Vendetta

Il silenzio incombeva tra di noi, ad un certo punto urlai disperata. I prati verdi diventarono secchi. Il sole sparì e una buferà di neve si scatenò innevando tutto.
-"Non arrabbiarti!" Esclamò mia nonna. "La tua rabbia qui può aver risvolti negativi."
-"Com'è possibile? Perché l'ha fatto? Perché mi ha lasciata da sola?"
-"Pargolotta, il tuo ragazzo soffriva di depressione…Si sentiva solo, dentro di se c'era un malessere che gli faceva vedere tutto nero."
-"Lui non meritava di finire all'inferno, era malato! Voglio parlare con Dio!"
-"N-no…" rispose impaurita. "M-Meglio di no…"

Ad un tratto una voce potente frastornò le mie orecchie.
-"Chi osa nominare il nome di Dio invano?"
Tra i grattacieli, si fece strada un uomo dai capelli lunghi grigi, con una barba folta. Aveva dei segni di età che le corrodevano il viso, con se aveva un bastone, e aveva una tunica completamente rossa e bianca.

Tutti si inginocchiarono alla sua vista…Io no! Io restai ferma a guardarlo con aria di sfida nonostante  sapessi chi fosse.

-"Tu!" Urlai. "Hai deciso di affidare John a Satana! Come puoi pensare di essere migliore di lui? Tu hai creato gli uomini quindi dovresti sapere quanto sono deboli…Anch'io ho sbagliato, ma eccomi qui! Mi hai dato una possibilità…Perché a lui noi?"
-"Non meriti una risposta…Inginocchiati al mio cospetto!" Disse pieno d'ira.
-"No, mai! Non mi inginocchio a chi non è degno di un inchino. Non è una dittatura…Perché mai dovrei inginocchiarmi?"
-"Io sono Dio!" Borbottò. "Sono più potente di te! Potrei spedirti con una bastonata all'inferno, o peggio ancora nell'oblio!"
-"Ho sentito bene? Dio che minaccia?"
-"Pargolotta, inginocchiati…" mi sussurrò mia nonna. "Ti prego…"
-"No,nonna…Non mi inginocchierò nè oggi, nè domani. Non merita la mia sottomissione."
-"Ragazzina, sappi che ti sei messa contro la persona sbagliata. Non sono un Dio qualunque io sono il Dio più potente che sia mai esistito. E sai che c'è? Non ti spedirò all'inferno dove il tuo ragazzo sta marcendo, ma ti farò restare qui, a supplicarmi pietà per quello che ti farò."

Voltai le spalle ed aggiunsi:
-"Non puoi obbligarmi a restare qui…Io me ne vado!"
Lui rise, poi aggiunse:
-"E dove vuoi andare? All'inferno? O nel purgatorio? Solo questo è un posto degno dove abitare per l'eternità…Li finirai per impazzire."
-"Corro i miei rischi!"
-"Se te ne vai, sappi che non tornerai mai più qui!" Urlò Dio.
-"Non sei tanto misericordioso come si dice sulla terra…Me ne farò una ragione. L' unica cosa importante è salvare il mio John."
-"Io vengo con te!" Disse mia nonna.
-"Bene, andate!" Rispose Dio. "Andate nella dannazione delle anime…Buon divertimento."
-"Voglio dire un'ultima cosa." Enunciai. "Io salverò il mio ragazzo e avrò la coscienza pulita…Tu Dio, puoi dire la stessa cosa? Sei una divinità orribile, che fa morire i bambini, solo per il piacere di avere un'altra anima in più da dominare."

Scavalcammo i cancelli. Prendemmo la barca, ma stavolta non più per raggiungere il paradiso, ma per scendere nel purgatorio. Tutto ciò si era dimostrato una semplice illusione. Tutti vivevono nella bugia e nell'obbedienza di quell'uomo, che per anni avevo pregato.

Passammo per il paradiso degli animali, poi infine raggiunsimo il purgatorio.
Intravidi da lontano il circo, così decisi di andare da loro.
-"Adesso so perché avevi paura che io entravo nel circo…" dissi.
-"Perché?" Domandò mia nonna.
-"Sapevi che non erano cattivi, sapevi che non mi avrebbero fatto alcun male, ma avevi paura che mi raccontassero la verità di quanto fosse orribile il paradiso."
-"Pargolotta, io ho vissuto nel paradiso per molti anni. A volte pensavo di fuggire, ma poi pensavo che fosse una cosa sbagliata e che dovevo soltano obbidire alle sue prepotenze. Ho visto moltissime persone venir mandate all'inferno soltanto perché non avevano obbidito a leggi sciocche, e addirittura ho visto persone venir mandate nell'oblio. Da lì non c'è più ritorno…Dovevo avvertiti di quanto facesse schifo quel posto. Scusami!"
-"Tranquilla nonna…Non ti avrei creduto! Adesso vieni con me…"

Entrammo dentro il tendone da circo. Loro stavano banchettando, forse era l'unica cosa che facevano. Appena mi videro, Hera si alzò dal tavolo e sorrise:
-"N-non posso crederci! Sei tornata!"
-"Maya?!" Enunciò scioccato Zeus. "Cosa ti porta qua?"
-"Ho capito di cosa parlate! Dio…Lui, non è la divinità che tutti pensano…è un dittatore!"
Si guardarono tutti in faccia, poi Hera obiettò:
-"Lui ha creato un regno di terrore…Non credere mai alle sue parole, è un manipolatore, narcisista, egoista! Non è un Dio…I veri Dei siamo noi, non lui!"
-"Lo so…" dissi. "Ed è per questo che sono qui. Voglio proporvi una cosa. So che può sembrare strano, ma è una proposta che non potrete rifiutare."
-"Di cosa si tratta?" Domandò Zeus.
-"Se voi mi aiuterete a salvare il mio ragazzo dall'inferno, vi prometto che vi aiuterò a riprendervi il paradiso, insieme a tutti gli altri Dei che si trovano negli inferi."
-"Nooo!" Urlò mia nonna. "Così facciamo il suo gioco."
-"Nonna, è l'unica possibilità che abbiamo per far tornare il paradiso ciò che era un tempo."
-"Puoi contare su me ed Hera." Rispose Zeus.
-"Anche su di noi!" Aggiunsero gli altri Dei.
-"Voi no!" Enunciò Hera. "Voi dovete difendere questo posto da Adamo ed Eva."
-"Oh, non dovete temere loro." Enunciai sorridendo. "Loro saranno dei nostri. Dobbiamo salvare tutte le anime che non meritano di stare all'inferno, e dobbiamo spodestare Dio dal paradiso."
-"È u-una p-pazzia!" Disse mia nonna.
-"Mi dispiace nonna, ma è l'unica cosa da fare. O sei con noi o sei contro di noi."

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