Similitudini

Betty's pov

Sono ancora inchiodata qui a ripetere nella mente le sue parole.

"Sweet Pea è un ragazzo fortunato"

Cosa diavolo significa?!

Sono stanca di stargli dietro, stanca dei suoi sbalzi d'umore, é peggio di una donna con il ciclo perenne. Mi sono appena presa cura della sua ferita e lui se ne esce fuori con una frase del genere. Crede che io sia così tonta? Non sa di cosa sono capace pur di ottenere quello che voglio. E adesso voglio sapere cose c'è in quella testolina da serpente!

Mi alzo di scatto, facendo sbattere la sedia contro la parete, ed esco fuori dalla redazione.
É quasi in fondo al corridoio, devo sbrigarmi, fortuna che ha un'andatura lenta. In pochi passi lo raggiungo cercando di non farmi sentire, se provassi a chiamarlo comincerebbe di sicuro a correre come un disperato per sfuggirmi.
Meglio fare le cose a mo' di agente segreto.
Appena sono abbastanza vicina gli spingo leggermente la spalla per attirare la sua attenzione. Si blocca all'improvviso, rischiando di farmi sbattere sulla sua schiena, e si volta lentamente, stranito.

<Che diavolo ti salta in mente?>, la sua voce da innocentino non mi convince per nulla.

<A me o a te?>

<Scusami?>, adesso il suo sguardo é teso.

<Mi devi delle risposte>

<Non ti devo proprio nulla>, alzo il sopracciglio come fa Veronica quando é indispettita.

<Perché hai detto che Sweet Pea é un ragazzo fortunato?>

<L'ho fatto? Non mi ricordo>, curva l'angolo della bocca in un piccolo ghigno, rispondo spingendo di nuovo la sua spalla.

<Smettila di fare il finto tonto, Jones!>, okay, mi sta guardando malissimo, adesso mi uccide. Mi spinge a sua volta, facendomi finire con le spalle contro gli armadietti, e si avvicina pericolosamente al mio viso.

<Smettila di immaginarti le cose, Cooper>, adesso basta, é troppo.

Alzo il braccio destro e tento di dargli uno schiaffo, vengo prontamente bloccata per il polso con una presa decisa ma al tempo stesso delicata. Sento scintille di rabbia scaturire dagli occhi di entrambi. Non nascondo che la situazione é piuttosto imbarazzante e al tempo stesso eccitante, posso sentire il suo respiro sulle mie labbra. Il cuore va veloce, troppo.
La campanella ci risveglia da questa sorta di trans nel quale eravamo bloccati, riempiendo i corridoi di persone in pochi secondi.
Lascia il mio polso, distoglie lo sguardo e va per la sua strada, spero che nessuno ci abbia visti.

Tiro un sospiro di sollievo, allentando la tensione che preme sulle mie spalle.

Oggi, purtroppo, devo rimanere in redazione per sistemare l'impaginazione del giornale, correggere eventuali errori e finire di scrivere il mio articolo. Sarà una lunga giornata.
Mi siedo subito in una delle postazioni per cominciare, vengo immediatamente interrotta da un uragano di nome Kevin.
Entra nella stanza, batte forte una mano sul tavolo e gira la mia sedia, sono più sconvolta che impaurita.

<Ho già mandato gli inviti ad amici e parenti!>, ma di che diavolo sta parlando?

<Esprimiti a parole tue, ma fammi capire>

<Non fare la furba con me! Ti ho visto nel corridoio con Jug qualche minuto fa, non mi sembrava una semplice chiacchierata tra colleghi>

<Cazzo...>, spalanca la bocca.

<Parlavate di cazzo? Da quando siete così intimi?>

<Ma che... no, no, no! Kev, resettati per un secondo. Stavamo solamente discutendo>

<Mh mh, se quando discutete fate così non oso immaginare quanti vestiti in meno ci saranno nel momento in cui litigherete seriamente!>, sospiro.

<Come devo fare con te?>

<Non so come aiutarti su questo, ma so una cosa, certa come la marca di mutande che indosso da dieci anni a questa parte>, cerco di ignorare la metafora.

<Illuminami>

<Quel ragazzo é strano, molto strano, ma mancava poco che ti saltasse addosso>

<Che cazzo stai dicendo, non é assolutamente vero!>, sorride malizioso.

<Mia piccola Bambi, so riconoscere il desiderio negli occhi di un uomo quando lo vedo>, non pensare male, non pensare male.

<So che vuoi tirarmi su di morale Kevin, e ti ringrazio, ma sono consapevole di non attrarre Jug in quel senso>, assottiglia lo sguardo.

<Vedremo chi ha ragione. Adesso vado, ho la manicure con Veronica, sai come diventa se la faccio aspettare troppo!>, mi bacia la guancia e scappa via.

<É un caso perso>, sussurro tra me e me.

Focalizzo tutta la mia concentrazione in quel computer, come se non esistesse nient'altro. Quando rialzo gli occhi dal monitor, ormai stanchi e doloranti, noto che sono quasi le sette di sera. Ho terminato quello che dovevo fare ma ho impiegato quasi tutto il pomeriggio per farlo.
Prendo la borsa, le mie cose, il cellulare ed esco dalla stanza.
Mentre cammino verso l'uscita scorro le notifiche che ho volutamente ignorato durante la stesura dell'articolo.
C'è un messaggio da parte di Sweet Pea che recita: "Purtroppo sto aiutando a risistemare il locale, non ce la faccio a passarti a prendere, ho mandato uno dei ragazzi"

Fantastico, e io che mi immaginavo già una piacevole passeggiata con lui.

Metto piede fuori dalla scuola, alzo gli occhi e mi ritrovo Jug sulla destra, con le spalle poggiate al muro che contempla lui solo sa che cosa.

<É uno scherzo, vero?>, alle mie parole si volta verso di me, staccandosi dalla parete e venendomi incontro.

<Ce ne hai messo di tempo, andiamo, é tardi>, inizia a camminare ma io non muovo un passo. Quando se ne accorge si volta infastidito, <allora? Ti decidi o no?>

<Puoi scordartelo, non ho nessuna intenzione di seguirti>, in quel preciso istante Cheryl esce da scuola, secondo me riesce a fiutare il mio livello di stress per poi farlo arrivare all'apice con le sue battutine idiote.

<Oh, é da un po' di tempo che non ci si vede, cugina>, la sua espressione schifata mi innervosisce.

<Mai abbastanza>

<Siamo pungenti vedo>, sposta il suo sguardo su Jughead, <cos'è stai lanciando una nuova moda? Chi si fa più Serpents? Veronica a che numero é?>, quelle parole fanno scattare tutto il mio lato violento. Le vado incontro più furibonda che mai, sto per darle un cazzotto in pieno viso, ma mi fermano.
Jug mi sta bloccando da dietro.

<Lasciami immediatamente!>

<Non abbassarti al suo livello, é quello che vuole lei>, guardo il sorriso compiaciuto di quella stronza e smetto di dibattermi. La fulmino con gli occhi, mi libero dalla presa di Jug e vado verso casa mia.
Dopo circa cinque minuti di cammino mi blocco.

<Smettila di seguirmi!>

<Smettila tu di fare la bambina>, vuole per caso lo schiaffo che ha evitato questa mattina? Mi giro esterrefatta.

<Come mi hai chiamata?>

<Hai sentito benissimo>

<Non ti ci mettere anche tu adesso, mi basta già l'inferno che ho attorno>

<Pensi di essere la sola? Non so dove sia metà della mia famiglia, devo dormire con un occhio aperto perché i Ghoulies mi stanno col fiato sul collo e uno dei miei ragazzi é morto!>, ha alzato parecchio la voce, ma ignoro la cosa dato quello che ha detto.

<Mi dispiace, io... non ne avevo idea>, mi sento una stupida, come faccio a complessarmi così tanto quando c'è chi sta mille volte peggio di me? Distoglie l'attenzione da me e fissa per terra.

<Scusami... non so cosa mi sia preso>, mi da le spalle e inizia a camminare, <coraggio, siamo quasi arrivati>

Vorrei parlare, vorrei aggiungere qualcosa, chiedere spiegazioni, chiedergli nel dettaglio cosa pensa e come sta, ma é come se ogni parola risulti superflua. Decido così di tacere, ascoltare la natura, il vento che soffia tra i capelli, il rumore delle foglie, i miei sospiri silenziosi.
Mancano due minuti a casa mia, aumento il passo per affiancarmi a lui.

<Non volevo fare la vittima poco fa, é solo che... va tutto nel verso sbagliato ultimamente>

<Acqua passata>

<Dico davvero Jug>, lo fermo per il polso, facendolo sospirare.

<Non ho voglia di parlarne>

<Se non ne avevi voglia non avresti dovuto tirare fuori l'argomento>

<É tutto okay, davvero>

<Non me la dai a bere, se non sputi il rospo mi fossilizzo in questo punto>

<Sei testarda, forse più di me>

<Leva il forse>, sorride appena.

<Non mi mollerai fino a quando non avrò parlato, giusto?>

<Giustissimo>

<Va bene, mi arrendo, non ho molto da dire. Mi mancano mia madre e mia sorella minore, non sai quanto, in più i sensi di colpa per quel ragazzo mi stanno divorando vivo, avrei dovuto esserci io al suo posto, sto cercando di non andare fuori di testa, ma non é facile come dicono>, leggo ogni singola emozione passare sul suo viso, ha gli occhi lucidi ma cerca di non darlo a vedere.

<Ascolta quello che penso a riguardo. Sono sicurissima che anche tu manchi a loro e che vi vedrete molto presto, secondo, smettila di tormentarti, se quel ragazzo ha deciso di lottare per te, per voi, sapeva bene a cosa andava incontro, eppure non si é tirato indietro, é rimasto al vostro fianco fino alla fine, non vederla come un senso di colpa ma piuttosto come un caro amico che ti ha dimostrato quanto ci tiene a te>

I suoi occhi luccicano dopo le mie parole. Spero che questo lo abbia aiutato almeno un pò a capire di non incolpare se stesso per quello che é successo.
Anch'io sento i miei occhi inumidirsi, vorrei abbassare lo sguardo per non farmi vedere da lui, per non fargli capire che soffro nel vederlo in questo stato.

Poi, senza preavviso, posa entrambe le mani sulle mie guance, si china e mi bacia.

Heeeeeyyyyyyy 😏

Avete visto? Una gioia! 😂

Scusate il giorno di ritardo, ci stiamo impegnando al massimo per darvi un capitolo a settimana!

Cosa ne pensate del nostro Juggy adesso?

Non é più come prima o é seriamente bipolare? 😂

Fateci sapere se il capitolo é di vostro gradimento, se avete domande, dubbi o semplici suggerimenti, o perché no, anche idee che vi piacerebbe inserire, scrivetemi in chat ❤

Buona giornata unicornosa 🦄😂❤

A presto! 🖤🐍

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