Capitolo 37

Prima di lasciarvi al capitolo, ci tengo a dire due parole.
Nel corso di questa storia ci siamo trovati dinanzi ad un lutto, al profondo cordoglio e allo smarrimento per la perdita di un padre.
Con oggi, è una settimana che il mondo intero ha subìto la scomparsa di una leggenda dello sport e della vita, prima di tutto di un padre e, purtroppo, di una figlia. 
Scrivendo questo capitolo ho riversato un po' di questo dolore, rendendolo così di tutti noi.
Il mio pensiero va a Kobe e Gianna Bryant, alla loro famiglia e a tutti quelli che hanno perso la vita in quel terribile, terribile incidente.
Grazie Black Mamba, sarai ricordato per sempre.


Le dita tremanti di lei percorrono il bordo del colletto della camicia, la testa che va a mille, di pari passo con il cuore.

Dimitri si sforza di tenere le mani a posto, il tessuto leggero del vestito di raso bianco è un invito ad accarezzarne le forme, liberando il suo corpo da quella costrizione.
Poi ricorda.

Per quanto desideri portarla con sé nella suite e ricordarle quello a cui stava costringendo entrambi a rinunciare, Natalie è nuovamente impegnata. E non con lui.

Sospira rumorosamente allontanandosi da lei, facendo ricadere le braccia lungo il corpo per poi nascondere le mani nelle tasche del completo.
La osserva attentamente mentre la rabbia e l'odio provato nei suoi confronti sembra scemare svelando la sua vera natura.
Davanti a sé ha un pallido riflesso della donna forte e determinata che l'aveva attratto e respinto in egual misura.
Resta ostinata, decisa a non vedere come la sua scelta si stia lasciando dietro solo buio e cenere.

"Mi sono innamorato di te" il pomo d'adamo sussulta nel deglutire saliva immaginaria.
"Non so spiegarti in quanti modi abbia tentato di evitarlo, ma è stato tutto inutile" le parla con tono serio e profondo, gli occhi intenti a rubarle un altro pezzettino di luce.
"Come puoi vedere, quando mi sei intorno fatico a rimanere lucido" procede con una smorfia, quasi rimproverandosi per la sua debolezza.
"E non me lo posso permettere. Nemmeno tu, a quanto pare" le solleva la mano sinistra, accarezzandole l'anulare sinistro ora vuoto, ma non per molto.

Il suo sguardo resta lì per qualche secondo di troppo mentre Natalie cerca di trovare qualcosa da dire. Qualunque cosa, ma non emette un fiato.

Dimitri sembra prendere tempo, fuggendo lo sguardo di una Natalie attonita. Di certo non pronta a quelle che saranno le sue prossime parole.

"Ho chiesto il trasferimento" le onde in sottofondo danno l'impressione di infrangersi con troppa potenza, rimbombandole nelle orecchie.
"Nella sede di Philadelphia ci sono alcuni dettagli da sistemare, ho convinto Vince a farmi restare là per qualche tempo. Forse così riusciremo a lasciarci tutto alle spalle" deglutisce ancora, in difficoltà dal silenzio protratto di Natalie.

"Ho bisogno di smettere di aspettarti" continua allora di fronte al suo mutismo; lo sguardo cupo, le sopracciglia aggrottate, sincero da far male.

Natalie ha smesso del tutto di respirare, un vuoto desolante al centro del petto.
Era quello che si era augurata nelle ultime settimane, consapevole che con lui presente, così vicino, non sarebbe mai riuscita a voltare pagina per davvero.
Ora che stava per accadere, però, si sente annegare.

Non smettere.
So che forse è la cosa più giusta, so di essere egoista, ma tu non smettere.
Aspettami ancora un altro po', continua a farmi scoppiare il cuore, ad annientare ogni mia intenzione.
Continuiamo a soffrire, ad odiarci a distanza, amandoci più di prima.
Guardami da lontano come sai fare solo tu, mettimi a nudo e non risparmiarmi un solo fremito.
Resta.
Portiamolo assieme questo dolore che ci lega, che ci fa sanguinare, ci distrugge, ma ci unisce ancora.
Se te ne vai cosa resterà di noi?
Ti prego, non smettere.

Dimitri legge con chiarezza lo sgomento nei tratti tesi del suo viso, sulle guance incavate e impallidite; nota distintamente lo sguardo ferito.

"Quando?" le esce con voce tormentata dalla necessità di sapere.
"La prossima settimana, il tempo di sistemarmi con l'appartamento" spiega lui, pratico, respirando a fondo e sorbendo tutte le reazioni di Natalie.
"E tua madre?" non sa perché gli abbia fatto proprio quella domanda, pur sapendo che è un tasto così delicato e dolente, forse per provocarlo, perché è consapevole che se c'è qualcosa che può tenerlo lì, quella è sua madre o meglio, il senso di colpa che prova nei suoi confronti.

Natalie non sa quanto si sbaglia.

Invece di innervosirsi, Dimitri sorride lievemente. Intuisce il perché di quella domanda.
"Philadelphia non è così distante, tornerò ogni tanto per salutarla. Poi esistono i telefoni" spiega restando poi in silenzio, dandole il tempo di far uscire le uniche parole che potrebbero convincerlo a rimanere.

Chiedimi di restare.
Avanti, ammettilo che se me ne vado tu non respiri più.
Dimostrami che il tuo male è il riflesso del mio.
Sii egoista, implorami, urlami addosso ma non permettermi di andarmene.

Parole che restano incastrate in gola, attorcigliate attorno alla lingua, impossibilitate ad uscire.

La osserva cercare di metabolizzare la notizia, tentando di nascondere il senso di panico e smarrimento che porta con sé.
Anche non rivolgendosi la parola, anche evitandosi in tutti i modi, per Natalie è sempre stato in qualche modo confortante respirare la sua stessa aria. Le permetteva di non lasciare andare del tutto la nuova versione di sé stessa che era riuscita a scorgere attraverso gli occhi di lui.
E, intimamente, continuava a sentirsi legata a Dimitri.

Ma le cose stavano per cambiare, e in maniera definitiva. Si trova quindi ad annuire silenziosamente, allontanandosi ulteriormente da lui, per poi alzare il viso e incontrare il suo sguardo.
Restano a guardarsi nella penombra, trovando un po' di loro stessi nei tratti dell'altro, i loro profili riflessi nelle rispettive iridi. 

Natalie sente che sta per crollare. Il cuore gonfio, lo stomaco attorcigliato, il petto sembra contenere a fatica le sue sensazioni, la consapevolezza che potrebbe essere l'ultima volta a rivolgergli parola, a sentire il suo sguardo addosso.
Anche in questo, Natalie si sbaglia.

"Beh... buona fortuna allora" riesce a dire soltanto, incapace di trovare le parole adatte.
Anche Dimitri è in difficoltà nel trovare la risposta adatta, che non esiste. 
Una parte di sé ancora non vuole credere che quello sarà il loro addio.

"Anche a te" sussurra di rimando, un angolo delle labbra si solleva appena.
Suona tutto così assurdo da risultare quasi ridicolo.

La guarda allontanarsi a passo svelto, lo sguardo piantato a terra scoprendole la nuca.
Avvolta in quel vestito bianco, bella e luminosa come una sposa, è una visione così dolorosa da fargli quasi sentire le costole incrinarsi. 
Dimitri si volta concedendosi una passeggiata sulla spiaggia, chiedendosi quanto a lungo sarebbe stato ancora preda di quel dolore.

***

La mano a sorreggere lo stomaco, mentre il cuore continua a pompare sangue con una forza che non sente appartenerle. Cerca di frenare il respiro accelerato, di arginare le lacrime che sente appannarle gli occhi. 
Tiene duro. Ancora pochi minuti e sarà al sicuro nella propria stanza dove potrà finalmente lasciarsi andare, nessuno sarà testimone del suo crollo nervoso.

Svolta verso l'atrio principale dove era possibile prendere l'ascensore e quando scorge Carol alla reception parlare con un addetto del Resort, prosegue dritta fingendo di non averla vista e pregando che non si accorga di lei.
Non sarebbe riuscita a nascondersi di fronte al suo sguardo indagatore.

"Lo so che mi hai vista, mi eviti adesso?" il tono è scherzoso, mentre Carol la affianca Natalie si sente sbiancare. Non poteva farcela, non voleva assolutamente crollare di fronte a lei coinvolgendola ancora una volta ma si sentiva davvero sopraffatta.

Natalie accenna un sorriso nel tentativo di dissimulare la sua sofferenza, ma il ghigno che le esce basta a Carol per capire che l'incontro con Dimitri l'aveva sconvolta.
Quando l'aveva visto uscire dal ristorante seguendola aveva sperato in un chiarimento, ma conosceva abbastanza entrambi da sapere quanto fossero cocciuti e decisi sulle rispettive strade.
Non si aspettava una soluzione semplice, per loro. 
Non poteva fare altro che guardarli farsi del male a vicenda, soffrendo in egual misura, cercando di minimizzare i danni laddove possibile. 
Come essere presente per lei in quel momento così difficile. 

Quando Dimitri le aveva comunicato il suo trasferimento Carol aveva reagito con durezza: temeva che stesse fuggendo dal problema, ma comprendeva il suo bisogno di staccarsi, di andare avanti. 
Prevedeva la risonanza che questa decisione avrebbe avuto su Natalie, sebbene questa avrebbe fatto di tutto per nasconderla. 
Cosa che comunque le riusciva male visto il pallore mortale che si portava appresso, lo sguardo smarrito di un cerbiatto impaurito. 
Faceva una tale tenerezza da far quasi dimenticare che era stata proprio lei con le sue scelte a introdursi in quel tritacarne di pene.

Quanto sei sciocca, bambina. 
La vita è così breve! Una cosa come quella che unisce te e quell'altro testone non capita tanto spesso, e tu la mandi all'aria così.
Lo vedo che soffri, che la perdita di tuo padre ti sta logorando, facendoti rivedere le tue priorità.
Ma era tuo padre e sono certa che per te volesse il meglio, volesse la felicità, come ogni padre amorevole desidera per la figlia.
Mi hai detto che vuoi guardarti allo specchio e renderlo fiero. 
Guardati ora: sarebbe fiero nel vederti sprecare un solo secondo della tua vita a ridurti così?

"Ti accompagno in stanza, va bene?" le avvolge le spalle tremanti con un braccio, dirigendosi entrambe all'ascensore. 
Trovano all'interno solamente tre persone, una coppia giovane e avvinghiata, sorridente, e un signore di mezza età vestito di tutto punto che ruba a Carol uno sguardo ammirato. 
Natalie si accomoda dando loro le spalle, ogni sforzo concentrato nel trattenere le lacrime.
Il cellulare emette un suono flebile, che almeno la distrae. La borsa minuscola le permette di trovarlo subito.

Carol, al suo fianco, sente ogni molecola del corpo di Natalie irrigidirsi e, voltandosi di verso di lei, nota le mani tremolanti, la bocca schiusa. 
"Natalie, va tutto bene?" chiede sussurrando, per non attirare attenzioni altrui.
Non riceve risposta. Natalie avvicina lo schermo al viso per vedere meglio, incredula.

"Io... credevo che fosse finita" la testa prende a girarle, le manca l'aria. L'ascensore si ferma per far scendere la giovane coppia e Carol spinge Natalie per farla uscire. 
Questa si lascia condurre mentre le si annebbia sempre di più la vista. Carol la fa appoggiare al muro, da sola non riusciva a reggerla. 
Lentamente, la fa scivolare a terra, attenta a sorreggerle il capo. Quando è seduta la aiuta a respirare profondamente.
Nel mentre, prende il telefono dalle sue mani e senza remore dà uno sguardo allo schermo. 
Resta per un attimo interdetta, poi coglie al volo cosa sta succedendo.

Una foto sfocata, scura, di una ragazza vestita di bianco, che è ovviamente Natalie anche se non si vede bene il viso, e un ragazzo in smoking che la stringe a sé e la bacia. Dimitri.
Solo conoscendo la situazione e sapendo com'erano vestiti riesce a capire di chi si tratta. La foto è troppo sgranata e c'è troppa poca luce per vedere i loro volti con nitidezza.

Sotto la foto, un messaggio:

Quanti segreti nascondi dietro quel bel visino, De Luca?

Carol assottiglia lo sguardo, vagliando le varie possibili azioni da intraprendere.
Guarda per un attimo il viso stanco e provato di Natalie, ancora ammutolita e la incita a parlare.
"Devi raccontarmi cosa sta succedendo, senza omettere nulla ora" le si accuccia davanti mettendosi all'altezza del suo viso e ascolta le parole lente e monocorde di Natalie che rievocano le due volte precedenti in cui aveva ricevuto quella specie di avvertimento: la prima foto con messaggio e l'incisione sulla porta del suo appartamento.

Carol non fiata, ma capisce finalmente il motivo dell'apprensione assurda di Dimitri al rientro dalle vacanze natalizie quando le aveva chiesto di tenere d'occhio Natalie in sua assenza.
Ora capisce molte cose.

Non deve nemmeno pensarci, Carol ha già deciso.
Si inoltra quella foto con messaggio e la invia a Dimitri. 

C: E' appena arrivato questo a Natalie. Dobbiamo fare qualcosa.

La risposta arriva meno di due minuti dopo.

D: Portala subito nella tua stanza.

Carol convince Natalie a seguirla, non senza le sue proteste. Voleva solamente tornarsene a letto e dimenticare tutto.
Raggiungono la stanza di Natalie per recuperare il necessario per la notte e un cambio d'abito.
 Poi i passi si susseguono senza volontà e si arrestano di colpo quando si trovano davanti alla stanza di Carol. 

Questa non prova alcuna sorpresa nel trovare Dimitri ad attenderle con la schiena appoggiata alla porta, a tutelarne il passaggio.
Si mette sull'attenti appena le scorge, lo sguardo incupito dal viso pallido di Natalie, che ricambia il suo sguardo nervosa.

Dopo quello che era successo, dopo quella specie di addio, avvenuto solamente mezz'ora prima, si trova ancora più confusa ad avercelo lì a pochi passi, ma non riesce a nascondere a sé stessa il sollievo che prova ad averlo vicino.
La fa sentire al sicuro. Finché lui c'era, non avrebbe permesso che le accadesse nulla.

Non le saluta mentre si fa da parte per permettere a Carol di aprire la porta, continua a studiare il viso di Natalie, la sua espressione, preoccupato.
Una volta aperta la porta Carol fa accomodare i due colleghi, tesi come corde di violino.

Dimitri fa una smorfia vedendo la stanza di molto più piccola rispetto alla sua; avrebbe voluto ospitare entrambe nella suite, ci sarebbe stato spazio in abbondanza per tutti e tre, ma oltre ad essere inopportuno vista la situazione, era anche poco intelligente.
La persona che seguiva e minacciava Natalie era tornata all'attacco e questo dava loro alcune informazioni importanti:

1.  chiunque fosse, era un dipendente della Morrison, un loro collega. Cosa che entrambi avevano già preso in considerazione prima, visto che Natalie non conosceva quasi nessuno a Boston oltre i colleghi e i suoi vicini di casa;

2. tutto questo aveva in qualche modo a che fare con Dimitri.

Carol fa accomodare Natalie sul letto, le porge subito dell'acqua sotto lo sguardo imperioso di Dimitri che non riesce a staccarle gli occhi di dosso.
Permette che siano quelli ad accarezzarle il viso, quando vorrebbe che ci fossero al loro posto le mani per poterla consolare, rassicurandola con la sua presenza.
Natalie se le sente addosso quelle mani, percepisce ogni suo sguardo sulla pelle e non può far altro che ricambiare, lasciandosi immergere nelle sue pozze scure, che sanno terribilmente di casa, di pace. Anche laddove la pace resta solo un ricordo sbiadito.

Carol si sente per un attimo fuori posto. La carica magnetica fra i due è soffocante.
"Si può sapere cosa aspettavate a dirmelo?" sbotta infine, per spezzare quel momento infinito.
"Non è una cosa da niente, ti pare Dimitri? Messaggi minatori e fotografi nascosti?! Ma scherziamo? E' da denuncia immediata!" lo sta rimproverando apertamente. 

"E chi avremmo denunciato? Non abbiamo idea di chi possa essere. Pensavo inizialmente che fosse il suo fidanzato ma questo direi che lo esclude, visto che non può essere presente. E' uno dei nostri colleghi" afferma deciso, irritato dal tono di Carol e dal suo rimprovero. 

"Andrea non c'entra niente in tutta questa storia" la voce flebile di Natalie ribadisce un concetto già più volte rivisto con Dimitri. Andrea non ne sarebbe capace.

"Ho valide ragioni per credere che quando sarò via chiunque ti stia addosso ti lascerà stare" Dimitri riporta lo sguardo su Natalie, guardandola dritto negli occhi.
"Nel tempo in cui non ci siamo... frequentati... hai ricevuto qualche messaggio?" le chiede a conferma della sua tesi.

"No, nessuno" scuote piano la testa lei. Capendo dove vuole andare a parare. Ci aveva pensato lei stessa.
"E' bastato avvicinarsi stasera per far tornare le minacce" continua lui.
"Qualcuno non vuole vederci insieme" conclude Natalie.
"Peggio. Qualcuno non vede l'ora di vederci compiere un passo falso"  Dimitri e Natalie continuano a guardarsi negli occhi.

"La politica aziendale non vede di buon occhio le relazioni tra dipendenti, magari puntano a sfruttare questo per farti fuori" si intromette Carol, portando una supposizione.

"Nelle foto inviate si intuisce che si tratta di noi, ma ad occhio esterno non sono così chiare, il viso non è definito. Non possono fare granché con queste" commenta Dimitri. Ovviamente, ci aveva già pensato.
"Forse è solo un avvertimento" interviene Natalie, cercando di darvi meno peso.
"Anche quello inciso sulla porta di casa tua?" Le ricorda Dimitri piccato.
Natalie tace per un secondo prolungato. Lei non glielo aveva mai raccontato e dopo non avevano parlato affatto.

"Come lo sai?" 
"Ero passato da te quella mattina, prima..." risponde cupo, lasciando intendere il resto. Scuote la testa al ricordo.
Natalie incassa male quella risposta, ingoiando altra acqua per sciogliere il nodo alla gola.

"Da quando va avanti questa storia di preciso?" chiede Carol concedendo un momento a Natalie.
"Da fine anno. Questo è il terzo messaggio." è Dimitri a rispondere, mentre prende a camminare avanti e indietro di fronte alla porta della stanza.
"Ma chi diavolo può fare una cosa così inquietante? E cosa può mai volere da te?" Carol ora si rivolge direttamente a Natalie, che scuote la testa perplessa.
"Ricattarmi non credo, non possiedo nulla."

Seguono degli istanti in cui ognuno percorre varie strade per arrivare ad una soluzione.

"Chiunque sia, mi vuole lontano da te." pronuncia Dimitri.
Il silenzio invade la stanza, facendo loro sentire i reciproci respiri.

"A quanto pare presto otterrà ciò che vuole e tutto questo dovrebbe finire".
Carol aveva pronunciato la frase con tono grave. Nessuno dei due osa commentare oltre.
Natalie inchioda lo sguardo su Dimitri, abbeverandosi della sua immagine, della sua presenza così spigolosa e magnetica. Forse per l'ultima volta.

"Voi restate in stanza stasera, non date nell'occhio e comportatevi normalmente, ma state insieme. Io vado a fare un giro qui fuori, torno fra dieci minuti" distoglie a forza lo sguardo da Natalie e, ciò detto, esce dalla stanza chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle.

"Andrà ad ispezionare tutto il piano come minimo e avviserà anche il concierge. Ha bisogno di fare qualcosa, di provare a controllare la faccenda a modo suo." afferma Carol.
Natalie annuisce, accettando con rassegnata consapevolezza le lusinghe della preoccupazione di Dimitri.
Con calma fa due passi verso la finestra osservando l'orizzonte, poi si siede sul divano a fianco al letto, il cellulare fra le mani, riportando lo sguardo sullo schermo.

Riesce a sentire ancora le braccia di Dimitri stringerla con forza, avviluppandola a sé mentre approfondiva quel bacio quasi rabbioso, che li aveva fatti respirare a pieni polmoni dopo tanto.
Poteva sentire il pungere lieve della barba che cresceva ispida, i capelli morbidi di lui in cui immergere le dita.

"È una bella foto" Carol intercetta il suo sguardo, sedendosi al suo fianco e osservando il viso di Natalie, stanco e provato.
"Sì, lo è" una lacrima atterra con pesantezza sullo schermo, storpiando l'immagine già sfocata dei loro visi vicini.
Arrossisce. Le sembra di sentire la compassione mista a rimprovero di Carol.
Ci era ricascata. Ed era stato facile da morire, come se quelle settimane non fossero mai trascorse, come se il dolore non avesse scavato solchi profondi sul loro cuore, uno speculare all'altro.

"Posso usare il tuo bagno?" le chiede alzandosi e recuperando il cambio d'abito per non farsi vedere in viso.
"Certo, cara. Io esco in terrazzo a fare una telefonata a casa" risponde Carol alla ricerca del suo cellulare.

Appena chiude la porta del bagno dietro di sé, finalmente sola, Natalie reprime con tutte le forze un singhiozzo che le sconquassa il petto. 
Con le mani premute sulla bocca, strizzando gli occhi, piange tutte le sue lacrime. 
Si affanna a controllare il respiro appoggiando la testa alla porta e asciugandosi il viso con le mani.

Tutto questo finirà.
Finirà perché lui sarà lontano e io non proverò più niente.
Non mi sentirò più morire come ora, sapendolo lì fuori mentre ancora cerca di proteggermi.
Non merito protezione alcuna, io. 
Io ci sto provando papà, a renderti fiero, felice, a perseguire la strada che volevi per me. 
Ce la sto mettendo tutta.
Ma deve proprio fare così male?

Si sciacqua velocemente, cercando di limitare i danni di quella serata sul suo viso scavato.
Quando esce dal bagno sussulta trovando Dimitri in piedi accanto al letto, appoggiato al muro con una spalla, gli occhi puntati all'orizzonte mettendo ben in mostra la mandibola squadrata e appuntita.

"Carol è uscita, torna presto" si sbriga a spiegare puntando gli occhi sul viso di Natalie.
E' come una lama ghiacciata conficcata nello stomaco. Odiava vedere gli strascichi di pianto sul suo viso e odiava ancora di più non poterci fare nulla.
"Dovresti riposare. Io resto solo finché non torna Carol" si allontana dalla traiettoria di Natalie spostandosi verso la portafinestra aperta, approfittando della brezza della sera per non farsi sopraffare dal profumo inebriante di Natalie.

"Non è necessario che tu resti, credo di poter sopravvivere per qualche minuto da sola" si stringe il giacchetto della felpa addosso mentre fa il giro del letto e vi si siede sopra, appoggiandosi alla testiera del letto a gambe incrociate.

Dimitri non risponde, lo sguardo ancorato all'orizzonte buio, deciso a non replicare. Natalie non aveva di certo voce in capitolo.
Capisce che non avrebbe ottenuto risposta e decide di smettere di fingere che averlo lì non le faccia alcun effetto, di negare che tra loro ci fosse ancora qualcosa e che fosse più vivo che mai.
"Dovresti riposare anche tu, da quanto non dormi?" gli chiede, sincera.
Dimitri sospira e si volta verso di lei, osservandola a lungo. Con due passi raggiunge il divano posizionato tra la parete e il letto, praticamente attaccato, e si sdraia con il viso rivolto verso di lei.
Un gomito a sorreggere la testa, gli occhi che rincorrono i tratti stanchi di Natalie imprimendoli nella memoria.
"Dormi" le intima vedendo che non accenna ad infilarsi sotto le coperte.

All'ennesimo ordine perentorio Natalie sbuffa sollevando gli occhi al cielo, scostando le lenzuola per coprirsi e appoggiando il viso al cuscino.
Dimitri reprime a fatica un sorriso a quella reazione spazientita. 
"Come se potessi dormire con te a due passi, a fissarmi" ammette arrossendo lievemente. 
"Posso aspettare Carol fuori dalla stanza se-"
"No" le esce con urgenza "resta, per favore". Dimitri annuisce appena, calamitato dai suoi occhi, soffrendo della sua vicinanza inarrivabile. Era deliziosamente doloroso poterle stare così vicino senza in realtà poterne godere.

Dimitri si alza e si avvicina al letto, fermandosi a pochi centimetri da Natalie.
Si sporge e questa trattiene il fiato. Spegne quindi la luce facendo piombare la stanza nel buio, rischiarato dalla luna mezza piena che bagna il pavimento di moquette della camera.

"Ora puoi dormire" le sussurra da fin troppo vicino, al punto da sentire il suo respiro sulle guance. 
Non resiste e le sposta i capelli dal viso, lasciandovi una carezza leggera.
Natalie sente la pelle bruciare, il cuore che minaccia di scivolarle fuori dal petto. Afferra d'istinto la sua mano, a tentoni nel buio, la stringe e lascia una bacio all'interno del polso, sentendo nuove lacrime affiorare.

"Grazie. Non lo merito, ma grazie" riesce a farfugliare, incoraggiata dall'oscurità che cela i suoi occhi vergognosi, affranti.
"Smettila. Dormi, per favore" le intima stringendole la mano.

Dormi e smettila. Non parlare più, che mi strappi ogni respiro.

Natalie annuisce soltanto e lascia andare la mano, sentendolo tornare a stendersi sul divano.
Sospira profondamente più volte immaginando a come sarebbe più semplice lasciarsi andare al sonno tra le sue braccia calde e forti.
Infine la stanchezza e la pressione degli ultimi eventi hanno la meglio e Dimitri riesce a sentire il suo respiro regolarizzarsi pian piano, finché è certo che sta dormendo.

Gli bruciano gli occhi, spalancati nel buio impegnati a scorrere le ragioni che gli vietano di sdraiarsi al suo fianco solo per poter elemosinare un po' di serenità, ben conscio che quello è l'unico posto in cui si sia mai sentito in pace. 
Il solo luogo al mondo che negli ultimi anni gli abbia mai concesso una notte intera di sonno.

Ritorna con la mente a quelle notti e, quasi senza accorgersene, si addormenta.

Carol fa ritorno nella stanza un'ora dopo: si era concessa una passeggiata e un drink per lasciare un po' di tempo a Natalie e Dimitri per parlare della questione o anche solo per tranquillizzarsi. 
Resta sorpresa di trovare la stanza immersa nel buio, ancor di più di trovare Natalie sdraiata con i piedi verso la testiera del letto e la testa ai piedi di quest'ultimo, faccia a faccia con un Dimitri addormentato sul divano a fianco.
Un sorriso triste attraversa il viso di Carol quando, avvicinatasi per svegliare Dimitri, vede le loro mani intrecciate appoggiate proprio sopra al suo cuore.


Note.

Doveva succedere. Il silenzio radio del nostro fotografo misterioso doveva interrompersi.
Non so voi, ma io sento il dolore di entrambi sottopelle, mi stanno facendo morire questi due.

Comunque, ci avviciniamo alla fine. Che ansia! Ho moltissime cose in testa da condensare in pochi capitoli... ma abbiate fede, ce la farò.

Ora come ora siamo giunti al termine del viaggio aziendale, il ritorno alla realtà è imminente e in questo capitolo scopriamo che molto cambierà per entrambi i protagonisti.
Siete curiose di sapere come se la caveranno una volta diventati consapevoli del fatto che non si vedranno più?

Detto ciò, passo al prossimo capitolo.
Attendo come sempre ansiosa vostre opinioni e vi invito intanto a sbirciare su Instagram: slide_alieranera.

Grazie per esser giunte fin qui.

Un abbraccio,
Alice.

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