CAPITOLO 21

Capitolo 21

Caleb

Era arrivato il giorno della resa dei conti, quel lunedì doveva uscire la rivista chevedeva in copertina me e la ragazzina. Chissà quale foto hanno scelto tra le tanteche abbiamo scattato, chissà che cosa penserà lei quando la vedrà, chissà se... Imiei pensieri furono interrotti dall'arrivo di Red in salotto, come ho detto in casamia non ero mai solo, con me c'era sempre lui. 

«Oggi dovrebbe uscire la foto sulla rivista» ricordai più a me stesso che a lui.Red sapeva tutto ciò che mi frullava per la testa e mi guardò come a dire "Si, loso". Io in tutta quella situazione mi sentivo un emerito coglione, dovevo tornarein me, non potevo essere così triste per una ragazza che nemmeno conoscevo. Perqualche strano motivo però lo ero, non proprio triste, oserei usare il termine pensieroso... si sicuramente è più adatto. Quella ragazzina insolente mi era entratadentro come mai nessuna, prima di quel momento, aveva fatto. 

«È da sta mattina che controllo la pagina di "Gossip Spy Girl" ma non è uscitoancora nulla» mi informò la mia guardia del corpo. Come ho già detto oltre chelavorare per me era diventato un amico, tanto quanto Mark che era il mio migliore amico fin dai tempi dell'infanzia. 

«Finalmente, quando uscirà i miei problemi si risolveranno. A Gennaio usciràil film e tutto tornerà come prima» dissi sollevato, sembrava che tutto stesseandando per il verso giusto, stentavo a crederci. Megan sarebbe stata messa inombra dalla mia apparizione sul giornale, era la miglior rivincita che potessi desiderare, lei però ora aveva un ragazzo serio... io invece ero rimasto solo. "Megliocosì" mi disse la mia testa. Maddy, era stata solo un bacio, non l'avrei rivista maipiù. La cosa positiva del non essere legato sentimentalmente a qualcuno era chepotevo scoparmi quante ragazze volevo e poi potevo tranquillamente scaricarle."Ma è questo che vuoi veramente?" mi chiese il mio inconscio. Pensai a quelladomanda e anche alla risposta ma non riuscii a darmi una soluzione. 

«Esatto amico proprio così, Megan sarà soltanto un brutto ricordo» mi disseRed in tono quasi spensierato. "Un brutto ricordo" era proprio così, Megan sarebbe stata solo un ricordo. Non volevo più avere niente a che fare con lei, anchese sapevo che prima o poi avremmo dovuto recitare ancora insieme, ma il lavoro è lavoro non potevo farci nulla. 

«Non me la ricordare» dissi scacciando via il suo volto dalla mia testa. Ci eravamo dilungati fin troppo a parlare di lei e dei problemi che mi aveva causato,ma fortunatamente sarebbe finito tutto molto presto.  


Passati svariati minuti dalle mie ultime parole notai che Red mi stava guardandoin modo strano, mise le mani in tasca e abbassò la tesa, che cosa aveva ora? 

«Mi stavo chiedevo...» disse, poi si bloccò, odiavo quando faceva così, mi metteva ansia. A quel punto mi tirai su dal divano e mi misi seduto decentemente,anche se stavo sicuramente meglio disteso. 

«Si?» lo esortai a continuare, lui levò le mani dalla tasca e andò verso la cucinaper prendersi un bicchiere d'acqua. Il suo comportamento mi sembrò perfino piùstrano del solito. 

«No scusami, nulla di importante» disse come se nulla fosse. Sapevo che Redvoleva parlarmi di qualcosa o meglio di qualcuno, ci misi mezzo secondo a capire che il nostro prossimo argomento di discussione sarebbe stata Maddy. Dopoaver preso consapevolezza di ciò, lo raggiunsi. 

«Da quando ti fai problemi a parlare con me?» gli chiesi con tono dispiaciuto.Non volevo che si facesse problemi di quel tipo, non con me che ero sempre statoun libro aperto con lui. 

«Volevo chiederti di Maddy» affermò finalmente poi buttò giù un po' di acqua. 

«Oh Maddy, Maddy perché sei tu Maddy» a parlare fu Mark. "Eccolo il rompicoglioni" dissi a mente. Da quando gli avevo raccontato della ragazzina non faceva altro che prendermi per il culo, la cosa peggiore però era che Mark e Maddyfrequentavano la stessa università. 

«Ma sta zitto!» gli dissi tirandogli un pugno sul braccio, Mark a quel puntofece finta di aver sentito male e corrucciò la faccia in una smorfia di dolore. Eraproprio un coglione, in fin dei conti lo ero anche io, era anche per quello cheeravamo migliori amici, ci capivamo al volo, era sempre stato così. 

«Scusa amico cercavo di sdrammatizzare» disse con tono di scuse alzando lemani in alto in segno di resa.«Io non riderei se fossi in te» lo minacciai avanzando verso di lui di un passo.Per tutta risposta Mark mi guardò con un mezzo sorriso, sapevo che non mi stavaprendendo sul serio. 

«La mia domanda era seria» intervenne Red riportando il discorso a dove l'avevamo interrotto. "Ecco che ci risiamo" pensai passandomi una mano sul ciuffodi capelli, ero frustrato e Red era troppo recidivo per i miei gusti. 

«Maddy? Non l'ho più sentita, lei è stata fin troppo chiara» dissi voltandomiverso di lui. Non so perché ma per qualche strano motivo Red e Mark si scambiarono un'occhiata complice come non avevano mai fatto prima. 

«Amico credimi, giorni fa l'ho incontrata in mensa e quando ha sentito il tuonome ha cambiato faccia, te l'ho già detto» mi disse per la milionesima volta ilmio migliore amico. Mi aveva raccontato che cosa era successo all'università, nelsentire il suo racconto mi stupii per ciò che aveva fatto Maddy alla sua compagnastronza... Nathalie, se non sbaglio si chiama così. La ragazzina era stata grande,mentre Mark mi raccontava io pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto essere in unangolo a godermi la scena. Le ragazze incazzate erano sexy, Maddy lo era già disuo figuriamoci quando era arrabbiata. Cercai di scacciare il suo volto dalla miamente anche se mi riusciva difficile. 

«Questo non c'entra nulla» dissi al mio migliore amico, Mark mi guardò intensamente, ma perché finivo sempre a parlare di lei? Cercavo di levarmela dallatesta ma loro me ne parlavano tutti i santi giorni, begli amici. 

«Non le interessa che sei Caleb Graham e questa è una gran cosa. Fosse stataun'altra ragazza l'avrebbe sbandierato ai quattro venti del servizio, invece è statazitta e l'ha raccontato solo alle sue migliori amiche» cercò di spiegarmi Mark.Ogni volta che Maddy entrava nelle nostre conversazioni quello che i miei amicidicevano lo conoscevo ormai a memoria, sembravano entrambi due dischi rotti.La cosa peggiore però era che io mi convincevo sempre più del fatto che a lei dime non fregasse nulla. 

«È sotto contratto non può parlare, o almeno fino ad oggi» dissi, poi tornai asedermi sul divano, sentii i passi dei miei amici alle mie spalle, si stavano avvicinando lentamente. 

«Secondo me dovresti buttarti, hai detto tu che vi siete baciati e che per te èstato qualcosa di nuovo, di strano» mi consigliò Red, ricordandomi le mie stesse parole. Avevo pensato molte volte di buttarmi, poi però mi chiedevo... "Seidisposto a incasinarti la vita per una ragazza?" era quella la domanda che miero fatto più e più volte e alla quale non avevo mai dato risposta. I miei pensierifurono interrotti dal campanello, era sicuramente il mio agente, Jaxon. 

«Ora zitti, tutti e due. Non una parola sull'argomento» dissi scattando in piedi,poi mi diressi alla porta. Mark e Red fecero finta di cucirsi la bocca con ago efilo.


Fatto un respiro profondo, aprii la porta. Jaxon se ne stava lì fuori nel suo vestitoelegante come se fosse un soldatino. 

«Ciao Cal!» mi salutò allegro, era raro che fosse di buon umore. Quando succedeva parò la cosa andava a mio favore, lo odiavo quando faceva lo stronzo. 

«Finalmente, ti stavo aspettando. Entra!» dissi invitandolo da buon padronedi casa, tutto si poteva dire di me ma non che fossi un cattivo padrone di casa. Chiusa la porta alle mie spalle lo accompagnai in soggiorno. 

«Sarò breve, la rivista è già in tutti i negozi della città, a breve uscirà ancheonline» mi informò il mio agente. 

«E perché non me ne hai portato una copia?» chiesi in tono aggressivo, eroconsapevole del fatto che mi stavo scaldando per nulla, ma Jaxon lo comprese,ero agitato, troppo agitato. Non mi piaceva attendere. 

«Stavo giusto per fartela vedere» disse aprendo la sua valigetta. Jaxon prese larivista in mano. "Eccola lì" pensai. Il mio agente me la porse così che io potessivederla, ma non avevo il coraggio di guardarla. Dopo qualche secondo di indecisione sul da farsi la presi e il mio sguardo fu catturato immediatamente dal suovolto. 

«Ecco a te, non serve fare l'antipatico» mi disse Jaxon richiudendo la valigetta.Non gli risposi perché mi presi dei secondi per ammirare la copertina che vedevacome protagonisti me e Maddy. Eravamo uno di fronte all'altro, i nostri occhi siguardavano intensamente, i nostri nasi si sfioravano, le mie mani sui suoi fianchi.Ricordai che era una delle foto scattate dopo la litigata con il fotografo e dopo ilnostro bacio. Non so per quale motivo ma il mio battito in quel momento accelerò. 

«Wow! Una copertina ad effetto» riuscii a dire, ero a corto di parole. Ero talmente distratto da quella copertina che non mi ero accorto che Red e Mark sierano avvicinati per sbirciare, erano peggio delle ragazze quei due.«Hanno scritto anche un articolo, vai a pagina cinque» mi disse Jaxon. Addirittura un articolo, mi sorpresi sul momento, poi però pensai che dovevo aspettarmelo che sarebbe successo. 

«"Nuova fiamma per Caleb Graham?"» recitai ad alta voce il titolo stampato acaratteri cubitali in alto alla pagina. "Ecco che ci risiamo" imprecai fra me e me.Jaxon probabilmente mi lesse nel pensiero. 

«L'articolo non fa intuire nulla, si parla poco o nulla di Madison, non c'è il suonome. Hanno scritto soprattutto del film» si affrettò a dire cercando di rassicurarmi. Non feci molta attenzione a ciò che aveva detto. Chiusi la rivista e labuttai sopra al tavolino che stava ai piedi del divano. I mie amici la presero percuriosare... non avevo tempo per fare caso a loro. 

«Va bene, se tutto ciò mi tirerà fuori da questo buio va più che bene... Chissà selei l'ha vista...» dissi l'ultima parte della frase in un sussurro. Chissà se Maddyl'aveva già vista, se la doveva ancora vedere. Avrebbe anche lei risentito tutte leemozioni che avevamo provato stando insieme?

Maddy

Stavo aspettando Alyssa e Jade seduta sul muretto fuori dell'università. Anche senon volevo pensarci sapevo che quel giorno sarebbe uscita la rivista per cui avevoscattato le foto con Caleb. Quale foto era stata scelta? Lui l'aveva già vista? Mifeci mille domande e mi diedi zero risposte.«Allora è uscita la rivista?» chiese Alyssa avvicinandosi. Mi aveva fatto prendere uno spavento, doveva smetterla di piombarmi alle spalle in quel modo. 

«Suppongo di si. Nel sito di "Gossip Spy Girl" però non c'è ancora nulla» spiegai alle mie migliori amiche che erano più agitate di me. 

«Vorrà dire che la andremo a compare ora» decise Jade sul momento. Grande!Quella era proprio un'idea geniale... detestai Jade in quell'esatto momento. Avevo paura di vedere la mia foto con Caleb, quella era la sola verità. 

«Andiamo alla macchina, poi prendiamo la rivista e facciamo tappa da Starbucks» disse Alyssa cercando le chiavi della macchina nella sua borsa. La suanon era una domanda bensì un affermazione, che però suonò come un ordine.Io e Jade ci scambiammo un'occhiata divertita. Alyssa era fatta così, quello chediceva era legge. 

«Agli ordini capo» dissi raddrizzando le spalle, la stavo palesemente prendendoin giro e lei lo sapeva bene.«Si signore!» disse Jade facendo il saluto militare. Entrambe ci guadagnammoil terzo dito di Alyssa. 

«Certo che siete proprio cretine» ci offese lei avviandosi alla macchina con lasua camminata infuriata. 

«Ah perché tu no?» le urlai alle spalle, lei si girò e sorrise. Tutte e tre scoppiammo a ridere.Pochi minuti dopo eravamo davanti al negozio in cui vendevano tutte le rivistepiù importanti di gossip, sicuramente ci sarebbe stata anche quella che cercavamo noi. 

«Entrate voi, io sto qui» dissi alle mie amiche. Avevo le braccia incrociate alpetto e battevo nervosamente il piede a terra, dovevo darmi una calmata all'istante. 

«Ah giusto ora sei una celebrità, non vorrei che ti riconoscessero» disse Jadecon voce stupida. Sapevo che stava scherzando, voleva cercare di farmi staretranquilla ma quello non era il momento adatto per fare battute. 

«Ma sta zitta» le dissi secca. Jade si ammutolii. Non volevo fare la stronza mastavo veramente male in quel momento, mi veniva da vomitare, avevo i brividi etutto per che cosa?! Per una stupida foto. Ero una cogliona me ne rendevo conto. 

«Vado io» intervenne Alyssa. Non aspettò nemmeno il nostro cenno di consenso e entrò nel negozio senza aggiungere altro lasciando me e Jade fuori adaspettarla. 

«Stavo scherzando ovviamente» disse Jade in tono di scuse, ma non aveva nulladi cui scusarsi semmai ero io ad aver sbagliato. 

«Lo so non preoccuparti, è che tutta questa situazione mi fa andare fuori di testa» dissi toccandomi la fronte, la mia migliore amica mi scrutò in modo strano.Non volevo fare pena a nessuno dunque cercai di ricompormi e di non far vedereil mio stato d'animo. 

«Non oso immaginare la faccia di Nathalie quando vedrà la copertina» disseJade cambiando completamente discorso. Nathalie... mi ero scordata che tuttiavrebbero visto la rivista e che chiunque all'università facesse un minimo diattenzione alla mia presenza mi avrebbe sicuramente riconosciuta. 

«Non aspetto altro credimi, sarà un altro boccone amaro da buttare giù per lei»dissi in tono fiero vedendo il lato positivo di tutta quella situazione. Ero veramente felice di essermi presa la mia rivincita con quella stronza e me ne sarei presetante altre se ne avessi avuto l'occasione. 

«Mi piace questa "nuova" Maddy sicura di se» mi disse la mia migliore amicacon sguardo fiero. Eh già non ero più debole, non mi facevo più mettere i piedi intesta da nessuno, potevo dire di essere finalmente diventata forte. 

«Ho imparato dalla migliore» le dissi riferendomi a lei e le feci l'occhiolino.Jade nel sentire le mie parole si portò la mano al cuore e fece finta di levarsi unalacrima dagli occhi. Sorrisi, non era in grado di prendere le cose seriamente,trovava sempre il pretesto per ridere e quella era una delle sue migliori qualità. 


Fummo interrotte dal ritorno di Alyssa. "Eccola lì" pensai, guardando le mani diAlyssa che stringevano la rivista in attesa di essere letta. 

«Eccola qui! Maddy devo ammetterlo, sei una strafiga» si complimentò fissandola foto sulla copertina. Io mi tenni a debita distanza per non vedere ciò che stavaguardando Alyssa con tanta adorazione. Jade invece si avvicinò velocemente alei. 

«Fa vedere! Wow ... cazzo ha ragione» disse poco dopo strappandole la rivistadi mano. Guardai l'entusiasmo che entrambe avevano in volto e non capii perchéio fossi così preoccupata e tesa.«Che aspetti? tieni...» mi disse Jade mettendomi la rivista in mano. La ressicome se fosse una bomba ad orologeria. Stavo forse esagerando? Dopo qualchesecondo di indecisione e panico, mi convinsi a guardarla. Scrutai me, poi Caleb.Le mie amiche avevano ragione ero uno schianto, anzi, lo eravamo entrambi. Gliocchi blu di Caleb guardavano i miei, i nostri nasi si sfioravano, le nostre boccheerano così vicine, era una delle foto che avevamo scattato dopo il nostro bacio. Lesue mani erano poggiate sui miei fianchi, nel vederle ricordai quella sensazione.In quel momento qualcosa scattò nella mia testa e capii... ricordai le parole di mia madre. "Tesoro segui il tuo cuore, fai quello che senti, non farti bloccare dalle tuepaure, vivi, vivi come ti va, come ti gira, solo così facendo sarai sempre felice"."Segui il tuo cuore"... ma che cosa voleva il mio cuore? 

«Di qualcosa» mi esortò Jade. Ero rimasta in silenzio per troppo tempo, l'avevofatto di nuovo, mi ero persa tra i miei dubbi e pensieri. 

«Ehm... io...» cercai di formulare una frase di senso compiuto, con scarsorisultato. 

«È evidentemente senza parole, come noi» disse Alyssa, aveva centrato il punto, ero senza parole, non sapevo che cosa fare e tanto meno che cosa pensare. Lamia testa mi diceva una cosa, il mio cuore un'altra, dentro di me era in corso unabattaglia. Chi avrebbe vinto? Il sentimento o la ragione? La testa o il cuore? 

«Maddy tutto bene?» mi chiese preoccupata Jade. Stavo bene? Si, in un certosenso si, è che non ero abituata a tutte quelle emozioni contrastanti. 

«Si, sto bene... è solo che voglio tornare all'appartamento» dissi cercando ditagliare corto. Le mie amiche si scambiarono un'occhiata a me incomprensibile,probabilmente pensavano che fossi diventata matta e come biasimarle. 

«Non vuoi andare a prendere un caffè?» mi chiese Alyssa cercando di essereconvincente, ma non avevo proprio voglia di stare fuori. 

«Andate voi, io vi aspetto all'appartamento. Mi faccio una camminata, ho bisogno di prendere aria» dissi sincera nella speranza che loro non insistessero. 

«Sicura?» mi chiese Jade, notai dal suo volto che era dispiaciuta, ma avevodavvero bisogno di prendermi del tempo per capire che cosa volevo fare. 

«Si, tranquille andate, me la caverò. Ricordatevi di portarmi un frappuccinoal cioccolato o vi strozzo» dissi in tono divertito, le mie amiche risero alla miabattuta. 

«Sarà fatto, aspettaci all'appartamento non ci metteremo molto» mi disse Alyssa avviandosi alla macchina. Jade non la seguì. 

Sicura di star bene? Sei pallida» mi chiese assicurandosi che io stessi bene perl'ennesima volta, apprezzavo che si preoccupasse per me, ma in quel momentol'unica cosa che mi avrebbe fatto stare bene era stare sola. 

«Sto bene, è solo che mi ero ripromessa di fare una cosa quando avessi vistola rivista. Vai ora, Alyssa è già alla macchina, ci vediamo dopo» le dissi abbracciandola, lei ricambiò l'abbraccio. Si staccò da me e mi guardò negli occhi. 

«Mi raccomando... ci vediamo dopo!» mi disse infine poi se ne andò.


Finalmente ero rimasta sola, la mia mente era affollata da domande, risposte,pensieri... Durante il tragitto verso casa ragionai sui miei sentimenti, se così sipotevano chiamare. Volevo davvero ignorare le emozioni che avevo provato conCaleb? Riuscii a dare una risposta a questa domanda: no, dovevo, anzi, volevo parlargli di nuovo, vederlo, capire che cosa pensava perché ero sicura che leemozioni che avevo provato io le aveva provate anche lui. Non sapevo come avreifatto ma un modo lo dovevo trovare. Caleb dopo il nostro addio aveva pensato ame? Che cosa stava facendo? Nella sua testa si alternavano emozioni contrastanti come le mie? Chissà...

    

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