Jughat!

Jughead's pov

Sono passate innumerevoli ore dall'arrivo di quel messaggio.
Non é che amo distribuire alla gente il mio numero di cellulare, lo hanno pochissime persone. Provo a chiedere ai miei ragazzi se hanno in rubrica il numero del mittente ma seguono un mucchio di risposte negative.
Mi sto fasciando la testa inutilmente, meglio parlarci e farla finita.

Osservo la schermata della chat indeciso su che cosa scrivere.

Anonimo: "So chi ha il tuo cappello"

Jug: "Illuminami"

Anonimo: "Finalmente ti sei deciso. Solo una parola: biondina"

Biondina? Che cavolo significa?
Aggrotto le sopracciglia e cerco di venirne a capo. Ci saranno un miliardo di ragazze bionde nella mia scuola, non può essere un po' più specifico?

Jug: "Un indizio?"

Anonimo: "Ho già detto troppo, buona caccia al tesoro", detto questo vedo l'utente entrare in modalità offline.
Grandioso, ci mancava il rompicapo di qualche squilibrato mentale.

Faccio sprofondare il telefono nell'ampia tasca del mio giubbotto di pelle ed esco dal locale.
Devo rifletterci su, e cosa può farmi riflettere meglio di un hamburger da Pop's?

Salto in sella alla mia moto e faccio il pieno di carboidrati e proteine, ne prendo anche uno da portare via nel caso mio padre fosse ancora sveglio e non afflosciato sul divano mezzo ubriaco.

Perché le cose devono essere così dure per noi Serpents? Ci trattano come emarginati, come se fossimo la feccia della feccia. Non sanno, o forse non vogliono sapere, che i nostri antenati, i primi Serpents, hanno lottato e sono morti per difendere questa città.

Adesso ci stanno togliendo tutto, ci lasciano marcire in disparte, ci schivano nei corridoi di scuola, ci giudicano prima ancora di conoscerci. Questa cosa mi fa incazzare smisuratamente.

È così facile commettere un crimine per poi fare ricadere tutte le colpe sulle nostre spalle solo perché qualche figlio di papà ha paura di passare una notte al fresco. Si, perché accusarci di cose che non abbiamo fatto é sempre la soluzione più veloce e indolore per tutti, sindaco compreso.

Raggiungo casa più in fretta del solito, devo avere accelerato troppo senza accorgermene.

<Papà?>

<Hey, Jughead>, mi sorprende trovarlo sveglio e... sobrio?

<Stai benone, tutto okay?>

<Certo>

<Ti ho portato un panino>

<Stavo morendo di fame, grazie figliolo>, si siede sul divano e inizia a scartarlo, <allora, tutto bene a scuola?>

<Solita roba, sto cercando di tenere i ragazzi lontani dai guai e di studiare... sto anche lavorando a un articolo per il Blue & Gold, voglio entrare a far parte del giornalino e questo sarà il mio lasciapassare>, indico il mio PC.

<L'ho sempre detto che hai un talento innato per la scrittura, sono fiero di te>, sorrido lievemente.

<Come mai così in tiro?>, indossa jeans puliti e una camicia rossa scozzese.

<Sono appena tornato da un colloquio con Fred Andrews, mi ha assunto per la stagione>

<Non ci credo! Grande!>, lo abbraccio forte, sono così fiero di lui in questo momento, spero solo che mantenga la retta via.

Dopo quattro chiacchiere tra padre e figlio andiamo entrambi a dormire.

I miei pensieri vanno improvvisamente alla festa di domenica sera, lì avevo ancora il cappello in testa.
Perché non riesco a ricordare nulla?
Forse l'età dell'alzheimer si sta avvicinando troppo velocemente.

"Scusa Jug, sei proprio andato"

Spalanco gli occhi che ho chiuso da qualche millisecondo.
Questa frase... questa voce!
Perché ho in mente il volto della ragazza che mi ha buttato il pranzo addosso?
Aspetta...
Ma certo! La biondina!
Ma cosa ci fa lei col mio cappello? E poi non ricordo nessuna discussione avvenuta con lei da quel giorno in mensa.

Domani a scuola mi sente.
No, calma, se mi avvicino incazzoso potrebbe scappare e io non riavrei mai più indietro il mio amato cappello!
Devo escogitare qualcosa.

Chiudo gli occhi per qualche minuto e li riapro che é già giorno.
Merda! Quando mi sono addormentato?
Ma soprattutto, che ore sono?

Guardo il cellulare ma lo trovo spento, scarico. Mi fiondo in cucina e rimango interdetto nel vedere che sono già le dieci meno cinque.
Mi cambio al volo e sfreccio verso scuola.

Riesco a seguire una lezione soltanto.
Dopo il suono della campanella rimango appostato in corridoio per seguire eventuali movimenti della biondina. La calca di studenti che vanno di qua e di là come zombie va lentamente scemando e la intravedo.

Coda di cavallo, maglione rosa, jeans, sempre la solita.
Individuo il suo armadietto e quando il corridoio é finalmente sgombro mi avvicino ad esso.
Estraggo una forcina e dopo essermi guardato intorno tento di scassinarlo.
Alcuni minuti dopo sento un click metallico provenire dalla serratura, bingo!
Apro l'armadietto ma vengo subito interrotto da una voce.

<Che cazzo fai col mio armadietto?!>, socchiudo l'anta e la guardo con aria di sfida.

<Che cazzo ci fai tu col mio cappello!>, alza un sopracciglio.

<Cappello? Di cosa parli?>, lo prendo dall'armadietto e lo sventolo davanti a lei.

<Questo, Einstein!>

<Ah...emh...>, si blocca, non riesce a proferire parola.

<Cosa sei, una stalker o qualcosa di simile?>, finalmente si riprende.

<N-no, l'ho trovato alla festa di domenica sera... era per terra...>

<Cosa? Miss perfettina che non esce mai dagli schemi é andata alla festa della confraternita domenica? Stronzate!>, lei assume un'espressione che non saprei descrivere.
Sembra sull'orlo di una crisi isterica di pianto, ma non é un mio problema.

Rimetto il cappello in testa.

<Tu>, le punto un dito contro, <stammi lontano!>, chiudo il suo armadietto facendolo sbattere e la supero dandole una spallata.
C'è una persona normale in questa cazzo di scuola?!

Betty's pov

Sto cercando in tutti i modi di ricacciare indietro le lacrime, ma è maledettamente difficile. Gli occhi mi bruciano e vorrei solo raggomitolarmi a terra e farle uscire.
Ma non posso. Ci manca solo che mi faccia vedere così fragile e infantile qui a scuola, dopo che quell’odioso serpente mi ha trattata come una ladra e mi ha parlato come se non fossi neppure una persona.
Tiro su col naso e faccio un respiro profondo. So per certo che la campanella che segna la fine del corso sta per suonare e anche se il corridoio dove sono rimasta a fissare come un ebete il mio armadietto appena scassinato è deserto, sarà meglio per me andare via.

Sbatto ripetutamente le palpebre per togliere ogni traccia di dolore che quel coglione ha creato, riapro l’armadietto prendendo ciò che mi serve e mi avvio verso l'uscita.

Jug ha sancito l'accordo di ordinanza restrittiva con Betty
Ma che succede se alla serpe spuntano due teste? Non capite?
Allora continuate la storia 😏
Alla prossima❤

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