Dead Man
Jughead's pov
Quindi il mio presentimento era corretto, qualcosa di brutto doveva realmente accadere. Sono uno stupido, avrei dovuto parlarne con mio padre invece di fare la parte del duro, adesso i miei ragazzi sono in pericolo, ed é tutta colpa mia. Il mio sguardo spazia dalla mia lama alla sua arma da mischia, deglutisco e cerco di controllare il respiro. La stasi della scena viene rotta dal suono di altre moto in lontananza e dall'irruzione di altri Ghoulies all'interno del locale.
Non sono un amante della violenza, sono più un tipo diplomatico, ma questa volta non ho scelta.
Prendo l'iniziativa e mi avvento contro il più grosso del gruppo, se qualcuno deve rischiare la vita é meglio che sia io, non voglio ragazzi sulla coscienza.
Il nemico schiva la mia coltellata e mi da una spinta, facendomi sbattere la schiena contro il bancone di legno del bar.
Soffoco un gemito di dolore e schivo il colpo di mazza chiodata del mio avversario. I Serpents, al contrario dei Ghoulies, non uccidono, feriscono soltanto.
L'unica nota quasi positiva é che non hanno armi da fuoco con sé.
Tall boy placca il tizio con il quale mi sto battendo, facendomi guadagnare tempo per vedere come sono messi gli altri. Sweet Pea sta avendo la meglio, altri Serpent sono arrivati in soccorso, adesso si che si comincia a ragionare, la battaglia é ad armi pari.
Seguono una serie di lamenti, scatti, passi indietro, versi di rabbia da entrambe le parti, siamo in una situazione di stallo e col respiro corto.
<Cosa diamine volete, bastardi!>, impreco a gran voce contro il capo.
<Quanta scortesia, volevamo solo farvi una visitina>, sputa sangue sul pavimento e sorride, <non siamo graditi?>, stringo i denti.
Il rumore di una porta che si spalanca spaventa tutti, un coltello attraversa l'aria e va a piazzarsi nel collo di un nemico, uccidendolo all'istante. Joaquin, il più abile tra noi con le armi da taglio, fa la sua comparsa.
Gli animi degli avversari esplodono in una rissa di proporzioni bibliche. Vetri spaccati sulle tempie, sangue che cola, urla strozzate. Con l'arrivo di mio padre, la nostra vittoria é ormai segnata.
Un tonfo molto forte distrae me e gran parte dei ragazzi, uno dei nostri é riverso sul pavimento.
<Cazzo! Copritemi!>, corro verso di lui e mi inginocchio al suo fianco. Il sangue fuoriesce copioso dal suo ventre. Provo a scuoterlo, a parlargli, ma la vita ha ormai abbandonato i suoi occhi.
Sento un vuoto dentro, a causa della mia codardia questo ragazzo ha pagato con il prezzo più caro. Tutto intorno a me sembra rallentare, ignoro la lacrima che sta scendendo sul mio viso, chiudo le palpebre della vittima e torno a lottare con tutta la forza che ho. Il capo sembra avere un debole per me, riesce a sopraffarmi e a colpirmi di striscio sul lato destro della faccia con la mazza. Mio padre spara un colpo in aria, fermando tutti.
Molti di loro sono stati sconfitti, vedendosi in minoranza iniziano la ritirata, fino a sparire all'orizzonte.
<Jug! Stai bene?>
<No, non sto affatto bene>, rivolgo lo sguardo verso il corpo del ragazzo rimasto ucciso nel combattimento, gli altri Serpents lo hanno coperto con un giubbotto di pelle della banda.
<Hey, non é colpa tua!>
<Allora perché mi sento così da schifo?>, mi alzo e in silenzio vado al piano di sopra.
Entro in bagno e chiudo la porta dietro di me, mi guardo allo specchio. Ho la faccia gonfia, graffiata e insanguinata, gli occhi rossi per la lacrime che sto continuando a versare. Butto fuori l'aria, per la rabbia scaglio un pugno contro lo specchio, frantumandolo.
<Avrei dovuto esserci io al suo posto...>
Betty's pov
È tutta la mattina che il mio cellulare non smette di suonare un attimo, anzi vibrare, perché dopo la quarta chiamata mi sono rotta le scatole di sentire continuamente la suoneria che ho impostato quando chiama mia madre.
L'ultima volta che l'ho vista e quindi sentita, è stato quando sono andata a trovarla cercando un pò di conforto, che non ho neppure avuto.
Quello che ho trovato è stata una donna che crede di aver messo al mondo una figlia problematica e disubbidiente, che a detta sua si rovinerà la vita frequentando quei delinquenti.
Non credo alle sue parole, anzi, da quando esco con Sweet Pea e da quando Jughead ha smesso di guardarmi con disprezzo, direi che la mia vita mi piace.
Di sicuro è meglio di prima.
Ritornando all'innominato, credo che la sua "amicizia", definiamola così, sia durata appena mezzo secondo.
La sua espressione quando ha visto Sweet Pea baciarmi era indecifrabile, o l'ha completamente stravolto o l'ha fatto incazzare, dipende dal punto di vista.
Fatto sta che non mi piaciuto lo sguardo che mi ha buttato addosso, dopo quello che c'è stato tra di noi, anche se forse per lui non é nulla di che, credevo... credevo che avremmo potuto avere un dialogo normale, lavorare al meglio nella direzione del giornale, e perché no, avremmo potuto diventare perfino amici.
Invece i passi avanti che abbiamo fatto non ci sono più, spariti!
Adesso Jughead Jones, volente o nolente, mi deve una cavolo di spiegazione.
Giro lo schermo del cellulare per vedere se mia madre ha finalmente capito che non ho la minima intenzione di risponderle. È strano che ancora non sia venuta qui, ha iniziato a chiamarmi all'alba e non ha smesso fino ad ora.
Penso sia meglio mettermi in marcia prima che Alice Cooper appaia alla mia porta e la butti giù a colpi di tacchi a spillo.
Prendo in fretta tutto il necessario e tiro dritta verso la porta di casa.
Prima di andare in redazione cambio strada e passo da Pop's per prendere un hamburger al volo.
Il locale è semivuoto, bene, almeno non ci sarà tanto da aspettare.
Dopo quindici minuti sto camminando beandomi del gustoso panino.
Quando entro al Blue&Gold, mi stupisco nel vedere Jughead già li, chino davanti al suo portatile.
Batte sui tasti con forza, a mio parere salteranno via da un momento all'altro.
Sto per aprire bocca per salutarlo, quando noto sul suo bel viso un taglio profondo e sanguinolento, che di certo non passa innosservato.
Scatto verso di lui e lo giro con tutta la sedia verso di me.
<Che diavolo hai fatto?>, suona più come un'accusa che come una domanda.
Mi fissa stranito per un secondo, poi il suo sguardo s'indurisce.
<Non sono affari tuoi, lasciami in pace>, risponde burbero.
Mi spintona via delicatamente, considerando che lui è ancora seduto e io gli torreggio sopra.
<Non cominciare a fare il coglione Jug e non provare a spingermi via>
Lo fisso con aria di sfida, ma a lui sembra non importare.
Mi abbasso vicino al suo volto tumefatto, ispeziono al meglio la ferita, sono sicura che non l'ha neanche disinfettata.
Sto per appoggiargli le dita sul viso quando lui scatta indietro, quasi spaventato dal mio non tocco.
<Smettila Betty, ti ho detto di farti gli affari tuoi, cosa non ti é chiaro?!>, mi fulmina.
Okay, con lui le parole non funzionano.
Mi allontano e lo sento buttare fuori un sospiro di sollievo. Vado verso la mia postazione, appoggio sulla scrivania borsa e cellulare e vado a prendere la cassetta del pronto soccorso. Anche se non vuole, gli disinfetterò quella ferita del cazzo!
Cosa sarà successo? Avrà avuto una lite con qualcuno? Magari con Sweet Pea dopo il bacio?
No, non credo, sono come fratelli, e poi perché avrebbe dovuto farlo, a stento gli importa di me.
Devo scoprire chi lo ha picchiato.
Ritorno da lui e sbatto la cassetta sulla sua scrivania. Questo riporta la sua attenzione su di me. Tiro una sedia e la piazzo davanti a lui.
Mi siedo e inizio a rovistare in cerca del disinfettante e dei tamponi.
<Che cazzo stai facendo?>
<Non sto facendo niente che ti riguardi!>, rispondo secca.
Bagno il tampone e con delicatezza lo appoggio sulla sua guancia.
<Brucerà un po'>, per fortuna non si tira indietro.
Butta fuori un altro respiro profondo, si toglio il berretto e lo lancia sul tavolo.
I capelli, che gli ricadono morbidi sulla fronte, emanano un odore meraviglioso.
Mentre continuo a pulire la ferita con calma, Jughead non dice niente, si limita a guardarmi. I suoi occhi non si scollano da me neanche per un secondo.
Siamo così vicini che le nostre ginocchia si sfiorano, ogni volta che accade trattengo il respiro e il mio cuore accellera.
<Ecco, adesso va meglio>, sussurro.
<Grazie>, mi guarda ancora con un intensità tale da costringermi a distogliere lo sguardo. Ho la gola secca e le guance mi vanno a fuoco.
Innaspettatamente mi afferra la mano. Sento l'elettricità scorrere dentro le mie vene. Osservo le sue dita fare pressione sulle mie per trovare spazio.
<Dico davvero, grazie>, non so più come si parla!
<Non ho fatto niente di ché>, ritiro delicatamente la mano ma lui non sembra voler mollare la presa. Sposto gli occhi su di lui in cerca di una risposta.
<Jug, c'è qualcosa che non va?>, le sue labbra si schiudono.
<Betty, devi farmi un favore>
<Cioè?>, la pressione sulla mia mano aumenta.
<Non tornare a casa da sola quando fa buio>, lo guardo stranita.
<Perché? É successo qualcosa?>, rimane in silenzio.
<D'ora in poi, fatti accompagnare a casa da Sweet Pea la sera>, un momento, mi sta forse incoraggiando verso il lato opposto?
<É così grave la situazione?>
<La mia faccia ti basta come risposta?>
<Deve fare parecchio male...>
<Non sono queste le cose che mi provocano dolore>, allenta la presa fino a lasciarmi completamente la mano, mi riserva un altro sguardo che non saprei descrivere, si alza e va verso la porta.
<Aspetta Jug>, si ferma all'istante e si volta appena, gli lancio il suo cappello, l'aveva quasi dimenticato, lo afferra al volo.
<Grazie per l'avvertimento>
<Di niente, biondina>, indossa il berretto ed esce dalla stanza.
Guardo nuovamente lo schermo del cellulare, un messaggio da parte di Sweet Pea, dice di aspettarlo per il ritorno a casa. Questa storia mi insospettisce sempre di più, gli chiederò spiegazioni più tardi.
Sprofondo sulla sedia dove fino a qualche seconda fa sedeva Jughead e sospiro.
Se mi ha avvertita lui in persona c'è seriamente qualcosa che non va. Guardo il mio riflesso attraverso il legno lucido della scrivania. Un momento... ma questo é il cellulare di Jug, l'ha dimenticato, forse faccio ancora in tempo a restituirlo!
Prendo il telefono, mi alzo, svolto l'angolo e vado a sbattere contro qualcuno.
<Ti piace proprio venirmi addosso, eh?>, é lui, merda!
<Io... ti stavo riportando questo>, porgo l'oggetto verso di lui e tengo lo sguardo basso. Prende il cellulare e ridacchia.
<Sweet Pea é un ragazzo fortunato>, si volta e va via.
Aspetta, cosa?
Cosa?!
In che senso? Non sono frasi da dire così alla leggera!
Arrossisco di colpo, il cuore sta per esplodere in mille pezzi. Lo osservo svoltare l'angolo, rimango fossilizzata nella stessa posizione per circa dieci minuti.
Cosa diamine intendeva?!
Mi scuso con i lettori per il profondo ritardo con il quale é stato pubblicato questo capitolo, wattpad mi ha dato del filo da torcere ultimamente.
In teoria ho risolto il problema, speriamo in maniera definitiva!😑
E comunque... Come state?!❤
Cosa ne pensate della frase detta da Jug? 😍
E dello scontro? 🦄
Tranquilli il nostro amatissimo cappellino a corona é ancora tutto intero, ma lo resterà per molto?😏
Scusate, é che mi mancava mettervi ansia! 😂
Un saluto e buona lettura! 🖤🐍
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