ehi?
Ehi?
C'è ancora qualcuno da queste parti? *entra in questa stanza piena di polvere creatasi nelle ultime settimane*
*vede tanti fogli per terra, libri, penne, fotografie*
*nota un diario e lo riconosce*
*lo prende, ci soffia sopra per rimuoverne la polvere accumulata*
*lo apre e inizia a scrivere*
Verona, 25.10.2016
Caro diario,
è da un po' che non parliamo io e te. Mi dispiace, ma come ben sai, con me il tempo è sempre troppo poco. È tutta una rincorsa, un susseguirsi interminabile ed instancabile di secondi che non si fermano mai, ed io con loro. Mi alzo ed è già sera, e tutto ricomincia da capo.
Corro. Corro sempre dietro tutto e tutti, tranne me. È da un po' che non so come sto.
Non ne ho il tempo.
Quest'anno sono in terza, sai? È tutto più complesso, tutto più veloce, tutto troppo difficile da gestire.
Sono stanca, vorrei dormire, ma anche quando posso non lo faccio. Non so perché.
Sono disorientata, un po' come quando giri tante volte su te stesso, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio. Quando rallenti e piano piano ti fermi, quasi cadi, ma non lo fai. Sei barcollante ma in piedi, in fondo.
Ogni tanto sento ancora quel peso addosso che l'anno scorso non mi ha abbandonata un attimo. Altre volte non sento nulla, ed onestamente non so cosa sia peggio. Provare nulla o provare troppo?
Ho sempre le idee incasinate, non so mai da che parte girarmi, cosa fare.
Da fuori però do l'idea opposta.
Ma la verità la sanno in pochi. La sa solo chi ha avuto il coraggio di capirmi.
L'altra settimana ho avuto una conversazione curiosa con un ragazzo, per certi versi davvero intelligente, per altri si fa un po' sopraffare da questo suo potenziale.
Lui pensa che nella vita ci siano più contro che pro. Sapere quando ne vale realmente la pena è quasi impossibile. Come dargli torto, alla fine è tutta questione di rischio o di destino, se ci si crede.
Così lui mi disse "Ci sono troppi contro ovunque e per ora non vedo perché dovrei buttarmi in qualcosa di così futile e lontano. Tu sei una ragazza magnifica, ma..".
Sono sempre un "ma", un "però", un "non so se ne vale realmente la pena".
Ma ci sono sempre stata abituata perché -il cuore te lo spezzano una volta sola, il resto sono solo graffi.-
Proseguendo disse "Il punto, Matilde, è che io voglio qualcuno che non si mostri subito, che mi dia la costante frustrazione e allo stesso tempo il costante desiderio di scoprirlo sempre più, ed io penso di averti già capita."
Sono così semplice?
Me lo sono chiesta così tante volte, giungendo poi alla conclusione che pensare di avermi capita rende tutto talmente comodo. Liberarsi di me con una scusa del genere rende tutto così facile e semplice.
Relegarmi nei contro, vedermi come qualcosa di fatuo è un ottimo modo per andarsene via da me.
Così ho deciso di andarmene prima io, facendogli gustare quella amara insoddisfazione di non avermi lasciata.
Ultimamente non mi piaccio molto.
Vorrei fare più sport, buttare fuori tutto.
Vorrei avere i capelli più lunghi e belli, quelli che li puoi asciugare in qualunque maniera, ma saranno sempre lucenti. Quelli che nonostante piova o ci sia umidità restano perfetti.
Vorrei avere la forza di prendere decisioni, anche semplici, come leggere un libro, nonostante sia tardi, così da leggerne tanti.
Vorrei essere più fotogenica e avere un bel sorriso.
Vorrei amarmi sempre e non solo per qualche minuto.
Vorrei non sembrare sempre una vittima, anche se molti lo pensano.
Vorrei solo sentirmi amata.
Mio caro diario, sono semplicemente stanca.
Perciò ora dormirò, nella speranza di stare un po' meglio domani.
Buonanotte.
Tua, Mats.
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