Capitolo 16
Natalie apre gli occhi sentendosi i capelli appiccicati alla nuca, una sensazione molto fastidiosa. E' ancora buio, probabilmente è mattino presto.
Resta un secondo interdetta quando a pochi centimetri del suo viso trova i tratti rilassati di Dimitri, addormentato al suo fianco. La sua mano è poggiata sul materasso e le dita sono intrecciate a quelle di lei.
Subito Natalie porta l'altra mano alle labbra, ricordando il bacio infuocato della sera prima, seguito dai baci a fior di labbra che lui le aveva depositato.
Facendo attenzione a non svegliarlo, si butta sotto la doccia per trovare un po' di sollievo dal sudore e, una volta uscita, si ispeziona il viso allo specchio. Le occhiaie sono ancora molto presenti ma si sente decisamente meglio. La gola le fa ancora male e la testa pulsa un po' per cui si china sul lavandino per bere dell'acqua fresca mentre prende un antidolorifico. Sta per tornare a letto, da Dimitri.
Dimitri è nel suo letto. Dimitri è nel suo letto.
Si ripete questa frase un paio di volte, per cercare di assimilare al meglio il significato e indovinarne le conseguenze.
Non avevano mai tirato in ballo il fatto che fosse fidanzata, ma era un 'dettaglio' che aleggiava fra loro, nei loro silenzi.
Alcuni momenti del giorno precedente le arrivano sfocati, come ovattati, probabilmente a causa della febbre. Ma ricorda bene le parole di lui, intrise di una tale sincerità da risultare quasi violente. Non avrebbe mai pensato che sarebbero riusciti a restare nella stessa stanza senza scannarsi, anche se il suo essere così docile era dovuto alla sua mancanza di forze.
Non aveva ancora pensato a ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo. Decide di non soffermarsi troppo su quel pensiero, ancora, sono pensieri troppo pesanti per le tre e mezza del mattino.
Camminando il più silenziosamente possibile, si infila sotto le coperte. Il letto cigola leggermente sotto il suo peso e vede Dimitri muoversi nel sonno, stringendo la mano a pugno. Gli occhi si muovono a scatti veloci sotto le palpebre e Natalie si chiede curiosa cosa stia sognando.
Dall'espressione del suo viso non sembra un bel sogno, i suoi respiri si fanno corti e volta il capo leggermente da un lato all'altro, come a volersi ritrarre. Stringe le labbra e un verso gutturale gli esce dalla gola.
Natalie non sa che fare ed, esitante, tende una mano verso di lui, poggiandola sul suo cuore. Lo sente correre veloce contro il suo palmo, ma i tratti del viso sembrano rilassarsi e il respiro si fa più profondo. Piano piano anche il cuore rallenta la sua corsa.
La consapevolezza di essere riuscita a calmarlo, anche solo nel sonno, la fece addormentare con un insolito senso di pace. La mano ancora a sfiorargli il cuore.
Quando Dimitri si sveglia Natalie dorme ancora. Sono le sette del mattino.
Fa un veloce conto mentale: ha dormito otto ore filate. La cosa lo sconcerta, non ricorda l'ultima volta che ha dormito così a lungo.
Guarda i capelli sparpagliati sul cuscino, sono umidi. Deve essersi alzata per una doccia. Senza asciugare i capelli.
Reprime un rimprovero e sposta lo sguardo sul viso, rilassato e dolce.
La mente corre alla sera precedente, al viso di lei appoggiato sul suo collo, le loro mani intrecciate. La fame di lei.
Automaticamente si sofferma sulle labbra.
Non può andare a finire bene, soprattutto per lui.
Resta così, a guardarla e a riflettere finchè dalla finestra inizia ad entrare un po' di luce del mattino. Piano, Natalie apre gli occhi e trova quelli di Dimitri puntati su di lei.
Gli sorride appena, arrossendo.
"Sei rimasto" la voce è un sussurro, ancora roca e graffiante.
"Sono rimasto" è la sua unica risposta.
Le posa una mano sulla fronte, poi la fa scendere con lentezza fino alla guancia, dove si sofferma per poco.
Natalie chiude istintivamente gli occhi, ci manca poco che si metta a fare pure le fusa.
"La febbre è scesa, sei salva" sentenzia lui con un sorrisetto, ricordando l'attacco di panico sfiorato la sera prima da Natalie. Piccola ipocondriaca.
Lei alza gli occhi al cielo, consapevole di aver esagerato un po' con la preoccupazione.
Il cellulare di Natalie vibra sul comodino, si gira di scatto e lo afferra.
Dimitri non ha bisogno di vedere lo schermo per capire chi le ha scritto. Lo sguardo di lei si tinge di colpa.
Sentiva che non era giusto, sarebbe dovuto andare via. Aver dormito così con lei, era stato così semplice e naturale e allo stesso tempo così sbagliato da fargli crescere nel petto un peso opprimente.
Mentre lei ripone il cellulare sul comodino, Dimitri si alza e senza dire nulla si rimette felpa e scarpe dandole le spalle.
Natalie segue ogni suo movimento incapace di proferire parola. Una parte di lei vorrebbe trattenerlo, riportarlo con sè nel letto e poltrire assieme tutto il giorno, come se nulla fosse.
Un'altra parte di lei non osa tendere la mano ancora, frenata dal senso del dovere.
Sempre in silenzio, raggiungono il salotto dove Natalie si misura la febbre. E' scesa a 37.5, per fortuna.
"Dovresti sopravvivere anche senza di me ora" commenta Dimitri, infilando la giacca. Le riserva un sorriso speciale, un po' malinconico. Natalie resta sorpresa di quante sfumature possa avere il suo viso, può essere tagliente e cupo come luminoso e dolce.
"Sarei sopravvissuta in ogni caso" scherza lei. Lo sanno bene entrambi che se fosse stata sola probabilmente sarebbe finita all'ospedale.
"Non so davvero come ringraziarti" aggiunge poi, abbassando il tono di voce già rauco.
"Dovere. Avrei dovuto affrontare l'ira di Carol se mi fossi rifiutato" commenta ridacchiando. Natalie ride con lui, certa della verità delle sue parole.
Segue un silenzio imbarazzato in cui nessuno dei due sa bene cosa dire. L'ombra del bacio della sera prima rende lo spazio che li divide quasi palpabile.
Il cellulare di Dimitri vibra nella tasca, lo controlla e Natalie vede il suo sguardo incupirsi velocemente. Stringe il cellulare quasi fino a far sbiancare le nocche e corruga la fronte.
Quando alza lo sguardo il cambio d'umore è palese.
"Domani resta a casa, torna solamente quando sei guarita completamente. Ora devo andare" dice soltanto e senza lasciarle il tempo di un saluto è già fuori dalla porta.
Cosa diamine era appena successo?
L'idea di stare a casa dal lavoro non le piaceva affatto, non con tutto quello che c'era da fare, inoltre era arrivata da appena un mese e non sopportava l'idea di saltare già qualche giorno. Magari poteva stare a casa soltanto lunedì per recuperare le forze, ma martedì contava di tornare anche se non fosse stata ancora al top della forma.
Dopo aver fatto colazione e aver preso la medicina, si rannicchia sul divano con una tazza fumante di latte e miele. Quel sapore dolce le aveva sempre ricordato l'infanzia, le cure di sua mamma. Dopo quel sabato avrebbe rievocato anche due occhi scuri come la notte velati di dolcezza. E desiderio.
Quell'appartamento si era svuotato della presenza di Dimitri così all'improvviso da farle dubitare che fosse davvero mai stato lì. Magari era stato tutto un frutto della sua immaginazione, resa particolarmente fertile dallo stato febbrile.
Tuttavia, pensò Natalie, nemmeno sotto l'effetto di potenti allucinogeni avrebbe mai immaginato Dimitri così dolce e premuroso nei suoi confronti. Per quello che aveva visto, non lo credeva affatto capace di tanta gentilezza.
Aveva comunque continuato con il suo modo autoritario, impartendo ordini a destra e a manca, ma si era veramente preso cura di lei anche quando lei non lo avrebbe voluto. Lo aveva voluto eccome!
Nonostante quello che aveva saputo la settimana prima, dopo aver visto Andrea.
Andrea!
Natalie prende il cellulare, trova messaggi e chiamate da parte del fidanzato, tutte senza risposta.
Prende un respiro profondo e avvia la chiamata.
"Natalie! Tutto bene? TI ho cercata per tutto il giorno ieri" esordisce subito, la voce un po' alterata.
"Ciao Andrea, ho visto solo ora le tue chiamate, perdonami" prova a spiegare, ma la interrompe subito.
"Mi hai fatto preoccupare a morte, non hai idea. Non puoi fare così, sparire senza dire nulla" si sente dal suo tono che si era preoccupato molto e Natalie accoglie il senso di colpa come un vecchio amico.
"Ti chiedo scusa ma è stata una giornata difficile: mi sono ammalata" si giustifica lei, sperando che questa motivazione lo calmi.
"Ammalata? Tu?" l'incredulità nella voce di Andrea non dovrebbe stupirla, lei non si era mai ammalata, ma le sembrava strano sentirlo dubitare di lei.
"Già. Non mi succedeva da quando ero bambina. Ho l'influenza credo. Ieri avevo 39 di febbre ma stamattina va meglio, sto prendendo delle medicine ed è quasi passata del tutto" lo dice anche per auto convincersi. Volere è potere, si ripete.
"Oh, mi dispiace. Dev'essere stata dura affrontarlo da sola. Spero tu non sia uscita a prendere le medicine in quello stato!" il tono di Andrea ora è dispiaciuto e compassionevole.
"No, ehm, se n'è occupata una mia collega per fortuna. Mi è stata di grande aiuto" risponde lei, sentendo la gola chiudersi un po' di più.
Non era esattamente una bugia: era stata Carol a coordinare la spedizione di Dimitri per la sua salvezza.
Stava diventando la Maestra dell'Omissione per eccellenza.
"Avrei voluto essere lì per aiutarti amore. Per fortuna che c'era lei". Già, una gran fortuna.
"Ora ti lascio riposare allora. Bevi molta acqua e dormi. Avviso io i tuoi genitori ok? Così non devi sforzare ancora la voce" è tornato premuroso come sempre.
"Grazie" si limita a dire.
"Ci sentiamo per messaggio. Ti amo" conclude lui.
"Anch'io" risponde automaticamente, chiudendo la telefonata.
Appoggia il cellulare sul tavolino, a fianco al blocco per appunti. Lo sfoglia, rimirando i disegni di Dimitri, prova schiacciante del fatto che fino a poco tempo prima lui era veramente lì con lei.
Dopo aver guardato il cellulare si era praticamente catapultato fuori di casa come una furia, senza lasciarle nemmeno il tempo di dire 'ciao'. Avrebbe dato un dito per sapere cosa lo aveva fatto scappare così. Forse anche lui aveva qualcuno da cui tornare? Dopo aver scoperto di Andrea però glielo avrebbe detto, forse.
La verità era che della vita di Dimitri non sapeva praticamente nulla, era sempre così criptico quell'uomo!
Ed eccola qui, Natalie De Luca, dopo aver parlato con il fidanzato appena due minuti fa, ad arrovellarsi sulla vita misteriosa di quello che era di fatto il suo capo (che aveva baciato per la seconda volta).
In che razza di casino si stava cacciando?
Sedendosi nel suo ufficio Dimitri sente i muscoli delle gambe tendersi, indolenziti. Forse aveva esagerato un po' con la corsa la sera prima, aveva aumentato troppo velocemente il ritmo e per un periodo troppo prolungato. Era stato il suo modo per espiare, cercando di liberarsi attraverso lo sforzo e la fatica, di quella voglia inadeguata di averla, di stare con lei in modi che non gli erano concessi.
Se non fosse stata ammalata non era certo che sarebbe riuscito a resistere al desiderio cocente che provava quando le era vicino. Anche se bisogna dire che se non fosse stata ammalata probabilmente lui non sarebbe mai stato nel suo appartamento.
In quel minuscolo appartamento aveva accolto ogni sguardo, ogni carezza, ogni ammissione silenziosa senza opporvisi. Arrendendosi al fatto di essere lì con lei e di stare bene come non accadeva da ormai troppo tempo. Non si ricordava nemmeno che potesse essere così: avere qualcuno di cui prendersi cura, che cerca sempre il tuo sguardo, un contatto fisico, anche solo lo sfiorarsi delle mani.
Solo che tutto ciò era come un incantesimo: aveva una scadenza inevitabile.
Si sarebbe preso a schiaffi da solo pensando alla situazione impossibile che aveva intrapreso, ora si sentiva afflitto dall'impossibilità di averla e allo stesso tempo era conscio che questo essergli preclusa perchè fidanzata lo rendeva ancora più eccitante.
Esattamente per questo motivo avrebbe dovuto opporre maggiore resistenza, fare il possibile per starle lontano e non cadere in tentazione.
Carol interrompe quel filo di pensieri irrompendo nel suo ufficio con il cellulare in mano.
"Non mi risponde Dimitri. Le ho mandato ben due messaggi e non mi risponde!" il tono di voce è alto quando termina la frase, con un che di isterico.
"Starà dormendo" le risponde, ignorandola e fingendo indifferenza.
"E se invece sta male? Se è caduta nella doccia e non riesce a raggiungere il cellulare?" risponde subito in preda all'ansia.
"Sono sicuro che sta bene" cerca di tranquillizzarla mentre scaccia il pensiero di Natalie sotto la doccia.
Errori da pivello.
"Non capisco come fai a stare così tranquillo. Tu l'hai sentita?" gli chiede, osservando il cellulare.
"Non ho il suo numero. Ma se dovesse avere bisogno chiamerà lei. Inoltre ha soltanto un po' di influenza, ieri mattina quando sono andato via stava migliorando" le spiega senza fretta.
Quando vede Carol sgranare leggermente gli occhi con un sorrisino e sedersi velocemente di fronte a lui, capisce di essersi lasciato sfuggire troppo. Altro errore da pivello.
"Ieri mattina?" ripete lei "Vuoi dire che ti sei fermato per la notte?" gli chiede ammiccando. Dimitri distoglie lo sguardo da lei e riprende a battere i tasti sul pc, inventandosi una mail improvvisamente urgente.
"Mi sono accertato che stesse bene. Tutto qui" indossa l'espressione più neutra del suo repertorio, per non darle altra carne da mettere al fuoco.
"Molto premuroso Dimitri" ecco, lo stava già prendendo in giro.
"Ci tieni molto al tuo lavoro Carol?" le chiede, osservandola irritato. Lei non risponde, alzandosi dalla sedia e uscendo senza smettere di sorridere.
Quella donna lo faceva impazzire a volte.
Dopo aver fatto partire una lavatrice con le lenzuola e il pigiama della sera precedente Natalie è esausta. Recuperare le forze stava richiedendo più tempo di quanto si aspettasse.
Nel primo pomeriggio la febbre è ancora a 37.5, si concede un riposino dopo aver mangiucchiato qualcosa e preso la medicina. Il pisolino si rivela un sonno di due ore e mezza, dopo il quale si sveglia ancora investita dai brividi.
Viene svegliata da una telefonata da parte della madre.
"Natalie, tesoro come stai?" la voce affranta della mamma la fa sentire piccola.
"Ciao mamma, diciamo che mi sto riprendendo" si schiarisce la voce un paio di volte sperando di recuperare un po' di tono.
"C'è anche papà qui" le fa sapere. Il padre interviene subito " ci siamo preoccupati moltissimo quando Andrea ci ha avvisati, ma sapevamo che non riuscivi a parlare bene. Dovevi avvisarci in qualche modo, magari potevamo aiutarti!" la rimprovera con voce concitata.
"Non avreste potuto aiutarmi. Ora va meglio, anche se devo ancora recuperare la voce. Vi richiamo io appena posso ok?" dire quell'intera frase le faceva pizzicare la gola.
"Certo tesoro, pensa solo a riposare. Scrivici se possiamo fare qualcosa. Ti vogliamo bene" la madre capisce che la figlia ha bisogno di riposo.
Riagganciando trova le chiamate e i messaggi di Carol, sembrava che stesse per chiamare la S.W.A.T. per fare irruzione nel suo appartamento.
Decide di risponderle con un sorrisetto.
Natalie: Stavo dormendo, scusami. Sto meglio, domani penso di rientrare.
Carol: Oh, grazie al cielo. Temevo ormai un rapimento alieno. Te la senti di rientrare già?
Natalie: ormai è tutto passato, non posso stare ancora a casa a poltrire. Ci vediamo domani!
La febbre ancora non era passata, ma contava che sarebbe scesa durante la notte. Un po' di antidolorifico e sarebbe stata come nuova.
In verità sentiva che se fosse rimasta chiusa in quell'appartamento altre ventiquattro ore sarebbe uscita di testa. Tutto quell'arrovellarsi su Dimitri, sul bacio, con i suoi disegni sempre sotto il naso l'avrebbe mandata all'ospedale, ma al reparto psichiatrico. Più restava lì e meno capiva come aveva intenzione di gestire quella situazione.
Si prepara un'altra tazza di latte e miele per cercare di lenire il più possibile il dolore alla gola e si rannicchia sul divano, preda della noia.
Dopo pochi minuti il cellulare prende a squillare nuovamente: il display sembra urlare il nome di Dimitri. Resta a fissarlo per un tempo indefinito, incapace di muoversi.
Come aveva avuto il suo numero? Lui le aveva lasciato il suo appuntato su un foglio prima di uscire a prendere la cena, per le emergenze, ma non ricordava di avergli mai dato il suo! Ovviamente qui c'era lo zampino di Carol. Prima o poi avrebbe dovuto affrontare una conversazione con lei, contribuiva sempre più a rendere le cose ancora più imbarazzanti.
Il telefono smette di squillare e Natalie tira un sospiro di sollievo. Cosa voleva? Dopo essersene andato via in quel modo, cosa mai poteva volerle dire?
Dimitri: Rispondi.
Inizia a mordersi l'interno della guancia, cercando di placare il guizzo di euforia che sente alla bocca dello stomaco soltanto a vedere il suo nome nella posta in arrivo.
Come un'adolescente alla prima cotta.
Natalie: Ciao anche a te.
Che stupida. Banale come poche volte nella vita.
Dimitri: Ciao. Davvero domani vuoi rientrare?
La chiacchierata con Carol si faceva davvero necessaria.
Natalie: Sì, sto meglio.
Dimitri: Ti è passata la febbre? La gola non ti fa più male?
Natalie: Ho detto che sto meglio.
Stava perdendo già la pazienza. Non era una bambina.
Il cellulare prende a squillare nuovamente, Dimitri la sta chiamando un'altra volta. Se ora risponde sentirà subito che la sua voce non è ancora tornata e capirà che gli ha mentito. Lascia squillare sentendosi sotto pressione. Che grandissima codarda.
Dimitri: Allora perchè non rispondi?
Beccata. La richiama e questa volta Natalie non può fare finta di nulla, si stava davvero comportando come una bimba ed era chiaro che Dimitri non avrebbe mai lasciato correre.
"Pronto" si sforza all'inverosimile di sfoderare il suo solito tono di voce ma le riesce miseramente. La voce è ancora roca e gracchiante.
"Tu domani resti a casa" gentile e accondiscendente come sempre. Si maledice per non poter sfogare tutta la sua frustrazione insultandolo.
"No, rientro" dice soltanto, mettendosi a sedere dritta.
"Natalie. Non riesci nemmeno a parlare. Domani stai a casa e recuperi. Non voglio rischiare un contagio di tutto l'ufficio" lei si limita a sbuffare mettendo un broncio che Dimitri non può vedere ma immagina con una chiarezza fastidiosa.
Non si era preoccupato tanto del contagio quel sabato.
"Sono il tuo responsabile, il mio non è un consiglio" aggiunge poi con il suo solito tono da 'se provi a contraddirmi ti faccio fuori'.
"Ti odio" le esce sussurrato e veloce, e subito dopo sgrana gli occhi serrando le labbra. Ora l'avrebbe fatta fuori senz'altro. Anzi non si sarebbe nemmeno sporcato le mani, avrebbe mandato direttamente un sicario.
"Non è vero" risponde lui regolando il tono di voce sul suo. Gli scappa un sorriso mentre la sente ammutolirsi. L' odio non faceva parte della gamma di emozioni che suscitavano l'un l'altro, anche se poteva essere confuso con la frustrazione che entrambi provavano in dosi massicce.
Natalie ride piano, sorpresa dalla sua risposta pacata. E vera.
"Presuntuoso"
"Testarda"
"Dispotico"
"Ora riaggancio, prima che continui a dire cose di cui potresti pentirti. Riposati" il suo tono di voce è scherzoso, in un modo che Natalie non gli aveva mai sentito e che scopre di adorare. Era così che poteva essere se avessero smesso per un secondo di scannarsi?
"Ciao" riaggancia con un sorriso stampato in faccia.
Nonostante l'uscita di scena poco calorosa di quella mattina, non sembrava arrabbiato con lei. Le aveva vietato di rientrare al lavoro ma era stato quasi... dolce. A modo suo.
Si rassegna a passare altre ventiquattro ore rinchiusa con un sospiro. Per decifrare quel puzzle intricato che era la testa di Dimitri avrebbe sicuramente perso la ragione.
Natalie non è abituata a stare ferma a casa, in tutta la sua vita ha sempre aiutato i genitori al ristorante sia durante gli studi, sia con i primi lavori svolti dopo l'università.
Trovarsi rinchiusa in casa, non in splendida forma, le faceva quasi sentire un senso di claustrofobia. Troppo tempo e spazio per i suoi pensieri di divagare.
Per provare a distrarsi prende il laptop con l'intenzione di fare qualche progresso con i preparativi del matrimonio. Ormai mancano circa cinque mesi e il tempo corre. Non sapeva di preciso a che punto fosse il padre con i compiti che gli aveva delegato, ma era certa di essere in tremendo ritardo.
Tanto per dirne una non aveva ancora il vestito. Al primo rientro a Savanna lo doveva per forza trovare. Aveva già le idee chiare su quello che non voleva, sarebbe andata per esclusione.
Nella lista che aveva creato per aiutarsi con l'organizzazione a distanza aveva inserito anche la ricerca delle fedi. Avrebbe dovuto sceglierle con Andrea, ma magari poteva selezionare intanto una rosa di possibili scelte.
Un'ora dopo la testa le pulsa con insistenza: bisognava tener conto della forma, della superficie, della satinatura. Ogni aspetto aveva pressocchè infinite alternative, lasciando Natalie ancora più confusa e incerta di quando aveva iniziato.
Si era limitata ad escludere le fedi in oro giallo, anzi avrebbe preferito non fossero affatto in oro. Il budget a disposizione non era così ricco e le fedi non erano un aspetto così fondamentale per lei. Probabilmente neanche per Andrea.
Natalie scrive allora un messaggio a Sally, per sapere come se la stanno cavando al lavoro e per chiederle un consiglio su quella scelta che le pare così impossibile.
Sally: Come stai Natalie? L'ufficio non è lo stesso senza di te. Per le fedi se vuoi possiamo cenare insieme una sera appena ti senti meglio, così ne parliamo e ti mostro i vari articoli che mi hanno aiutata nella scelta. Ci divertiremo un sacco!
A Natalie sembra di sentire il suo tono di voce salire con entusiasmo, avere Sally al suo fianco avrebbe reso tutta l'operazione molto più divertente.
Il mal di testa peggiora di minuto in minuto, si reca in cucina per prendere un antidolorifico e fare una pausa. Anche quello stava finendo, così come le sue provviste. Senza latte e miele la sua gola ci avrebbe messo molto più del dovuto a riprendersi, per non parlare dell'effettiva necessità di nutrirsi.
Natalie: Carol, odio continuare a disturbare ma avrei bisogno di un favore enorme. Sto finendo le scorte di medicine e viveri. Mi basterebbero solo poche cose, tu potresti essere così santa da procurarmele? Mi sdebiterò, lo prometto.
Odiava con tutta se stessa essere ammalata, avere bisogno dell'aiuto degli altri. Ora che se la stava cavando finalmente da sola, le pesava moltissimo.
Carol: Ma certo cara, non devi neanche dirlo. Mandami quello che ti serve e stasera ti porto tutto.
Natalie sospira di sollievo e le invia la lista con lo stretto necessario.
Natalie: Mi garantisci che verrai proprio tu questa volta?
Aggiunge poi, con uno smile sorridente.
Carol: E chi altro dovrebbe venire?
Sbuffa sonoramente quando legge il messaggio, faceva pure finta di non aver organizzato tutto ora?
Certo, le aveva praticamente salvato la vita, ma non era quello il punto. Avrebbe potuto almeno avvisarla, insomma un po' di solidarietà femminile che cavolo!
Non risponde.
Dopo qualche ora inizia a far buio e Natalie sente bussare alla porta. Sente il cuore balzarle in gola e va ad aprire sistemandosi leggermente i capelli.
Apre e allo stesso istante percepisce sollievo e delusione. Carol la guarda sorridente con due buste in mano, in attesa di poter entrare.
"Ciao Natalie! Come ti senti?" le chiede oltrepassandola per poggiare le buste sul tavolo. Non degna di uno sguardo l'appartamento, guarda subito Natalie che resta impalata a fianco alla porta.
"Caspita come sei pallida. Hai mangiato?" le chiede, e senza darle il tempo di rispondere estrae una serie di contenitori da asporto che sparge attorno al tavolo.
Natalie deglutisce saliva, stringe un po' gli occhi perchè deglutire le da ancora fastidio.
"Non ancora, grazie. Grazie anche per aver preso tutto questo" le dice, allungandole delle banconote. Carol si sbraccia per evitare in ogni modo e alla fine Natalie è costretta a rinunciare.
"E tu che volevi tornare già domani! Non riesci quasi a spiaccicare parola" la rimprovera Carol mentre cenano.
"Beh inizio a sentirmi meglio" si scusa lei stringendosi nelle spalle. Forse non sembrava, ma rispetto ai due giorni precedenti si sentiva un fiore. Sorseggia l'acqua con attenzione.
"La febbre è scesa? Dimitri mi ha detto che ieri mattina ne avevi ancora" Natalie sputacchia un po' d'acqua che le va per traverso. Cosa cavolo era andato a raccontarle? Le aveva detto di aver passato la notte lì con lei?
"Sta scendendo. Dobbiamo parlare di questa tua tendenza a coinvolgere Dimitri in ogni cosa che mi riguarda" le dice schietta Natalie dopo essersi ripresa. La voce quasi un sussurro, ma il suo sguardo si fa duro.
"Ehi, non avevo alternativa! E comunque mi sembra di capire che in fondo a nessuno dei due dispiacia così tanto" cinguetta lei, guardandola con sguardo sapiente.
"Non so cosa sia successo la notte che ha passato qui, ma ti garantisco che non lo farebbe per chiunque" sottolinea poi, facendosi seria.
Natalie si sente avvampare, imbarazzata e lusingata dalle parole di Carol. Tuttavia, lei non aveva idea di quanto la situazione potesse essere complicata.
"Non è successo quello che pensi tu. Mi ha davvero aiutata, ero in pessime condizioni. Non pensavo potesse essere così gentile in effetti" risponde Natalie, non voleva che si facesse l'idea che fosse una sprovveduta che si abbandona fra le braccia del primo che la tratta con un attimo di dolcezza.
Che poi, Dimitri dolce. Parliamone.
"Lui viene qui, si prende cura di te, c'è chiaramente una tensione forte fra voi due, è palese: e non succede nulla?" la guarda incredula, sospettosa persino.
Natalie sospira rumorosamente. Non era quello che aveva detto. Non era successo quello che probabilmente Carol immaginava, ma qualcosa era successo.
Il suo silenzio imbarazzato è un'ammissione bella e buona per Carol.
"Lo sapevo! Avanti, racconta!" Natalie era per Carol l'unica possibilità di sapere esattamente cosa era accaduto, Dimitri non si sarebbe sbottonato nemmeno con una pistola alla tempia.
"Ci siamo baciati" lo sputa tutto d'un fiato, provando un improvviso sollievo a poterlo ammettere ad alta voce, una confessione che le fa sentire il petto più leggero.
Carol batte le mani contenta. Era sicura che qualcosa era successo, c'era una chimica troppo forte fra quei due.
"E' positivo no? Perchè quella faccia?" le chiede poi, vedendo Natalie rabbuiarsi.
"E' più complicato di quanto pensi. Non sarebbe dovuto succedere. Io... ecco..." si sfrega le mani, nervosa.
"Senti, so che Dimitri ha dei modi troppo bruschi a volte, che può far paura anche, ma credimi quando ti dico che c'è molto di più" la rassicura Carol, interpretando il suo nervosismo nella maniera sbagliata.
"Sono fidanzata. Mi sposo a maggio" via, come strappare un cerotto. Distoglie lo sguardo da Carol, si sente uno schifo a dirlo ad alta voce. La verità della sua ammissione le si poggia sulle spalle, incurvandole e privandole di ogni sollievo provato dopo la confessione del bacio.
Carol resta spiazzata per un momento, la bocca semiaperta incapace di ribattere prontamente come al suo solito. Questo non l'aveva previsto.
"Dimitri lo sa?" chiede poi. Natalie si affretta ad annuire. Forse non era il caso di scendere nei dettagli sul come lo avesse saputo. Non in quel momento, non se la sentiva di spiegarle tutto dal principio.
"Questo cambia tutto ovviamente" afferma poi, osservando Natalie che si passa una mano sul viso stanco.
"L'ha scoperto dopo il primo bacio, il giorno del Ringraziamento, e avevamo deciso di rimanere amici, insomma di avere un buon rapporto per collaborare al meglio. Ma poi... questa situazione, noi due qui soli, si è preso cura di me e..." si porta una mano alla bocca, nel tentativo di deglutire assieme alla saliva anche il gigantesco groppo in gola che le era venuto.
Gli occhi si riempiono di lacrime che Natalie caccia indietro a fatica.
Carol le si avvicina posandole una mano sulla gamba.
"Nella vita queste cose possono succedere, ogni tanto. Aver fatto una scelta sbagliata non ti rende una cattiva persona Natalie" cerca di rassicurarla con un sorriso gentile. Natalie sentiva di non meritarlo.
"L'avermi nascosto che vi eravate baciati, quello sì che ti rende cattiva" sdrammatizza, puntandole contro il dito.
Natalie ride piano, asciugandosi gli angoli degli occhi. Si prende la testa fra le mani.
"Che gran casino" commenta poi sdraiandosi sul divano a occhi chiusi. E' esausta.
"Quindi ora... come siete rimasti?" le pone la domanda che per tutto il giorno le ha massacrato i pensieri.
"Non ne abbiamo parlato. Voglio dire, io sono fidanzata! Non possiamo... noi possiamo solo essere amici, forse neanche quello. Senza contare che non facciamo altro che litigare" ammette con sincerità. Fino a quel momento il tentativo di amicizia era stato decisamente fallimentare.
"Quando non vi baciate" sottolinea Carol.
"E' successo solo due volte!" ribatte Natalie "Non accadrà più" non era la prima volta che se lo promettevano.
Carol annuisce e la aiuta a sistemare nella lavastoviglie i piatti sporchi. Poi restano ancora un po' sul divano, senza dire molto. Entrambe pensierose.
"E' meglio che vada, mi aspettano a casa" Carol si alza e si dirige verso la porta, seguita da Natalie. Si volta prima di aprire.
"Immagino quanto tu debba sentirti confusa in questo momento. Se ti va di parlarne ancora puoi contare su di me, non ti giudicherò.Credo tu sia una brava ragazza Natalie, però devo dirlo: se già sai che questa 'cosa', qualunque essa sia, con Dimitri non porterà da nessuna parte lascialo perdere. Quel ragazzo ha già fin troppi pensieri" detto questo, con un sorriso triste se ne va, lasciando una Natalie piena di sconforto e curiosità.
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