Capitolo 14





L'ansia divorava Zayn. Sapeva cosa era in grado di fare il Comandante Antius e soprattutto sapeva cosa avrebbe fatto a Harry. Forse lo aveva già ucciso e lui stava solo aspettando invano. Aveva preparando tutto per la battaglia, fatto affilare le sue spade, aiutato i ragazzi con i turni di vedetta e aveva fatto riposare il più possibile Omar. Si sentiva pronto. Ma la preoccupazione era ormai una compagna costante di quelle ultime ore che sembravano interminabili.

"Ehi, tutto bene?"

Mentre era nella sua capanna, intento a sistemare alcune erbe per cercare invano di distrarsi come poteva, sentì la voce di Liam.

"Sì bene, sono solo preoccupato!"

"Non dovresti, Louis lo riporterà vedrai!"

Liam cercò parole di conforto e gli si avvicinò.

"Vuoi compagnia mentre li aspettiamo? Puoi venire fuori con noi, Niall voleva sistemare gli scudi."

Zayn guardò il giovane e sorridendogli fece segno di no con la testa.

Avrebbe voluto stare solo in quel momento, ma la vicinanza di Liam era una cosa che lo faceva sentire bene, non voleva privarsene. Avrebbe voluto chiedergli se fosse rimasto qualche minuto con lui, ma capiva che il dovere adesso era sicuramente più importante, soprattutto per lui che era il figlio del capo e doveva sentire una pressione di non poco conto.

"Cos'hai lì?"

Chiese Liam avvicinandosi ancora prima di andarsene. Gli prese piano una mano stretta a pugno tra le sue e schiudendola con delicatezza vide che Zayn teneva delle piccole foglie tra le dita.

"Menta!" Sussurrò il moro.

Liam prese una foglia dalla sua mano ormai completamente aperta e se la mise sotto il naso per sentirne l'odore.

"E' una delle mie preferite. Calma anche me."

Socchiudeva gli occhi mentre l'odore pungente della fogliolina verde gli penetrava le narici.

Zayn si perse un attimo a guardarlo, poi si accorse degli occhi scuri di Liam che lo guardavano a sua volta e incrociando il suo sguardo si voltò brusco. Leggermente imbarazzato per essere stato colto in flagrante.

Si avvicinò al suo letto e posò il rametto che aveva in mano sul morbido cuscino. Ma non sentì la presenza di Liam che gli si era avvicinato, se non appena si voltò. Lo trovò di fronte a sé. Poteva sentire il suo respiro sul viso. Era bellissimo con le labbra piene e la barba che gli incorniciava il viso. I capelli scuri erano corti, ma qualche ciuffo ribelle un po' più lungo gli ricadeva sulla fronte. Quegli occhi caldi lo confortavano, lo riportavano ad un calore che non sentiva da troppo tempo.

"Sono felice di vederti questo!"

Liam con un movimento delicato e lento, accarezzò la piccola treccina che spuntava da dietro l'orecchio di Zayn. Era più in alto di dove sarebbe dovuta essere ma in quel punto i capelli  del moro erano più lunghi del resto, ancora cortissimo. Aveva già notato quel particolare, ma non aveva detto nulla, non voleva dire assolutamente nulla.

"Ce l'ha fatta Una!"

Disse piano l'arabo senza muoversi, sperando che il gentile tocco di Liam non cessasse. Il cuore gli galoppava nel petto più veloce che mai. Lo sentiva così forte che si chiese come fosse possibile che il ragazzo davanti a lui non sentisse quel tamburo che batteva e batteva e batteva.

"Anche ad Harry!" Aggiunse poi come a giustificarsi di un qualcosa, che sembrava aver fatto tacere il figlio del capo.

"Harry però forse l'ha già promessa a qualcuno!" Disse invece Liam in un sussurro mentre sembrava non voler staccare le dita da quella ciocca corvina, che rigirava piano con i polpastrelli provocando la pelle d'oca sulla pelle olivastra di Zayn.

L'odore fresco di menta era penetrante. La calma e l'eccitazione insieme erano palpabili in egual misura. Una scintilla era in agguato tra loro e i due la sentivano fortissima anche se forse non volevano ammetterlo.

"Forse sì!" Sorrise Zayn, facendo sorridere anche l'altro che però non si mosse da lì.

"Tu sai già a chi vuoi darla?" chiese Liam.

Zayn non credeva che glielo avesse chiesto sul serio. Non era possibile che Liam si fosse spinto così oltre da chiedergli una cosa come quella. Sapeva cosa significava. Sapeva perché l'aveva fatta. Dopo la conversazione avuta con Harry qualche giorno prima erano stati entrambi d'accordo nel rimanere ancora al villaggio. Entrambi rapiti da qualcosa che andava oltre il salvare quella gente, oltre l'onore e la giustizia. Ma Liam ora aveva chiesto esplicitamente il perché. Voleva sapere. Forse anche il figlio del Capo non voleva andare in battaglia con ancora l'incertezza che i sentimenti che provava non fossero giusti o non fossero ricambiati.

Zayn decise di porre rimedio a questa incertezza. Non voleva perdere l'occasione di potergli dire tutto e sapere come avrebbe reagito. Spinto da un coraggio che non credeva di avere, che era più forte di quello che gli serviva durante un combattimento, rispose semplicemente.

"A te!"

Lo disse in un sussurro sulle labbra, con gli occhi d'ambra puntati in quelli del ragazzo davanti a lui che rimase impietrito.

Ci fu un istante di silenzio in cui Zayn sentì il suo cuore cedere. Forse stava per sgretolarsi. Forse stava per scoppiare. La mano di Liam dalla treccia, si spostò calda sulla nuca del moro. Quelle dita sempre forti, adesso le sentiva delicate. Si avvicinò e capendo entrambi che non potevano più rimandare, si baciarono. Il profumo di menta sembrava svanito. Adesso si sentivano solo l'un l'altro. Il bacio divenne subito profondo e i loro corpi si strinsero forti in un abbraccio reciproco.

Si staccarono solo dopo aver sentito la voce di Niall che chiamava Liam da lontano, da fuori. Si sorrisero felici, mentre ancora sentivano la sensazione delle loro labbra unite. Le mani adesso erano intrecciate tra loro.

"Devo andare."

Disse Liam con uno sguardo ora più limpido, più calmo. Come se la tempesta di emozioni che aveva dentro di se da sempre, si fosse trasformata in una piccola brezza che sapeva di certezza.

"Sì, vi raggiungo tra poco!"

Zayn guardò ancora un attimo il ragazzo che usciva dalla sua capanna e che si voltò ancora una volta verso di lui.

Adesso, davvero, aveva più di un motivo per restare.


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"E' tornato!"

"Louis è tornato!"

Si udivano voci dal fondo del villaggio. Zayn uscì velocemente e si diresse nella piazza dove vide Fergus galoppare verso di loro.

Erano salvi. Stanchi, acciaccati, sporchi.
Ma salvi.

Fergus fu accudito a dovere, Louis fu avvolto dall'abbraccio stretto della sorella e del Capo Payne. Harry fu portato subito da Una, mentre Zayn lo sorreggeva. L'anziana donna lo addormentò subito con un infuso potente così che avrebbe potuto guarire accuratamente la ferita alla mano con l'aiuto del moro, e magari la febbre sarebbe scesa.

Il generale dormì per tutto il giorno e per tutta la notte in un sonno senza sogni o agitazione.

E mentre Louis riportava ogni cosa successa al consiglio, decisero che era l'ora di andare in battaglia. Sarebbero partiti con il favore dell'alba del giorno dopo.

Quando Harry si risvegliò si sentì stranamente leggero. Era steso nella sua capanna e riconobbe l'odore di menta che Zayn adorava tenere vicino al suo letto da qualche giorno.

Sbattè le palpebre e aprendo gli occhi rimase piacevolmente sorpreso nel vedere il viso pulito di Louis che lo fissava appoggiato con le braccia conserte all'entrata. Non c'erano più segni sul suo volto, i capelli erano puliti e così anche i suoi indumenti, l'odore particolare che tanto gli piaceva sentire quando era in sua compagnia, era tornato.

"Ben alzato!"

"Quanto ho dormito?" Chiese mentre cercava di tirarsi su. Louis si avvicinò velocemente aiutandolo.

"Un'pò, ma fai piano." Gli porse la coppa d'acqua lì vicino, che Zayn aveva allungato con un infuso di cardo. Avrebbe aiutato la ripresa e la guarigione.

Harry bevve avidamente e poi guardò ancora Louis che adesso gli era accanto.

"Non puzzi più!"

Il castano fece una risata furba.

"Senti chi parla! E tu non sembri più un Norch!" Ridevano. Forse per smorzare la tensione di tutto quello che era successo.

"Ti fa male?" Chiese poi Louis, afferrando la mano sinistra di Harry e controllando la fasciatura ben stretta. "E' stata cauterizzata e ricucita a dovere. Non sanguina più, ma devi tenerla bendata per un pò!"

Harry annuì "No, ho solo fastidio!"

"Bevi il cardo aiuta, lo ha detto Zayn!"

"E' diventato un curatore ormai!" Disse il romano mentre prese ancora qualche sorso del liquido amaro dalla coppa.

"Sembra di sì."

Harry si alzò dal letto. Si sentiva bene tutto sommato. Voleva provare a camminare un pò. Sapeva che la sua convalescenza, non poteva durare a lungo.

Louis stando molto attento lo accompagnò un pò fuori, dove una nebbia fitta avvolgeva tutto il villaggio e il freddo pungente si sentiva forte. Il verde scurissimo dell'erba, si mescolava a quello della pietra grigia delle capanne. La vita al villaggio sembrava scorrere tranquilla se non fosse stato per il via vai di uomini intenti a preparare armi e scudi, si sentiva aria di battaglia.

"All'alba andiamo via! Tu ce la farai?"

Louis non voleva che Harry combattesse. Non con quella ferita alla mano e dopo le torture subite. Ma sapeva che un Generale come lui non avrebbe mai ammesso una simile cosa, in una simile situazione. Sarebbe stato un disonore per lui. Quindi non ci pensò neanche a dirgli di rimanere al villaggio, tanto sapeva che comunque non lo avrebbe mai fatto, perchè era proprio quello che avrebbe fatto lui se fosse stato al suo posto.

"Certo!"

Ci fu un attimo di pausa nel quale Louis vide il riccio corrugare un pò la fronte. non seppe interpretare il suo sguardo.

"Lo voglio morto Louis. Non dovrà più fare del male a nessuno!"

Il volto era diventato scuro, gli occhi sempre verdi e splendenti adesso erano arrabbiati, tormentati, quasi glaciali, spaventosi. Louis poteva immaginare come si sentiva. Anche lui voleva finalmente vendetta per la morte di suo padre. Voleva renderlo fiero e lo voleva ad ogni costo.

"Sembra che la tua legione ti sia ancora fedele! Zayn li ha avvertiti e dovrebbero essere già al confine. C'è Jala con loro adesso. Appena tornerà ci muoveremo, quello sarà il segnale!"

Harry annuì. L'alba era un ottima scelta, appena prima della prima luce, si sarebbero mossi. I Guerrieri Arcani avrebbero atteso il nemico ed attaccato con forza, attaccato nel loro territorio che conoscevano e che potevano sfruttare a loro favore. Da giovane stratega approvò la decisione delle loro mosse.

"Mi ha anche detto che si sono tolti ogni riconoscimento lo avrebbe ricondotti all'esercito. Sono fedeli solo a te e non a l'impero, non a Roma!"

"Sono stati bravi compagni, non sapevo se avrebbero mantenuto la promessa di aiutarmi, ma sono contento che lo abbiano fatto, sono uomini d'onore!"

Harry si voltò a guardare Louis mentre camminavano insieme verso gli altri, spalla a spalla.

"Non sono molti ma insieme ce la faremo!" Disse il castano mettendo una mano sulla spalla del romano e questo fece lo stesso, in segno d'incoraggiamento.

"In battaglia ti vorrei accanto." Affermò il riccio con gli occhi che adesso era tornati improvvisamente più dolci e tranquilli.

"Tu difendi me e io difendo te!" confermò Louis.

Non avevano bisogno di dirsi altro.


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Quella sera fu inquieta.
Un silenzio strano aleggiava nel villaggio.

C'erano padri che parlavano ai bambini, madri che piangevano con orgoglio per la partenza dell'unico figlio o del marito. Entro qualche ora si sarebbero preparati ad avanzare. C'erano i riti da fare e poi la partenza.

Harry si presentò alla porta di Louis quando vide uscire Perrie. Anche lei voleva salutarlo quella sera.
Non avrebbe potuto dormire al pensiero che quella forse poteva essere l'ultima notte che gli era concessa. Se doveva essere ucciso il giorno dopo non voleva rimpianti e sperò dentro al suo cuore che neanche l'altro li volesse.

Fu veloce e furtivo nel varcare la soglia. Entrò senza permesso e si chiuse la porta alle spalle. Piccole candele illuminavano la capanna e il fuoco acceso scoppiettava nel bracere. Louis era girato di spalle intento ad attizzarlo bene per rinvigorirlo prima di andare a dormire.

"Perrie ti sei diment..." ma non riuscì a finire la frase che appena si voltò si trovò Harry sulle labbra.

Un agguato che aveva sperato. Non c'era bisogno di parole. Sorrisero l'uno sulle labbra dell'altro stringendosi forte, sospirando. In qualche modo senza staccarsi neanche un attimo, raggiunsero il bordo del letto. La stanza era riscaldata dalla fiamma che bruciava viva, ma c'era un calore ben più forte tra di loro.

Qualcosa ardeva così intensamente da non poter essere più ignorata. C'erano stati baci, carezze e parole tra i due. In quel momento però con i cuori colmi di loro e di voglia di combattere c'era una sola cosa che volevano entrambi più di ogni altra, appartenersi.
Aversi davvero.

Quando il primo momento di euforia si calmò lento, come l'oceano dopo la tempesta, si guardarono intensamente. Il blu nel verde e il verde nel blu profondo a mescolarsi insieme in un idillio perfetto. Si tolsero veloci i vestiti meglio che potevano e si tennero di nuovo stretti, con i petti a coincidere perfettamente tra loro e le mani a studiare con cura ogni parte del corpo dell'altro, per cercare di lasciare impronte del loro passaggio con le dita ancora fredde, impronte invisibili ma indelebili.

Toccavano cicatrici vecchie e nuove. Accarezzavano muscoli tesi e tendini in tensione. In piedi accarezzandosi, senza mai distogliere lo sguardo dai loro volti, adesso così simili così della stessa tribù. Louis con i capelli leggermente più chiari e un velo di barba sul viso spigoloso. Harry con il viso pulito anche se ancora pieno di escoriazioni e tagli che ora sembravano non fare male, i ricci scuri e la piccola treccia che si vedeva grazie al fuoco che illuminava i cerchietti d'argento.

I petti saldi, il cuore che batteva e galoppava senza rallentare. Si accarezzavano la forma dei  glutei sodi e morbidi. Le labbra ancora a possedersi in baci ora infuocati e caldi, umidi e pieni di passione che stava esplodendo.

Le mani sempre a cercarsi, i bacini a collidere l'uno con l'altro, i membri duri e rigidi a sfregarsi.

Quando non poterono più fare a meno di sentirsi ed esplorarsi, la passione esplose troppo forte da essere contenuta ancora. I loro corpi si fusero in uno solo. Sul grande letto del castano, si stesero lentamente non staccandosi mai dalle labbra l'uno dell'altro. Per lunghi e delicati istanti Harry accolse dentro di se Louis.

Divenne tutto quello che voleva, un riparo, un rifugio, un amante, un amico, una casa.

Guardandosi negli occhi liquidi di una sensazione nuova, si scambiarono parole mute. I gemiti rochi che uscivano dalle loro labbra accompagnavano movimenti nuovi e Louis fu in grado di cancellare il dolore che la sua intrusione provocò a Harry. Perchè voleva essere cura per lui. Voleva essere protezione.

Estranei a qualsiasi altra distrazione che non fossero loro stessi consumarono il loro amore, delicati, per non sforzare i corpi già provati da molti accadimenti, ma con più passione che mai.

La fiamma del fuoco che ardeva nel camino si stava ormai affievolendo, si trovarono entrambi in un abbraccio. Un velo di sudore sulle loro fronti raccontava di una passione costante e lunga.

Le sensazioni nuove, la scoperta dei loro corpi. Louis voleva essere un pari per Harry.

Lo voleva dentro di se. Voleva abbandonarsi anche lui completamente. Compagni veri, volevano scoprirsi a vicenda.

Non parlarono mai. I loro gesti da soli raccontavano molto di più e con la notte scurissima al di fuori della capanna, Harry si fece spazio in Louis. Lo amò con una passione tale che Louis quasi si commosse. Un fuoco gli esplodeva in petto. Il fastidio di un'intrusione così nuova, era nulla in confronto a come quel sentimento che adesso provava gli stava lacerando il cuore.
Non avrebbero voluto fermarsi mai. Non avrebbero voluto mai dividersi. Il loro posto era proprio lì, in quel momento, in quell'istante, in quell'attimo.

Le ultime due candele ancora accese, finalmente si spensero. Solo l'ultimo tizzone vivo nel bracere illuminava appena i loro volti, che adesso si guardavano, mentre ancora erano abbracciati in un groviglio di braccia e gambe.

Il freddo della notte non lo sentivano. Il timore dell'alba sembrava essere diventato un pò meno spaventoso. Sapevano di esserci per entrambi. E con una promessa ancora muta, si dissero che quello sarebbe stato per loro solo un inizio e non una fine.

Si addormentarono per qualche ora.
In un sonno senza sogni.







Il grido di Jala arrivò forte e chiaro. Entrambi aprendo gli occhi, capirono che il momento era giunto.

Adesso dovevano andare a conquistare la loro felicità e la vita nuova che li attendeva.



Note:
Alcune sono parole inventate o rivisitate da altri vocabolari per inserirle in questo contesto-

Mancano solo 2 capitoli alla fine di questa avventura.
Vorrei ringraziare ancora una volta chi c'è stato e chi ci sarà.
Spero che vi piaccia
A presto

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