Capitolo 12


Si appoggia un attimo alla porta chiusa alle sue spalle e chiude gli occhi. Nonostante la rabbia, le sembra ancora di sentire le sue mani su di sé, che la stringono forte, quasi a volerle tatuare sulla sua pelle.

"Per favore, non avere paura" le aveva sussurrato a un respiro dalle sue labbra, un'incertezza nella voce mai sentita prima.

Riapre di scatto gli occhi, boccheggiando. Le gira un po' la testa, forse per l'alcol, forse per quella serata così sconvolgente.

Si fa una doccia e si prepara per la notte, anche se non pensa dormirà molto. Accende infine il cellulare, riluttante.

E' ormai tardi per rispondere ai genitori ma decide di scrivere un sms ad Andrea, scusandosi per non aver mai risposto. Si giustifica spiegandogli di aver lavorato fino a tardi e di essere subito andata a letto.
La sorprende riuscire a mentire quasi con naturalezza.

Premendo il tasto di invio si paralizza. Solo in quel momento si rende conto di averlo tradito. Con Dimitri.

Il senso di colpa arriva come una doccia fredda, facendola sentire non meritevole dell'infinita fiducia del fidanzato.
La colpa brucia ancora di più mentre, addormentandosi, realizza che rifarebbe tutto da capo.

La mattina dopo, quando suona la sveglia, è in piedi da ore. E' andata a correre e ha sistemato casa, evitando con cura il suo laptop e tutti i preparativi in sospeso del matrimonio.
Si è preparata il pranzo da portare con sé composto da una semplice torta salata con radicchio; di tutto pur di tenere la mente e le mani occupate, sforzandosi di frenare i ricordi ardenti della sera precedente che, come onde, si infrangono di continuo nella sua mente.

Il pulsare costante alla mano con cui aveva colpito la portiera restava un monito incessante della sua frustrazione.

Ad un'ora decente chiama i genitori, rassicurandoli e giustificandosi come fatto con Andrea la sera prima. Si ripromette di sentirlo a pranzo, per avere il modo di scusarsi a voce con lui. Si augura di riuscire a mentire bene a voce come le era riuscito per iscritto.

Una volta sistematasi, esce di casa prima del solito. Grazie a Dimitri, quella mattina le toccava prendere l'autobus.

Si avvia camminando lungo il marciapiede, diretta alla fermata che dista pochi minuti a piedi.

E' tesa, nervosa all'idea di rivederlo e di essere sola con lui in azienda.

Ha avuto modo di pensare molto, cercando di essere obiettiva e analizzare cos'era successo la sera prima ma non le era riuscito molto bene: ogni volta che pensava a lui il ricordo del suo sguardo magnetico e delle labbra bramose sulle sue prendeva il sopravvento, lasciandola con lo stomaco fatto di gelatina.

A poche centinaia metri dalla fermata un'auto le si avvicina. Non ci avrebbe fatto caso se il modello non le fosse particolarmente familiare, facendola fermare in mezzo al marciapiede.
Non poteva essere.

<<Sali>> dal finestrino leggermente abbassato proviene la conferma di ciò che Natalie non ha osato temere.

Dimitri.

Riesce a vedere soltanto i suoi occhi che la fissano insistenti. Dopo il suo comportamento di ieri sera l'ultima cosa che Natalie vuole fare è infilarsi in un abitacolo stretto con lui.

<<Vattene, Dimitri>> gli risponde marcando il suo nome. Si volta e riprende a camminare.
E' tentata di mettersi a correre, per lasciare quanto più spazio tra di loro, ma ci tiene a mantenere una qualche dignità.

Lui la segue in macchina a passo d'uomo, stringendo con forza il volante.

<<Non farmi scendere, Natalie>> enfatizza il suo nome, imitandola e facendola innervosire ancora di più. Continua a seguirla piano e dietro di lui si sta formando una colonna.

Natalie guarda le auto dietro di lui, impazienti, qualcuno suona il clacson, qualcun altro gesticola con le mani. Sbuffa, sentendosi messa alle strette. Non lo guarda, ma sente i suoi occhi perforarle la pelle.

Sale sull'auto e Dimitri dà gas. Natalie incrocia le braccia sotto il seno e guarda ostentatamente fuori dal finestrino, voltando talmente il viso che a momenti le si spezza il collo.

<<Che cosa ci facevi davanti a casa mia?>> non resiste.

<<Sei senza auto ergo, sono venuto a darti un passaggio>> risponde lui calmo << è questo che fanno gli amici >> conclude con convinzione.

Natalie sbuffa con fare teatrale.

<<Amici, certo>> ribatte lei, tagliente.

<< Sei arrabbiata >> constata lui.

<< Sì. Arrabbiata e molto confusa. Non so come funziona dalle tue parti, ma da me gli "amici" ti trattano con rispetto e non abbaiano ordini tutto il tempo. Ma soprattutto >> prende fiato, finalmente guardandolo << non ti saltano addosso fuori dai bar>> conclude, sentendo le guance imporporarsi, impietose.
Aveva giusto un po' storpiato la verità a suo favore.

Lui accosta all'improvviso. Si volta di scatto verso di lei, come un lupo pronto ad attaccare. Si avvicina leggermente.

<< Non mi sembravi così riluttante. Anzi giurerei che ti sia piaciuto, e anche tanto >> i suoi occhi sono fiammeggianti, sembra quasi divertito da quella situazione.

L'aria nell'abitacolo sembra rarefatta e i loro respiri accelerano. Natalie si riprende, diventando ancora più rossa per le sue parole.

<< Tu non mi conosci affatto, non hai idea di quello che mi piace>> risponde con tono di sfida
<< e ti sbagli >> conclude poi, senza riuscire ad argomentare in maniera più efficace.

Eccome se le era piaciuto, ma non lo avrebbe ammesso davanti a lui nemmeno sotto tortura.

Incrocia nuovamente le braccia e torna a guardare fuori.

Dimitri riprende a guidare, un sorrisetto impertinente sul viso. Lui lo sapeva.

Aveva sentito le sue mani afferrargli le spalle, insinuarsi fra i suoi capelli e la sua bocca rispondere con inaspettata prontezza ad ogni suo bacio.

L'aveva sentita.

Aveva anche visto il suo viso velarsi di rimorso subito dopo, a rovinare tutto. Deglutì a vuoto ripensando a quello sguardo e si incupì.

Voltandosi appena, Natalie vide mutare il suo stato d'animo sul suo viso improvvisamente: ecco l'interruttore nel suo cervello che scattava. Non sembrava arrabbiato, soltanto dispiaciuto o deluso. Sentì la sua fronte corrugarsi, desiderando per un secondo di potergli leggere nei pensieri.

Lui entrò nel parcheggio della Morrison sentendo il suo sguardo su di sè. Era deserto. Parcheggiò l'auto nel solito posto, poi si voltò e annodò le pupille alle sue. Inspirò l'aria intrisa del suo profumo.

<< Non volevo farti arrabbiare >> la sorprende << o meglio, non mi dispiace stuzzicarti ma non era mia intenzione mancarti di rispetto. Davvero >> si stava sforzando molto per trovare le parole più adatte. Ha bisogno di trovare il modo di andare d'accordo con lei. Per il lavoro, ovviamente. Figuriamoci se c'è qualche altro motivo.

Natalie non pensa riuscirà mai ad abituarsi al suo sali e scendi di stati d'animo. In quel preciso momento sembrava così diverso, così facile da considerare come amico.
Come no.

Annuì, come ad accettare le sue scuse.

<< Se vogliamo che questa amicizia funzioni, quello che è capitato ieri sera non dovrà capitare mai più >> gli comunica lei, abbassando leggermente la voce. Non c'era nessuno che potesse udirli, ma si sentiva particolarmente esposta.

<< Gli amici si trovano a festeggiare e brindare ai propri successi >> commentò lui, un mezzo sorriso sul volto.

<< Sai benissimo che non mi riferisco a quella parte della serata >> lo guarda da sotto le sopracciglia.

<< Saremo casti e puri >> le assicura lui. La battuta esce in tono scherzoso, ma Dimitri è titubante. Non sarebbe stato facile.

Natalie alza gli occhi al cielo e scende dall'auto, nascondendo un sorrisetto divertito.

<< Speriamo non ci siano sorprese oggi >> spezza il silenzio in ascensore. Decisamente gli spazi stretti con Dimitri sono da evitare come la peste. L'aria si carica di una strana elettricità per cui riusciva quasi a percepire lo spazio fra loro vibrare.

<< Penso staremo tranquilli, ma non si sa mai. In ogni caso io avrò molte chiamate da fare stamattina per via dell'emergenza di ieri. Devo accertarmi che tutto vada come abbiamo stabilito. Anche tu dovrai fare qualche telefonata per aiutarmi a gestire concretamente la parte logistica >> era partito a raffica, subito immerso nei suoi doveri.

«D'accordo. Buon lavoro» si catapulta fuori dall'ascensore, frettolosa di mettere più distanza possibile fai i loro corpi.


La mensa non sarebbe stata in servizio fino a lunedì, ma quel giorno Natalie decise in ogni caso di rimanere in ufficio e pranzò sulla sua scrivania sommersa di post-it e penne colorate.

Sentì Dimitri soltanto qualche volta via mail ed esclusivamente per questioni di lavoro. Non c'erano state emergenze di sorta e a fine giornata dovette ammettere che era stata piuttosto produttiva, era filato tutto liscio.

Esce dall'ufficio in orario, dopo quella settimana intensa gli straordinari non erano contemplati.

Mentre raccoglie la borsa è indecisa se optare per l'ascensore o meno: visto il tentativo intrapreso di comportarsi come due amici, continuare ad evitarlo non avrebbe avuto senso. In ogni caso era certa che non l'avrebbe incrociato, Dimitri non lasciava mai l'ufficio prima delle 19.

Si mordicchia distrattamente il labbro e poi prende la via delle scale. Codarda.

Mentre scende con calma i gradini controlla il cellulare. Non era riuscita a parlare con Andrea a pranzo, l'aveva chiamato più volte senza ottenere risposta; si aspettava di trovare almeno un messaggio, invece il nulla.

Raggiunta la hall d'ingresso fa per chiamarlo quando, dall'ascensore, esce Dimitri. Si guardano un attimo interdetti, poi entrambi si dirigono alla porta. Sorridono appena e si fermano, nell'attesa che uno dei due la attraversi per primo. Lui si sporge per tenerle la porta e lei nello stesso istante fa per uscire, andando a scontrarsi brevemente.

Natalie percepisce all'istante il calore di lui avvolgerla, come un vestito setoso, il suo respiro appena sopra l'orecchio e sente la tentazione di accostare maggiormente il corpo al suo.

I loro occhi si trovano, riversano gli uni negli altri richieste silenziose.

«Nat!» quella voce la strappa a forza dallo sguardo di Dimitri. Si volta con il respiro mozzato in gola, incapace di incamerare aria.

Ai piedi dei gradini di fronte all'ingresso, con dei tulipani bianchi in mano, c'è Andrea.

Natalie deve sbattere più volte le palpebre per realizzare che lui è lì, a pochi passi da lei, a Boston. Le va incontro, cingendole la vita con la mano libera.

«Sorpresa!» mentre si china a posarle un bacio sulle labbra, Natalie è ancora sotto shock. L'unica cosa che riesce a distinguere con una precisione chirurgica è lo sguardo di Dimitri, indecifrabile. Fissa la scena a pochi passi da loro.

Quando Natalie si scioglie dall'abbraccio, Dimitri lascia fuoriuscire l'aria dai polmoni. Non si era accorto di aver smesso di respirare. Guarda la scena davanti a sè in maniera distaccata, come se stesse vedendola in un film, talmente gli sembra estranea e fuori luogo.

Cosa diamine stava succedendo?

«Visto che non sei potuta venire a casa per le feste ho pensato di venire io da te» Andrea nota il suo sguardo ancora perso << anche se inizio a pensare che l'effetto sorpresa forse non è stata una grande idea>> prosegue, grattandosi imbarazzato la nuca.

<< Ma no! Mi hai soltanto presa alla sprovvista, devo un attimo realizzare che sei veramente qui>> tenta di rassicurarlo, posandogli una mano sul braccio. Lui le porge i fiori e Natalie non può non pensare che sono meravigliosi. Lui è meraviglioso.

<<Sono splendidi, grazie>>.

Si sente punta insistentemente dalla presenza di Dimitri. Andrea nota il ragazzo lì vicino e scuote la testa sorridendo.

<<Che maleducato, chiedo scusa. Piacere, sono Andrea >> allunga una mano verso Dimitri, che finge indifferenza <<il fidanzato di Natalie>> specifica poi.

Lo sguardo di Dimitri saetta su quello di Natalie, soffermandovisi un secondo. Natalie ingoia a vuoto, incapace di proferire parola.

<<Dimitri>> dice lui soltanto, con un sorriso tirato. Gli stringe la mano un po' più forte del dovuto. Non può crederci.

<<Lui è il mio capo>> spiega Natalie ad Andrea, senza guardare nessuno dei due in faccia. Invoca mentalmente un meteorite, un fulmine, un'invasione aliena, qualsiasi cosa che possa mettere fine a quel momento terrificante.

<< Natalie è sempre così riservata, non ci ha mai detto che era prossima alle nozze >> dice Dimitri guardando Andrea dritto negli occhi.

Natalie sente provenire da ogni cellula del corpo di Dimitri ondate di disprezzo, che la investono, tramortendola.

<<E' sempre molto discreta, a volte troppo>> conferma Andrea bonariamente, guardandola. Natalie si sforza di sorridergli.

<<Visto che sei qui chiedi a Natalie di portarti da Marla, è uno dei pub migliori in città. Te lo può confermare lei stessa>> quando pronuncia il nome del pub, la vede sbiancare con la coda dell'occhio. Bene, così impara a prendersi gioco di lui.

<<Buona serata>> li saluta e, senza attendere risposta, si avvia verso la sua auto, voltando le spalle a quella che di certo non potrà mai essere sua "amica".

* * *

Era stato un colpo basso nominare quel maledetto pub. Andrea non ci aveva nemmeno fatto caso, ma per Natalie è stato come uno schiaffo in pieno viso.
Immediata la rievocazione della sera precedente, quel bacio senza tempo scorreva in slow motion nella sua mente, rendendo la presenza di Andrea al suo fianco soffocante.

Senso di colpa al quadrato: verso Andrea per le ovvie ragioni e verso Dimitri per la mastodontica omissione del fidanzato.

A sua discolpa poteva dire che lui non gliel'aveva mai chiesto, era successo tutto così all'improvviso! Un attimo prima di detestavano, quello dopo erano avvinghiati come i poli opposti di un magnete.

Ovviamente, era una giustificazione pietosa, inesistente.

Nel tragitto fino a casa Andrea è seduto nel sedile del passeggero della sua auto, commentando appena le condizioni poco recenti della macchina.

<< Un tipo di poche parole, il tuo capo>> commenta, leggero. Per fortuna, pensa Natalie, chissà in quale diabolico modo sarebbe riuscito a mandare all'aria la sua vita.

<<Sì, è particolare>> si limita a dire. << Allora? Come sono andate le feste a casa?>> gli chiede, con un entusiasmo che non sente, per sviare l'attenzione da Dimitri.

Andrea si lancia in un resoconto di episodi secondo lui esilaranti al ristorante e del menu del Ringraziamento.

Natalie smette di ascoltarlo dopo circa trenta secondi, la mente incapace di mettere da parte gli occhi di Dimitri.

E la sua bocca, così vicina poco prima che...

<<Natalie, mi stai ascoltando?>> Andrea schiocca le dita a fianco al suo orecchio, catturando la sua attenzione.

<<Scusami, mi sono distratta alla guida>> che scusa del cazzo <<comunque, siamo arrivati.>>

Quando apre la porta dell'appartamento Andrea resta fermo sulla soglia, l'espressione esitante.

<<Non mi avevi detto che il tuo appartamento era così...>> sembra incerto sul termine da utilizzare << piccolo>> opta poi, ma s'intende che nella sua mente lo avrebbe descritto in modi ben peggiori.

Natalie si sente quasi offesa. E' vero, lei lo ha ribattezzato Topaia, ma stava diventando il suo rifugio, la sua casa. Solo lei poteva dargli nomignoli dispregiativi.

<<Sta iniziando a piacermi. Ho ridipinto le pareti da poco, con l'aiuto di una collega>> lo informa, fiera del risultato.

<<Mi faccio una doccia, poi usciamo a cena?>> gli chiede direttamente dal bagno, mentre si spoglia.

<<Certo!Non metterci troppo, sto morendo di fame>> le risponde.

La serata trascorre lenta e piacevole, Andrea le fa molte domande sul suo lavoro, realmente interessato a quel nuovo, temporaneo aspetto della sua vita. Dopo cena decidono di passeggiare un poco per consentire ad Andrea di vedere un po' la città, ma rimandano al giorno seguente, fa freddo e Natalie è stanca.

A letto Natalie è stranita, non aveva mai immaginato Andrea nella sua nuova stanza, sembrava all'improvviso minuscola.

Le sue mani affusolate la cercano, sicure, al buio. Il corpo di lui si appoggia al suo, caldo e profumato, riempiendole le narici del suo profumo, che sa di sicurezza, che sa di casa.

L'intimità del suo tocco è familiare e Natalie risponde al suo contatto, lasciandosi amare.

Andrea ha la testa affondata tra il collo e la sua spalla, ed è meglio così. In quel modo non può vederla con gli occhi talmente serrati che i muscoli del viso le fanno male, nel tentativo di reprimere le immagini che si susseguono tra i suoi pensieri: le mani che la toccano sono mani grandi e forti, le stringono i fianchi con forza per tenerla ancora più stretta a sé; occhi scuri la scrutano con ardente necessità dietro tratti affilati e spigolosi. Quello sguardo poteva farla impazzire.

Lo sente bruciare sulla sua pelle in modo così intenso che il piacere la investe senza preavviso, riversandosi su ogni molecola del suo corpo, lasciandola affannata.

Quando Andrea si stacca da lei, Natalie quasi non se ne accorge.

Accoglie le sue carezze gentili con un senso di nausea, quindi si volta e finge di addormentarsi subito.

Quando è sicura che Andrea sta dormendo, si alza e va a bere un bicchiere di acqua. Si sente uno schifo, che razza di problema aveva?

Immediatamente dopo lo schifo e la vergogna, arriva la rabbia. Nei confronti di Dimitri, sempre pronto a provocarla, sempre così controllato... Beh, tranne quel giovedì sera.

Scuote vigorosamente il capo per scacciare quel pensiero.

La verità di tutta quella faccenda, che le faceva covare tutta quella rabbia nei suoi confronti, era che lei aveva desiderato quel bacio tanto quanto lui, forse di più.

E dei due, era stata lei a mentire, a tradire, a comportarsi in maniera così egoista.

Era lei ad essere ripugnante.

Ora i livelli di schifo stavano raggiungendo nuovi record: pensava a lui quando faceva l'amore con il suo fidanzato perfetto, venuto apposta per passare del tempo con lei. E l'intensità dell'appagamento provato poco prima l'aveva lasciata senza fiato, non era stato mai così per lei.

Torna a letto, non riuscendo a guardare in faccia Andrea neanche nel sonno.

Il suo ultimo pensiero prima di scivolare tra le braccia di Morfeo è decisamente poco fine, ma rende l'idea: amici un paio di palle. 

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