorare di me, da bravo attore qualeero riuscii a portarmela a letto poco dopo. Giuro che provai a far funzionare lecose, ma alla fine la lasciai spezzandole il cuore. Felicity mi implorò di tornarecon lei, ma io non volevo. A causa del dolore che le avevo recato aveva deciso ditrasferirsi lontano da Los Angeles, se ne andò a Londra. Poco dopo scoprii cheera finita sotto psicofarmaci. Da quella volta avevo ripromesso a me stesso di noncombinare altri casini del genere, ma con Maddy non avrei mai fatto una cosacosì, ero cresciuto non ero più un ragazzino immaturo.
«Lo so» riuscii a rispondere. Red sapeva bene che mi aveva fatto tornare inmente quella storia, probabilmente il suo scopo era proprio quello, non volevafarmi ripetere gli errori del passato.«Ora andiamo o faremo tardi, non voglio che Jaxon se la prenda con noi come alsolito» mi disse dandomi una pacca sulla spalla. Le sue parole mi avevano fattoriflettere, ero pronto per qualcosa di serio? Ero veramente pronto per capire checosa mi era successo con Maddy? Ad un tratto la paura di farle del male, di incasinarle la vita mi fece salire un senso di rabbia verso me stesso. Non sapevo checosa significasse amare una persona, non conoscevo l'amore in nessuna delle sueforme, sapevo solo interpretarlo nei film in cui recitavo, ma mai l'avevo provato.Arrivai alla consapevolezza che Maddy si meritava un amore da film, quell'amore che ti consuma, quello passionale e io non ero in grado di dargli tutto questo.Anche se non lo volevo ammettere, in un certo senso la stavo già allontanandoda me.
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