CAPITOLO 2
Capitolo 2
Maddy
Eravamo in macchina e stavamo aspettando che Jade uscisse di casa, stranamente era in ritardo, probabilmente il primo giorno di università aveva dato alla testaanche a lei. Voglio un gran bene a quelle due, le conosco da una vita, sono comesorelle per me. "Ed eccola che arriva" pensai tra me e me quando la vidi uscire dicasa, non avevo sbagliato si era messa in tiro anche lei come Alyssa.
«Buongiorno stronzette!» disse super allegra, da quando aveva guardato "Scream Queens" il suo "buongiorno stronzette" non mancava mai.
«Siamo di buon umore vedo» le dissi con un sorriso sincero.
Jade è una ragazza stupenda, la sua spontaneità e la sua chioma di capelli rosasono la combinazione perfetta per attirare l'attenzione di tanti, la sua figura slanciata mi fa sentire una nanetta nel mio metro e sessantaquattro. Adoro il suomodo di fare, se ne frega di tutto e di tutti e non ha peli sulla lingua. Alyssainvece è la "Fashion Blogger" del gruppo, sa tutto sulla moda, sullo stile, sullenuove tendenze, appartiene ad una famiglia di imprenditori e diciamo che sipuò permettere quasi tutto ciò che vuole. Se abbiamo un' "emergenza stile" lei èsempre pronta ad arrivare in nostro soccorso.Ha i capelli biondi che porta in un caschetto lungo con la frangia, per spiegarcimeglio, assomiglia alla classica Barbie. Io invece ho i capelli molto scuri e lunghie la maggior parte delle volte li lego a casaccio; come ho già detto non mi interessa fare colpo e apparire, ma anch'io ho il mio fascino quando mi metto in tiro.
Jade salì in macchina.«Allacciati la cintura» urlò Alyssa, Jade la guardò malissimo.
«Sei proprio una rompi palle Aly. Non dirmi che sei ancora arrabbiata per latelefonata di ieri». Ahia, aveva toccato un tasto dolente.
«Lasciala perdere, la nostra Aly si è...» non mi fece finire di parlare e mi fulminò con lo sguardo.«Non provare a dirglielo» disse seria, la sua affermazione suonò come unaminaccia. Non poteva fare così, ci confidavamo sempre noi tre, quasi quasi ci dicevamo anche quante volte andavamo in bagno... e non esagero.
«Siamo il magico trio è giusto che anche lei lo sappia» dissi andandole contro.É proprio così, eravamo un magico trio, diverse ma uguali, mi piaceva definircicosì.
«Jade tieniti forte perché quest'anno alla River State ci sarà Mark Ford!» leparole mi uscirono come una presa in giro, sapevo di avere un'aria divertita.Sinceramente delle persone famose non mi interessava, li ritenevo superficiali,spocchiosi, altezzosi e potrei andare avanti con una lista infinita di aggettivi.Mark è il migliore amico dell'attore Caleb Graham, che tra l'altro aveva da pocofinito di girare un nuovo film. Jade non esitò a chiedermi se stessi scherzando.
«Quel Mark Ford?» chiese con aria incredula.
«Proprio lui, il migliore amico di Caleb Graham» confermò Alyssa super entusiasta, stava un po' in fissa con le celebrità, anzi in super fissa, sapeva tuttodi tutti, sembrava il dizionario dei vip, aveva detto fin da piccola che avrebbevoluto fidanzarsi con una star. Vi starete chiedendo "Chi non lo vorrebbe?". Adessere onesta, io non volevo stare con una persona famosa, con le fan sempre allecalcagna e i giornalisti piazzati fuori casa.
«Non ci credo! Ma come fai a saperlo?» chiese Jade sempre più curiosa dellanovità. Capii il suo stupore, infondo non era da tutti avere una celebrità che girava per i corridoi dell'università.
«È per questo che ieri sera era nervosa, doveva farsi bella per Mark!» intervenniin tono ironico per alleggerire la questione, quelle due ne stavano parlando comese si trattasse di un affare di Stato.Alyssa sapeva com'ero fatta.
«Ma stai zitta Maddy! Comunque l'ho scoperto tramite un post sul suo profilosocial» spiegò la mia amica. Dovevo ammettere che anche io avevo visto il post,ma avevo avuto una reazione molto diversa dalla loro.
«Agente 007 in azione!» urlammo contemporaneamente io e Jade riferendoci,con aria divertita, alle doti da stalker di Alyssa. La giornata cominciò bene, erofelice all'idea di iniziare quella nuova avventura con le mie migliori amiche.
Caleb
Ero sul jet privato di ritorno da New York, stavo tornando a Los Angeles dopoaver finito di girare il mio ultimo film, ero di pessimo umore, con me c'era la miaguardia del corpo e soprattutto amico, Red. Stava sempre con me, mi lasciavasolo quando ero a casa a dormire, d'altronde quello prevedeva il suo lavoro. Nonpoteva lasciarmi nemmeno un secondo, il mio agente, Jaxon, non glielo permetteva.In quel momento stavo proprio al telefono con lui. Jaxon era bravo nel suo lavoroma molte volte, o meglio quasi sempre, mi rompeva le palle.
«Non ho intenzione di fare quell'intervista... Non mi interessa che cosa vogliono loro. La mia risposta è no!» dissi con tono infuriato, poi senza aggiungerealtro gli riattaccai il telefono in faccia, sicuramente al mio ritorno me ne avrebbedette di tutti i colori per quel gesto, ma non mi interessava.Ero incazzato e lui non lo capiva e questo non mi stava bene. Poco dopo Red miraggiunse e si sedette vicino a me.
«Ehi Cal, tutto bene?» mi chiese in tono serio e con aria preoccupata allo stessotempo. Mi conosce meglio di chiunque altro, forse anche più di Mark che era ilmio migliore amico fin dai tempi dell'asilo.
«No tutto male amico, tutto male» decisi di rispondergli senza mentire, perchéanche se lo avessi fatto lui se ne sarebbe accorto, tanto valeva essere sinceri.
«Vuoi che ti porto qualcosa da bere?» mi chiese senza fare ulteriori domandescomode, ma non avevo voglia né di bere, né di mangiare, volevo starmene peri fatti miei e non vedere né sentire nessuno. Scossi la testa per fargli capire chenon volevo nulla.
«No sto bene così grazie» gli risposi poi a bassa voce senza nemmeno guardarlo. Ero concentrato ad ammirare il paesaggio fuori dal finestrino, mi piacescrutare il mondo da lassù, è tutto luci e scintillio, mi sentivo bene su quel jet.Niente fan, niente stampa... era forse uno dei pochi momenti che potevo godermi in tranquillità. Dopo pochi secondi di silenzio Red cercò di entrare nei mieipensieri in punta dei piedi.
«Ascolta Cal, è da quando hai finito le riprese che stai così, sono preoccupatoper te» disse con tono sincero. Anche se non lo davo a vedere anche io ero preoccupato per me. "Che cosa strana da dire" pensai nella mia testa.
«Sai che c'è? Hai ragione, sto così di merda da venti giorni, sto di merda perchéquella stronza di Megan mi ha fatto fare la figura del cretino davanti a tutto ilmondo» sbottai non riuscendo più a trattenere il nervoso, erano successe troppecose, troppi casini e io non ne potevo più. Non volevo fare il melodrammatico,ma la situazione stava degenerando. Io e Megan avevamo iniziato ad uscire perfinta, prima delle riprese dei film. Jaxon, agente di entrambi, ci disse che, seavessimo fatto come diceva lui, tutti avrebbero continuato a parlare di noi siaprima, che dopo l'uscita del film. Non aveva tutti i torti perché era stato così finoa quel momento.
«Ma che ti importa di cosa dice la gente, non stavate davvero insieme, era solouna trovata pubblicitaria. Il film avrà un gran successo comunque» mi disse Red,sembrò molto convinto di quel che mi stava dicendo. Riflettei sulle sue parole, forse aveva ragione, forse il film avrebbe riscosso successo comunque, ma lamia preoccupazione era un'altra; purtroppo i siti di gossip più che interessarsialla mia carriera da attore si interessavano soprattutto alle novità della mia vitaprivata. Non potevo fare un passo falso che loro erano già al corrente di tutto,stavano sempre un passo avanti a me, era stressante. Probabilmente pensereteche sono un folle a pensarla così e forse avete ragione, lo sono davvero. Ognitanto vorrei semplicemente avere una vita normale, una vera fidanzata al postodi una finta che ti lascia per uno più famoso. Dopo averci ragionato, risposi allamia guardia del corpo.
«Appunto, non c'era niente di reale tra noi, ma questo non lo sa nessuno». "Comepotevano saperlo? Siete attori, avete finto entrambi molto bene" mi ricordò la miatesta e quella consapevolezza non mi aiutò a stare più calmo.
«Quello che ci fa la figura dell'idiota sono io. Hai letto cosa scrivono i piùimportanti siti di gossip?» chiesi a Red già sapendo quale sarebbe stata la suarisposta.
«Si amico... ho letto». Immaginavo che lui sapesse già tutto, ero sulla bocca ditutti e non per il mio talento.
«Megan Whane lascia Caleb Graham per la nuova promessa della musica LuisThone» recitai uno dei vari titoli dei giornali che parlavano di me. Mi sentivoumiliato, preso in giro, ma non sarebbe stato così per sempre; Jaxon stava giàarchitettando qualcosa per tirarmi fuori da quel casino, solo che non sapevo cosae questo mi faceva stare ancora più sulle spine.
«Ma ti sembra possibile che possa lasciarmi se neanche stavamo insieme... cherazza di situazione!» dissi stremato passandomi una mano tra i capelli. Red nonsi azzardò ad aggiungere altro e mi lasciò solo, aveva perfettamente capito il miostato d'animo. Lo guardai allontanarsi fino a che si sedette su un sedile lontano dalmio, a quel punto mi rigirai verso il finestrino, mancava ancora molto all'arrivo.
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