Capitolo 9
Quando Sally bussa alla porta, Natalie va ad aprire aggirando il mucchio di mobili al centro della stanza. In attesa dell'arrivo della collega aveva raggruppato tutto ciò che non era fissato al muro in mezzo al pavimento preparando il necessario a ridipingere e aveva indossato un paio di jeans vecchissimi e una semplice maglia bianca.
"Buongiorno!" allegra e pimpante come sempre, Sally portava sempre con sè un'aria frizzante, complice l'outfit sempre ricco di colori.
"Benvenuta. Spero non abbia avuto difficoltà a trovare il posto. Posso offrirti qualcosa?" Natalie intanto ha raggiunto la cucina "del succo?" continua, aprendo il frigorifero.
"Sì, grazie" fa un giro per l'appartamento "così... questo è il tuo appartamento" si sofferma brevemente su ogni stanza e Natalie si tiene occupata per evitare di incrociare il suo sguardo, imbarazzata. Quel posto, sebbene molto più vivibile di come l'aveva trovato, era molto distante dal suo concetto di casa ospitale.
"Che colori ti sei procurata?" sbircia curiosa nei secchi depositati in un angolo.
"Ho preso tutti colori neutri: un color sabbia chiaro per la camera da letto, un verde acqua delicato per il bagno e per la cucina/salotto ho scelto una tonalità sempre chiara di verde. Il commesso mi ha garantito che è per eccellenza il colore della calma e dell'equilibrio" si giustifica infine.
"Non si possono certo definire allegri, ma credo vadano bene" ammette Sally "mettiamoci al lavoro allora".
Natalie non si aspettava di divertirsi tanto. Con la musica in sottofondo, le pennellate avevano un effetto calmante su di lei, come se oltre a coprire le pareti consunte potessero nascondere anche i suoi pensieri. Le ore scorrono veloci e, con qualche meritata pausa, terminano il lavoro nel tardo pomeriggio, sfinite. Entrambe avevano sottovalutato la faticaccia di dipingere i soffitti.
Sedute a terra con cibo cinese sufficiente a sfamare l'intero piano, ammirano il lavoro concluso.
"Grazie, Sally. Da sola ci avrei messo un'eternità" Natalie le porge una birra fresca di frigorifero.
"Oh, mi sono divertita. E poi mi aspetto che tu faccia lo stesso per me l'anno prossimo, quando entrerò con James nella casa nuova" il fidanzato, musicista, aveva ottenuto un contratto con un'etichetta discografica il che significava potersi permettere una casa più grande.
"Quando vi trasferirete?" le chiede Natalie, la bocca mezza piena.
"Subito dopo il rientro dalla luna di miele, a giugno" Natalie si raggela, e per poco i ravioli al vapore non le vanno di traverso. Quello è il momento perfetto per confidarle che anche lei si sposerà presto. Ma non lo fa, non sa perchè ma si limita ad annuire.
"A tal proposito, devo tornare a casa da lui o penserà che mi hanno rapita" scherza. Va a recuperare il cappotto e la borsa che ha lasciato sopra il letto in camera di Natalie. Ci mette più del dovuto.
"Natalie De Luca!" Sally emerge dalla camera con il laptop di Natalie in mano e lo volta verso di lei con gli occhi sbarrati. La pagina è aperta su un prototipo di invito con tutti i dati inseriti.
"Prendendo la borsa si è acceso" si giustifica "Tu stai per sposarti con..." rilegge il nome "Andrea Carli? Ti sembra un'informazione da tralasciare? Perchè non mi hai detto nulla?" la incalza, senza darle realmente il tempo di rispondere.
"Ecco, non c'è mai stata occasione" si limita a dire Natalie, ma è la scusa più banale del secolo.
"Stronzate" risponde infatti Sally "Quando ti sposi?"
"A maggio, il diciassette. E sono un po' indietro con i preparativi ma mi stanno aiutando da casa" le spiega, decisa a raccontarle qualche dettaglio per tentare di farle dimenticare la sua omissione.
"Noi il trenta. Ma è meraviglioso! Possiamo scambiarci consigli e ansie da future spose!" squittisce saltellando e prendendole le mani. Natalie cerca di ricalcare il suo entusiasmo, ma non crede di riuscirci molto bene.
"Che c'è?" le chiede Sally.
"Niente, sono solo un po' stressata. E non riesco a decidermi su questi dannati inviti" non saprebbe davvero cosa altro risponderle, perciò cerca di indirizzare l'attenzione su qualcosa di concreto, che possa distrarla.
"Senza dubbio il secondo. E' il più semplice, ma anche il più raffinato. Ti si addice molto meglio del rilievo dorato" è ferma e sicura della scelta consigliata..
"Hai ragione, è senz'altro quello giusto" si fa convincere all'istante "vedi? Mi stai già aiutando moltissimo" le sorride cercando di trasmetterle la sua gratitudine. Sally è soddisfatta.
"Dobbiamo per forza aggiornarci sul resto dei preparativi. A proposito, io la prossima settimana non sarò in ufficio: ho approfittato del Ringraziamento per prendermi la settimana di ferie. Io e James dobbiamo scegliere definitivamente il ristorante e ci aspettano gli assaggi delle torte prima di poterci rilassare a casa dei miei genitori nel Maryland" .
"Fai bene. Io dovrò restare a lavorare, la Bonetti ha richiesto la nostra presenza anche durante la festività" si rende conto che il tono dovrebbe essere più afflitto. Realizza poi che ancora non ne ha fatto parola a casa. Appena Sally esce si promette di chiamare.
"Che peccato! Dev'essere dura fare tutto a distanza. Ti aiuterò io!" Proclama con solennità. Dopo averla ringraziata almeno altre dieci volte, Sally se ne va e Natalie si occupa di riportare i mobili al loro posto. Quel buco stava pian piano diventando sempre più suo, ogni giorno che passava.
Prende in mano il telefono. Per fare quella telefonata le serve senz'altro una birra.
Seduta nervosa sul divano, tiene il telefono tra l'orecchio e la spalla mentre stappa la birra rossa preferita.
"Pronto?" la voce roca di suo padre la fa sorridere. Nonostante tutte le pressioni, le manca casa sua.
"Ciao papà. Come stai?"
"Naty! Sto bene, sono solo ogni giorno più vecchio" la sua solita battuta "come va lì?" sente lo sforzo che sta facendo per farle quella domanda. Non ha mai approvato la sua partenza.
"Molto bene, oggi ho ridipinto le pareti di casa mia"
"Casa tua è qui a Savanna" specifica lui, subito nervoso.
"E' ovvio papà, hai capito cosa intendevo" alza gli occhi al cielo, rassegnata.
"Viene Andrea a prenderti in aeroporto la prossima settimana? Quando atterri?" le chiede.
Natalie sente freddo lungo la schiena, sa già cosa la aspetta.
"Non atterrerò, papà, chiamo proprio per questo. Dovrò lavorare il giorno del Ringraziamento. Il cliente per cui sono qui è italiano e, come ben sai, non festeggeranno quindi nemmeno io lo farò. Sarò in azienda a loro disposizione. Mi pagheranno bene per farlo" aggiunge poi. Non sapeva in realtà quanto l'avrebbero pagata ma sperò che potesse rabbonire un po' il padre.
"E' inaccettabile Natalie. E' esattamente quello che temevo quando hai accettato questo lavoro, che ti avrebbe allontanato dalle cose importanti, dalla famiglia" come aveva previsto, il padre aveva subito giocato la carta sentimentale che avrebbe fatto leva sul suo senso di colpa. Ma non c'era nulla che potesse fare questa volta, non dipendeva da lei. Il sollievo arrivava a ondate.
"Non è una mia decisione, non lo sapevo nemmeno fino a ieri mattina. Mi dispiace, mi mancherete tutti moltissimo" fa una pausa e sente il padre continuare a borbottare.
"Ho una buona notizia però. Controlla la tua email: ti ho inviato una bozza dell'invito che ho scelto" sorvola sull'aiuto esterno che ha avuto nella scelta "mi piace molto e trovo che mi rappresenti"
"Davvero? E' un'ottima notizia, cara. Il giorno si avvicina sempre di più e i dettagli da sistemare sono molti. Andrea lo sa che non rientri per le feste?" le chiede, diretto.
"Non ancora, lo avviso subito" lo avrebbe chiamato in ogni caso quella sera, ma non ha dubbi che lui sarà oltremodo comprensivo e che anzi si troverà a consolarla per essere costretta a rimanere al lavoro. Non lo sfiorerà nemmeno l'idea che lei sia effettivamente felice di non dover tornare a casa, di poter restare nella sua bolla di indipendenza finchè può.
La conversazione con il padre termina con toni poco entusiasti, ma Natalie si complimenta con se stessa per il modo calmo con cui l'ha gestita: era andata molto meglio di quanto sperato.
Passa la serata a stendere liste apparentemente disordinate sui preparativi di cui si può occupare a distanza: l'indomani l'avrebbe dedicato alla ricerca delle bomboniere, in ogni caso il meteo prevedeva pioggia. La prospettiva di trascorrere l'intera domenica al pc tra angioletti di cristallo e curoricini di legno era un'ottima distrazione al pensiero di dover restare sola in azienda con Haze quella settimana.
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