The pressure rises and knows no stop

CAPITOLO 38


Apro gli occhi per via della luce del mattino che indisturbata si faceva spazio tra le tende.

Un'infermiera fece il suo ingresso alla porta, mi sentivo molto stanco, in un certo senso triste, in colpa e arrabbiato allo stesso tempo.

Vedere comunque la persona che si ama in determinati stati può fare male, e dopo quello che Zenitsu aveva passato io ora mentalmente ero un po' a pezzi... Soprattutto per un fattore che dominava la mia mente e i miei pensieri... Zenitsu non si fidava di me o comunque non è riuscito a dirmi che qualcosa non andava..

I problemi di comunicazione nelle relazioni ci possono essere, però nell'ultimo periodo io e lui oltre a vari litigi stupidi.. Beh non stavamo andando un granché in comunicazione.

Mentre aspetto che Zenitsu si svegli deciso di mettermi in discussione.

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Come persona.
Come ragazzo.
Come fratello.

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E in qualunque ruolo io abbia nella mia vita, a fermare i miei pensieri dopo un quarto d'ora circa, è proprio il mio girasole.

Le sue iridi che guardavano me, e senza spiccare parola riuscivo a capire come si sentiva, non sapevo cosa fare..

"Buongiorno.." Dissi distogliendo lo sguardo dal suo, e senza dire niente prese la mia mano e se la portò al viso.

Mi fece un piccolo sorriso, pensai fosse uno di quelli tristi, uno di quelli che dietro hanno tante parole quante lacrime.

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Non volevo chiedergli come si sentiva, i minuti passavano e iniziai a dargli delle piccole carezze su quella guancia, ovviamente essendo sotto casa di suo nonno era stato informato dell'accaduto... Avevo paura di dirlo a Zenitsu... Avevo paura si vergognasse tanto e si facesse schifo.

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Anche se per me rimaneva la più bella persona al mondo.

Era diventato più importante di tanta altra gente e nel mio profondo sentivo un vuoto che si stava colmando.

Guardai il telefono distrattamente per vedere l'orario, erano le 7 e 40 e dentro alla stanza fece capolino un'oss (operatore socio sanitario, quello che sono io) con la colazione.

"Fette biscottate e the o latte e caffè e biscotti?" Chiese dolcemente e Risposi la seconda opzione, lei se ne andò momentaneamente per prendere l'occorrente, me lo portó sotto lo sguardo di uno Zenitsu stanco, ora mai sapevo i suoi gusti, e poi mi aveva detto a bassa voce di rispondergli io alla oss.

Mi guardò con un sorriso triste per poi provare a mangiare qualcosa, di sicuro non aveva appetito dopo quello che era successo di recente.

Cercai di invogliarlo con qualche parolina dolce, ne mangiò all'incirca metà, la oss aveva portato pure dei biscotti in più per me, le sorrisi ed ero felice che il sistema sanitario non facesse schifo come in certi posti, e soprattutto che qualcuno possedesse ancora un cuore.

La giornata passò lentamente.

Ogni volta che la porta della camera di Zenitsu si apriva avevo paura di scorgere la piccola figura di suo nonno.

E quel momento arrivò all'incirca alle 5 di pomeriggio, il mio battito si era velocizzato e Zenitsu era bianco come un cadavere.

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Chinò la testa sotto lo sguardo del maggiore.

"Alzala." Disse il nonno, l'esitazione contornata dalla paura e della vergogna di Zenitsu.

Si obbligò a farlo, guardò negli occhi la figura davanti a lui mentre mi stringeva la mano, stava per piangere e crollare per tutto quello che era successo.

"Il mio bambino!" Urlò l'uomo prendendo Zenitsu per poi stringerlo a se sul petto.

L'anziano signore che da sempre  aveva avuto un atteggiamento cinico per il bene del "nipote", era letteralmente in lacrime, piangeva disperato e con il cuore in frantumi.

Zenitsu allo stesso tempo era stupito come me a quella scena, delle piccole goccioline salate scendevano dai suoi occhi e gli con tornavano il viso.

Il nonno non sapeva che dire, l'unica cosa che poteva fare era piangere per l'unica persona che era ancora nella sua vita.

"Sono un pessimo genitore." Si auto-rimproverò l'anziano signore toccandosi la testa dove ora mai c'erano sempre più capelli bianchi.

"Non provare a dirlo mai più." La voce di Zenitsu era piena di tristezza, i suoi occhi rossi e gonfi.. Lo abbracciò nascondendo il viso come un bambino, il nonno si sentiva svuotato probabilmente a vedere suo nipote per l'ennesima volta in lacrime.

"Zenitsu... Non puoi pensare di no, è così, da quando ci siamo trasferiti guarda cosa è successo. Una sventura dopo l'altra, non so se sia stata una buona decisione venire qui... Sono così confuso, ho paura di essere troppo vecchio per poter badare a te.." Disse il nonno, sentii un nodo alla gola bello stretto, tra la paura che potesse decidere di trasferirsi, il labbro inferiore di Zenitsu incominciò a tremare.

"Non è vero Nonno. Io da quando sono qui sono felice anche se mi faccio male, anche se non è facile a volte, io finalmente mi sento vivo!" Disse Zenitsu con gli occhi sempre più pieni di lacrime e la voce che gli moriva.

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Zenitsu's pow:

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Quelle parole... Il mio cuore era diventato sabbia, si era disintegrato piano piano facendo spazio in me la sofferenza, vedere mio nonno demolito perché sono un incosciente...

"Felice? Zenitsu... Avrai una bella relazione, dei buoni amici... Ma alcune cose che hai vissuto, soprattutto di recente... Sono pesanti e ho paura che tu.... Che io non posso aiutarti e che continuerai a farti male o stare male anche emotivamente." Disse il nonno con un avviso serio, triste che guardava il vuoto.

"E quindi come vorresti aiutarmi? Trasferendoci?!!" Sbottai, la paura di poter perdere Kamado mi uccideva, non sapevo se con la mia alterigia avrei fatto arrabbiare il nonno o reagire in altro modo.

Prima che potesse parlare e rispondere a quella domanda mi apprestai a cercar di convincerlo con i suoi stessi insegnamenti.

"NONNO. Tu mi hai sempre detto che chi vive nella paura non riuscirà mai a fare niente! È normale che io possa farmi male, soprattutto perché prima di venire qui, io non uscivo, non osavo manco mettermi in gioco in determinate situazioni. Quello che sto cercando di spiegarti è che sto crescendo, sto scoprendo tante cose e sono comunque felice che finamente non ho più paura come prima, se a qualcuno dovesse succedere qualcosa so che non mi nasconderò più come quel giorno ... " Sentivo il petto bruciare per tutta l'adrenalina dentro, speravo che il nonno avesse capito cosa volevo intendere con quel giorno.

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Lui aveva gli occhi sgranati, le lacrime che uscivano a fiotti e mi strinse a se singhiozzando.

"Zenitsu... Non è colpa tua, quello che è successo quel giorno... Eri solo un bambino." Quelle parole me le aveva dette talmente tante volte, ma io.. Non potevo credere il contrario.

"Era il tuo migliore amico!" Dissi riferendomi a mio padre.

"E tu sei suo figlio... E gli ho promesso che ti avrei tenuto al sicuro... Siete molto simili sai? Era un testone anche lui." Disse il nonno sorridendo mentre leacrime gli scendevano lente dagli occhi, come se avesse appena avuto il ricordo più bello che aveva avuto con mio papà.

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"... Sai, sarebbe davvero fiero di te, mio piccolo Zenitsu. "

Buon salve ragazzuoli/e

Oggi capitolo molto importante per i nostri protagonisti, spero che vi sia piaciuto, nel caso fatemelo capire con un Stellina o con un Commentino se volete un nuovo capitolo.

Vi ringrazio davvero per tutte le belle parole che mi scrivete nei commenti, mi fate sentire speciale.

Grazie davvero, non so molto bene spiegare quanto io sia riconoscente per il vostro sostegno ma, spero comunque si sia capito.

Noi ci vediamo... Dove, quando, come... Come? In un prossimo capitolo!

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