Capitolo 25


E' buio ormai, le strade sono illuminate però dai lampioni e dagli addobbi natalizi appesi agli incroci e sulle facciate degli edifici. Le nota di sfuggita, lasciando che illuminino la via.

I passi si susseguono veloci, sempre più veloci, il fiato si condensa in nuvolette di vapore che si lascia alle spalle, come una scia evanescente.

I muscoli delle gambe bruciano e lui si bea di questa sensazione, che lo invoglia a spingere ancora di più, ad allungare il passo e aumentare la velocità della sua corsa.

Per qualche minuto, riesce a concentrarsi soltanto su quello e non su ciò che stava accadendo dall'altra parte della città.

Con il freddo che inizia a penetrargli nelle ossa, Dimitri svolta l'angolo all'incrocio e si dirige rallentando il ritmo della corsa, verso casa sua.

Ancora con il fiatone e il naso rosso e freddo, si concede un veloce bagno caldo, incapace di rilassarsi del tutto.

Si mette comodo e ordina del cibo ad asporto che arriverà in ritardo considerando che è la notte di capodanno.

Guarda il cellulare ogni due minuti, controlla distrattamente le mail, in attesa di qualcosa a cui non sa dare un nome.

Il tempo scorre piano e sente ogni secondo irrigidirgli sempre di più i polsi, incapace di distrarsi come vorrebbe.

Afferra quasi con rabbia blocco da disegno e matita, lasciando vagare le mani ma si ferma appena il foglio gli rimanda la forma sinuosa delle spalle nude e l'incavo del collo delicato e invitante di Natalie. Non sapeva disegnare altro da quando era comparsa nella sua vita, incasinandogliela del tutto.

Sbuffa spazientito e abbandona gli strumenti da disegno per andare ad aprire alla porta: la cena è arrivata.

Si siede in cucina contento di poter impegnare in qualche modo le sue mani nervose ma il cibo orientale quella sera sembra insapore e presto si trova a riporre gli avanzi nel frigorifero.

Dando uno sguardo all'orologio realizza che probabilmente anche la responsabile dei suoi tormenti in quel momento stava cenando. La immagina gustare curiosa e particolarmente critica ogni piatto, mentre nella mente pensa a come ricrearlo con le sue mani.

Gli sembra di vederla, bellissima e sorridente, mentre non si accorge nemmeno degli sguardi di ogni uomo presente che le scrutano le forme generose.

Stringe istintivamente i pugni a quel pensiero, costretto a ingoiare saliva e a chiudere gli occhi, come a voler negarsi quella scena.

Sentiva la cena appena ingurgitata bloccarsi nello stomaco al pensiero che qualcuno avrebbe potuto farsi avanti con lei quella sera, mentre lui non le era a fianco.

Forse non ne aveva alcun diritto, ma la gelosia gli stava corrodendo gli organi interni rendendoli piano piano una poltiglia indistinta.

Lei non gli apparteneva ma non avrebbe sopportato vederla con qualcun altro, avrebbe dato di matto.

Era ormai chiaro e palese che quello che sentiva per Natalie, qualsiasi cosa fosse, non si limitava all'attrazione fisica assurda che provava nei suoi confronti.

Gravitava attorno a lei, senza riuscire a starle lontano nemmeno quando questo rappresentava la sua unica possibilità di proteggersi, di evitare che una situazione di per sè già complicata diventasse ancora più intricata.

Ci aveva provato, ci stava ancora provando, ma le sue buone intenzioni se ne andavano esattamente a fanculo nel momento in cui lei si trovava nel raggio di cinque metri.

Lo schermo del cellulare si illumina e Dimitri si sporge sopra il tavolo per leggere il mittente, sperando in cuor suo di avere notizie di Natalie, di essere in qualche modo rassicurato da lei, di sentirle dire che sentiva la sua mancanza.

Era diventato un dodicenne patetico alla prima cotta.

E come tale resta di sasso nel vedere la foto che la sua assistente malefica gli ha appena inviato. Afferra il cellulare per avvicinarlo al viso.

Carol: Spero che tu ti stia divertendo a casa, da solo.

Il messaggio fa da didascalia ad una foto che ritrae Natalie seduta dall'altro lato del tavolo, sorridente e con i capelli raccolti, mentre si china verso un uomo seduto al suo fianco che le parla all'orecchio.

In un primo momento Dimitri si concentra sul viso sereno di lei, che non sembra affatto sentire la sua mancanza, e sulle spalle lasciate scoperte dal vestito blu che vede solo parzialmente, sorretto da un leggero laccio attorno al collo.

L'attimo seguente riconosce l'uomo al suo fianco e stringe così forte la mandibola da temere di spaccarsi i denti.

Lascia cadere il telefono con un tonfo secco sul tavolo, sfregando gli occhi con energia. La situazione era anche peggio di come se l'era immaginata.



"Che hai da sogghignare?" Natalie si sporge appena oltre il bordo del tavolo per vedere cosa Carol stesse guardando con tanto divertimento. La vede infilare velocemente il cellulare nella borsetta mentre non riesce a nascondere un sorriso furbo. Natalie aveva un po' paura di lei quando aveva quell'espressione.

"Oh, nulla, uno stupido video su dei gattini che mi hanno mandato i ragazzi" Natalie non se la beve e fa per replicare, ma Carol è più veloce.

"Roger, balliamo" non lascia al marito il tempo di rispondere, ancora impegnato a ingoiare l'ultima fetta di dolce, mentre viene trascinato verso il centro della sala, dove solo alcune coppie stanno ballando una canzone di almeno cinque anni prima.

Natalie assottiglia lo sguardo, consapevole che Carol le sta nascondendo qualcosa.

"Vuoi ballare?" le chiede Riley, seduto al suo fianco. Impeccabile in uno smoking blu scuro, ancora una volta in abbinamento perfetto con il suo vestito, sebbene su tonalità diverse.

E' incredibilmente elegante e gli occhi spiccano, luminosi, mentre cercano un consenso nei suoi. Che non arriva.

"Veramente avrei bisogno della toilette. Con permesso" scosta con poca grazia la sedia e, rivolgendogli un sorriso di scuse, si allontana in fretta verso il bagno. Con tutto lo champagne che stava bevendo quella sera ora si trovava a fare i conti con una vescica ribelle. Era già la seconda volta che scappava da un Riley davvero troppo gentile.

L'eco dei suoi tacchi alti la accompagna lungo il percorso fino al bagno.

L'idea di una festa di capodanno all'interno del Museo delle Belle Arti di Boston era geniale: l'edificio era davvero enorme, ma la festa si limitava al piano terra. Si potevano comunque vedere molte delle opere in esposizione, con le dovute misure di sicurezza. Rallenta il passo mentre passa davanti a Il Postino di Van Gogh.

Non era esperta d'arte e Van Gogh in particolare non le aveva mai trasmesso granché. Tuttavia quel quadro era così vivido, così reale, da non riuscire ad oltrepassarlo senza dargli almeno un secondo sguardo più attento.

Chiamava a sè, chiedeva di essere visto più da vicino, per notare quei dettagli che altrimenti sfuggivano. Era per certi versi imperfetto eppure bellissimo.

Spinta da necessità. prosegue oltre, in direzione dei bagni.

Ondeggia leggermente e litiga brevemente con la leggera sottoveste del suo vestito nuovo. L'aveva preso quel pomeriggio dopo che Dimitri l'aveva accompagnata a casa in un silenzio assordante che l'aveva portata a spendere mezzo stipendio per quel capolavoro che portava addosso.

Si allacciava al collo lasciando completamente scoperte le spalle, scendeva stretto in vita per poi allargarsi morbido su vari strati di tessuto semitrasparente. Lungo fino ai piedi, si muoveva leggero ad ogni suo passo, facendola sentire come una dea che passeggiava sulle nuvole.

Aveva raccolto i capelli in uno chignon semplice, lasciando cadere qualche ciocca strategica qua e là, completando il tutto con un trucco leggero e luminoso.

Si rimira nello specchio della toilette e si vede molto bella. Non riesce a non pensare che vorrebbe che Dimitri fosse lì con lei, a mangiarsela con gli occhi dall'altro lato del tavolo.

Abbassa lo sguardo verso il cellulare rinchiuso nella borsetta microscopica e sospira, indecisa. Si era ripromessa di non scrivergli, di non chiamarlo e di non fargli sapere in alcun modo che non riusciva a smettere di pensare a lui e al loro ultimo bacio. Sta per cedere quando ricorda l'espressione rigida e distante di lui mentre le fa capire che non avrebbe voluto passare quella serata con lei che, nonostante tutto quello che stava accadendo nella sua vita, non desiderava altro se non passare quella notte con lui.

Con un nuovo sospiro, esce dal bagno per raggiungere nuovamente il suo tavolo.

La cena ormai era finita e non mancava molto alla mezzanotte e ai festeggiamenti sfrenati. Nonostante non avesse l'umore adatto a festeggiare, Carol era un'ottima compagnia. L'aveva fatta ridere e le aveva presentato molti dei colleghi presenti quella sera e quando avevano incontrato Riley, questo si era illuminato vedendola e non l'aveva più lasciata per il resto della serata, accomodandosi con lei a cena.

Natalie aveva apprezzato non dover essere il terzo in comodo con Carol e il marito, tuttavia Riley sembrava sperare spudoratamente in una conclusione precisa per quella serata e lei non aveva alcuna intenzione di assecondarlo.

In fatto di uomini era già più incasinata del dovuto.

Passeggia senza fretta lungo il corridoio immenso completamente in marmo, arricchito da affreschi sul soffitto.

Con il naso all'insù, rapita da tanta bellezza, si accorge all'ultimo secondo di una presenza di fronte a sè, impedendosi per un pelo di scontrarvisi contro.

"C'era una volta, un filosofo di nome Talete. Passeggiava per la campagna osservando le stelle e, guardando il cielo, non si accorse di dove stava camminando finendo così in un pozzo. La sua serva lo prese in giro perché si preoccupava così tanto delle cose lontane che finiva per non vedere quelle che aveva giusto davanti a sè" la voce profonda e cantilenante di Dimitri era scherzosa, ma gli occhi rilucevano di un secondo significato.

Natalie non ebbe il tempo per riflettere a sufficienza sulle sue parole, era troppo sorpresa di esserselo trovato davanti all'improvviso.

Era molto elegante nel suo completo completamente nero, che si sposava con la pece dei suoi occhi. Era bello da mozzare il respiro.

"Che serva antipatica" commenta soltanto Natalie, e il cuore di Dimitri perde un colpo vedendola aprirsi in un sorriso spontaneo, che le fa stringere leggermente gli occhi.

"Aveva ragione però" è la sua risposta "a volte rischiano di sfuggirci proprio le cose che abbiamo sotto il naso".

Cerca a suo modo di farle capire come il suo tirarsi indietro a volte sia soltanto un modo per evitare conseguenze spiacevoli a lungo termine, rischiando però di non viversi il suo presente.

"Credevo volessi startene a casa tranquillo" ribadisce quindi Natalie. Dimitri annuisce.

"Non avevo voglia di stare in mezzo alla gente" conferma con tono sicuro.

"E allora cosa ci fai qui?" gli chiede.

"Ti porto in un posto" senza attendere risposta, come d'abitudine, le afferra una mano e la guida verso la parte opposta.

"Ma... mi stanno aspettando al tavolo, Carol e..." questa volta lo scontro è inevitabile: finisce di peso contro la spalla di Dimitri, improvvisamente fermo alla fine del corridoio che dà sulle scale, voltato solo leggermente verso di lei.

Mentre Natalie recupera l'equilibrio, Dimitri la inchioda con lo sguardo. Un lampo di rabbia gli attraversa le iridi.

"Vuoi tornare da lui?" la voce è un sussurro, rigida e trattenuta.

Non deve spiegarle a chi si sta riferendo: anche se lei non lo aveva notato prima nella grande sala, Dimitri doveva averla vista prima al tavolo con Riley. Sembrava essersi fatto un'idea del tutto sbagliata.

"Non so di chi tu stia parlando" lo provoca lei, rispondendo al suo sguardo infastidito. Ottiene la reazione desiderata vedendo Dimitri irrigidirsi ed espirare forte.

"Non fare l'ingenua, Natalie. Sembravi divertirti molto con Davenport, di là" sputa quelle parole con astio e distoglie lo sguardo.

"Mi sarei divertita molto di più se fossi venuto tu con me stasera. Ma hai deciso diversamente, quindi cosa vuoi da me Dimitri?" ecco, l'aveva detto.

Dimitri ammutolisce, e riprende a sondarle lo sguardo. Sapeva che aveva ragione e che si stava comportando come uno stupido moccioso, ma vederla con Riley lo faceva uscire di testa. Ma non voleva nemmeno che i suoi colleghi la vedessero con il capo della direzione Sales.

Decide di chiudere per il momento quel discorso.

"Vieni con me o no?" sembra spazientito e le tende la mano in attesa. In ogni caso, anche in caso di un suo rifiuto, se la sarebbe caricata in spalla e l'avrebbe portata via di lì.

Ma non si rende necessario, perché Natalie non può impedirsi di afferrare quella mano e di stringerla, per farsi condurre ovunque lui volesse portarla.


 L'uscita laterale del museo dà direttamente sulla strada e immediatamente Natalie viene investita dall'aria gelida che le lambisce le spalle nude. Non ha nemmeno il tempo per coprirle con le mani che Dimitri la avvolge con la sua giacca, calda e profumata.

"Ho lasciato tutto dentro" si scusa lei, mentre le dita di Dimitri tornano a solleticarle il palmo della mano che prontamente stringe.

Camminano con passi veloci per un centinaio di metri finché trovano l'auto di Dimitri.

Una volta all'interno accende il riscaldamento al massimo e Natalie si trova a picchiettare le punte dei piedi nel tentativo di riattivare la circolazione. Si stringe ancora più addosso la giacca di Dimitri, guardandolo con apprensione starsene soltanto in camicia con quel freddo.

Gli occhi le si soffermano inevitabilmente sul profilo affilato, sulle braccia toniche avvolte dalla camicia di un nero profondo, sul collo messo in risalto dal colletto che le fa subito venire voglia di posarvi le labbra e di sfiorarlo con il naso.

"Hai finito di farmi la radiografia?" Dimitri la coglie in flagrante mentre quasi sbava osservandolo da vicino e sul volto appare un sorriso malizioso e soddisfatto.

"Mi stavo solo chiedendo se non avessi troppo freddo solo in camicia" ribatte Natalie nascondendo il rossore che sente alle guance per essere stata scoperta portando lo sguardo fuori dal finestrino.

Dura solo pochi istanti, non riesce a trattenere i suoi occhi dal tornare a posarsi su di lui, come un'attrazione magnetica.

"Non so neanche cosa sia il freddo se continui a guardarmi così, Natalie" la voce si abbassa leggermente pronunciando il suo nome.

È impegnato in una manovra per parcheggiare in una zona che Natalie non ha mai visto prima. Inserendo la retromarcia la sua mano le sfiora il vestito vaporoso e Natalie si sente una sciocca ragazzina mentre sente la pelle percorsa da brividi.

Dev'essere il freddo.

"Siamo arrivati?" chiede Natalie con curiosità.

Dimitri non risponde, la sua espressione ora è tornata indecifrabile. Scende veloce dall'auto e Natalie apre la portiera per imitarlo. La guarda un po' contrariato quando fa il giro della macchina e trova la porta aperta, si limita a tenderle la mano per aiutarla a tenere l'equilibrio sui tacchi alti.

Recupera velocemente una giacca di riserva dai sedili posteriori e proseguono a piedi, mano nella mano, lungo il marciapiede illuminato dagli addobbi natalizi in una piccola strada laterale. Mano a mano che camminano Natalie nota le luci diradarsi piano piano e, lentamente, la strada inizia a farsi sempre più buia.

Devono essere finiti da qualche parte poco fuori città.

"Hai deciso di farmi a pezzi vero? Mi porti in una strada deserta per ammazzarmi e liberarti del mio cadavere" scherza lei, che però si avvicina maggiormente a Dimitri, appoggiando la spalla contro la sua.

Vede distintamente i denti di lui brillare nella semioscurità, mentre sorride della battuta di lei.

"Se ti portassi in un luogo buio e deserto non lo farei di certo per farti a pezzi" le risponde con il sorriso nella voce, provocandola. Si sente un po' più sereno avendola finalmente al suo fianco, dopo aver passato le ore precedenti a difendersi dai morsi della gelosia.

"Che cosa faresti allora?" decide di stare al gioco Natalie, per distrarsi dalla tensione. Cerca il suo sguardo e si morde il labbro in maniera esplicita, invitante.

"Non ci provare" la ammonisce, cogliendo al volo le sue intenzioni. Voleva farlo capitolare, metteva alla prova il suo autocontrollo solo per vederlo arrancare nel tentativo di resisterle.

Ma, anche se aveva ceduto una volta, non significa che Dimitri non fosse più un uomo di parola. Se non dietro sua espressa richiesta, non l'avrebbe più toccata.

"Hai iniziato tu" ribatte lei, mettendo un finto broncio.

"Siamo arrivati" annuncia, fermandosi sul marciapiede non illuminato, di fronte ad una casa vecchia e dalle imposte chiuse, con la vernice sgretolata.

"Questo è il posto dove volevi portarmi?" chiede Natalie, convinta che si tratti di un qualche scherzo. Osserva meglio lo stabile malandato, l'erba incolta lasciata spuntare fra il cemento del vialetto, il cancello basso e arrugginito, l'ombra cupa che si allunga sulle finestre.

"Sì. Andiamo" le poggia una mano sulla schiena ma Dimitri incontra resistenza. Natalie incolla i piedi al pavimento, decisa a lasciarlo lì e tornarsene in fretta sui suoi passi.
Lo sguardo incerto e a tratti divertito di lui la fa innervosire di più, perciò con un gesto secco gli lascia la mano, per mettersi a braccia conserte.

"Io lì non ci entro. Non so che idea di me tu ti sia fatto, ma io non li frequento posti come quello" indica con un cenno lo stabile " e neanche tu dovresti" si trova a rimproverarlo.

"Che posto credi che sia?" le chiede lui, voltandosi del tutto verso di lei, assottigliando lo sguardo e dando le spalle all'edificio.

"Sembra esattamente il tipo di posto frequentato da drogati e teppistelli che fuggono dagli sbirri" risponde lei abbassando lievemente la voce.

A Dimitri sfugge una risatina veloce e leggera, quasi infantile, come se l'avesse beccata a mettersi un dito nel naso.

"Non è come credi" le risponde, scuotendo leggermente il capo. Le si avvicina di più, prendendole gli avambracci e guardandola dritto negli occhi.

"Ti fidi di me?" al di là di quella situazione, quella era una domanda a cui la bocca e la pancia di Natalie seppero rispondere prima del cervello.

"Sì" sussurrò. Gli occhi di Dimitri si spostarono per qualche secondo sulle sue labbra, calamitati dal ricordo della loro morbidezza, e solo con uno sforzo resiste alla tentazione di colmare la distanza che li divide per incollarle alle sue.

Soddisfatto nel profondo della risposta immediata e sincera di Natalie, la conduce fino all'entrata, dove una porta di legno vecchio e scrostato li attendeva. Era socchiusa.

La schiena di Natalie è percorsa da brividi di terrore.

Dimitri oltrepassa la soglia venendo inghiottito dal buio e seguito subito da lei che, seppure titubante, lo segue come un'ombra.

All'interno è buio pesto, eccezion fatta per una porta di metallo, una specie di porta blindata, circondata da lucine colorate. Avvicinandosi, Natalie nota che c'è un'incisione sulla porta ma non riconosce simboli o lettere familiari.

Stringe la mano di Dimitri per trattenerlo, vorrebbe tanto, tantissimo scappare da quel luogo sinistro.

"Nei film, questa è la parte in cui io strillo alla deficiente della protagonista di andarsene a gambe levate. E ora quella deficiente va a finire che sono io" borbotta, in ansia.

Dimitri la guarda divertito, prima di bussare due volte. Natalie sobbalza quando arriva un colpo in risposta. Dimitri bussa in sequenza: due, uno, due colpi.

Mentre la curiosità prende un po' di posto della paura, la porta si apre appena, inondando la stanza di luce rossa e musica.

Dimitri apre la porta e prende a scendere delle scale, oltrepassando un signore sulla settantina, vestito elegante, senza mai lasciare la mano di una Natalie sempre più incuriosita.

Scendono così tante scale che le fanno male i piedi e non si meraviglia che da fuori non si sentisse assolutamente nulla considerando quanto stavano scendendo sottoterra.

Al termine della lunga scala Natalie e Dimitri oltrepassano un piccolo arco di pietra che dà su una stanza colma di persone vestite eleganti, visibilmente ubriache. Fumo di sigaretta aleggia appena sopra le loro teste e le luci soffuse rendono alcuni angoli così appartati da impedirle di distinguere i visi delle persone, che però vede chinarsi spesso su dei tavoli. Sorvola sulle loro attività.

"Ma che posto è questo?" chiede sbalordita a Dimitri, senza guardarlo direttamente ma continuando a far vagare il suo sguardo tutt'attorno.

Dimitri si sporge sulla sua spalla e le riferisce il nome di quel luogo così singolare; dalla pronuncia di lui intuisce subito che si tratta di un nome russo.

"Significa Divieto" traduce subito per lei "come puoi ben vedere, qui sotto alcune delle regole e alcuni dei divieti che sono in vigore vengono lasciati in superficie. Qui si scende per divertirsi e per lasciarsi un po' andare" spiega lui.

Natalie resta un po' sorpresa e interdetta da quella spiegazione. Non si immaginava Dimitri, serio e controllato, che si lasciava andare; soprattutto a quel tipo di attività.

"E ti capita spesso di venire qui e... lasciarti andare?" gli chiede mentre si avvicinano ad un bancone per ordinare da bere ad una ragazza mozzafiato, con ben poco tessuto a coprire i punti strategici.

Dimitri scuote il capo piano, ordinando per entrambi.

"Non ci venivo da più di un anno" le risponde serio. La ragazza torna pochi istanti dopo con i loro drink in bicchieri ghiacciati. Li appoggia davanti a loro senza guardare minimamente Dimitri e avvicinandosi a Natalie, lasciando una carezza lasciva sul suo viso.

Dimitri si avvicina predendo Natalie per un fianco, facendola appoggiare su di lui. In qualche modo sembrava rivendicarne il possesso e il cuore di Natalie prende a fare le corse, lo stomaco in fermento.

La ragazza, colto il messaggio, sorride dispiaciuta a Natalie e se ne va.
Quest'ultima, preso coraggio, si toglie la giacca per sopravvivere al caldo opprimente di quel posto.

"Sei pericolosa con quel vestito" le fa notare Dimitri parlandole vicino all'orecchio.

Mancano pochi minuti a mezzanotte, la musica si fa più alta e le persone sono tutte in piedi, accalcate tra di loro. Tutti stanno ballando, cantano e bevendo come se non ci fosse un domani, salutando il nuovo anno con i sensi anestetizzati.

Natalie, vicinissima al corpo di Dimitri appena appoggiato al bancone, beve lunghi sorsi dal suo bicchiere che le bruciano fortissimo la gola facendole stringere forte gli occhi e guadagnandosi un ghigno divertito da Dimitri che non perde un'espressione del suo viso.

La trova così bella da riuscire quasi a sentire dolore al centro del petto. Desiderava averla solo per sè e si trovò a sperare un futuro per loro due in cui non dovessero nascondersi. In cui anche in superficie, di fronte al mondo intero, si sarebbero potuti guardare come ora, desiderandosi con la stessa intensità.

Seguendo il ritmo della musica Natalie prende lentamente e consapevolmente a muovere le spalle, ondeggiando appena con il bacino, approfittando di quel movimento per avvicinarsi ancora a lui.

Gli dà quindi le spalle fingendo di voltarsi a guardare le altre persone scatenate, senza freni, e sente di provare una grande invidia per il senso di libertà che legge nelle loro espressioni. Talmente forte da indurla a imitarli, a lasciarsi andare, complice quel cocktail così forte.

Aumenta un po' il ritmo del suo movimento, chiude appena gli occhi e assapora quel momento, prendendo altri sorsi dal bicchiere. Sente una mano salirle piano lungo la schiena fino alla base della testa dove, con un gesto lento e preciso, Dimitri le scioglie i capelli che le ricadono a onde sulla schiena.

Il calore del corpo di Dimitri la raggiunge subito dopo mentre con le mani scende sui suoi fianchi, appoggiando il naso appena sotto l'orecchio di lei, ispirando forte il suo profumo.

A quel contatto il respiro di Natalie si spezza e resta qualche istante così, incapace di prendere fiato con lui spalmato addosso. La accarezza fino a portarle le mani in vita, per approfondire la loro vicinanza.

Desiderosa di vedere i suoi occhi, senza staccarsi mai da lui, Natalie si volta, trovandosi faccia a faccia con l'uomo più bello ed esasperante che avesse mai conosciuto.

Dimentica di tutto, di ogni situazione lasciata in cima a quelle scale infinite, lega lo sguardo al suo continuando a seguire piano il ritmo della musica.

Nessuno dei due fiata, un mare irrequieto nelle iridi senza fondo di lui. In quelle di Natalie brucia il desiderio.

Gli prende una mano e se la porta al viso, appoggiandovisi contro e beandosi della sensazione di sicurezza e di forza che quella mano grande sapeva trasmetterle.
Decisa a lasciar andare ogni remora, volta di poco il viso non lasciando mai il suo sguardo, e deposita un bacio sul palmo. Gli occhi di lui si socchiudono appena.

Natalie dà vita ad una scia di baci casti e lenti verso il polso, salendo infine sul pollice e baciandone la punta per poi, senza esitare, accoglierlo tra le sue labbra senza soffermarvisi, per poi baciarlo ancora.

Nota con chiarezza e con piacere fisico le pupille di Dimitri dilatarsi all'istante, gli occhi ben aperti su quella scena così eccitante.

"Tu mi vuoi morto, ragazzina" le dice lui parlandole all'orecchio opposto alla sua mano, ancora ferma sulla sua guancia, tenendola ben vicina a sè.

"Io ti voglio e basta" risponde prontamente lei. Dimitri si scosta per guardarla attentamente negli occhi, elaborando le sue parole in fretta.

"Andiamo via da qui?" e forse per la prima volta non ha deciso anche per lei: le sta dando l'opportunità di dire di no, quasi sperandoci. Perché con una sua risposta affermativa non ci sarebbe più stata una via di ritorno.

"Portami via, Dimitri".




Ok, ok. Ci sto mettendo troppo ad aggiornare, ne sono consapevole e chiedo venia.
Mi servono giorni con più di 24h, si può fare?

Comunque, questa serata di capodanno può sembrare infinita. Ma ci tengo a questa serie di eventi e nella mia testa si svolgono proprio così.
Inoltre, verrebbero capitoli davvero troppo lunghi altrimenti, continuo a spezzarli in capitoli diversi per renderli più leggibili.

Il prossimo capitolo sarà... beh. Lo vedrete.

Intanto mi auguro che questo vi sia piaciuto e, magari, vi vada anche di lasciarmi un commentino o una stellina.

Grazie in ogni caso.

Un abbraccio,


Alice


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top