9.0

Abigail

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La sera in Austria

Abu Dhabi,
Novembre 2022

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Tolsi per l’ultima volta della stagione le cuffie e le appoggiai sulla sedia dietro di me: «Gli ultimi dieci minuti stavo per avere un infarto.» Risi abbracciando Andrea, che stava ancora saltellando per il secondo posto nel campionato costruttori e in quello dei piloti per Charles Leclerc.

«Non ricordavo più come si respirasse.» Ammise nel mio orecchio e ci staccammo per andare a festeggiare con gli altri ingegneri. La stagione era stata lunga, interminabile, forse ero contenta che fosse finita.

La Ferrari era tornata competitiva dopo anni, ma non abbastanza per essere in alto nel podio. L’anno prossimo avremmo dovuto ricreare tutto da zero, provare ad avere più affidabilità possibile, dato che il motore era una parte importante e sembrava esserci. Ancor di più, perché la progettazione era cominciata ormai dalla terribile gara di Francia. 

Iniziammo a correre verso le transenne, vidi il monegasco salire sul secondo posto e iniziarono a suonare l'inno olandese, notai anche Kyla, che qualche giorno prima mi aveva avvisata che la non relazione con Max Verstappen era terminata, ora rimaneva con uno sguardo perso a osservarlo; lui immobile guardava il team Red Bull.

Mi vibrò il cellulare nelle mani, Carlos, che era arrivato quinto, mi stava scrivendo e sbloccai lo schermo per leggere.

From: Carlos
To: Abigail

Retro del box.

Mi guardai intorno, cercando di capire se qualcuno stesse facendo caso a me, ma erano tutti impegnati a seguire i piloti, perciò sgattaiolai fuori dalla folla e quasi corsi fino a destinazione.

Era vuoto, tutto il team doveva essere alle premiazioni, compresi i piloti delle altre scuderie. Entrai, superando gli schermi e oltrepassando il corridoio. Lo spagnolo apparve appoggiato al muro, con ancora i segni del casco e della balaclava sul volto, ignaro della mia presenza.

Gli tolsi il telefono dalle mani, infilandolo nella tasca della divisa rossa, non gli diedi il tempo di realizzare, che lo baciai, non lasciando che potesse dire una parola. Dopo qualche momento decisi di staccarmi e guardarlo, mostrandogli un sorrisetto.

«Quinto in classifica eh… L’anno prossimo se arrivi un po’ più in alto magari ti meriti qualche regalino.» Ridacchiai ironica, cercando di far intendere qualcosa che non sarebbe successo. Chissà se tra un anno avremmo continuato ad andare avanti così, mi trovai a riflettere. 

«Shh.» Mi zittì, invertendo le posizioni e facendo aderire la schiena contro il muro, riprese a far sfiorare le nostre labbra in un lento bacio. Lo attirai a me, passando le dita tra i capelli sudati e sentii le sue mani arrivare a sfiorare la pelle sotto la maglietta, alzandola. 

«Oh, cazzo!» Urlò qualcuno, costringendomi a spalancare gli occhi, merda.

Kyla, ma non solo lei, perché Charles Leclerc prese posto al suo fianco, sbucando dal muro prima del corridoio. 

Il suo sorriso si spense in meno di un secondo: «Cosa sta…» Iniziò guardando la scena, ma forse senza realizzare, facendo scappare dalle mie labbra il suo nome. 

«Charles…» Iniziai, spostando Carlos, che quasi sussultò alla vista del suo amico.

Io mi abbassai la maglietta e cercai di aggiustare i capelli, provando a salvare un minimo le apparenze.

«State scherzando? Era lui? Era fottutamente lui?» Questa volta gridò, a pieni polmoni, il suo sguardo era diverso, i modi in cui si stringeva le mani fecero diventare le sue nocche bianche, spente, persero colore e quasi nello stesso momento i suoi occhi si scurirono. Cazzo.

Non realizzai, nulla, né i suoi passi verso lo spagnolo né immediatamente, il pugno che tirò sul suo viso, facendolo retrocedere e cadere all’indietro.

«Oh mio Dio!» Si appoggiò le mani sulle labbra la mia amica, spaventata e io non riuscii a guardare Carlos, il mio sguardo rimase sul monegasco che sembrava essere impossessato da un’altra persona. Alzò il volto verso di me, deluso ma allo stesso tempo sorpreso.

«Vaffanculo. Vaffanculo entrambi, tu Carlos e tu, Abigail. Cazzo!» Non abbassò il tono, sputando tutto il suo rancore su di noi, lanciando un altro pugno sul cartongesso, poi si voltò e a passo spedito sparì oltre l'angolo. 

«Carlos… Stai bene?» Domandai vedendolo mettersi seduto e osservando del sangue uscire dal labbro inferiore, «Io…» Mi voltai a guardare il punto in cui il predestinato era scappato.

«Vai, ci penso io qui.» Mi disse Kyla, che più che arrabbiata, sembrava incredula.

«Scusami.» Iniziai verso di lei ma mi stoppò, intimandomi di seguirlo, perciò mi alzai e iniziai a correre verso il corridoio del paddock, che aveva ripreso a essere pieno. Lo vidi, fermo ad accettare alcuni complimenti da dei giornalisti e mi avvicinai interrompendo: «Charles… Possiamo parlarne?» Sussurrai, ma i due signori si zittirono, interessati a quella conversazione. Lui neanche si girò, però in silenzio prese a camminare verso il motorhome, forse per avere privacy.

Entrò nella stanza dove qualche volta si cambiava e cercò di mettersi distante il più possibile da me.

«Non stavamo insieme e non stiamo insieme, non devo giustificarmi neanche. Ti sembra normale averlo colpito? Cazzo Charles!» Iniziai attaccandolo e lui sembrò arrabbiarsi ancor di più. Voleva forse delle scuse? 

«Al contrario di te, che alla fine della nostra relazione non volevi neanche più toccarmi, come se ti facessi schifo. Forse eri tu, ad aver toccato quella mentre stavamo insieme.» Gli sbraitai contro. Avvicinandomi a lui, ma dovetti indietreggiare, quando iniziò a fare lo stesso. Stringeva la mano sporca di sangue tra le dita dell'altra, dolorante.

«Te l’ho già detto nel Principato, Abigail. Non l’ho toccata e non la toccherò.» Abbassò la voce, sussurrando quelle parole, che rimbombarono nella mia anima. I suoi occhi trovarono i miei, sconvolti, spenti, non eravamo più abituati a guardarci e questo, forse, gli fece mollare la presa sul mio sguardo, lasciando che osservasse altro. 

«Carlos poi? Ti sei fottuta il cervello Abigail? Come puoi… Come potete…» Cercò delle parole che non arrivarono, rimase in silenzio, attirato da quel pavimento scuro. Non sapevo che cosa rispondere, non capivo se volessi giustificarmi o urlargli qualche cazzata di cui mi sarei pentita.

«Non abbiamo più niente da dirci, no?» Iniziò maligno cambiando espressione, «Forse non abbiamo mai avuto niente da dirci e basta, Abigail Mathews.» Suonò come un saluto, un addio, mi invitò a sparire dalla sua vita con uno sguardo, con un tono, come se non avessimo condiviso niente di più che un lavoro.

Ma cosa potevo pretendere, io? Che avevo usato più e più volte quelle semplici lettere nei suoi confronti. Non siamo mai stati niente. Non abbiamo niente da dirci. 

Entrambi, avevamo preso le emozioni condivise insieme e le avevamo buttate nel cestino. Irrecuperabili

Il resto della giornata, mi sembrò di osservarla da spettatrice. Daniel ci invitò a casa sua a Monaco prima di Natale, Adalia arrivò nel post gara in hotel, offrendoci un passaggio con uno dei suoi jet nel Principato, dove io e Kyla avevamo deciso di passare quel periodo. 

Ma camminando nel paddock, sentii il fiato mancarmi. Mi appoggiai all'hospitality di un team che la mia mente scelse da sola.

Aspettai, su uno di quei divanetti, che il buio della notte scendesse ancor di più. Appoggiai i piedi su di esso, stringendo le mie gambe, cercando di proteggermi da un freddo che non faceva e che pareva avessi solo dentro. 

«Abigail? Che cosa ci fai qui?» Alzai lo sguardo, incontrando gli occhi di Max Verstappen, che sudato mi osservava confuso. Tornai in piedi, mi avvicinai e non potei fare altro che abbracciarlo. 
Lui replicò la sera in Austria, mettendoci qualche secondo a ricambiare, ma poi mi strinse, forte, quasi come se ancora un'altra volta due cuori rotti potessero riunirsi con quel contatto. 

«Ho fatto un disastro.» Sussurrai tra le sue braccia, lasciando che i miei occhi una volta per tutte, potessero piangere. Si staccò, questa volta comprensivo, aprì la porta e mi fece segno di entrare, perciò andammo in uno dei tanti divani della Red Bull.

«Con Charles… O con Carlos?» Chiese interrogativo, ma mostrando che aveva osservato e capito qualcosa

«Con entrambi, Max.» Puntai gli occhi sulle mie dita, intente a staccare qualche pellicina di troppo vicino alle unghie. 

«Non ti giudico.» Disse, accennando un sorriso lieve, che mi convinse, perciò presi fiato e iniziai. 

«Ti ricordi quando dopo la gara a Spielberg, sei venuto da me e mi hai chiesto di Kyla? Mi hai fatto leggere l'articolo e io l'ho chiamata?» Domandai e lui annuì, «È arrivato Carlos quella sera… Ero distrutta, arrabbiata, Charles aveva baciato Charlotte davanti a me e… Sono andata a letto con Carlos per la prima volta…» Chiusi la bocca qualche momento, riflettendo sulle cazzate che io stessa avevo fatto. 

«Per la prima volta?» Chiese alzando un sopracciglio sorpreso e toccò a me muovere il capo affermativamente. 

«Siamo andati avanti così tutta l'estate, quando sono tornata a Maranello nella pausa estiva, ci siamo incontrati anche lì. Ricominciata la stagione era uguale, dopo le gare ci vedevamo, tornavamo in Italia insieme…» Lo guardai, mortificata, come se il torto l'avessi fatto a lui. 

«Ti sei innamorata?» Pose la domanda il più schietto possibile, cercando di studiarmi. 

«No, ma… Sono confusa, tutta la situazione mi mette confusione. Ho passato l'estate a pensare a Charles e ad andare a letto con il suo compagno di squadra. Decido di non pensare più a lui, mettermi in una situazione di scelta e lui torna. Mi dice che non l'ha mai toccata, non ha mai toccato Charlotte perché non può.» Sbuffai, addirittura mi alzai, cercando di sbollentare il nervoso che mi mangiava dentro. 

«Cos'è successo oggi?» Arrivò al punto, immaginando esattamente qualcosa. Max sapeva capirmi, non era neanche troppo sconvolto della storia con Carlos, perché mi aveva osservata in sua presenza e chissà come, aveva capito

«Charles ci ha visti. Ci stavamo baciando e… Ha tirato un pugno sul viso a Carlos, sono corsa come una cretina dietro di lui e mi ha chiesto praticamente di sparire. Non dico che non possa essere sbagliato, mi sento in colpa per tutto questo ma…» Il mio discorso sfumò nel vuoto, lasciandomi a riflettere sulle mie parole. 

«Non sai che cosa vuoi.» Concluse lui per me, facendomi annuire e risedere sul divano al suo fianco. 

«Abigail…» Mi prese una mano per attirare la mia attenzione: «Hai tutto il tempo, sei giovane, cerca di riflettere sulle cose importanti. Non è necessario che in questo momento tu debba avere per forza un fidanzato. Se vuoi passare la notte con Carlos e ti senti di farlo, fallo. Se non vuoi, non farlo. Ascolta quello che senti, solo tu puoi decidere e sapere cosa vuoi.» Trattenne il mio sguardo nel suo per qualche secondo. 

«O magari la sera in Austria, dovevo solo offrirti un passaggio e non lasciarti con Carlos.» Ironizzò, facendomi scoppiare a ridere e asciugare le lacrime di tristezza, che non c'entravano più nulla. 
Quando tornai seria, decisi di abbracciarlo ancora. 

«Grazie, Max.» Sorrisi nella sua divisa, che puzzava tremendamente di Champagne.

«Magari fatti una doccia, okay.» Consigliai, prendendolo in giro. Lui concordò e mi lasciò un occhiolino, promettendo di incontrarci nel Principato di Monaco. 

Mi sembrò di camminare ancora una volta in cerchio, l’avevo superato, mi ripetevo continuamente. Potevo non pensarci, ma la mia mente tornava a quel momento ogni volta, non lasciando spazio per nient’altro. Non l’ho toccata e non la toccherò.

Quante di quelle parole erano vere? Se l’amava perché non avrebbe dovuto farlo?

Quel ragazzo era nato per incasinarmi la testa, rimanere nei miei pensieri, come se non riuscissi a dimenticarlo. Perché sembrava che non potessi dimenticarlo? 

Vedevo le nuvole farsi trasportare dal vento, rimanendo sempre unite. Come se l'un l'altra, non potessero fare a meno di stare insieme.
Perché non ero stata capace di tenerlo con me? 

Osservai il cielo dal mio balcone a Montecarlo, guardando Kyla uscire dal portone e salire a bordo della McLaren blu di Daniel Ricciardo, che sembrava quasi sua ormai.

Mi appoggiai alla poltroncina che avevamo sistemato là fuori, per rimanere al calore del sole ancora per qualche minuto, ma il mio telefono squillò, rivelandosi una chiamata dallo spagnolo.

«Carlos…» Iniziai, non sapendo le parole giuste da usare. 
Non ci sentivamo dalla settimana prima, quando per colpa mia era tornato in Spagna con un labbro spaccato.

«Scusami se non mi sono fatto sentire. Ho preferito non chiamarti prima… Avevo paura di non trovare le parole per aiutarti.» Disse, impappinandosi spesso tra una frase e l'altra.

«Non importa, non ti ho scritto per lo stesso motivo… Hai parlato con Charles? So che sei in Italia.» Domandai, avendo saputo queste notizie dai social. A dire la verità era anche uscito un rumor secondo cui avevo tradito il monegasco per il suo amico, ma i dubbi su come avessero scoperto di me e Carlos erano tanti.
Girava comunque una voce nel paddock in cui Charles, era stato visto con le nocche della mano spaccate. Questo aveva solo aiutato a far degenerare gli scoop. 

«No, mi sono anche avvicinato per congratularmi ma ha fatto finta di nulla» Sbuffò forse sdraiandosi, «Io resto in Italia per tutta la settimana e forse la prossima, ho uno shooting per un brand, poi al massimo ti raggiungo là, se riesco. C'è anche la festa di Danny.» Mi ricordò di qualcosa che la mia mente aveva dimenticato, ma sicuramente Kyla l'avrebbe ricordato per entrambe.

Ci salutammo. Rimasi da sola, forse era un male, dato che la mia testa era da giorni che mi faceva sperimentare l'insonnia. Riportandomi a mesi prima, che avrei voluto solo scordare.

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Buon pomeriggiooo! Scusate per il ritardo ma sono al Salone del Libro di Torino e tra tutta questa gente sto perdendo la testaaa👀 infatti non sono riuscita a scrivere uno spazio autrice decente👀👀

Ecco a voi finalmente che cos'è successo dopo la famosa ✨scena del pugno✨

Io ho amato, riscrivere nuovamente tutto dal punto di vista di Abigail! Spero vi sia piaciuto e fatemi sapere cosa ne pensate❤️

Ho apprezzato molto, la profondità nella scrittura dell'amicizia tra Max e Abi, spero che anche voi abbiate apprezzato il ritorno del nostro Mad Max❤️

Se avete qualche dubbio, scrivetemi sempre❤️ ci vediamo lunedì(il mio compleanno✨) con il decimo capitolo!

Ho lasciato un box per le domande su Instagram, se vi va di darmi un parere, come al solito ✨

Instagram: mybrightshadow.wattpad
Tik Tok: ire.stories

Grazie per leggermi sempre❤️

A presto,

ire

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