Capitolo 17
Martedì si sveglia prestissimo, abituata ormai a doversi preparare per andare al lavoro. Decide di restare a letto ancora un po' e godersi per un attimo il fatto di essere al caldo, sotto il piumone, quando fuori l'inverno bussa alle porte.
Ama il freddo, i calzettoni grossi a letto, la cioccolata calda, il Natale.
Mancavano due settimane soltanto e sarebbe tornata a casa per passare le vacanze con la famiglia e con Andrea. Non sarebbero state molto rilassanti in quanto dovrà sicuramente concentrarsi sui preparativi che sta rimandando per la distanza e per pigrizia. Però non vedeva l'ora di rivedere i suoi genitori, le erano mancati.
Inoltre, qualche giorno di lontananza da Boston, e da un suo abitante nello specifico, non le avrebbero fatto male.
Già alzandosi dal letto si rende conto di sentirsi meglio, niente più brividi. Si gode un bel bicchiere d'acqua che ingoia senza i mille spilli che sentiva in gola e prova a mangiucchiare qualche biscotto ammollato nel latte.
Si fa una doccia e si asciuga i capelli cercando di dare loro una piega decente. Sente le guance in fiamme a ripensare all'ultima volta che quel phon era stato acceso: Dimitri le aveva asciugato con delicatezza i capelli quando lei non sarebbe riuscita nemmeno ad avvolgerseli in un asciugamano.
Quello era stato il gesto più intimo che ci fosse stato fra loro. Anzi il più intimo che avesse mai avuto con un uomo.
Certo, i baci, il dormire vicini, i suoi ritratti, erano tutti momenti particolarmente intimi e profondi ma quello per Natalie era stato così singolare, come se fossero stati fuori dal tempo. Ogni sensazione si era dilatata fino quasi a cristallizzarsi nella sua mente. Sembrava potesse non finire mai, ma poi tutto era tornato alla normalità.
Si sistema sul divano con il suo laptop e decide di guardare una serie tv in modo da distrarsi da tutti quei ricordi che le rendevano la mente come una poltiglia.
Nel pomeriggio sente Sally per sapere come procedono le cose in ufficio: questa non le mente, ci sarà un bel po' da recuperare al suo ritorno. Tutti la salutano, tranne Chelsea ovviamente.
Che cosa le avesse fatto Natalie proprio non lo sapeva, ma l'avversione era reciproca. Un'oca patentata, e pure cattiva probabilmente.
Scott invece era il vero enigma: sempre gentile con lei, disposto anche ad aiutarla e spesso l'aveva messa in guardia su Dimitri e il suo comportamento. Tuttavia qualche volta aveva visto il suo sguardo adombrarsi, come se all'improvviso si ricordasse di qualcosa di molto brutto.
Gli altri colleghi sembravano non notarlo, o se lo facevano fingevano di non vedere. Sentiva la curiosità di capirci qualcosa di più, magari Sally avrebbe potuto riferirle qualcosa. Non aveva ancora abbastanza confidenza da chiederglielo direttamente.
Nel tardo pomeriggio inizia a prepararsi la cena, basta cibo a domicilio. Prepara una zuppa di verdure con del pane ammollato in modo da essere mangiato più agevolmente. Stava meglio ma era il caso di andarci piano.
Dopo cena viene trafitta da un pensiero: era scontato che il giorno dopo sarebbe rientrata o avrebbe dovuto avvisare qualcuno? Il suo responsabile era Dimitri.
Non senza esitazione, si decide ad avvertirlo con un messaggio.
Natalie: Ciao. Scusa se ti disturbo a quest'ora ma mi è venuto in mente solo in questo momento che forse era il caso che ti avvertissi della mia intenzione di rientrare domani. Magari lo davi per scontato, io di certo, però non ne ero sicura perciò ho deciso di scriverti ecco.
Invia il messaggio senza pensarci ulteriormente. Lo rilegge e picchietta il cellulare sulla fronte: non poteva apparire più insicura di così. Non si capiva granchè.
Natalie: Domani rientro.
Invia un secondo messaggio subito dopo, per essere chiara e soprattutto per non lasciargli il modo di rinviare il suo rientro ulteriormente.
Passa un'ora e non riceve risposta. Controlla nervosamente il cellulare ogni due minuti, anche se è conscia che sentirebbe la suoneria se rispondesse.
Si convince che non avrebbe dovuto scrivere nulla, semplicemente presentarsi al lavoro, mica l'avrebbe potuta cacciare una volta lì!
E invece no, lei doveva fare la figura della ragazzina insicura che ricerca costantemente approvazione. Che fine aveva fatto tutto il suo essere battagliera, forte, senza farsi mettere i piedi in testa?
Dimitri faceva emergere il lato di sè che lei non sopportava, si sentiva una ragazzina vulnerabile.
Si fionda di faccia sul cuscino del divano e impreca con voce ovattata. Che stupida.
Dimitri: Ai suoi ordini Generale.
Natalie si trova a sorridere in maniera esagerata alla risposa di Dimitri. Il Signore Oscuro che fa dell'ironia era un qualcosa di così strano e divertente da sorprenderla.
Dimitri: Stai meglio?
Le chiede subito dopo.
Natalie: Molto meglio, grazie. Mi annoio a stare a casa.
Dimitri: Al tuo rientro ti garantisco che non ci sarà tempo per la noia. Sono felice che tu stia bene.
Poteva fare l'abitudine a quel Dimitri. Si trova a fissare il cellulare con le guance dolenti a causa del sorriso che ha messo radici sul suo viso.
Dei semplici messaggi le facevano un effetto a dir poco esagerato. Quello era un minimo indicatore della portata del problema in cui si era cacciata.
Natalie: A domani. Buonanotte Dimitri.
Dimitri: Buonanotte Generale.
Si addormenta senza smettere di sorridere.
Al suo rientro in ufficio trova una Sally scalpitante e ansiosa di raccontarle ogni dettaglio sui progressi con i preparativi del matrimonio e Natalie è veramente felice di rivederla, anche se l'argomento trattato al momento non è dei suoi preferiti.
"Stai meglio?" le chiede Scott portandole una tazza di caffè fumante, un balsamo per le sue mani infreddolite. La studia in viso quasi con apprensione e per un momento Natalie si chiede se vi siano rimasti i segni dei baci, delle carezze ardenti di Dimitri.
"Molto meglio, grazie" la voce è ancora un po' roca, ci stava mettendo più di quanto sperava a ritornare come prima.
"Spero che la mia assenza non vi abbia messo nei casini" aggiunge poi, sinceramente dispiaciuta.
"Ormai sai com'è, l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Due dei clienti di Haze ci hanno fatto fare gli straordinari, ma per fortuna si è tutto risolto" cerca di tranquillizzarla, ma quando Natalie finalmente apre la casella postale si vede invasa da urgenze risalenti ai due giorni precedenti, alcune della Bonetti.
"Mi dispiace molto che tu abbia dovuto seguire tutto questo da solo. Giuro che mi farò perdonare" dice con le mani giunte a mo di preghiera.
"Allora dovrai farti perdonare da me" si intromette Chelsea. Si volta verso Natalie spostando i capelli biondo ramati sulla spalla destra, guardandola con un sorrisetto falso come i suoi vestiti griffati.
Natalie la guarda in attesa di spiegazione anche se inizia a sentire uno strano prurito alle mani.
"Ho aiutato io Dimitri con la Bonetti" continua Chelsea, senza smettere di sorridere.
Sentirla chiamarlo per nome le fa stringere più forte la tazza fra le mani, la cui forma potrebbe essere ben confusa con il collo striminzito di Chelsea.
Natalie non risponde nel tentativo di ingoiare l'amarezza che sente in fondo alla lingua all'idea di loro due che lavorano assieme.
"Dimitri ha ritenuto importante che non parlassi direttamente con il cliente per non confonderlo: dopo un solo mese cambiare già referente non sembrava professionale. Così ha preso in mano lui la situazione, mentre io lo supportavo in ogni decisione".
"Bene" altro boccone amaro ingoiato "aggiornami su tutto, ora me ne occupo io" dice soltanto Natalie, la mandibola serrata.
Mentre Chelsea parla la mente di Natalie viene sommersa di immagini di lei e Dimitri nel suo ufficio mentre Chelsea lo supportava a modo suo.
Lo vedeva negli occhi di lei mentre gesticolava e sorrideva che si stava divertendo: aveva capito che le avrebbe dato fastidio. Quell'oca starnazzante.
Fantastica per l'ora successiva su come potrebbe accidentalmente levarle quel ghigno insopportabile a suon di sberle, ma poi il lavoro la assorbe completamente.
Scendono in mensa per pranzo e Natalie inizia a bombardare Sally di domande sul suo week end per tenere occupata la mente.
Mentre lo fa, pur tentando di frenarsi in ogni modo, fa vagare lo sguardo alla ricerca di occhi scuri e tratti affilati come rasoi. Nessun segno di Dimitri.
Mentre afferra il suo vassoio vede con la coda dell'occhio un paio di scarpe da uomo eleganti e un completo blu scuro accanto al bancone. Il cuore inizia a sfarfallarle in gola.
"Buongiorno Natalie. Sei tornata" dalla gola il cuore di Natalie ritorna con cupa consapevolezza al suo posto al centro del petto.
"Perspicace" le esce con fin troppa freddezza e Riley sorride ancora di più.
Non vuole rispondergli male ma quella non si stava proprio rivelando una buona giornata.
"Ho saputo che sei stata ammalata, ora va meglio?" le chiede con gentilezza mentre la accompagna al tavolo.
"Sì, molto meglio, grazie. Come l'hai saputo?" gli chiede poi, curiosa. Non aveva mai avuto a che fare con lui a livello lavorativo.
"Se te lo dicessi poi dovrei ucciderti" le sorride enigmatico. Lei alza gli occhi al cielo e si limita a sorridere per la banalità di quella battuta. Tuttavia le sue attenzioni non sono spiacevoli.
"Va bene, James Bond. Ora raggiungo gli altri, buon pranzo" fa per voltarsi ma Riley la trattiene per un braccio facendole rovesciare il bicchiere pieno d'acqua sulla camicetta. Bianca.
Il rumore e l'imprecazione poco fine di Natalie fanno attirare l'attenzione sui due. Riley si affretta a scusarsi e a raccogliere tutto, poi le porge una salvietta.
Natalie è scocciata all'inverosimile. Che giornata di merda.
"Scusami. Ti volevo solo chiedere se ci sarai anche tu la prossima settimana alla cena" le chiede avvicinandosi per far passare due colleghi.
Natalie lo guarda con la fronte corrugata mentre continua a tamponarsi, invano, la camicetta.
"Haze non ti ha invitata? Il solito cafone. E' la cena prima di Natale, la facciamo tutti gli anni. Dovresti venire" le dice.
Natalie non sa bene cosa dire. Perchè non le aveva detto nulla? C'era stata di certo più di un'occasione. Forse non voleva che lei ci andasse, non voleva coinvolgerla in quell'aspetto così importante della sua vita. Magari pensava che gli sarebbe stata appiccicata.
Sente un rivolo di fastidio misto a delusione risalirle lo stomaco, facendole passare la fame.
"Ti mando più tardi una mail con tutti i dettagli ok? Sarà più divertente se ci sarai anche tu" le afferra all'ultimo una ciocca di capelli e la segue in tutta la lunghezza.
Distoglie però lo sguardo, puntandolo poco più in là. Natalie lo segue, sapendo già dentro di lei chi avrebbe trovato.
Dejà vu.
La mandibola contratta è ancora più marcata, mettendo in risalto le labbra strette in un'espressione di puro rancore.
Natalie è quasi spaventata da quella scena. Quasi. Perchè sente la pelle accendersi appena percepisce lo sguardo di lui sul suo viso. Per poi scorrere sulla camicetta che aderisce completamente sul suo petto, senza nascondere la curva dolce dei suoi seni.
Dimitri li osserva parlare mentre è in fila per il pranzo e vede Natalie ascoltare con attenzione quello che Riley-faccia-da-cazzo le sta dicendo. Non riesce a distogliere lo sguardo mentre Natalie cerca di rimediare al disastro che lui ha combinato, senza però riuscirci e anzi allargando maggiormente la macchia.
Si intravede il bordo del reggiseno, nero, grazie alla trasparenza dovuta all'acqua e Dimitri sa per certo che quella singola immagine non lo abbandonerà per giorni, gli si incastrerà dietro le pupille, torturandolo.
Cerca di ignorare i pantaloni che si fanno più stretti quando vede Riley voltarsi verso di lui, spudorato, e accarezzarle una ciocca di capelli con lentezza.
Dimitri si fa violenza per non fiondarsi lì e spezzargli le dita della mano che le sfiorano ancora i capelli.
Lo sta deliberatamente provocando e lui ci sta cascando con entrambi i piedi.
Poi ricorda che non ha e non può avere alcun diritto di sentirsi in quel modo, che anzi era proprio lui quello che aveva (di nuovo) baciato la donna di un altro.
A volte la vita ha un'ironia tagliente.
Anche Natalie si volta e lui in quel momento sente quasi di odiarla. Perchè è bella da far male.
Si nota ancora una traccia dei giorni di malattia ma l'incarnato ancora più pallido, se possibile, risalta le labbra e l'incavo del collo.
Ancora una volta, si impone di riprendere le redini dei propri pensieri e, come un automa, si volta dalla parte opposta fingendo indifferenza.
Indifferenza era il suo secondo nome.
Invece del solito pranzo si prende un panino e lascia la mensa, non avrebbe resistito un minuto di più.
Raggiunge in fretta l'ascensore, vuoto, e decide di andare nell'unico posto dove non avrebbe dovuto indossare alcuna maschera.
Appena le porte si aprono respira a pieni polmoni l'aria fresca di dicembre. Vorrebbe sedersi e coprirsi, ma è troppo nervoso. Si appoggia al cornicione e guarda la città sotto di lui, brulicante di vita.
Non riesce a non pensare all'ultima volta che era stato lì, con lei. Prima di sapere del matrimonio, prima di quei baci infuocati.
Vorrebbe avere con sè il blocco da disegno per imprimervi i pensieri, ma le sue mani sembrano conoscere solo lei. Quindi meglio così.
La situazione si faceva sempre più intricata e l'unico a rimetterci davvero qualcosa era lui. Non gli serviva un altro motivo per essere arrabbiato con il mondo, ne aveva già a sufficienza.
Per quanto difficile e in qualche modo contorto gli sembrasse sbagliato doveva levarsela dalla testa. Si sarebbe sposata da lì a qualche mese e non l'avrebbe rivista più. Non c'era un finale alternativo, soltanto lui che avrebbe finito per restare solo.
Mangia il panino in quattro morsi, poi chiude Natalie in un cassetto recondito della sua mente e butta la chiave.
Il resto della settimana scorre via con lentezza, Natalie percepisce lo scandire di ogni minuto. Non ha più rivisto Dimitri in mensa e non l'ha mai sentito se non per motivi lavorativi. In quelle occasioni ha ostentato una professionalità e un distacco che le avevano fatto rimpiangere le volte che si erano sbraitati in faccia.
Era completamente indifferente a qualsiasi suo tentativo di conversazione.
Stava succedendo di nuovo: la stava evitando. Mandava avanti Carol per ogni dettaglio da definire, progetto da migliorare e problema da risolvere.
Non vi erano stati più problemi con la Bonetti, nulla che richiedesse l'intervento di entrambi, e a Natalie quasi dispiaceva.
Poi c'era la questione della cena di Natale: non le aveva mai accennato nulla. Alla fine Riley aveva mantenuto la parola e le aveva inviato tutti i dettagli. Natalie non aveva ancora deciso se partecipare o meno, doveva rifletterci.
Invece di cercare ogni pretesto possibile per vederlo, per parlargli, questa volta Natalie decide di assecondare la sua volontà di starle lontano, non lo voleva davvero e non conosceva la ragione, ma poteva immaginarla.
Si erano baciati, lui in qualche modo si era esposto e lei era fidanzata. Punto.
Decisa a mettere da parte qualsiasi cosa stesse prendendo forma con Dimitri, si organizza con Sally per uscire insieme, venerdì sera, e farsi aiutare con la scelta delle fedi.
Si danno appuntamento in un locale carino non molto distante dalla Morrison, dove si cena e verso tarda serata suona qualche gruppo.
Quando Natalie entra, Sally deve ancora arrivare e non la sorprende. Aveva la tendenza ad essere un po' ritardataria.
Si accomoda al tavolo che avevano prenotato attenta a non fare salire troppo il vestito nero a maniche lunghe che aveva indossato che le arrivava un po' sopra il ginocchio. Era accollato, ma le lasciava la schiena scoperta per metà.
Il locale è accogliente, sono tutti sorridenti e cordiali e i tavoli sono abbelliti con candele accese, che rendono l'atmosfera calda e intima.
Con un gesto nervoso, Natalie controlla il telefono pur sapendo di non trovare alcun segnale da chi vorrebbe. Lo rimette via dopo aver risposto velocemente ad Andrea che le chiedeva della sua giornata.
Sally fa la sua entrata in quel momento: sembra aver rubato ogni colore all'arcobaleno, dandole un aria sbarazzina. Quei mix di colori avrebbero fatto l'effetto di un pugno in un occhio addosso a chiunque, tranne a lei, che invece li portava con una naturalezza disarmante risaltando le sue forme e il viso delicato, facendosi detestare da più di una ragazza presente.
"Eccomi! Scusa il ritardo ma c'era un traffico allucinante, con l'avvicinarsi delle feste sembrano tutti impazziti. E' tanto che aspetti? Spero di no, volevo chiamarti per avvisarti ma ormai avevo quasi parcheggiato perciò ho pensato..."
"Sally, prendi fiato! Va tutto bene, sono appena arrivata" è arrivata da trenta secondi e Natalie sta già ridendo.
Una serata con lei è proprio quello che le serve per scacciare i pensieri impropri su Dimitri.
"Ordiniamo? Ho una fame che mi mangerei un cammello" dice Sally aprendo un menu con slancio.
"Dubito servano il cammello da queste parti" scherza Natalie, adocchiando un piatto di spaghetti allo scoglio.
"Già, peccato. Mi rifarò in viaggio di nozze" risponde mentre fa segno al cameriere. Vedendo lo sguardo di Natalie si spiega.
"A Dubai c'è un ristorante tradizionale che propone hamburger di cammello. Sembra che sia molto saporita e poco grassa. Perfetta per me! Non vedo l'ora di provarla" continua senza fermarsi a respirare "James non è entusiasta quanto me, lui se potesse vivrebbe di latte e cereali. Un bimbo mai cresciuto ecco chi mi sto per sposare!" lo dice con un tale affetto che Natalie dimentica il disgusto all'idea della carne di cammello.
Lei non ci aveva ancora pensato al viaggio di nozze, era nella lista delle cose da discutere con Andrea durante le vacanze natalizie.
"Lo capisco, chi non adora cenare con la colazione?" decide di schierarsi dalla parte di James.
"Quindi andrete a Dubai in luna di miele" le chiede poi.
"Beh faremo qualche giorno a Dubai e poi da lì voleremo alle Maldive" non riesce a trattenere un gridolino alla fine della frase, già emozionatissima all'idea di partire.
"Dove andrete tu e... accidenti non ricordo il suo nome, sono un disastro"
"Andrea. Non abbiamo ancora deciso, ne parleremo al mio rientro per le vacanze. Abbiamo molto da definire" le confida Natalie, sconsolata all'idea della miriade di cose ancora da fare.
"Ti conviene darti una mossa Natalie, se aspetti troppo a prenotare dovrai accontentarti di una luna di miele organizzata di fretta. Capita solo una volta nella vita! Si spera. A proposito di darsi una mossa. Allora, ste fedi?" le chiede ma vengono interrotte dal cameriere che prende l'ordinazione e torna con le loro bevande. Natalie non ha saputo resistere alla sua birra rossa preferita.
Trascorrono l'intera cena parlando dei preparativi e al momento del caffè Natalie ha identificato tre tipi di fede che sembrano essere i più adatti a lei ed Andrea. Glieli invia perchè possa vederli anche lui e farsi un'idea di quello che gli piace di più.
Si sente meglio, sempre più vicina al traguardo.
"Grazie, grazie mille. Senza di te non saprei come fare" le dice Natalie mentre aspettano il cameriere per ordinare qualcosa da bere.
"In effetti hai un disperato bisogno del mio aiuto, sei fortunata" scherza Sally, sorridendole.
Il locale si sta riempiendo di persone e la musica di sottofondo viene interrotta dalle prove di un gruppo che sta per suonare.
"Ho chiesto anche a Scott di raggiungerci ma ha detto che era stanco morto. Starà a casa" dice con sguardo incerto.
Natalie la osserva con attenzione.
"Sei preoccupata?" le chiede poi decifrando in quel modo la sua espressione.
"Forse un po'. Sai, lavoriamo insieme praticamente da sempre, siamo molto legati anche se non sembrerebbe. Ultimamente non esce mai" dice soltanto, senza spiegare altro. Riprende a bere il suo drink e osserva le altre persone senza vederle veramente.
"Ogni tanto Scott mi sembra... triste" commenta Natalie, sperando di indurre Sally a spiegarle il motivo. Quest'ultima sorride appena e la guarda indecisa se parlare o meno.
"E' complicato. Quello che posso dirti è che Scott non è la stessa persona che ha iniziato a lavorare con me alla Morrison. La vita non è stata molto clemente con lui. Quando se la sentirà forse te ne parlerà lui stesso" conclude, enigmatica. Natalie apprezza la lealtà dimostrata da Sally nei confronti dell'amico e improvvisamente sente la voglia di guadagnarsi quella stessa lealtà, quella stessa fiducia reciproca.
Tuttavia ora è ancora più curiosa, ma non chiede altro e si limita ad annuire pensierosa.
"Tralasciando questi discorsi poco felici, che progetti hai con il tuo Andrea per le vacanze?" le chiede cercando di risollevare la conversazione.
"Oh, in realtà resteremo a Savanna: lui lavora nel ristorante di mio padre e sotto le feste c'è sempre più lavoro. Nel tempo libero ci daremo da fare per definire i dettagli del matrimonio e magari riuscirò a trovare il vestito" spiega.
"Ancora non hai il vestito? Dio mio Natalie, sei un disastro!" Sally è scioccata. La guarda con gli occhi sbarrati un secondo, poi le risponde decisa.
"Chi ti accompagna a sceglierlo? E' fondamentale che ci sia qualcuno che ti conosce, che sia orrendamente sincero" le chiede.
"Ci sarà mia madre, lei mi conosce meglio di chiunque altro perchè siamo molto simili. Poi ci sarà anche Rose, la sorella di Andrea. Lei sarà la mia testimone" mentre pronuncia il suo nome storce un po' la bocca.
"Siete molto unite?" le chiede Sally, intuendo già la risposta.
"Ha vent'anni, è una ragazzina, l'ho vista crescere. Mi ha sempre imitata in tutto quello che facevo, il modo di vestire, di gesticolare... moriva dalla voglia di farmi da testimone e non ho saputo dirle di no. Inoltre con Evelyn, l'unica che avrei voluto al mio fianco in un giorno come quello, non ci parliamo più da anni" finisce la birra con un sorso, sperando di ingoiare la carta vetrata che sente al posto della lingua.
Non pensava a Evelyn da tanto, troppo tempo. Da quella terribile lite avvenuta due anni prima.
"Era tua amica?" le chiede Sally ordinando un altro giro. Per quella conversazione avrebbero avuto bisogno di un po' di aiuto.
"Ci siamo conosciute all'università di Chicago, eravamo nello stesso dormitorio. Ci siamo odiate da subito" ride al ricordo "era il mio opposto, sempre curata e precisa, mai un capello fuori posto, non l'ho mai vista inciampare o fare una figuraccia. Usciva tutte le sere e comunque aveva una media altissima, la invidiavo.
Una sera stava rientrando da una delle feste a cui andava sempre con un ragazzo che non avevo mai visto e quello stava insistendo per portarsela a letto, nonostante lei rifiutasse. Sono uscita e vedendola in difficoltà ho affrontato il tizio a modo mio".
Le compare un ghigno di soddisfazione che non sfugge a Sally.
"Che cosa gli hai fatto?" le chiede mentre beve il suo drink, curiosa.
"Gli ho tirato un pugno nel suo punto più sensibile" risponde Natalie ammiccando.
Sally scoppia a ridere, immaginandosi la scena.
"Si è accasciato ai nostri piedi ululando di dolore. Dio, non scorderò mai la sua faccia!" continua Natalie unendosi alla risata di Sally. Torna subito seria.
"Da quel momento siamo diventate inseparabili. Andavamo alle feste insieme e lei mi supportava in tutte le mie figure di merda".
Si perde nei ricordi, desiderando di poter tornare indietro nel tempo.
"Come mai non vi parlate più? Se ti va di dirmelo ovviamente" Sally è curiosa.
"Evelyn non approvava la mia relazione con Andrea. Eravamo già insieme quando l'ho conosciuta ma ha sempre sostenuto che non fosse l'uomo per me. Io cercavo di non farci caso, di farle cambiare idea ma alla fine questo ci ha divise".
Vigliacca. Così l'aveva definita quell'ultima volta. L'aveva guardata con disprezzo, accusandola di accontentarsi di una relazione facile, senza sacrifici e senza passione. Natalie si era sentita offesa come non mai e per la prima volta le sembrava che la sua amica non la capisse come credeva. Avevano finito per urlarsi addosso i peggiori insulti per poi non parlarsi più.
Evelyn si era laureata prima di Natalie e dalla cerimonia a cui era andata di nascosto, non l'aveva più rivista.
"Mi dispiace. E' sempre brutto perdere un'amica per via di un ragazzo. Ma forse non ti conosceva bene come pensavi se non riusciva a capire perchè stessi con Andrea, no?" Natalie non risponde, incupita da quel ricordo.
Volta lo sguardo verso la porta mentre finisce la birra e si raggela all'istante.
In meno di un secondo si trova sotto il tavolo con il respiro accelerato.
"Natalie? Che cosa stai facendo?" le chiede Sally sporgendosi da sopra il tavolo.
"Shh!" Natalie afferra la collega per il polso in malo modo, e la trascina sotto il tavolo con lei.
"Ahia! Ma si può sapere che diavolo ti prende?" le chiede cercando di tirarsi su.
"Resta giù!" fa per tirarla sotto di nuovo ma Sally fa resistenza. Magrolina ma forte, la ragazza.
Natalie è nel panico, non sa cosa fare. Alla fine si rialza, cercando di mettersi in modo da farsi coprire dalla pianta che si trova alla sua sinistra.
Sally inizia a preoccuparsi per la saluta mentale della collega.
"Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo?" le chiede stralunata.
"Nulla, mi sembrava di aver visto qualcuno che non volevo mi vedesse" dice cercando di riacquistare lucidità.
"Chi?" chiede Sally voltandosi a guardare verso il bancone. Natalie segue il suo sguardo, forse era stata un'allucinazione. Lo sperava.
"Devo essermi sbagliata" dice con un gesto vago della mano.
"Ehi ma quello non è forse... Haze?" indica con il dito un angolo del bancone coperto alla vista di Natalie dalla pianta. Sposta leggermente le foglie e sente il panico appropriarsi delle sue viscere.
"Smetti di indicarlo, si accorgerà di noi!" le intima sbraitando con la voce al minimo. Non poteva farsi vedere così turbata da Sally, come glielo spiegava poi?
"E allora? Se anche fosse dubito che ci degnerebbe di uno sguardo, come al suo solito" Natalie invece aveva qualche dubbio in merito.
Lei lo voleva su di sè il suo sguardo, desiderava sentirlo scorrere sul suo vestito corto che saliva leggermente sulle gambe, voleva lasciarsi cadere nella lussuria dei suoi occhi.
"So che vi detestate, ma non ti sembra di esagerare un pochino?"
Oh, se solo sapessi, cara Sally!
"Inoltre è in compagnia, non ti devi preoccupare" dice poi, riprendendo a bere il suo cocktail.
Lo sguardo di Natalie saetta su di lui e lo vede appoggiare una mano sulla schiena di una ragazza dai capelli rossi, facendola accomodare.
Percepisce ogni molecola del suo corpo immobilizzarsi, mentre tutto il resto sembra sfocato.
Le sta sorridendo, affabile e bellissimo come non lo aveva mai visto. Da qualche parte all'altezza dello stomaco sente qualcosa che la stritola, avvinghiare i suoi organi e stringere senza pietà.
"Stai bene? Sei bianca come un cadavere Natalie" le chiede Sally, allungando una mano sul suo braccio.
Il contatto sembra riportarla alla realtà come uno schiaffo in pieno viso.
"Ehm, sì... in realtà credo che quei spaghetti allo scoglio non contenessero pesce molto fresco" si porta una mano allo stomaco come per accertarsi che non si possa vedere attraverso il vestito e la sua pelle, lo strazio che aveva dentro.
"Ti spiace se andiamo via? Non mi sento molto bene" senza attendere risposta raccoglie la borsa e la giacca e, cercando di nascondersi dietro le varie persone, raggiunge la cassa e paga il conto.
Segue Sally fino alla porta del locale e non resiste: si volta prima di uscire, con la giacca stretta forte fra le mani.
Uno strano formicolio fa alzare lo sguardo a Dimitri mentre fa conversazione e le parole gli muoiono in bocca.
I loro sguardi si scontrano con la forza di una supernova, surriscaldando l'atmosfera.
Dopo un secondo infinito lei si volta ed esce dal locale, lasciandolo a fissare la sua schiena nuda che si allontana, un'immagine che sarà la sua tortura per i giorni a venire.
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