CAPITOLO 3

Jisung era estremamente comodo al suo banco. Braccia incrociate, testa sul banco, occhi chiusi. Il broncio sul suo viso crebbe sempre di più mano a mano che si addormentava. Le sue sopracciglia si corrugarono come se stesse avendo un incubo prima di rilasciare tutta la tensione e rilassarsi. Jisung iniziò quasi a sbavare quando il suono della campanella lo svegliò. Cavolo, perché mi sto addormentando ovunque in questi giorni? Jisung percepì un forte senso di deja vu mentre si sistemava la maglietta alzandosi dalla sedia. Quasi tutti quelli nella stanza erano usciti per andare a pranzo.

Oh ora di pranzo. Finalmente la parte migliore della giornata. Jisung sorrise tra se' e se' mentre riponeva i propri libri nello zaino viola. Uscì dalla classe con uno slancio e fame nello stomaco. Il corridoio era pieno di conversazioni. L'onda di persone rimbombava e l'eccitazione per il pranzo impregnava l'aria. Jisung partecipò alla gioia del mangiare come vide la caffetteria entrare nel suo campo visivo.

"Hey ragazzi," Jisung disse appena si lasciò cadere al suo posto. Seungmin e Changbin interruppero la loro conversazione per ricambiare il saluto. Felix non era ancora arrivato. Jisung stava estraendo la sua scatola del pranzo quando Seungmin scostò il colletto della sua maglietta blu a collo alto, rivelando dei succhiotti a malapena scomparsi.

"Felix aveva ragione," Seungmin ridacchiò mentre ritraeva la mano, "hai veramente fatto baldoria alla festa di venerdì"

"E non ci vuole dire con chi!" esclamò Felix quando finalmente arrivò col proprio cibo. Jisung sospirò mentalmente. Niente era successo con Minho da venerdì e sperava di dimenticarsene completamente. Ma ovviamente, Felix lo aveva detto ai loro amici. Loro dovevano essere inclusi nel dramma.

"Quindi, Jisungie," Changbin fece un sorrisetto prima di chiedere la domanda più ovvia, "chi ti ha lasciato così tanti succhiotti?" Seungmin bevve dal suo brick di succo mentre guardava Jisung. I suoi occhi dicevano dicci tutto.

"Non è nessuno," Jisung balbettò e pregò che non facessero altre domande. Fortunatamente, i tre ragazzi lasciarono cadere la cosa e si spostarono sulla questione della supplente di Seungmin, una donna anziana con così tanta peluria da essere scambiata per barba. Mentre i ragazzi parlavano animatamente, Jisung lasciò che la sua mente si disconnettesse. Non sapeva come doveva sentirsi per quello che era accaduto venerdì. Era così improvviso e così momentaneo, che forse non doveva essere così stressato. Forse non doveva andare avanti. Forse non dovrei volere più di quanto ho ricevuto.

"Hey Jisungie," Seungmin ruppe la trans del ragazzo, "perché c'è Lee Minho che ti sta guardando come se tu fossi qualcosa di appetitoso?" Gli altri due risero mentre Jisung si girava per guardare negli occhi il suddetto ragazzo. Lee Minho lo stava fissando. Stava bene da morire con la sua camicia grigia, che gli fasciava il torso perfettamente. I suoi capelli erano arruffati, ma sembravano soffici. Ma cosa Jisung non riusciva a capire erano i suoi occhi. Cosa stava esprimendo? Rimpianto? Avere di più? Oppure nulla? Il giovane era confuso e continuava a pensare. Minho non sembrava arrabbiato ma non sembrava neppure felice. C'era una sorta di timore nei suoi occhi che Jisung non riusciva a comprendere. Ma allora, come una mossa di scacchi inaspettata e subdola, Minho sorrise gentilmente. Era dolce e i suoi occhi sembravano seguire la mossa. Jisung sorrise appena, per dire a Minho che erano in buoni rapporti. Ma Jisung ancora non capiva: quello che era capitato venerdì sarebbe stato dimenticato? O sarebbe continuato?

"Ew," Felix disse mentre masticava rumorosamente, "ti ha sorriso." Jisung allora si girò e mormorò un piccolo "e chissene frega" prima di continuare col suo pranzo. C'erano così tante domande nella mente di Jisung ma valeva la pena cercare  le risposte?

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