Capitolo 22


Natalie è in piedi poco oltre la soglia di casa di Dimitri. Se ne sta lì, come incantata, incapace di muovere un altro passo.

Lui si sta preoccupando. Da quando è andato a prenderla (lo sapeva che quell'auto l'avrebbe lasciata a piedi prima o poi) non aveva più emesso un fiato. Aveva continuato a guardare fuori dal finestrino, le guance solcate da lacrime mute.

Mentre preparava qualcosa di caldo da farle bere, pensava alle sue labbra rese viola dal freddo. Gli veniva l'istinto di rimproverarla ancora, per essere uscita con quel tempo e per averlo aspettato al freddo.

Poi gli veniva un altro istinto. Quello di far sì che fossero le sue labbra a scaldare quelle di lei, a renderle rosse e gonfie con i suoi baci, con i suoi morsi. Le sue mani si sarebbero occupate del resto.

Scaccia quel pensiero a fatica e le si avvicina, prendendola per mano e facendola sedere sul divano. Le porta il the caldo che le fa stringere tra le mani mentre Natalie lo guarda di sfuggita.

Si sente in imbarazzo perché non riesce a smettere di piangere. Quelle due telefonate le avevano sovvertito i pensieri, facendola arrabbiare ma soprattutto facendola sentire vulnerabile.

Dimitri le porge dei fazzoletti, e solo in quel momento Natalie si preoccupa di quale aspetto deve avere il suo viso in quel momento.

"Dimmi cosa è successo" il tono le farebbe alzare gli occhi al cielo in un giorno qualsiasi. Quel giorno invece le fa scendere nuove lacrime, calde e pesanti come macigni.

"Io... ho parlato con Andrea. Gli ho chiesto del tempo. Sono confusa, io... non so più se voglio ancora quella vita. E poi mio padre..." tira su con il naso, mentre scuote il capo cercando di far smettere la voce di tremare.

"Ora mi odia. Mi odiano tutti" dice infine, coprendosi la bocca con una mano.

Dimitri sospira e scuote il capo.

"Non ti odiano Natalie" è tutto ciò che sente di poter dire.

"Ho annullato il matrimonio. Almeno per il momento. Credimi, mi odiano" un sorriso amaro sulle labbra.

Dimitri cerca di dissimulare la sensazione di stupore mista a sollievo che sente in gola a quella notizia. Di certo non lo aveva fatto per lui ma sperava che questo potesse permetterle di farsi più chiarezza in merito a ciò che voleva.

E una parte di lui non riusciva a nascondere che sperava in nuovi risvolti per il loro rapporto.

Si limita ad annuire, aspettando che lei si calmasse.

"Bevi" le indica la tazza fumante che ancora non ha portato alle labbra e, quasi per farsi perdonare le sue capacità di consolazione che lasciano a desiderare, le sistema una fuggitiva ciocca di capelli dietro l'orecchio con un gesto lento e misurato.

Il cuore di Natalie dimentica per un attimo come fare il proprio lavoro, contribuendo a pompare più sangue del necessario in viso. Lo sguardo di Dimitri è come il buio: affascinante, a volte spaventoso ma quando ti avvolge è totale. Gli riserva un flebile sorriso, nascondendo l'imbarazzo dietro la tazza da cui prende un lungo sorso di tè bollente.

Mentre si fa strada attraverso la sua gola sente dei brividi causati dal contrasto con il freddo che ancora sente addosso. Piano piano inizia a sentirsi meglio, a respirare con più calma e a riprendere sensibilità ai polpastrelli.

Dimitri le si è seduto accanto senza più emettere un suono e senza più toccarla. Si è limitato a starsene lì, al suo fianco così intento a studiarla da poter quasi udire i battiti del suo cuore.

"Da quando fumi?" le chiede rompendo il silenzio, ripensando a quando l'aveva vista gettare una sigaretta nella neve poco prima di salire sulla sua auto.

"In realtà era dai tempi del college. La neve, il silenzio, mi avevano fatto venire voglia di fumare. Forse per ricordare com'ero" si stringe nelle spalle e si volta a guardarlo.

"E tu?" gli chiede poi.

Dimitri resta interdetto da quella domanda. Non l'aveva mai visto fumare.

"Io non fumo" risponde subito, aggrottando appena le sopracciglia.

"Quando eri a malapena cosciente io e Carol abbiamo trovato diversi mozziconi" spiega Natalie, pentendosene quasi all'istante. Forse non erano suoi. Forse qualcun altro, probabilmente di sesso femminile, aveva lasciato quei mozziconi a terra. Fa per ritirare in qualche modo la domanda, non desiderava affatto conoscere la risposta.

Le mancava soltanto la bestia della gelosia a divorarla da dentro assieme ai suoi demoni personali. Ma Dimitri la precede.

"Ah, in effetti quando sono davvero molto ubriaco tendo a cedere alla tentazione di qualche sigaretta" ammette lui, storcendo la bocca come se si stesse rimproverando da solo.

Natalie resta incantata dal movimento delle sue labbra, ipnotico.

"In quel momento, dopo quelle parole dure, le minacce velate e la macchina che mi abbandona nell'attimo meno opportuno, una sigaretta era decisamente meglio di una crisi di nervi in piena regola" mormora, sorridendo con debole ironia.

Dimitri riesce a soffermarsi soltanto su una parte della frase di lei.

"Minacce?" il tono improvvisamente piatto di lui fa rabbrividire Natalie. Si limita a fare un gesto stanco con la mano, pregandolo silenziosamente di non prestare attenzione a quel dettaglio.

"Tuo padre ti ha minacciata?" le chiede afferrandole un braccio con presa ferma. La inchioda al divano con lo sguardo e scava nelle profondità dei suoi occhi marroni.

"No" si affretta a negare. Dimitri capisce subito, per esclusione, chi poteva averlo fatto. Stringe le labbra e impercettibilmente anche la presa attorno all'avambraccio di Natalie, che si dà della cretina ripetutamente per non aver ancora imparato a tenere chiusa quella bocca.

"Andrea non mi ha esattamente minacciata" cerca di spiegare, con tono malfermo al ricordo della durezza delle sue parole "mi ha intimato di riflettere bene su quale sarà la mia decisione. E' soltanto ferito e confuso" stringe più forte le mani sulla tazza, cercando di frenare il lieve tremito alle mani.

Dimitri sbuffa sonoramente e scuote il capo mentre lascia la presa sul suo braccio, per poi appoggiarsi allo schienale del divano, relegandosi in un silenzio insopportabile.

In quel momento sentiva rabbia nei confronti di chi si permetteva di trattarla male. Mentre cercava di mantenere il controllo (aveva decisamente già dato con sentimenti e comportamenti d'ira) provava a metabolizzare questa voglia di proteggere Natalie da chi potesse ferirla o farla stare male. Questo era davvero un altro pessimo segnale di quanto fosse coinvolto da lei.

Una volta riportata la pressione sanguigna a livelli normali, si volta nuovamente verso la ragazza ancora infreddolita al suo fianco.

"Hai pranzato?" le chiede, sorprendendo Natalie per non aver commentato le parole di Andrea. Non si era resa conto che ormai l'orario di pranzo era già passato.

"Ho fatto colazione alla pasticceria prima che venissi a prendermi, non ho fame" risponde tornando a fissare la tazza ormai vuota.

"Io sì" dice soltanto Dimitri, alzandosi dal divano. Si reca in cucina con l'intenzione di prepararsi un sandwich con qualsiasi cosa ci fosse nel frigorifero. Dimitri si limitava al nutrimento, non si spendeva nella preparazione di manicaretti gustosi e complessi. Un semplice panino andava bene.

Natalie lo segue con lo sguardo, sentendosi un'intrusa. Lo vede estrarre del pane, uova, pomodori, un formaggio di dubbia origine, due foglie di insalata decisamente stanche di vivere e del mais. Disponeva tutto ordinatamente sul tavolo, come se dovesse affrontare un intervento chirurgico. In pochi minuti il sandwich è pronto, piccolo e poco invitante.

Si trova a scuotere lentamente la testa alla vista del "pranzo" che stava imbastendo per sè Dimitri. Una tristezza infinita quella vita fatta di tramezzini e sandwich.

La sua espressione contrariata non sfugge a Dimitri, che la fissa di rimando.

"Che c'è?" le chiede un po' brusco.

"Quello lo definisci un pranzo?" gli chiede, con un mezzo sorriso.

Dimitri guarda un attimo il suo panino, poi scrolla le spalle. Sì, per lui quello era un pranzo.

"Non dovresti chiamare un carro attrezzi per il tuo rottame?" le chiede invece. Natalie annuisce.

"Ti faccio una proposta" lei si alza lisciando con le mani il vestito morbido sulle gambe "tu chiami al posto mio qualcuno che vada a soccorrere la mia bambina alla quale, a proposito, dovresti mostrare più rispetto. Io nel frattempo ti preparo un pranzo con i fiocchi" si avvicina alla cucina aspettando un suo assenso prima di mettersi a frugare per decidere cosa preparare.

"Sin dalla prima volta che ho visto la tua bambina, nota anche come rottame dei rottami, sapevo che ti avrebbe lasciata a piedi" sentenzia, prendendo il cellulare per effettuare la chiamata. Si ferma guardando distrattamente il suo sandwich.

"E questo?" le chiede. Natalie si avvicina e lo taglia a metà, addentando la sua sotto lo sguardo attento di Dimitri.

"Aperitivo" spiega lei, con la bocca ancora piena. Era pure buono, nonostante l'aspetto.

Vede lo sguardo di Dimitri mutare diventando divertito mentre si sposta sul suo petto.

Ovviamente era riuscita a sporcarsi, e doveva ancora iniziare a cucinare.

"Cazzo!" alza gli occhi al cielo e tira un lembo del vestito per osservare meglio la macchia, come se potesse farla scomparire soltanto fissandola con odio. Dimitri le passa un tovagliolo mentre soffoca una risata.

"Non ti conviene prendermi in giro, Haze. Ti ricordo che sto per prepararti il pranzo con le mie mani, potrei sempre usare qualche ingrediente segreto. Per caso mortale" lo minaccia sventolando il tovagliolino.

"Non oseresti" ribatte lui, allontanandosi un poco e avviando la chiamata "la prossima volta che mi chiami così te la faccio pagare" dice mentre le dà le spalle, alzando bene la voce perchè lei possa sentire.

Natalie nasconde un sorrisino divertito. Tenta invano di far sparire la macchia peggiorando soltanto la situazione. Decide quindi di concentrarsi sul pranzo mentre studia le provviste del suo capo.


Visto il tempo in peggioramento, il carro attrezzi ci metterà più del dovuto a recuperare Betsy. Natalie soffre a saperla abbandonata sul ciglio della strada, sola e al gelo.

La neve non accenna a smettere, le strade si stavano anche ghiacciando, rendendo pericoloso transitarvi.

Dopo pranzo Dimitri, nonostante il caffè, si è addormentato sul divano mentre Natalie era ripiombata in un silenzio pesante, combattuta tra la voglia di sentire sua madre per avere due parole di conforto e la paura di sentire anche lei delusa e arrabbiata dal suo comportamento.

Da brava vigliacca quale è, decide di spegnere il cellulare e fingere per quanto possibile che nulla fosse accaduto.

Mentre scansa ogni pensiero che la rimanda alla sua famiglia e alla situazione disastrosa, osserva come sempre il volto di Dimitri mentre dorme. Non si sarebbe mai stancata di guardare la piega delle labbra schiuse, come pronte a rivelare un segreto.

Gli si siede a fianco, si era appisolato da seduto con la testa appoggiata di lato su un cuscino. Una posizione di certo poco comoda, che l'avrebbe fatto svegliare indolenzito.

Non senza un po' di esitazione, avvicina lentamente il viso al suo smettendo per un attimo di respirare. Gli sfiora con le labbra la piccola cicatrice che si trova sopra il sopracciglio. Controlla velocemente che non si fosse svegliato, si trova a sorridere e ritorna a depositare un nuovo bacio a fior di pelle sulla tempia, inebriandosi del suo profumo.

Si sente una tredicenne alle prese con baci rubati e frena una risatina isterica.

Nel preciso istante in cui chiude gli occhi per godere di quel momento Dimitri volta di scatto il viso, facendo scontrare in maniera decisamente poco poetica i loro nasi.

"Ahi!" Natalie mugola di dolore, allontanandosi di scatto e portandosi una mano sul naso.

Trova immediatamente lo sguardo confuso di un Dimitri assonnato.

"Che diavolo stavi facendo?" ringhia, reso nervoso dal risveglio poco piacevole, con la bocca leggermente impastata.

Natalie è in piedi in meno di due secondi, completamente nel panico per l'incapacità di rispondere a quella domanda mantenendo un minimo di dignità.

"Non so di cosa stai parlando" negare, negare sempre, anche di fronte all'evidenza. Sente il viso andare a fuoco, perciò prende un bicchiere d'acqua per evitare il suo sguardo.

Dimitri la segue con lo sguardo, con il viso attraversato da un'espressione dubbiosa. Non se la beveva.

Si alza e in pochi passi la raggiunge in cucina, le si accosta silenziosamente mentre beve dell'acqua rivolta verso il lavello. Non può fare a meno di notare le morbide curve del suo corpo.

"Perché mi stavi addosso, Natalie?" le parla piano all'orecchio, sorprendendola con la sua vicinanza improvvisa. Natalie sussulta quasi spaccandosi un dente con il bicchiere di vetro, che decide saggiamente di riporre nel lavello. Ricerca famelica un respiro profondo, che il suo cuore galoppante le nega, lasciandola quasi in affanno con il profumo maschile di Dimitri a invadere ogni spazio attorno a lei.

Raccoglie tutto il suo coraggio e indossa una maschera di disinvoltura che in quel momento proprio non le appartiene. Si volta piano, incontrando i tratti affilati di Dimitri a pochi centimetri dal viso. Una prospettiva per certi versi simile a poco prima, ma anche così diversa: ora sembrava tutt'altro che innocuo e dolce. Ora la tenebra dei suoi occhi ardeva spietata, inchiodandola al suo posto e impedendole la normale respirazione.

"Io non ti stavo affatto addosso" ribatte, volendosi prendere a schiaffi per il lieve tremore della voce. Di sicuro a lui non sarebbe sfuggito.

Il suo sorriso diabolico ne è la conferma. Le si avvicina ancora, annullando qualsiasi spazio fra loro, appoggiando le mani ai lati del suo corpo, sul bancone della cucina.

Natalie è in trappola. Sorride appena pensando che si sentiva intrappolata da lui, dal suo sguardo, praticamente fin dal primo giorno che l'ha incontrato.
L'aveva ghermita e invischiata con le sue iridi scure e piene di ombre. E se quella era l'ombra, a Natalie non importava più niente del sole.

"Il mio naso dolorante afferma il contrario" le respira addosso, potendo sentire il calore proveniente dal suo corpo arroventarle la pelle. Natalie non sa cosa rispondere.

In primis perché non saprebbe, a quel punto, cosa ribattere. In secondo luogo perché gli occhi di Dimitri le stanno spogliando i pensieri, impedendole di mettere insieme una frase di senso compiuto.

Spinta da una sfrontatezza che non ricordava di avere, Natalie si sporge in avanti con un movimento veloce e improvviso per lasciare un bacio leggero sul naso di Dimitri. Si scosta velocemente e torna a guardarlo, con un sorriso sulle labbra.

"Così passa la bua" gli spiega, notando gli occhi un po' sgranati di lui, che torna subito composto. Quel bacio era la cosa più dolce e tenera che gli fosse accaduta in anni.

Gli passano per la mente miriadi di battutine idiote su altri posti in cui sentiva bua, ma il dodicenne che dimora in lui viene scansato dall'uomo adulto e razionale che invece teme di farsela seriamente la bua in quel caso. Al cuore.
E non sarebbe bastato un semplice bacio per lenire quel dolore.

Queste considerazioni lo spingono a restare con i piedi per terra, a ricordare che Natalie stava affrontando una situazione delicata e che era molto confusa in quel momento sui suoi sentimenti.

Si sporge a sua volta, avvicinando il suo viso a quello di lei vedendola trattenere il fiato e schiudere appena le labbra. Le sfiora un orecchio con la bocca mentre con una mano le scosta i capelli dal collo, esponendolo in maniera terribilmente invitante.

"Te l'ho già detto una volta: se vuoi qualcosa non hai che da chiedere" la vede rabbrividire e gioisce dell'effetto che continua ad avere su di lei.

"Ci baceremo solamente se e quando tu lo vorrai. Dovrai essere tu a chiederlo. Non ti sfiorerò con un dito prima di allora, per quanto possa averne voglia" afferma, decretando il ritorno esasperante di Mr Autocontrollo.

Natalie reprime uno sbuffo di frustrazione. Vedendo il suo viso avvicinarsi al suo già pregustava le loro bocche voraci incontrarsi e scontrarsi ancora, dopo tanto.

Non l'avrebbe più baciata, nè toccata, se lei non glielo avesse espressamente chiesto. Questo aveva detto, lasciandola in preda ad uno sconforto con cui non era pronta a fare i conti.
Non quel giorno.

Come poteva, con tutto il caos che le regnava nella testa, esporsi in quel modo con lui? Quando non riusciva nemmeno a dire ad alta voce che cosa realmente volesse da Dimitri?

"Ne hai voglia?" gli chiede con l'insicurezza nella voce, distogliendo lo sguardo dal suo.

Dimitri la cerca con gli occhi, attendendo di avere nuovamente lo sguardo di lei nel suo prima di rispondere. Quindi fa presa con le mani sul bancone della cucina e si appoggia contro il corpo di Natalie, affondando il volto fra i suoi capelli e cingendola forte con un braccio.

"Credo tu possa sentire quanto io ti voglia" sussurra con voce bassa e vibrante, sconquassando ogni residuo di contegno in Natalie. Le sfugge un leggero gemito, quasi inudibile, sospirato e trattenuto.

La voglia di lui preme contro il suo basso ventre, facendole arroventare le gote e sentendo forte l'esigenza di stringerlo a sè di rimando, di andargli incontro.

Temeva seriamente che sarebbe morta di lì a poco, per autocombustione. Il sangue fluiva in tutto il suo corpo con violenza e inaudita velocità.
La sua imminente morte poteva essere un ottimo motivo per non privarsi ulteriormente di sentirsi un tutt'uno con il suo personale demone, con l'oggetto di ogni suo più segreto desiderio. Tuttavia non riusciva a fiatare.

Non riusciva a dirgli quanto lo desiderasse in quel preciso istante, quanto avrebbe voluto che non perdesse nemmeno il tempo per raggiungere la camera da letto prima di renderla sua nel più primordiale dei modi.
Avrebbe dimenticato ogni cosa stesse fuori da quell'appartamento, avrebbe lasciato dietro di sè ogni remora, pudore, insicurezza, e si sarebbe lasciata amare da lui nel modo che avrebbe ritenuto più opportuno.

Ma sullo sfondo di tutto questo c'era ancora Andrea, c'era ancora la sua confusione, il suo senso del dovere, la riscoperta di se stessa. Ancora non sapeva cosa voleva, solo quella mattina aveva preso le distanze da quella che era la sua vita prima di Boston.
Prima di Dimitri.

Temeva di affrettare le cose, di andare incontro a nuova confusione lasciandosi trasportare dai suoi pensieri più lascivi con il suo capo.

Che, tra le altre cose, era il suo capo. Come avrebbe potuto non complicare ogni cosa sul lavoro? Le piaceva tanto nuovo impiego e non avrebbe voluto mai mandare all'aria quell'opportunità.

"Mi sembra di sentire gli ingranaggi del tuo cervello girare a massima potenza" Dimitri la interrompe, impedendole di sprofondare ulteriormente nei dubbi e nella guerra che era in atto nella sua testa. Si scosta da lei lentamente, un sorriso perfetto dipinto in viso.

Le guance di Natalie vanno ancora a fuoco ed è consapevole di non poterci fare nulla, perciò risponde al suo sorriso anche se imbarazzata e un po' spiazzata dall'improvvisa intimità fra loro. E non soltanto quella di tipo fisico.

Con Dimitri le parole a volte non servivano nemmeno. Lui di certo non era un gran chiacchierone.

Anche quella volta l'aveva capita prima che lo facesse lei stessa: anche volendolo, non sarebbe riuscita a spingersi più in là. Non con quel casino nel cervello e nel cuore. L'aveva anticipata, le aveva dato in mano tutte le carte da giocare, esponendosi e rimettendosi alla sua volontà.

Forse lui nemmeno se ne rendeva conto ma a Natalie non capitava spesso che qualcuno desse priorità a ciò che voleva lei. Motivo per cui in quel momento si trovava a non capire nemmeno cosa davvero volesse per se stessa.

Quell'accortezza nei suoi confronti era inaspettata e molto dolce. Un aspetto di Dimitri di cui, con franchezza, non sarebbe più riuscita a fare a meno.

"Io purtroppo devo lavorare, vado nello studio per un po'. Conto di terminare in massimo un paio d'ore" la informa, allontanandosi del tutto dal suo corpo. Il suo autocontrollo d'acciaio iniziava a piegarsi, era umano pure lui infondo.

"La vigilia di capodanno tu lavori?" gli chiede incredula.

"Non si diventa dei fuoriclasse senza qualche sacrificio" risponde con tono di superiorità che irrita Natalie.

"Nemmeno modesti a quanto pare" ribatte lei, in un fiato.

Dimitri la guarda un attimo, soppesando le sue parole.

"Non mi serve a niente la modestia" afferma poi, scrollando le spalle. Solo lui poteva risponderle così. Anche perché era vero. Ogni minuto che passava in presenza di Dimitri si convinceva che in lui ci fosse veramente poco di umano, si avvicinava fin troppo alla perfezione.

"Fai come se fossi a casa tua nel mentre" non aspetta una risposta da Natalie e si dirige come se nulla fosse accaduto verso il suo studio, recuperando il computer portatile e il cellulare.


Natalie siede per un po' sul divano, ancora scossa dalla risonanza che la vicinanza di Dimitri ha sul suo corpo anche quando ormai non si trovano più nella stessa stanza.

Si rifiuta di riaccendere il cellulare, e si sente strana a starsene lì così mentre lui sta lavorando. Inizia a camminare lungo le pareti della stanza, osservando come queste siano quasi spoglie. L'arredamento di Dimitri è ciò che si può definire minimal: poco mobilio, il necessario, qualche quadro in bianco e nero appoggiato al pavimento, nemmeno appeso, e nessuna foto. Nemmeno una.

Il che non fa che accrescere la curiosità di Natalie in merito alla sua famiglia, soprattutto alla luce di tutto quello che sa ora.

Sebbene l'ambiente sia reso poco personale, Natalie ritrova Dimitri nella sua schiettezza, nel suo essere diretto anche quando fa male, nel suo vedere le cose o bianche o nere, senza sgarrare nei suoi principi.

Sul tavolo della cucina c'è una ciotola di legno spesso piena di splendidi limoni. Hanno un profumo pazzesco e Natalie sa immediatamente come vorrebbe passare il tempo che Dimitri impiegherà per lavorare.

Niente di meglio della preparazione di una meringata al limone per staccare i pensieri.
Era di gran lunga il suo dolce preferito, la cui preparazione richiedeva tempo e concentrazione.

Senza troppi indugi, controlla che ci siano tutti gli ingredienti necessari e si concentra nel procedimento.

Si sta facendo già buio e la neve continua a cadere, forse un po' meno abbondantemente di prima.

Richiude il portatile con un gesto secco, mentre lo sguardo torna a posarsi sull'unico ritratto reso visibile, quello di Natalie di spalle. La vedeva in tutta la sua sensualità, sentiva tutte le cose che non riusciva a dirle, che non si permetteva di provare.

Sospira mentre passa una mano distrattamente sulla barba da tagliare.

Da quando Natalie aveva fatto la sua comparsa, la sua vita si era riempita di sospiri. Si accorge solo in quel momento dei rumori di stoviglie provenienti dalla cucina e del profumino invitante che sente.

Spegne la luce ed esce silenziosamente dalla stanza, richiudendosela alle spalle.

Trova Natalie in cucina, con i capelli leggermente scompigliati, il vestito macchiato, dello zucchero a velo sulla guancia destra e uno sguardo concentratissimo mentre tiene la punta della lingua fra i denti. Sta decorando con una sac à poche improvvisata una torta con un qualcosa di bianco e cremoso.

Ha ridotto la cucina in condizioni pietose: ci sono ciotole sporche ovunque, gusci d'uovo abbandonati sul bancone con noncuranza, farina dappertutto. A quella vista avrebbe dovuto arrabbiarsi, si sarebbe dovuto innervosire per tutta quella confusione che regna nella sua cucina sempre immacolata.

Invece si innervosisce soltanto al pensiero di non poter precipitarsi da lei, liberarla di ogni indumento e possederla su ogni superficie della cucina.

E' così concentrata e attenta alla decorazione da non notare la sua presenza.

Dimitri sorride apertamente, proprio perché sa che non lo ha notato. Ancora.

La aggira e le si avvicina di soppiatto, alle spalle. Quasi non riesce a trattenersi dal sogghignare.

Poi, all'improvviso, la afferra per i fianchi "BU!" dice soltanto.

Natalie salta letteralmente in aria, strillando senza ritegno e spremendo nello stesso istante la sac à poche facendo uscire convulsamente il suo contenuto, sparandolo per aria neanche fosse un idrante.

La meringa finisce sui suoi capelli e sul suo vestito ormai già spacciato.
Non lascia intonso nemmeno il maglione di Dimitri e i suoi capelli, un po' gli finisce anche nell'occhio, costringendolo a chiuderlo mentre tenta di evitare che entri a contatto con il bulbo oculare. Invano.

"Mi hai accecato, cazzo" sbotta andando verso il lavello per recuperare dell'acqua.

"Ehi, sei stato tu a farmi venire un colpo. Stronzo" ribatte subito Natalie, il cuore ancora in corsa.

"Di certo non pensavo che avresti reagito come una pazza, Santo Dio" si sciacqua ripetutamente l'occhio, sperando che il bruciore cessi.

"Da pazzi è assalire la gente di soppiatto!" urlacchia Natalie, mentre cerca senza risultati di togliere la meringa dai suoi capelli.

"e non avevo ancora finito!" piagnucola guardando la torta decorata a metà. Cerca di recuperare la meringa rimasta nella ciotola e di finire in velocità la decorazione. Mentre inforna non è soddisfatta del risultato: la decorazione è imprecisa e affrettata. Meglio di niente.

Resta ad osservarla attraverso il vetro, bastavano pochi minuti perché la meringa venisse bella dorata e croccante, ma non bisognava perderla di vista per non rischiare di bruciarla e rovinare l'interno dolce.

Lo sguardo di Dimitri addosso non era d'aiuto alla sua concentrazione. Lo vede con la coda dell'occhio avvicinarsi mentre lei spegne il forno e lo apre un po' per far fuoriuscire il calore.

Si volta verso Dimitri, il quale le passa l'indice poco sopra la clavicola raccogliendo un po' di meringa e portandosela alla bocca.

"Buona" le pupille si dilatano leggermente e non lasciano per un secondo quelle di lei.

"Non ne hai idea" gli risponde ammiccando. Quella sottile (neanche tanto) allusione provoca una risatina in Dimitri, che ama quel lato malizioso di lei.

L'autocontrollo di cui si vantava sempre iniziava a stargli un po' sulle scatole. Perchè doveva proprio essere così ragionevole?





Note.

Sono tornata! Manco da un po', lo so, ma sto facendo del mio meglio.
Anche questo è un capitolo un po' di passaggio e, per qualche motivo, sono quelli che mi mettono sempre più in difficoltà.

Spero in ogni caso vi piaccia e mi farebbe come sempre piacere avere una vostra opinione in merito.

Nel prossimo capitolo arriverà capodanno. Lo trascorreranno insieme i nostri eroi? e cosa accadrà? Mah.
Big thins are coming.

Vi ringrazio tanto, tantissimo per essere arrivati a questo punto della storia. Mi auguro sempre possa emozionarvi, farvi anche sorridere.

Attendo con ansia pareri ed eventuali stelline.

A presto.

Alice

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