Funny people

Jughead's pov

<Auguri di buon compleanno, figliolo>, mio padre piomba sul bordo del mio letto, facendomi quasi volare giù.

<Ahhhh, ma sono le sette del mattino, perché mi torturi così!>

<Tortura? Pensavo di mangiare qualcosa insieme, sai... ho questi due buoni per una mega colazione da Pop's...>, alla parola colazione il mio stomaco scatta sull'attenti, brontolando a più non posso.

<Così non vale però...>, lo sento ridacchiare.
Mi alzo, credo di avere i capelli a puttane.

<Hai cinque minuti per prepararti>

<Così pochi?>

<Hai fame oppure no?>

<Volo>

La mia stanza é un macello, provo un paio di magliette ma puzzano tutte di umido e lercio, diciamo che la mancanza di una presenza femminile in casa si fa sentire più del dovuto a volte.
Come se mi avessero sentito, ricevo un messaggio da parte di mia madre e mia sorella, una semplice scritta di buon compleanno, cosa mi aspettavo?!

Sospiro, trovo dei vestiti puliti, nascondo il disordine dei miei capelli sotto il mio amato berretto e mi presento al cospetto di mio padre.

<Wow, sei stato un lampo! Coraggio, andiamo>, oggi è una giornata fresca, indosso il mio giubbotto a jeans preferito, raramente me ne separo.

Il viaggio in moto per arrivare alla tavola calda dura meno del previsto, Pop Tate e mio padre hanno fatto una sorta di patto, altro che buono! Avrò pasti gratis per una settimana! Finalmente una parvenza di gioia!

Dopo aver fatto una colazione abbondante mio padre riceve una telefonata e annuncia che deve scappare.

<Gli affari chiamano figliolo, passa una buona giornata>, detto questo mi lascia in compagnia di me stesso ed esce dal locale.

Non sono molto legato al fattore "festeggiare i compleanni", alla fine é un giorno come un altro, niente più niente meno, non capisco tutto questo accanimento per auguri e regali...
L'unica cosa che voglio non può essere né impacchettata né spedita.

Tiro un lungo sospiro, mi alzo ed esco fuori, prendo una boccata d'aria e per poco non mi strozzo quando vedo Sweet Pea venirmi incontro.

<Hey Jug! Tanti auguri!>, mi abbraccia con affetto, facendomi sentire involontariamente un verme. Io sono quello che si é quasi fatto la ragazza con la quale si frequentava. Che casino, se solo potessi tornare indietro io...

<Come sta Betty?>, la sua domanda mi spiazza.

<Non ne ho idea, non l'ho più vista, non hai sue notizie?>

<Emh, no. Non ricordo quasi nulla di lei, so solo che stravede per te>, la mia espressione si fa più seria del dovuto.

<Ah, te l'ha detto lei?>

<Glielo si legge negli occhi, appena si pronuncia il tuo nome il suo viso cambia, le hai fatto prendere proprio una bella cotta amico, perché non ti butti?>

<Proprio tu non puoi dirmi di fare questo...>, porto una mano sulla fronte, emicrania in arrivo.

<Perché no?>

<Non ti ha raccontato nulla?>, scuote la testa, <non so se sia giusto dirti tutto, forse non spetta a me>

<Taglia corto fratello, devo rientrare al White Wyrn>

<Diciamo solo che prima ti piaceva Betty e uscivate insieme>, spalanca gli occhi.

<Io? Con Betty? Ti sarai sbagliato, non é il mio tipo, é bella e tutto quello che vuoi, ma quando le sto vicino non sento le farfalle allo stomaco>

<Ah, wow, capisco>, quest'affermazione mi lascia parecchio perplesso, il problema é che non sta mentendo, é sincero.

<Scusa Jug, devo proprio scappare>, mi supera e scompare dalla mia vista in meno di un minuto.

<Che situazione del cazzo...>

Decido di non tornare a casa, voglio fare due passi, prendere aria, magari incontrerò qualcuno di interessante, magari no.

<Perché deve essere tutto così complicato?>

Betty's pov

<Pronta?>, Veronica Bussa insistentemente alla porta della mia camera.

<Si, entra pure>

<Spero tu ti sia vestita da gnocc...>, entrando perde l'uso della parola.

<Betty, ti avevo detto di vestirti da puttanone, perché sei vestita da te stessa?>

<Non so se cogliere un lieve complimento nella frase, fingeró di non avere sentito, comunque preferisco la me stessa alla tua versione di me>, sospira, alza le mani in segno di sconfitta ed esce dalla camera.
Tempo due minuti che Kevin appare nuovamente come un santo disceso dal monte Olimpo.

<Elisabeth, posso passare sui vestiti, ma quella coda di cavallo deve sparire!>, si avvicina a me, mi scioglie i capelli e comincia a sistemarli.
Dopo qualche istante sembro una super modella.

<Tu hai le mani magiche>, ridacchia.

<Lo so, me lo dicono in tanti, ma non mi piace vantarmi>, alzo gli occhi al cielo ridendo.

<Pronta per stasera?>

<No, sicuro di non voler venire?>

<Diciamo che ho in programma di portare il verbo "venire" su un altro piano argomentativo>

<Sei tremendo! Ti adoro>

<Mi raccomando, sesso selvaggio>, lo abbraccio forte e lo osservo uscire di casa dalla finestra.

<Posso farcela, in fondo devo soltanto cantare una stupida canzoncina di compleanno mentre reggo una torta, quanto potrà mai essere difficile?>

Dopo circa venti minuti, Archie e Veronica mi dicono che é ora di andare, che l'impresa abbia inizio!
Telefoniamo al padre di Jug per sapere se è in casa, per nostra fortuna é fuori, possiamo attuare il piano.

Raggiungiamo l'abitazione in macchina, sapientemente parcheggiata lontano, e ci intrufoliamo dentro, sperando di non essere presi per ladri da altri Serpents di passaggio. Sistemiamo tutto per il suo arrivo, torta, bandierine, candele profumate, birra e regali.

Non sto più nella pelle, so che a Jughead non piace festeggiare e ricevere regali o trovarsi al centro dell'attenzione, ma non vedo l'ora che arrivi e veda tutto quello che abbiamo organizzato per lui.

Spero solo che ne sia felice, perché tutti e quattro l'abbiamo fatto con il cuore.

Sono nascosta in una specie di cucina, pronta a sollevare la torta al suono della serratura. Archie e Veronica sono in salotto, nascosti dietro il divano.
Incrocio le dita sperando che non si stiano accoppiando pure lì.
Effettivamente non credo sia possibile, c'è troppo silenzio.

Quando la maniglia della porta si abbassa mi prende un colpo. Lo vedo entrare, togliersi il giubbotto e richiudere alle sue spalle. Non appena si volta verso di noi Archie e Veronica sbucano fuori urlando "sorpresa". In fretta accendo tutte le candeline, poi sollevo con delicatezza la torta dal piano cucina e la tengo in equilibrio.
Mi dirigo a piccoli passi verso il festeggiato.

La luce spenta per poco non mi fa inciampare, ma è quando sollevo lo sguardo che mi blocco completamente. Sollevo gli angoli della bocca in una specie di sorriso.
Jughead é inespressivo, teso, ci sta scrutando uno per uno.

<Mi dispiace fratello, credevo ti avrebbe fatto piacere>, sento dire ad Archie in mezzo al buio.

Jugh non emette un fiato, si gira pronto per andarsene, ma trova me. Il suoi lineamenti si rilassano all'istante.

<Buon compleanno>, sussurro.

<Io odio questo giorno>

<Lo so ma... quest'anno è diverso, non credi?>, si guarda intorno notando le bandierine appese, i bicchieri di carta e i regali sul piano. Un sorrisino compare sulle sue labbra.

<Si... Io ...credo di si>, immerge i suoi occhi azzurri nei miei, mi sento come ipnotizzata.

Colgo l'occasione al volo.

<Dai, esprimi un desiderio>

Mi scruta attentamente e per la prima volta riesco a vedere la dolcezza in quell'espressione da duro che si porta sempre dietro.

Il mio sorriso si allarga quando chiude gli occhi e spegne le candele.

<Cos'hai desiderato?>, Archie piomba vicino a noi, accende la luce e spazza via quell'aria di magia che si era creata intorno a noi due.

<Mica lo vengo a dire a te, poi non si avvera>, ridono entrambi.

Finalmente dopo aver mangiato la torta viene l'ora dei regali, apprezza molto quello del suo migliore amico e di V, appena scarta il mio però rimane immobile, lo osserva da ogni forma e angolazione.

Mentre sta ancora analizzando l'oggetto Veronica e Archie decidono di voltarmi le spalle e tradirmi.

<Noi andiamo, Kevin ci ha mandato un messaggio e ha bisogno di noi, prenditi il tuo tempo Betty>, detto questo scappano via.

Rimango impietrita, guardo Jug che sembra avere qualcosa di strano che gli frulla per la testa. Si avvicina a me, serio in volto, e mi abbracciò dolcemente.
Quel tocco, il suo tocco, mi mancava troppo. Lo stringo forte, il suo profumo inebria la mia mente e non solo.

Si stacca da me, mi guarda intensamente, si avvicina alla porta e la chiude a chiave.
Corrugo le sopracciglia ma non ho il tempo di reagire a quello che sta per fare...

In ritardo, come sempre, ma eccoci!!!!❤

Mie piccole serpentine il prossimo capitolo sarà da leccarsi i baffi, opsss, non dico altro 😏😂

Fateci sapere cosa ne pensate e accendete un cero per noi povera gente che lavora ad agosto ❤😂

Alla prossima 🖤🐍

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