CAPITOLO XIII

I love YOU

In quel preciso istante, Felix ricevette un SMS da un numero sconosciuto.

"Incontriamoci domani al parco. Dopo la scuola."

Non c'erano gli allenamenti, e ad essere sinceri, non è che gli importasse davvero dato che minacciavano di smascherarlo.

Passò tutto il giorno seguente con le mani sul cellulare. Squadrava gli studenti. Doveva per forza essere uno di loro. Tenne d'occhio Minho. Era quasi certo che fosse stato lui, nonostante il suo atteggiamento da "perfettino menefreghista del cazzo" e la sua aurea innocente stampata sul suo viso pulito.

Felix pensava che i peggiori fossero quelli. Un persona definita "sporca" dalla società ha più scrupoli in quanto oggetto stesso dell'intriseca idea e innato pregiudizio che possa essere lui il colpevole. Non si indaga mai per primo su chi ha l'aspetto della perfetta brava persona. E non aveva tutti i torti in questo caso, perché al parco incontrò qualcuno che non avrebbe mai pensato di incontrare. Era I.N.

- Tu?!- Esclamò incredulo Felix.

- Non ti arrabbiare! Non mi picchiare! Parliamo prima!- Lo implorò il ragazzino.

- Non ho intenzione di farlo. Ma ti prego, dimmi quello che sai. Vieni. Prendiamoci un gelato. Offro io.

Come avrebbe potuto anche solo sfiorarlo? I.N era adorabile e poi, non era cattivo. Lo conosceva bene.

- Grazie...- Rispose l'altro timidamente.

- Voglio dirti che so il tuo segreto. Ho visto te e Hyunjin che vi baciavate. Vi ho visti in gita. Io non sapevo se dirtelo o tenerlo per me. Ma ad essere sincero non ci riuscivo. Dovevo farlo. - Continuò.

- Hai detto qualcosa agli altri ragazzi?

I.N scosse la testa.

- Certo che no. Non lo farei mai. Però eravate...molto belli insieme. Siete una bella coppia.

- Non siamo una coppia, I.N. E non lo saremo mai.

- Perché dici questo?

- È tutto troppo complicato. A partire da me. Una volta ho cercato di dirlo a Chris. Ma lui ha iniziato a fare discorsi omofobi, verrei buttato fuori dalla squadra e in realtà, lui sarebbe meglio di me come capitano.

- Non è vero! Christopher è prepotente, vuole sempre mettersi in mostra!

- Dai, non dire così!

- È simpatico, è mio amico, ma a volte è impossibile parlare con lui. È altamente testardo. E anche un pochino ottuso.

Felix rise. Si ricordò di quando glielo aveva detto Hyunjin.

- Sei arrabbiato con me?- Gli domandò, poi, I.N.

- No. Anzi! Sono contento che ho potuto parlare di Hyunjin con qualcuno. Se ci parlassimo ancora, glielo direi.

- Perché non vi parlate più?

- Perché Hyunjin merita di essere amato.

- E tu non lo ami?

- Sì, con tutto il mio cuore. Ma questo non basta. Non posso tenerlo nascosto. Vorrei poterlo tenere per mano perché so che lo meriterebbe, vorrei baciarlo davanti a tutti, perché Dio, quanto è bello quando sorride. E poi vorrei portarlo in crociera dopo la scuola e postare tutte le foto su instagram, così che tutti possano vederlo indossare i suoi vestiti carini. Gliene scattarei mille, perché so che non sarebbero mai uguali.

- A me non importa che ami Hyunjin. Per me sarai sempre il mio capitano.

- Posso abbracciarti Bob Jin?- Gli chiese timidamente.

- E me lo chiedi?

Si alzarono dalle panche in legno verdi e si abbracciarono forte. Felix si perse fra le braccine del piccolo I.N. Gli piacque quella sensazione di protezione, di fiducia, di sincerità. Era davvero tutta un'altra cosa potersi sentire debole per un po'.

Dall'altra parte della strada, qualcuno stava osservando la scena.

Il giorno dopo a scuola era come se nulla fosse successo. Felix si propose di accompagnare il giovane amico con la macchina. Prese la sua auto bianca con il tettuccio scoperto. Faceva molto caldo, in effetti. C'erano gli allenamenti quel pomeriggio.

- Hey, ma non è giusto! Anche io voglio fare un giro sulla tua auto, Felix!- Piagnucolò Han.

- La prossima volta!- Gli rispose Felix.

La giornata passò piuttosto velocemente e in modo spensierato. Naturalmente I.N mantenne la parola e non disse nulla, neanche un accenno del loro incontro trapelò dalla sua bocca. Felix lo apprezzò molto, anche se si fidava ciecamente.

Dopo gli allenamenti, questi fu l'ultimo a farsi la doccia. Tutti gli altri avevano lasciato l'edificio. C'erano anche le prove del teatro quel giorno. Al ragazzo, però, non venne in mente l'idea di dare una sbirciatina. Ma il caso volle che Hyunjin lo cercasse e lo trovò in mezzo alle scale.

Erano rimasti solo loro due. Il custode avrebbe chiuso di lì a poco i cancelli.

- Non sono in vena di scenate.- Esordì Felix.

- Non ne ho intenzione.- Rispose l'altro incrociando le braccia.

- Il ragazzino sa tutto, vero?

- Come lo sai?

- Vi ho visti ieri, al parco. Come ha fatto? Cosa gli hai raccontato?

- Stai tranquillo, non dirà nulla.

- Lo so.

- E allora di cosa ti preoccupi?

- Mi preoccupo di quello che gli hai detto.

- Ti ho detto che non devi.

- Certo. Se gli hai raccontato che tra noi non ci sarà mai niente e che per te sono un passatempo, è ovvio che non devo preoccuparmi, no?

- Non sai quello che dici.

- Perché tu lo sai, Felix. Tu sai ogni cosa, hai sempre una scusa, la risposta pronta. Tanto il finocchio sono io. Tu sei sempre magnifico e infallibile!

- Non ho mai detto di sapere ogni cosa! E ti ho sempre detto la verità, non ti ho mai nascosto le mie difficoltà nel capire quello che ci stava succedendo!

- Stava? Ora parli anche al passato! Tu non sai quante notti...

- Ti amo.

- ...In bian...cosa?!

- Ti amo, Hyunjin. Ho detto questo ad I.N.

- Tu...

Felix gli sorrise.

- Gli ho detto che ti meriti il mondo.

Hyunjin si sedette su uno scalino.

- Che c'è? Sei senza parole, Hyunjin?

- Mi ami...

Il ragazzo si sistemò accanto a lui.

- Lo so e basta.

- Come?

- Hai presente quando fai dei progetti, anche impossibili con qualcuno? Quando pensi "ah, vorrei portarlo lì, vorrei fare questo, mangiare insieme quest'altro..." è lì che lo capisci. Non voglio che tu dica lo stesso. Probabilmente non ci hai mai pensato, ed è colpa mia. Se solo ti avessi dato la metà delle certezze di cui avevi bisogno...a quest'ora staremmo insieme da un pezzo. Ma non è così. Sono uno stupido figlio di puttana.

Guardò l'orologio.

- Si è fatto tardi, vado via. Ciao, Hyunjin.

Fece tutto con il sorriso sulle labbra, uno di quelli amari, ma di chi va fiero di ciò che ha detto.

Calò la sera, Felix era disteso sul letto ad ascoltare un po' di musica a basso volume, mentre scorreva i vari post su Instagram. Ad un certo punto, sentì un suono provenire da fuori. Lì per lì lo ignorò, pensando che fosse un'auto che passava nelle vicinanze per caso. Ma notando che era diventato incessante, si affacciò.

Era Hyunjin con uno stereo in mano e una canzone che conoscevano entrambi: " I am YOU".

- Cosa ci fai qui?- Chiese Felix piacevolmente sorpreso.

- I LOVE YOU, FELIX!- Gridò l'altro.

- Scemo, non urlare! Sveglierai tutti!- Ridacchiò.

- Dai, sciogli i tuoi capelli, così posso salire da te! Va bene anche una corda o due lenzuola legate tra loro.

- Non ce ne sarà bisogno. Sai arrampicarti sugli alberi?

- Più o meno.

- Tranquillo, c'è una specie di scala.

Hyunjin fece come gli era stato suggerito.

- Sei pazzo Hyunjin.

- Sì, sono pazzo di te.- Lo baciò.

- Che si fa adesso?

- Partita ai video-games?

- Domani abbiamo scuola...

- Entriamo tardi.

- Sei un cattivo ragazzo Hyunjin e mi porterai sulla cattiva strada.

- È il prezzo da pagare per ciò che mi hai fatto fare.

- Hey! Sei tu che sei venuto qui con lo stereo a disturbarmi!

- Non parlo di questo, Felix.

- E allora cosa?

- Mi hai fatto arrampicare su un albero e mi hai fatto urlare che ti amo.

- Come-come-come-come? Cos'hai appena detto, mister Hyunjin?

- Quello che ho detto.

- E cioè, Jinnie?

- Come mi hai chiamato?!

- Non ti piace?

- Un po' femminile.- Hyunjin storse il naso. - Però a dire il vero...anche io ho un soprannome per te.

- E sarebbe?

- Lixie. È un po' come pixie. È così che ho chiamato la tua cartella delle foto.

- Mi piace. Sembro un folletto.

- Hai tagliato i capelli.

- Sì...non ti piaccio?

- Ho superato quella fase.

- Quale fase?

- L'attrazione per te.

- E adesso?

- Adesso ti amo.

Felix si avvicinò a lui.

- Dillo ancora, Hyunjin.

- Io ti amo, Felix Lee.

- Sei il mio primo amore.

- Anche tu...

Si baciarono.

L'aura intorno a loro era pura e casta.
Sembravano due ragazzini e praticamente lo erano. Eppure non desiderarono nient'altro che i baci. Forse era la paura, forse non saprei cos'altro aggiungere come autore. Era solo quel momento. Lo desciverei come Felix e Hyunjin. O meglio come Jinnie e Lixie.

Due nomi informi, senza sesso. Due nomi liberi. Per una volta, senza giudizio.

Neanche Dio poteva giudicare qualcosa di così bello e perfetto.

- Devo andare. Vorrei restare qui tutta la notte.- Disse Hyunjin.

- Allora resta.- Ribatté Felix.

Il primo sorrise.

- Non è il momento.

Ma Felix non capì quelle parole. Restò immobile, mentre l'altro scivolava giù dalla finestra. Poi corse a guardarlo mentre fuggiva come un Romeo nella notte. Tornò indietro, gli fece un cuore con le mani e scappò via di nuovo, non prima che la sua Giulietta ricambiò il gesto.

Felix pensò che l'amore era strano. Gli veniva naturale. Prima o poi tutto sarebbe cambiato. Prima o poi, l'avrebbe giurato e urlato a tutto il mondo. Doveva solo arrivare il momento giusto.

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