18.0
Abigail
🏎️
Completi
Principato di Monaco,
Dicembre 2022
🏎️
Il più grande nemico al mondo che potrai mai avere, sei tu.
Scappi sapendo che da te stesso, non puoi andartene, a volte puoi dimenticarlo ma arriverà sempre il momento che tornerà in mente.
Cerchi di mettere una lunga distanza, grande, chilometri e chilometri di spazio, però basterà guardarti allo specchio per renderti conto che non se n'è mai andato.
La paura dei pensieri, era la peggiore. Perché scappavi ovunque, ma ti trovava sempre, tornavano sempre.
Charles Leclerc era andato via dalla serata e per me era come se ancora ci fosse.
Nelle parole, nei discorsi degli altri, nella stanza e in me, lui era sempre con me.
Come puoi cancellare l'amore, come puoi dimenticarti di quello che una persona ti ha dato? Chi è forte riesce in un modo che solo loro sanno, ma io? Ma i deboli?
Non lo fanno, non dimenticano e vivono le giornate a ripetersi che più debole di così, non c'è nessuno, se non tu.
E forse era vero, che anche se provavo a convincermi del contrario, non avevo mai smesso di amarlo. Potevo andare a letto con chiunque, provare attrazione per mille persone, ma Charles aveva lasciato il segno, come un tatuaggio…
«Avrei voluto scommettere dei soldi sul fatto che un altro pugno, istigato ancora un po', Charles l'avrebbe tirato.» Ridacchiò Max, quando avevamo deciso di rilassarci sui divani prima di andare a dormire.
«Anche io.» Concordò Norris al mio fianco, che sembrava non voler sedersi neanche un metro più in là.
«Lando mi raccomando, davanti ai due ex di Abigail continua così e poi i pugni te li prendi tu.» Sorrise Daniel, anche se sembrava maledettamente serio.
«Non sono i miei due ex.» Puntualizzai veloce, senza voler mettere bocca nella conversazione. Le attenzioni del pilota McLaren non mi davano fastidio, sembrava lo facesse in amicizia e andava bene.
«Da quando me l'ha presentata Carlos, ho sempre detto che mi piaceva, che problema c'è. Non è nulla di nuovo.» Sbuffò, facendomi rimangiare il pensiero di qualche secondo prima.
«Cambiamo argomento che mi scoppia la testa, avete tute, maglie o pantaloni da prestarmi?» Domandai rendendomi conto di non voler dormire con l'abito scomodo.
«Sì, se vuoi cambiarti già ora, vieni che ti do i vestiti.» Mi disse il padrone di casa, facendomi alzare subito.
«Io sono sempre più convinta, ma tu non odiavi prestare i vestiti? Se non è così abbiamo qui tra noi il miglior bugiardo di sempre, vero Max?» Gridò Kyla, dalla poltrona singola più lontana dalla mia posizione e ricordai il momento del prestito di maglia. Doveva ancora averla la mia amica da qualche parte nell'appartamento.
«Non ricominciamo.» Si unì Adalia tappandosi le orecchie; in effetti come prima uscita con i nostri amici, doveva odiarli già. Avevamo passato l'intera serata a lanciare frecciatine e cattiverie, ma in fondo ci volevamo molto bene. Solo che alcuni non sapevano dimostrarlo.
«Io comunque team Charles dall'inizio dei tempi, solo che ha gusti di merda, come ad esempio Charlotte.» Se ne uscì senza motivo Ricciardo, facendomi scoppiare a ridere per l'ilarità di quel momento.
«Basta, dammi questa maglietta e smettila Dan.» Cercai di restare seria mentre ci stavamo incamminando verso la stanza, ma mi scappò un sorriso.
«L'armadio è questo, scegli quella che ti piace di più, ci sono anche i pantaloni della tuta, ti aspetto di là.» Mi abbracciò senza motivo, ma in realtà era al momento giusto, perché mi serviva davvero. Appoggiai la testa sul suo petto, trattenendolo più del dovuto.
Daniel Ricciardo era stato dalla mia parte, anche se non mi conosceva bene all’inizio. Andava sempre da ogni persona nel paddock a ricordare quanto fossi un buon ingegnere. In un momento di debolezza quella sera a Monaco, aveva aiutato Kyla a portarmi a casa. Era il mio partner, sapevo che ci sarebbe stato anche se avrei voluto organizzare un omicidio, ma facevo abbastanza io per lui?
«Stai bene?» Gli chiesi, ancora tra le sue braccia, respirando quell’odore familiare che sentivo anche dentro la sua auto quando la usavo con la mia amica.
«La vera domanda non è come sto io, ma come stai tu Abi.» Rispose, sciogliendo di poco l’abbraccio per osservarmi. Io lo strinsi ancora una volta a me.
«Ancora due secondi e poi ti lascio andare, giuro.» Sussurrai, sentendo appoggiare le sue mani sulla mia schiena.
«Se ti fa sentir meglio, anche tutta la notte. C’è qualcosa di cui vuoi parlare?» Domandò, scompigliandomi i capelli e fu allora che mi staccai, aprendo l'anta del mobile. Lui si sedette sul suo letto.
«Non lo so, è una situazione strana.» Dissi l’unica cosa che mi venne in mente e presi a guardare le magliette, rubandone una della McLaren arancione, con il suo numero impresso.
«All’inizio, quando quella sera ho scoperto di te e Carlos, non è stata una cosa del tutto inaspettata, insomma, la vostra chimica anche prima di Charles era ovvia e ben solida, da andare fino a letto insieme magari no. Oggi che vi ho visti guardarvi negli occhi, ballare, non lo so Abigail, non sei com’eri con Charles.» Tirò fuori la sua visione, stupendomi per aver fatto questo tipo di osservazioni. Era più o meno lo stesso discorso di Max.
«Com’ero con Charles?» Mi trovai ad aver bisogno di sentire che qualcuno me lo ricordasse, avendo voluto dimenticare dei pezzi di noi, magari non ero riuscita, ma in quel momento la mia mente ricordava solo gli ultimi mesi, che avevamo passato a rincorrerci in ogni città.
«Mi davate l’impressione di cercare leggerezza l’uno nell’altro, aggrapparvi a voi per sentirvi bene. Avevate paura dell’incertezza degli eventi, della vita, ma sembrava che insieme questo non ci fosse. Eri felice, fai e facevi il tuo lavoro dei sogni, come lui d'altronde e sembravate completi.» Concluse lasciandomi a bocca aperta, lasciando che i ricordi tornassero a troppo tempo prima. Così forti da spingermi a terra, obbligarmi a chiudere gli occhi per l’impatto.
«Guardami» Piagnucolò, e lo feci «Ti amo. Ti amo perché vivere è così incerto che qualunque cosa accada voglio passarla con te. Voglio che sia così incerto, da girarmi, guardarti e capire che io e te saremo sicuri di noi.» Sussurrò baciandomi.
Asciugai la leggera e unica, lacrima solitaria, che mi scese sulla guancia. Aveva così ragione il riccio.
Alzai lo sguardo su di lui, che con uno sguardo sincero mi guardò: «L’aveva detto anche lui.» Dissi solamente, appoggiando la maglia che avevo scelto sul letto accanto a lui.
«Per quanto possa essere doloroso, il ricordo che ti abbia lasciata, Charles non ha mai fatto niente con Charlotte, diciamo che oltre alla fiducia, che si può riconquistare, non avete perso nulla se non il tempo» Mi prese una mano, portandosela al petto, «Hey... Se vuoi qualcosa, lo sai come si fa. Ti alzi e vai a prendertela.»
«Lui non ha fatto niente Dan, ma io sì. L’ho perso ancora prima di riuscire a riprenderlo.» Abbassai lo sguardo, rendendomi conto di quanto potesse far male a lui, vedere il suo migliore amico e la sua ex insieme, a baciarsi, sapere che sono stati a letto insieme.
«Solo parlando, potete scoprirlo. Ora cambiati, penso che gli altri ci stiano dando per dispersi. Ricordati che se vuoi parlare, un posto sul mio petto c’è sempre.» Poggiò il mio palmo ancora una volta su di lui, solo questa volta all’altezza del cuore.
Sorrisi, sinceramente forse dopo troppo. Uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle sue spalle, dandomi modo di infilare la maglietta e dei pantaloni neri della tuta a caso. Già nella stanza presi una felpa in coordinato alla t-shirt, sempre con il numero 3 in bella vista.
Arrivai alla piscina, non trovando già più Adalia e Kyla, che dovevano essere andate a cercarsi una camera. Verstappen e Lando erano ancora sui divanetti e Ricciardo si stava riempiendo un bicchiere con qualcosa.
«Di che parlate?» Chiesi accomodandomi al mio posto di qualche momento prima, attirando l’attenzione su di me.
«Me lo dicevi, ti davo la maglia con il mio numero, ti starebbe meglio. Anche se sei bellissima.» Mi fece l’occhiolino l’altro pilota McLaren, facendomi quasi arrossire e prendendosi una gomitata nello stomaco dall’olandese e un’occhiataccia dal padrone di casa.
«Se inizi a confondere ancora di più la mia amica, non ti faccio più entrare in casa, Lan.» Infatti disse Daniel, facendo alzare il suo amico e accompagnandolo verso le camere, anche se sicuramente conosceva la strada: «’Notte!» Urlarono prima di sparire in salone, io e Max ricambiammo.
«Rossa, io vado a dormire. Cerca di non stare sveglia a pensare che ti si fonde il cervello poi.» Si avvicinò per baciarmi la testa e gli sorrisi.
Rimasi sola, e la porta di vetro mi invitò a uscire nel giardino. Scalza entrai a contatto con quei fili d’erba freddi e tagliati agli stessi centimetri, incamminandomi verso un divano che aveva alcuni cuscini giganti.
Mi sedetti, tirando fuori il cellulare e infilandomi sui capelli il cappuccio della felpa arancione. Entrai un paio di volte su qualche social, iniziando a fare zapping nel mio stesso telefono, non sapendo che cosa fare. Non ero stanca, non riuscivo a sentire il sonno, se tutti questi pensieri continuavano a girare nella mente.
D'un tratto, lo stesso telefono iniziò a vibrare nelle mani, facendomi mancare il respiro leggendo il nome del mittente.
Charles Leclerc.
🏎️
Ecco l'aesthetic del capitolo 👀👀👀
💛🌶️
Ricordatevi di lasciare una stellina e seguirmi❤️
Ciao di nuovo, é la vostra ire che vi parlaaaaa👻
Mi piace molto approfondire questa amicizia con Daniel, che sembra sempre avere le parole giuste da usare in ogni situazione, o con Max, che è quasi lo stesso, ma più semplice🥺
Mi fa morire far battibeccare Kyla e Max sulle cose più normali. Lui le aveva prestato la maglia, solo perché diceva che Daniel non amasse prestare i vestiti, la realtà era che voleva indossasse i suoi 👀
Mi mancano😫
Torniamo al lato interessante di questo capitolo, Lando.... LANDO MA CHE COSA FAI 😅
E... Una chiamata inaspettata da Charles Leclerc 👀 Ci vediamo giovedì per il prossimo capitolo!
Se avete qualche dubbio, scrivetemi❤️
Ho lasciato un box per le domande su Instagram, se vi va di darmi un parere, come al solito ✨
Instagram: mybrightshadow.wattpad
Tik Tok: ire.stories
Grazie per leggermi sempre❤️
A presto,
ire
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