Capitolo 27


Dimitri, deluso e arrabbiato, prende un bicchiere d'acqua, ormai sveglio e di certo incapace di tornare a dormire. Lo posa con un po' troppa forza sul lavello, provocando un rumore sordo.
Risuona tra le pareti dell'appartamento buio, così silenzioso da permettergli quasi di sentire il nervosismo impadronirsi del suo corpo. 

Si avvia verso la camera da letto per indossare qualcosa di più pesante:  aveva trascorso gran parte della notte semi nudo e non pensava si sarebbe rivestito tanto presto. 
Finalmente aveva potuto stringere Natalie come desiderava da tempo, aveva assaporato la sua pelle, sentiva ancora il suo profumo addosso e aveva dormito straordinariamente bene con il suo corpo caldo a fianco al suo. 
Così bene da accorgersi troppo tardi che lei non era più accanto a lui, percependo anche a livello inconscio la distanza che li separa.

Si maledice per questa tendenza a lasciarsi andare ad un sonno profondo quando è in presenza di Natalie, stava ormai diventando un'abitudine.
 Il Dimitri che soffre d'insonnia si sarebbe di certo accorto che la donna con cui aveva appena passato la notte stava lasciando il suo appartamento senza dire una parola.

In passato ne sarebbe pure stato grato.

Invece ora si sente arrabbiato. Se se la trovasse davanti in quel momento, la insulterebbe.

Arrabbiato e ferito.

Forse aveva davvero sbagliato a lasciarsi andare così. Sapeva bene com'era intricata e indefinita la situazione di Natalie: tra l'ex futuro marito pieno di risentimento e che ancora non si era arreso e il padre sul piede di guerra per un matrimonio annullato, quella cosa fra loro due di certo non  semplificava la situazione.

Magari, una volta raggiunta un po' di lucidità, aveva pensato che fosse stato tutto un errore e aveva deciso di comportarsi ancora come una ragazzina e sgattaiolare via nel cuore della notte.

Si sarebbe comunque dovuta aspettare la sua reazione, ormai stava imparando a conoscerlo piuttosto bene.

Sta camminando con stizza infilandosi distrattamente una felpa, di ritorno dalla camera da letto, quando nota la porta dello studio socchiusa e, mentre considera l'idea di chiamare Natalie per chiedere una spiegazione e sfogare almeno un po' della sua frustrazione, mette un piede nello studio.

Resta fermo immobile sulla soglia quando trova la causa delle sue elucubrazioni notturne rannicchiata sulla sua poltrona di pelle con la testa abbandonata in maniera scomposta mentre dorme profondamente.

Il sollievo che prova è così intenso da fargli corrugare la fronte.

Si passa distrattamente una mano tra i capelli e si appoggia allo stipite della porta osservandola dormire. Incrocia le braccia al petto e sospira profondamente.
Non se n'era andata, era ancora lì con lui. 
Beh, più o meno. Cosa diamine ci faceva lì invece di restare a letto con lui?
Dopo un momento in cui la osserva intensamente come se potesse trovare una risposta alle sue domande solo guardandola in viso, si avvicina attento a non svegliarla e punta lo sguardo sulla tela posizionata proprio di fronte alla poltrona, quella risalente alla sera che l'aveva incontrata al locale con Sally. 

Era così maledettamente bella, con quell'abito che le lasciava buona parte della schiena scoperta, le scapole nude come bozze di ali d'angelo o, più probabile, di demone.

Aveva sentito forte l'impulso di fissare quell'immagine nella sua testa sulla tela, sperando di imbrigliarla lì e guadagnare la pace.
Invece così ce l'aveva avuta sempre sotto agli occhi, facendolo impazzire ancora di più.

Giunto ormai a pochi passi da lei si accovaccia sulle ginocchia per guardarla più da vicino, era in qualche modo buffa con quell'espressione quasi imbronciata e la bocca dischiusa. 
Respirava profondamente, il viso incorniciato dai lunghi capelli disordinati.
Come già aveva fatto in passato, la solleva dalla poltrona facendole appoggiare il capo sulla sua spalla.
Di rimando Natalie borbotta qualcosa, disturbata dal movimento improvviso, e si aggrappa alla maglietta di Dimitri, affondando il naso nel suo collo.

Quel profumo inconfondibile sembra destarla dal suo sonno, facendole socchiudere appena gli occhi. Quando capisce di essere tra le sue braccia, si abbandona a lui godendo in silenzio del calore del suo corpo e del suo profumo così particolare e unico che sente mischiarsi con il suo creando una fragranza che trova stranamente familiare.
Arrivati in camera da letto Dimitri la stende con cura, ancora ignaro di come lei sia cosciente.
Ormai è sveglio e non riuscirà a dormire, si conosce fin troppo bene.

Natalie ha molto sonno, vorrebbe lasciarsi trascinare da Morfeo, ma percepisce il calore di lui allontanarsi dal suo corpo e la cosa le provoca quasi un dolore fisico.

Riesce ad afferrare un lembo dei pantaloni morbidi che Dimitri ha indossato, trattenendolo appena. Lo vede voltarsi verso di lei, trovandola sveglia con gli occhi stropicciati nel buio.

"Dove vai?" gli chiede con voce roca.

"Non ho più sonno, torno di là. Tu dormi" le risponde con una durezza che mette Natalie in allarme. Era freddo e distaccato, sebbene poco prima la tenesse fra le braccia.

Non riesce a trattenerlo oltre, la mente ancora obnubilata dal sonno e sentendosi confusa dalla sua reazione. Le ultime ore le avevano fatto dimenticare momentaneamente l'umore ballerino di Dimitri. Non ne aveva sentito particolarmente la mancanza.

Resta a guardarlo uscire dalla camera, chiudendosi la porta dietro e immergendo la stanza nel buio totale, rischiarato flebilmente dalle luci provenienti dalla finestra.

Natalie si siede sul materasso, sempre più lucida e quindi sempre più perplessa.

Non capiva quel cambiamento in lui, fino a poco prima così attento ai suoi bisogni e così affamato del suo corpo e del suo contatto da non lasciare intrufolare nemmeno un centimetro di spazio fra i loro corpi.

L'aveva baciata a lungo, ferocemente e in profondità, senza quasi lasciarle modo di prendere aria. Era lui l'ossigeno.

Ossigeno e gas nervino.

Aveva visto il suo respiro spezzarglisi in gola mentre annegava negli occhi tenebrosi di lui, lucidi e burrascosi come un oceano impietoso, pronti a inghiottire quelli di lei, privi ormai di ogni resistenza.

In una danza di umida frenesia si erano ancorati l'uno all'altro, incapaci di fermarsi, decisi a non lasciarsi andare.

Mentre cerca di calmare il battito accelerato del suo cuore nel rivivere quei momenti accaduti solo poco prima, Natalie ammette non senza stupore di non aver mai provato in vita sua nulla di simile. 

E tutte le volte che si era immaginata come fosse fare l'amore con Dimitri, per quanto rude ed eccitante se lo fosse figurato, mai si era anche solo avvicinata a come era stato poi in realtà.

Un'intesa e una bramosia così forti e intense da farla sragionare e perdere il contatto con la realtà. Non riusciva nemmeno a ricordare con chiarezza se, nel momento di massimo godimento, si fosse lasciata sfuggire gemiti e frasi disarticolate o se invece avesse rilasciato grido di muto respiro. 

Non riesce a starsene lì, in quella stanza che era stata testimone della loro unione, mentre lo sentiva improvvisamente così lontano.

Sembrava quasi essere arrabbiato. 

O magari pentito e quindi frustrato per la sua presenza ancora lì, nel suo letto. 

Quella consapevolezza la colpisce come uno schiaffo in pieno viso. A mano rovescia.

Non poteva essere. Si porta una mano sulle labbra, gonfie dei loro baci infuocati.
Natalie si alza in piedi all'improvviso, raccattando gli slip rimasti a terra (dove sarebbero dovuti invece rimanere) e indossando dei vestiti caldi e profumati di Dimitri dal momento che il suo vestito e le scarpe erano rimasti a terra, davanti al divano, abbandonati senza pietà per mostrarsi finalmente come voleva essere vista da lui.
Desiderabile. Irresistibile.

Con una sensazione amara sul palato, raggiunge con passo incerto il salotto buio, trovando Dimitri seduto rigidamente sul divano, illuminato dalla luce fredda proveniente dallo schermo del computer portatile su cui batte nervosamente le dita sulla tastiera.
Ha il viso contratto, concentrato, le labbra strette in una linea dura.

Si avvicina piano, guardinga, timorosa per qualche motivo a rivelare la sua presenza.
L'orologio segna le cinque del mattino.

Decide di deviare verso la cucina per un bicchiere d'acqua, facendo deliberatamente rumore per farsi in qualche modo notare. Si sente una sciocca a sentirsi cosi in difficoltà, apparentemente senza motivo.
Se Dimitri la nota, non lo dà a vedere.

Si posiziona accanto al divano e si china a raccogliere il bellissimo e costosissimo vestito dimenticato a terra, lisciandolo con mano amorevole.
Ancora nessun segnale da Dimitri.

Gli si siede a fianco, molto vicina ma senza toccarlo. Il suo ignorarla cosi deliberatamente le fa stringere lo stomaco in una morsa fredda. Non credeva di meritarlo, o quanto meno meritava di saperne il motivo.

"Dimitri" la voce ancora arrochita dal sonno, e un po' dal nervosismo.

Lui volta appena il capo, gli occhi ancora fissi sul monitor, le mani veloci sulla tastiera.

Natalie respira bruscamente. Era arrivato al punto di preferire lavorare alle cinque di mattina piuttosto che degnarla di attenzione. Non poteva crederci.
Non voleva.

Con un gesto repentino si alza in piedi e chiude di scatto il computer, abbassando con forza lo schermo sulle mani di lui.

Segue un attimo di immobilità in cui le mani di Dimitri restano dove sono, ferme, e il suo sguardo resta puntato sullo schermo chiuso.
Punta lentamente gli occhi sul volto di Natalie, sembrano imperscrutabili ma in profondità dardeggiano di malcelata irritazione.

Natalie lo fissa con il cuore al galoppo, pronta allo scontro.

"Perché mi stai ignorando?" gli chiede, mettendo una mano su un fianco.  

Senza darle risposta,  Dimitri si alza di scatto dal divano raggiungendo in pochi passi la cucina e servendosi un bicchiere d'acqua.

Beve lunghi sorsi con calma, sentendo gli occhi di Natalie trapassargli il cranio.

Quando i loro sguardi si incontrano per un momento, resta perplesso scorgendo una nota sofferente sul suo viso.
Le labbra strette  e una mano ancora su un fianco, intenta a studiare  l'espressione del viso di lui.
I vestiti che indossa sono troppo larghi, non lasciano indovinare le forme che coprono; forme che Dimitri ha impresso sulla pelle, sul retro degli occhi, in maniera indelebile

Nonostante gli abiti poco generosi, la trova irresistibile.

Aveva solamente iniziato a scoprirla e a sentirla e avrebbe voluto continuare fino a non percepire più dove finiva il corpo di lei e iniziava quello di lui

Quella notte aveva soltanto aumentato l'attrazione nei suoi confronti, invece di placarla come gli era successo in passato.

Si volta a riporre il bicchiere nel lavello, dando le spalle ad una Natalie sempre più angosciata.

"E' così quindi?" esclama Natalie a voce alta "una scopata e non mi rivolgi più la parola? Tutto questo teatrino per una misera notte?" l'amarezza nella sua voce è impregnante.
Fa ancora fatica a crederci, non voleva davvero pensare che tra loro non ci fosse stato niente di più.
Si porta una mano alla bocca per fermare il leggero tremolio del suo labbro inferiore.

Non sapeva cosa, ma era ben consapevole di provare qualcosa per Dimitri.
Nonostante il suo atteggiamento tirannico, le risposte al veleno, si era insinuato nella  sua vita e nei suoi pensieri in maniera così sottile da accorgersene solo a cose fatte.

E ormai era coinvolta. Credeva che lo fosse anche lui, poteva giurare di averlo sentito. 

Dimitri, ancora di spalle, appoggia le mani al bancone della cucina, scuotendo piano il capo.

"Se è questa l'idea che ti sei fatta di me, puoi andartene anche ora" replica, voltando appena il volto nella sua direzione ma non abbastanza perché Natalie possa guardarlo negli occhi.

Serra più volte la mascella, teso. Natalie sente la rabbia crescere.
Si avvicina a lui di un passo.

"E quale altra idea potrei farmi Dimitri? Non mi hai nemmeno guardata in faccia, è stato così pietoso? Guardami" nasconde bene l'insicurezza nella voce, la sensazione di avere le viscere attorcigliate, il pensiero terribile di essere l'unica ad aver provato qualcosa di intenso e senza precedenti.

Vedendo che non si degna nemmeno di voltarsi lo raggiunge in un baleno e lo afferra per un braccio, strattonandolo. Non si sarebbe fatta trattare come un insetto fastidioso, prima di andarsene voleva che lui avesse almeno il coraggio di affrontarla.

"Ho detto guardami!" alza la voce più del dovuto e cerca i suoi occhi con l'angoscia nel cuore.

"Ho creduto che te ne fossi andata!" la voce di lui si modula sulla sua, rispondendole quasi con ferocia, a pochi centimetri dal suo viso. 

"Mi sono svegliato e non c'eri" continua a voce più bassa, tornando a mettere distanza tra i loro corpi.
"Ho immaginato che fossi andata nel panico, che ti fossi pentita e avessi deciso di ritornare sui tuoi passi. Ti ho odiata per essertene andata così, nel cuore della notte, senza degnarmi di una parola" si volta verso la finestra del salotto, tornando a darle le spalle.

"E quando invece ti ho trovata nello studio, addormentata sulla poltrona davanti a quel quadro, ti ho odiata ancora di più." Natalie aggrotta le sopracciglia, incapace di cogliere il punto.

"Ho detestato il sollievo immediato che ho provato trovandoti ancora qui, scoprendo che non te ne eri mai andata; ti ho odiata perché mi stai privando delle mie certezze, perché mi fai sentire la mancanza di qualcosa che non credevo di poter avere. E che forse, in fondo, non potrò avere mai" la sua confessione arriva ad essere un sussurro e Natalie si deve concentrare per udire ogni parola.

Le ci vuole qualche secondo in più per capire che l'atteggiamento chiuso e duro di Dimitri è soltanto una reazione al suo sentirsi vulnerabile.

Viene invasa da una sensazione di calore e tepore quando capisce che non era stata la sola a sentire quel legame particolare che li univa, che ora stava diventando più definito e, soprattutto, irreversibile.

Si avvicina silenziosa alle spalle di Dimitri, ancora immobile di fronte alla finestra, riflessivo sulle sue parole.

Gli cinge piano il busto da dietro, appoggiando i palmi delle mani sul suo petto caldo. 

"Io sono ancora qui" appoggia la guancia alla sua schiena ampia e sente il cuore di lui battere vigoroso sotto il suo palmo, mentre continua a restare immobile, le mani infilate nelle tasche della tuta.

"Ma fino a quando, Natalie? Finché non capirai che vuoi ritornare a casa dal tuo fidanzato? Io non posso essere la tua pausa da te stessa, non voglio.
Se questa cosa fra noi deve essere, allora io ti voglio per me soltanto, voglio il tuo tormento, voglio che ti disperi per me. Voglio essere la spina e il balsamo, l'appagamento e la perdizione. 
Voglio che tu sia qui con me, completamente.
Altrimenti, non credo di volerti affatto"

Natalie ammutolisce dinanzi a tante parole dalla bocca di Dimitri, e tutte intrise di verità. Sono sincere e la colpiscono dove fa più male.
Lo era già, il suo tormento. 

Quando Dimitri si volta finalmente a guardarla in viso, lo trova solcato da lacrime vergognose, che costringono Natalie a distogliere lo sguardo mentre le asciuga in fretta con la manica della maglia.

"Io sono qui, Dimitri. E non intendo qui a Boston, o qui nel tuo appartamento: io sono qui con te.
Riesco a sentirmi davvero nel momento in cui ci sfioriamo, quando i tuoi occhi mi bruciano la pelle e scavano solchi tra le mie pupille. 
Io sono QUI. Dove finisci tu e inizio io; questo è lo spazio che ora mi definisce" 

Gli appoggia una mano sul petto sottolineando i centimetri d'aria che dividono i loro corpi.

"Non la rivoglio la mia vecchia vita, la mia vecchia me. Non la riconosco." porta una mano di lui sul suo petto, esattamente sopra al suo cuore.

"E' questo ora il ritmo che scandisce i miei giorni. E' questo che voglio" 

Mentre Natalie pronuncia queste parole viene assalita da una consapevolezza: si stava innamorando di Dimitri. 


Dimitri sente il cuore di lei palpitare veloce, bussando contro il suo palmo con fervore, desideroso di farsi sentire. 
Gli occhi di Natalie sono vivi, hanno la potenza della terra a muoverli, lucidi e pieni di sì.

E non sa bene identificare la sensazione che gli percorre la spina dorsale, di presagio e di lusinga. Come una promessa d'amore.

"E' una pessima idea, ragazzina. Già lo so" Dimitri azzera ogni distanza, attirandola completamente a sè e immergendo le mani tra i suoi capelli come fossero acqua di mare.

Deciso per una volta a scansare quella parte di sè che prova a frenarlo, ad avvertirlo che qualcosa di brutto sta per accadere, si lascia guidare dal languido tepore delle sue cosce, dalla pelle deliziosa, dal suo essere tremendamente genuina.

Lascia emergere la parte più vulnerabile di sé, assecondando il suo piacere e la sua voglia di lei.

Ma, imparerà presto, che questa vulnerabilità ha un caro prezzo. 


Note 

Quanto miele ragazzi. Il periodo è anche quello giusto, considerando il freddo e i mal di gola all'attacco, può tornare utile.

Ma facciamone scorta ora, finché ce n'è. Potrebbe non durare a lungo...

Aggiungo che, sebbene la storia possa sembrare vicina ad una conclusione, ancora non ci siamo. Altre cose devono ancora accadere e non tutte vi piaceranno. 

Spero di trovare ancora qualcuno disposto ad arrivare alla fine e, per essere ancora qui, vi ringrazio. Chiunque voi siate.

A presto,

Alice

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