CAPITOLO 18

Capitolo 18

Maddy

Dopo aver metabolizzato l'accaduto per una settimana la mia vita era tornata adessere quella di sempre, stesse amiche, stessa università, stessa nemica... Nathalie. Non smetteva di punzecchiarmi quando ne aveva occasione, il più dellevolte facevo spallucce e continuavo per la mia strada, non avevo voglia di litigarci, la ignoravo e basta. Ma la mia pazienza si stava esaurendo. In tutta quellasettimana non avevo fatto altro che cercare di togliermi Caleb e i suoi occhi bludalla testa, tutto ciò con scarso risultato, la mia tattica era fare finta di nulla. Allemie migliori amiche avevo detto che era tutto apposto, che l'avevo superata main realtà non era del tutto vero. Non mi piaceva mentire, ma mi piaceva ancorameno pesare sulle altre persone, non volevo che si preoccupassero per me, in piùavevano un'idea tutta loro di ciò che dovevo fare per affrontare la situazione. Miavevano detto di contattarlo, di cercarlo, ma non l'avrei mai fatto. Caleb avevaun'esistenza troppo complicata e io per certi aspetti troppo semplice. Eravamo inpoche parole incompatibili o meglio le nostre vite lo erano.


Ero in mensa con Alyssa e Jade per discutere della festa di Halloween che cisarebbe stata a fine mese, non mancava molto, una settimana più o meno. Ma l'argomento principale della nostra discussione era Nathalie. Quel giorno era vestitada troia, più del solito. Indossava sempre pantaloni aderenti e top striminziti, pernon parlare dei tacchi vertiginosi che si ostinava a portare. Jade la stava fissandoda parecchio tempo e commentava sottovoce, Alyssa invece teneva i suoi pensieri per se, nel mentre io bevevo un frullato alla fragola, delizioso aggiungerei,ogni venerdì la mensa ne proponeva uno diverso ma quello alla fragola era disicuro il migliore.«Ma l'avete vista come si atteggia?» dissi alle mie migliori amiche tra un sorseggio e l'altro. Pensai che era un frullato veramente enorme e che non sareiriuscita a finirlo tutto. 

«È una troia» disse Jade senza preoccuparsi di abbassare la voce. Nathalie eradi spalle a pochi passi dal nostro tavolo e stava facendo la civetta con uno studente dell'ultimo anno, il capitano della squadra di basket.

«Jade abbassa la voce!» la rimproverò Alyssa. Avevo poggiato il frullato sultavolo e cercai di capire se Nathalie avesse sentito. Purtroppo si girò di scatto,a scoppio ritardato, un po' come il suo cervello insomma. Jade guardò Alyssadivertita 

«Ops troppo tardi...» le disse. La maledii sotto voce. Non avevo voglia di guai,ma ormai era troppo tardi. Nathalie a passo spedito stava arrivando al nostrotavolo, ma perché non inciampava sui tacchi mi chiedevo io. 

«Chi sarebbe la troia?» chiese in tono di sfida guardandoci tutte e tre, aveva unosguardo da assassina, ma non mi fece paura, lei faceva la dura ma in fondo erasolo una testa di cazzo. Jade si alzò in piedi, si scostò una ciocca di capelli rosadietro l'orecchio e poggiò una mano sul tavolo. 

«Mmm fammi pensare bene... aspetta» disse incrociando le braccia al petto esi guardò intorno con sguardo curioso. Stava fingendo, anzi la stava palesementeprendendo per il culo, in quel momento la adorai più del solito. 

«Ah eccola qui... Tu» concluse indicandola, Nathalie era nera dalla rabbia, batteva un piede a terra provocando così un rumore fastidioso a causa del tacco. 

«Prova a ripeterlo se hai coraggio» disse la stronza incrociando le braccia imitando Jade. Il top le si sollevò ancora di più, non mancava molto che le poche tetteche aveva le uscissero di fuori. Decisi di intervenire prima che Jade le mettessele mani addosso, sapevo che ne sarebbe stata capacissima. In prima media preseuna ragazza per la treccia perché le stava dando fastidio, se lo faceva a undicianni figuriamoci a diciannove. Mi avvicinai a lei e la tirai indietro. 

«Jade piantala!» la ammonii in tono convinto, la mia migliore amica mi guardòarrabbiata ma sapevo che non ce l'aveva con me, ma con la persona che ci stavadavanti. Dopo aver rimesso al suo posto Jade, puntai il mio sguardo truce versoNathalie. Come sempre non mi prese sul serio, non mi prendeva mai sul serio,rideva, ma avrei riso io se non ci dava un taglio subito. 

«E tu vattene da qui» le dissi mettendomi di fronte a lei, Jade per fortuna miaveva lasciata fare e si era rimessa seduta. Alyssa guardava la scena mangiandosile patatine, credeva di stare al cinema. 

«Sennò che fai stupida Maddy?» mi provocò. L'attenzione di tutta la mensa erasu di noi, i ragazzi e le ragazze che erano presenti commentavano tra loro quelloche stava succedendo. Opss non eravamo state per nulla discrete. Mi mettevanoin soggezione tutti quegli occhi puntati addosso, non ero abituata a stare al centro dell'attenzione e se devo essere sincera nemmeno mi piaceva. Cercai di nonguardarli. 

«Sbaglio o ti ha chiamata stupida?» mi chiese Alyssa ricordandomi ciò cheaveva detto Nathalie. Mi voltai verso la mia amica e ci scambiammo un'occhiatacomplice.

«Si... mi sembra di aver capito bene» dissi avvicinandomi ancora di più a Nathalie che indietreggiò. Allora aveva paura la troia... bene bene, vedo che cominciava a capire come stavano le cose, non me ne sarei più stata buona e zittadavanti ai suoi insulti. 

«Che vuoi fare? Mettermi le mani addosso?» chiese lei. Mi stava sfidando, maio non ero di certo come lei e prima di arrivare a situazioni di non ritorno volevoavvisarla. 

«No cara, quello è il tuo stile non il mio... io non mi sporco le mani» dissi conun sorrisetto, facendo ciò mi guadagnai il suo peggior sguardo, ma in quel momento non mi interessava. 

«Mi fai ridere sai, da dove proviene tutto questo coraggio?» chiese. Quella eraproprio una bella domanda, me lo stavo chiedendo anche io, non che prima nonfossi coraggiosa, ma con lei in passato avevo subito e mai risposto. Non so perchéma era sempre stato così, i tempi però erano cambiati ed eravamo cresciute. 

«Questo non è un affare tuo... ti consiglio di girare sui tuoi tacchi costosi eandare allargo da qui» le dissi stufa della situazione. Se avesse continuato cosìnon avrei più risposto delle mie azioni. L'ultima settimana non era stata dellepiù semplici, per tutti i motivi che già sapete, mi mancava solo lei a rompermii coglioni. In quel momento e con mia sorpresa, al mio fianco apparve Mark."Ecco la ciliegina sulla torta" pensai, ma da dove era sbucato? Non avevo ancoraraccontato ad Alyssa che l'avevo conosciuto, vidi infatti la sua faccia scioccata,non poteva credere che lui fosse davvero lì. 

«Maddy tutto bene?» mi chiese il ragazzo, non volevo che si intromettesse inquella faccenda, dunque cercai di farglielo capire. 

«Oh, ciao Mark non ti avevo visto. Si, tutto bene» dissi guardandolo, lui probabilmente capì e si allontanò senza aggiungere altro. 

«Ok» fu l'unica cosa che disse. "E bravo Mark" pensai. 


Io e Nathalie tornammo a noi, facemmo finta di non essere state appena interrotte da Mark Ford.«Era per caso una minaccia?» mi chiese divertita la mia peggior nemica, volevotoglierle quel sorrisetto dalla faccia, aveva superato ogni limite possibile. Anniad accettare tutte le sue cattiverie, anni di silenzio, era ora di farla finita. 

«No, era un avvertimento» le dissi. Nonostante le minacce capii che Nathalienon aveva intenzione di andarsene, anzi continuò con la sua recita. 

«Uhh che paura che ho... guarda come tremo» disse ridendo, poi si guardòattorno in cerca di approvazione. Le deficienti della scuola risero con lei, gli altriinvece stavano aspettando il vincitore di quell'incontro. Nathalie non fece in tempo ad accorgersi che avevo allungato il braccio per prendere il mio frullato. Per non perdere il mio vantaggio, quando si voltò nuovamente verso di me, le rovesciai il frullato di fragola in testa. I ragazzi e le ragazze presenti erano stupefattinel vedere quella scena, le mie amiche avevano uno sguardo fiero, io mi sentii piùleggera, finalmente avevo colpito. La faccia di Nathalie era indescrivibile, rabbiae umiliazione passarono sul suo volto. 

«Ora ti è più chiaro?» le chiesi poggiando il bicchiere sul tavolo, poi tonai aguardarla. Non potevo crederci di averlo fatto, però tutto sommato non era malecome quadretto, il frullato rosa si intonava perfettamente alla sua gonna, guardiamo il lato positivo. Non ottenni risposta da lei, dopo lo shock girò sui tacchie se ne andò infuriata, le gocce di frullato le scendevano dai capelli, lasciandouna scia di macchie sul pavimento, non mi ero accorta degli applausi che stavanoriccheggiando per tutta la mensa. Imbarazzata tornai a sedermi al tavolo conAlyssa e Jade. Alyssa avvicinò la sua sedia alla mia. 

«Prima cosa sei stata grande... E scusa forse ti sei dimenticata di dirmi checonosci Mark Ford» disse facendo la finta offesa, i suoi occhi al contrario dellasua faccia stavano ridendo.«Perdonami... ora ti racconto» dissi e le diedi un buffetto sulla guancia. Lei sirilassò. Jade invece mi guardò con aria di stima, un gesto del genere era da lei,ma non da me. 

«Sei stata grande, come mai questa scenata assurda?! Di solito sono io la pazza,che vuoi rubarmi il ruolo?» mi chiese ridendo. Tutte e tre scoppiamo a ridere.


Pochi minuti dopo le acque si erano calmate. Mark con mia sorpresa si avvicinòal nostro tavolo, Alyssa stava letteralmente per svenire. 

«Maddy sei stata davvero forte, mai visto una cosa del genere» mi disse. Quelragazzo mi stava simpatico infondo, l'unica pecca che aveva era il fatto che fosseil migliore amico di Caleb e dunque in un qualche modo non mi piaceva averlovicino perché involontariamente tornavo a pensare a lui. 

«Grazie, grazie» gli dissi sorridendo, poi decisi di presentargli le mie amiche,infondo era nuovo, non conosceva quasi nessuno all'università. 

«Comunque... ti presento Alyssa e Jade le mie migliori amiche» dissi. Alyssaaveva bisogno della manovra di Heimlich, era pietrificata.«Piacere ragazze, mi chiamo Mark Ford, sono arrivato quest'anno» disse luidisinvolto alzando la mano in cenno di saluto. Alyssa si riprese improvvisamentedallo shock. 

«Si, lo sappiamo chi sei!» disse con troppo entusiasmo. Mark non era sorpresodalla sua reazione, anzi la guardò con dolcezza, forse era abituato a quelle reazioni come lo era Caleb.«Piacere mio, io sono Jade» disse disinvolta Jade, lei non era di certo il tipo di ragazza che andava pazza quando vedeva un ragazzo. Anzi era tutto l'esattoopposto erano i ragazzi ad uscire pazzi per lei. 

«Vi lascio, devo andare a trovare il mio migliore amico» ci disse Mark in tonodi scuse. Alla parola "migliore amico" un brivido mi percorse la schiena. 

«Caleb?» chiese subito Alyssa facendo la finta tonta. Io le lancia uno sguardoraggelante. Che cosa aveva intenzione di fare? 

«Non essere inopportuna» le dissi a denti stretti. Jade mi guardò, il suo sguardoparlava da solo, dovevo stare calma e tranquillizzarmi. Infondo Mark non sapevache io conoscevo Caleb. 

«Si esatto... lo conoscete?» ci chiese lui. "No, assolutamente no e come potremmo conoscerlo" pensai. 

«Certo che si Maddy è...» bloccai Alyssa prima che finisse di dire ciò chevoleva dire, in quel momento avrei voluto strozzarla, le volevo un gran bene maquando faceva così l'avrei volentieri sotterrata. 

«Vuole dire che... sono una sua grande fan. Ma non l'ho mai incontrato ovviamente no, insomma lui è Caleb Graham giusto?» mi affrettai a rimediare aldanno che stava per provocare Alyssa, con lei me la sarei vista dopo. 

«Ah va bene... si molte ragazze sono sue fan e come biasimarle» disse Mark intono fiero. Ci fece l'occhiolino e se ne andò, grazie a Dio non aveva fatto domande. Dopo aver controllato che lui se ne fosse andato mi voltai verso Alyssa. 

«Ma dico io... sei pazza! Che stavi per dire?» le chiesi infuriata, non volevoessere cattiva ma quando faceva così mi faceva saltare i nervi. 

«Fortuna che l'hai fermata in tempo» mi diede man forte Jade, lei aveva capitola situazione, come sempre e aveva tenuto la bocca chiusa. 

«Scusami scusami. Pensavo lo conoscessi tramite Caleb» si affrettò a dire Alyssa. Era mortificata glielo leggevo in faccia, decisi di farle un sorriso per farlastare tranquilla. In parte era colpa mia, con tutto quello che era successo mi erocompletamente scordata di raccontarle di Mark.«Assolutamente no lui non sa che ho fatto il sevizio con Caleb. Ci siamo scontrati ieri in corridoio e nulla si è presentato» le spiegai senza scendere nei dettagli.Alla fine era andata così, ne più ne meno. 

«Ma perché tutte queste fortune capitano a te?» mi chiese mettendo il broncio,avrebbe pagato oro perché le succedesse una cosa com'era successa a me. 

«Ah non lo chiedere a me...» dissi con tono lieve. In pochi secondi i ricordi ritornarono alla mente, dovevo cancellarli in fretta. Ogni cosa mi ricordava Caleb,non andava affatto bene. Mi ero chiesta se lui pensasse me oppure no, non eroriuscita a rispondermi anche se mi piaceva credere che a me ci pensasse almenoun po'. 

«Andiamo dai, la lezione di diritto inizia tra poco» ci ricordò Jade alzandosi dal tavolo. Fortunatamente "Diritto" era l'ultima lezione della settimana, nel week-end sarei andata a trovare mia madre e mia sorella, non vedevo l'ora di vederlae di raccontarle tutto. Mia madre era il mio posto sicuro, il mio diario segreto.Speravo che almeno lei mi dicesse che cosa fare con Caleb.

  

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