Capitolo 12
Era successo tutto troppo in fretta. Erano partiti prima del mezzodì, la giornata era fredda e umida. La nebbia non voleva diradarsi e la visibilità era scarsa man mano che scendevano a sud.
Cavalcavano veloci, non avevano intenzione di fermarsi, non potevano perdere altro tempo.
Arrivati sul limite del confine, Zayn e Fin , uno dei ragazzi che li avevano accompagnati, virarono a Ovest. Harry sapeva che la sua legione sarebbe stata lì, oppure non ci sarebbe stata affatto.
Harry insieme a Yann, invece, proseguì ancora verso sud.
Le giornate adesso erano molto corte e con il poco tempo che avevano a disposizione decisero di fermarsi solo per far riposare i cavalli e riempire le bisacce di acqua.
"Se rimaniamo sottovento non ci sentiranno. Sarà più facile proseguire!"
Yann era un ragazzo alto e con capelli chiarissimi biondi, era volentieri andato insieme agli stranieri per aiutarli. Era molto amico di Louis, aveva visto quanto profondamente si era avvicinato al romano. Era stato uno dei pochi incaricati di sorvegliare il villaggio, rinunciando all'addestramento, ma gli ordini del Capo non si discutevano, e non aveva esitato a partire.
"Li hai mai visti i Norch?"
Chiese Harry mentre gli passava la bisaccia piena di acqua appena riempita.
"Purtroppo ho avuto il dispiacere sì. Sono parecchio violenti. E' meglio evitarli credimi!"
Mentre beveva dalla sua Harry guardò il volto di Yann. Anche lui era stato dipinto di azzurro e la mascella squadrata era completamente glabra. Aveva occhi chiari e sinceri, sembrava davvero un bravo ragazzo. Lo aveva visto spesso al villaggio mentre dava una mano al fabbro. Le sue mani infatti ne portavano i segni. Escoriate e callose.
"Faremo in fretta! Saremo invisibili, torneremo in un lampo!"
"Meglio per te straniero, la mia futura moglie ti ucciderà nel sonno se non sarà così!"
Sorrisero entrambi, ma Harry sentì un sapore amaro in gola. Non voleva che succedesse qualcosa di brutto a quei ragazzi. Non per colpa sua sicuramente. Si era preso un rischio troppo grande, ma doveva tentare. Quella sensazione d'irrequietezza non lo aveva lasciato in pace da troppi giorni ed era sicuro che qualcosa si stava muovendo a sud, e non erano amichevoli.
La notte trascorse lenta, cavalcavano quanto più potevano anche se la luna era adesso una sottilissima falce nel cielo e la visibilità non era delle migliori. C'erano parecchie stelle, neanche una nuvola e il gelo entrava nelle ossa, rigido e spietato. Non parlavano mai, entrambi abituati per motivi diversi ad essere silenziosi e a non dare nell'occhio. Più si avvicinavano al Vallo e più il Romano sentiva che avrebbero trovato qualcosa, qualcosa di davvero brutto. Quasi all'alba infatti, riconobbe subito i rumori di un'accampamento. Sentì odore di fuoco e Yann con lui. Lasciarono i cavalli e mettendosi carponi strisciarono dietro una collina che poteva dargli visibilità ma senza essere visti. Dovevano almeno capire quanti fossero.
"Saranno almeno un centinaio, forse di più. C'è il vessillo imperiale sull'asta. Il Comandante è quì!"
Spiegò Harry sussurrando pianissimo al compagno che in silenzio cercava di studiare anche lui la situazione.
"A passo di marcia e con l'accampamento sono distanti quattro giorni da noi. Se proseguono per questa traiettoria!" Aggiunse il romano, mentre un brivido gli attraversava la sciena, gelido. Sperava fossero più lontani.
"Dobbiamo avvertire il villaggio, sono troppo vicini. Non possiamo tardare." Yann si voltò richiamando l'attenzione del romano posandogli una mano sulla spalla per farlo muovere, l'adrenalina li teneva svegli, il senso del dovere era forte.
"Sì,Andiamo!"
Il Bretone si sollevò veloce, correndo verso il suo cavallo come un fulmine. Harry rimase un secondo in più ad osservare quello che era il vessillo di Antius. Esitava perchè l'odio lo mangiava vivo. Poteva essere più facile di così, pensò; senza essere visto, sarebbe potuto entrare nella tenda di Antius. In un primo momento non lo avrebbero riconosciuto vestito a quel modo, e sfruttando l'effetto sorpresa, gli avrebbe tagliato la gola.
Facile.
Veloce.
E tutto sarebbe finito.
Lui sarebbe tornato al villaggio.
Avrebbe avuto la fiducia di tutti.
Avrebbe aspettato Louis e dopo gli avrebbe detto che adesso erano tutti al sicuro.
Sarebbe stato bellissimo.
Harry tardò nel suo pensiero. Ci rimase attaccato troppo a lungo e non si accorse che Yann con un un fischio aguto, lo stava avvertendo di qualcosa.
Non capì in un primo momento, si voltò verso il biondo e vide che era già partito veloce cavalcando via.
Un colpo fortissimo alla nuca gli tolse il respiro. Poi oscurità.
E svenne.
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Era passata l'alba da poco. E due figure a cavallo arrivarono al villaggio, veloci.
Jala aveva fatto il suo dovere. Aveva incredibilmente trovato la legione di Harry. Zayn e Fin si erano riposati qualche ora, rifocillati e spiegato tutto agli uomini, poi avevano ripreso subito la strada di ritorno. La legione, che adesso non poteva più essere chiamata così perchè era composta unicamente da disertori, contava circa cinquanta fanti, pochi ma buoni.
Rimanevano fedeli al loro Generale. Avrebbero combattuto per lui. E poi ognuno avrebbe preso la sua strada se avessero voluto. Era un patto che avevano fatto e non lo avrebbero infranto, mai. L'onore glielo avrebbe impedito. Zayn fu felice di rivedere qualche vecchio compagno d'armi, i pochi con cui certe volte parlava. Ma la missione non era conclusa.
Il ritorno di Jala al villaggio, aveva avvertito il Capo Payne che Zayn stava tornando. I cavalli accaldati dalla lunga corsa, appena raggiunta la piazza nitrirono e si fermarono girando su loro stessi per frenare l'impeto furioso. Erano stanchi, assetati, ma avevano fatto un ottimo lavoro.
"Ci sono. Loro saranno con noi!"
Disse Zayn ancora su Omar, che ormai cavalcava senza sella, con un'innaturale maestria. D'altronde in lui scorreva il sangue arabo di un popolo che era nato cavalcando nell'arido deserto.
Geoff Payne raggiunse l'uomo con la carnagione appena olivastra, che smontando da cavallo, riprese con se il falco che dal braccio del capo, tornò leggiadro su quello del suo amico..
"Li avete trovati, dove sono?"
"Gli basterà un richiamo e saranno qui. Quando sarà il momento Zayn manderà Jala da loro. Sono poco dopo il confine, ma gli abbiamo detto di avvicinarsi!"
Fin aiutò Zayn a dire tutto al capo. Le conoscenze della lingua erano migliorate, ma non erano perfette e ci avrebbe messo troppo per spiegare.
"Grazie Fin!" Disse Zayn, mettendo una mano sulla spalla del rosso ragazzo che lo aveva accompagnato. I due sembravano aver raggiunto un'intesa, una fiducia necessaria e dovuta dalla missione fulminea appena compiuta.
Certe volte portare a termine compiti insieme, per comune volere, crea una sintonia speciale.
"Bene! Adesso non ci resta che aspettare il romano. Gli altri saranno qui a momenti!"
Il Capo si voltò verso la collina, in attesa del ritorno dei guerrieri. Sperava che non tardassero. Un'eccitazione mista ad angoscia scorreva dentro Geoff Payne. Il suo villaggio era in pericolo, e anche se sapeva che i Guerrieri Arcani, si sarebbero fatti valere, non potevano tardare oltre.
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Voleva solo rivederlo. Era stanco, sporco e puzzava da morire, ma voleva rivedere Harry il prima possibile. Correndo verso il villaggio, sembrava rinvigorito. L'addestramento era stato molto intenso.
Aveva pensato tanto, aveva ascoltato il suo mentore e aveva avuto modo di parlare con i suoi amici, senza filtri. Senza nascondergli nulla.
Erano stati concentrati e sereni. Avevano rispettato ogni tradizione e meditato. Sentivano la forza dell'oceano dentro di loro. Il vento nelle loro ossa e il freddo sulla loro pelle si erano trasformati adesso in fuoco e scintille per la battaglia.
Arrivati al villaggio furono accolti come sempre. Rifocillati e scaldati. Ci sarebbe stato il momento giusto la sera, per informarli ed aggiornarli su tutto.
Zayn si avvicinò a loro e li salutò. Liam sorrise così tanto che pensava di non poter più fare altro per la vita intera, mentre gli strinse una mano e avvicinava i loro petti in un abbraccio.
La serenità del ritorno non durò a lungo però. Harry non si vedeva e Louis iniziò ad agitarsi. Erano passati troppi minuti da quanto erano tornati e lui non si era fatto vivo.
"Dov'è Harry?" Sussurrò, guardando Zayn accanto a lui.
In quell'istante, un nitrito forte di un cavallo che arrivava al galoppo dal fondo del villaggio li distrasse.
Yann, scese al volo e senza neanche capire chi aveva davanti urlò.
"Lo hanno preso!"
Si appoggiò le mani sulle ginocchia, aveva il fiatone come se avesse corso all'impazzata anche lui. Il suo cavallo fu fermato dalla mano forte di Mòr ancora a petto nudo, che cercò di calmarlo.
Era sfinito, sperava che non morisse dopo quella estenuante corsa.
"Hanno preso Harry! I Romani, sono vicini. Meno di quattro giorni a cavallo!"
"Cosa stai dicendo ragazzo?" Geoff Payne si avvicinò a Yann, cercando di capire cosa dicesse, sostenendolo.
Zayn sentendo il nome dell'amico si chinò subito vicino Yann, come a capire le sue parole. Una maschera di terrore gli si dipinse in volto.
Il ragazzo biondo, con il cuore in gola e la fretta di raccontare, quasi si mangiava le parole.
"Li abbiamo avvistati, io mi sono allontanato per tornare. Lui ha esitato un secondo e in tre gli sono saltati addosso! Lo hanno preso e credo che lo uccideranno. C'è anche il Comandante all'accampamento, sono circa un centinaio!"
Louis guardò Zayn, poi Geoff Payne, poi Mòr. Non capiva cosa stava succedendo.
"Padre ma che succede?"
Finalmente Liam trasformò in parole i pensieri di Louis.
"Harry e Zayn sono andati in ricognizione!"
"Che cosa? Come? Perchè?"
"Perchè non ci avete aspettato?"
Niall, Liam e Louis si fecero avanti e protestarono in coro, increduli, come molti altri vicini a loro che si stavano avvicinando dopo aver sentito il trambusto.
"Andiamo dentro!" Geoff ordinò a tutti di entrare nella capanna. Lì fuori non si poteva, donne e bambini dovevano essere protetti. Non potevano sentire tutto, non così.
"Perchè li hai mandati senza di noi?" Chiese Louis al capo, mentre Liam avvicinandosi a Zayn gli chiese cosa fosse successo con un flebile sussurro.
"Lui ha insistito!"
"Sì e adesso lo uccideranno!" Urlò Louis, ancora con la sua ascia in mano, ancora a petto nudo, ancora con il freddo dentro.
"Zayn ha trovato la legione di Harry. Sono dalla nostra parte. I soldati del comandante Antius sono a meno di quattro giorni a cavallo da qui. Dobbiamo prepararci alla battaglia!"
"Che cosa? No, dobbiamo salvarlo!" Esclamò Louis, subito incalzato da Zayn che si era avvicinato.
"Ti accompagno." Disse l'arabo, davanti al capo Payne.
"Voi non andrete, servite al villaggio. Harry è un generale, saprà come fare, sa badare a se stesso!"
"Pensano che sia uno di voi però!" Zayn riuscì a trovare le parole giuste e le disse, senza pensieri.
Louis e gli altri si voltarono a guardarlo.
"Che significa?" chiese Louis
"Erano Arcani, quando sono andati via!" confermò il moro.
Louis sgranò ancora di più gli occhi, verso Geoff. Ma come avevano fatto a fare tutto senza pensare? Avventati, pazzi.
"Harry indossa i nostri vestiti e ha i segni." Il castano in un sussurro a se stesso figurò nella sua mente quelle stesse parole, e realizzò.
Non perse tempo. Si voltò verso l'uscita e alla velocità di un fulmine, fischiò e si diresse verso Fergus, che subito dopo gli trottò incontro.
"Louis che fai? Fermati!" Niall gli era corso dietro e così anche gli altri.
"Non lo lascio morire!" Disse mentre saliva a cavallo, ancora sporco, ancora con mezzi segni addosso, ancora mezzo nudo.
"Vengo con te!" Zayn fischiò a sua volta per far arrivare Omar, anche se sapeva che il cavallo forse non avrebbe retto un'altra cavalcata così lunga.
"No, ti prego non andare! Tu mi servi qui!" Intervenne Liam, concitato, con sguardo quasi di supplica verso l'arabo.
"Liam ha ragione Zayn. Resta ti prego, aiuta loro! Io torno, insieme a lui, te lo riporto!"
"Tieni!" Niall gli lanciò al volo una casacca, sua cugina gliel'aveva data appena era sceso dalla collina, adesso serviva più al suo amico che a lui. La delusione che sentiva nell'impossibilità di accompagnarlo, era tanta. Ma il villaggio non poteva rimanere ancora indifeso, questo lo sapevano.
Si guardarono tutti ancora per un istante e mentre anche Geoff e Mòr uscivano dalla capanna velocemente, Louis partì al galoppo prima che anche loro provassero a fermarlo.
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Harry era stanco.
La testa gli pesava e le corde legate strettissime ai polsi, iniziavano ad aprirgli la carne, lacerandogli la pelle.
Non aveva avuto certo un benvenuto degno di un Generale Romano. In quel momento lui era un Arcano e nessuno lo aveva riconosciuto.
Non aveva ancora parlato, i metodi poco gentili che avevano usato con lui fin ora, non lo avevano piegato. Era stato avventato e stupido. Aveva sottovalutato i suoi nemici, eppure lui era uno di loro in fondo,ma quella ormai gli sembrava un'altra vita, lontana secoli.
Pur conoscendo ogni mossa e ogni strategia di quel battaglione, si era fatto prendere dai sentimenti.
Un lembo della tenda all'interno della quale era stato legato, si aprì con un colpo di vento che portò con se un odore forte di incenso e piscio insieme. Ad Harry venne da vomitare.
La debolezza non lo aiutava. La testa gli doleva e la nausea era sempre più forte.
Antius, fece il suo ingresso poco dopo, scortato dai due uomini che prima avevano cercato di convincere il riccio a parlare.
Il comandante, era vestito nella maniera dei soldati romani, gonnellino, armatura e calzari aperto sulle dita dei piedi. Una casacca bianca, immacolata e morbida gli copriva il busto ma gli lasciava le braccia scoperte. Senza elmo i suoi capelli brizzolati e unti rilucevano, erano perfettamente lucidi e corti.
Uno sguardo cattivo e un sorrisino sadico erano dipinti sul suo volto. Completamente sbarbato, poteva sembrare un uomo avvenente, aveva un corpo ancora snello e in forma per gli anni che si portava sulle spalle, ,ma Harry sapeva che non era un buon combattente, non lo era mai stato.
Più avvezzo ai banchetti, al vino e alle donne che al Gladio e allo scudo.
In silenzio si versò una coppa di vino che uno schiavo gli stava porgendo in un vassoio. L'odore forte della bevanda, fece venire ancora più nausea ad Harry, che però non fece un fiato, rimanendo zitto e immobile, in attesa di quello che si aspettava.
"Non credevo alle mie orecchie quando me lo hanno detto!"
Spavaldo, schifoso e viscido, si avvicinò al riccio, chinandosi davanti a lui e tirandogli forte i capelli, per guardare bene il suo viso.
"Ma adesso, ci credo!" Continuò il comandante, prendendo un sorso dalla coppa che teneva nell'altra mano.
Poi lasciò la presa dai capelli e prese il mento di Harry sollevandolo, lo guardò ancora, quasi inorridito. Veloce poi, fece calare un forte schiaffo in pieno viso, facendogli voltare la testa da un lato e un piccolo gemito uscì dalla bocca del riccio.
"Ti sei proprio ridotto male Generale, cosa credevi di fare?"
Harry sussultò ancora dolorante, dopo il violento colpo ricevuto, in bocca sapore di sangue e vendetta. Sentiva l'alito caldo di Antius, che gli stava addosso. Odore di sudore e rabbia.
"Credevi di potermi scappare Harry? Credevi che cavalcando fin quassù e mescolandoti tra questi sudici topi, saresti sfuggito a Roma?"
Antius, ancora accucciato, prese nuovamente il volto di Harry tra le dita e il romano, questa volta lo guardò in viso, con occhi pieni di ira e collera, ma sempre in silenzio.
Era davanti all'uomo che più di tutti odiava. Era davanti a colui che gli aveva ucciso il padre e che aveva fatto soffrire e aveva distrutto sua madre e la sua famiglia.
Lo odiava.
Lo odiava con tutto se stesso.
Strinse forte i pugni legati, per cercare di non frantumarsi i denti, tanto stava stringendo la mandibola.
Lo ricordava così, spavaldo e borioso, narcisita, sadico. Gli avrebbe tolto quel sorriso dalla faccia, lo avrebbe fatto fosse stata anche la sua ultima azione.
"Sai, il tuo volto è davvero sprecato così pieno di sangue e tinto con quegli stupidi e orribili segni" adesso l'uomo aveva una voce bassa e melliflua, fredda s'insinuava nella testa del riccio. Si alzò e dette la coppa allo schiavo facendogli poi segno per farlo allontanare. Fece due passi davanti al prigioniero, sospirando. ma poi si accucciò di nuovo per averlo ancora davanti agli occhi, doveva dirgli ancora qualcosa, voleva infierire.
"Anche quella puttana di tua madre era molto bella, ricordo il suo volto contorto dal piacere, mentre me lo succhiava."
Harry si tirò in avanti con un urlo rabbioso, e senza parlare tirò una forte testata ad Antius che impreparato a quel gesto, perse l'equilibrio caddè all'indietro sbattendo la nuca.
Si sollevò velocemente però e guardando schifato il riccio, gli dsi avvicinò ancora e lo schiaffeggiò di nuovo, ancora più forte questa volta, lasciando un solco profondo sulla guancia di Harry.
"Verrai ucciso Harry Styles! Verrai ucciso e di te non rimarrà più nulla!"
Harry non riuscì più a trattenersi.
Non voleva parlare, non voleva dare la soddisfazione a quello schifoso bastardo di sentire ancora la sua voce. Non gli doveva nessuna spiegazione, non gli doveva nulla, neanche le sue parole.
Poi fece una scelta. Una scelta che dentro di lui era ormai radicata. Prese un profondo respiro.
"*Amin mereth draughim!"
Urlò in faccia al Comandante, che lo guardò con ancora più disgusto.
"*Manke ya lat!"
Aggiunse poi, con ancora più rabbia. I denti stretti e la voce roca.
Il Comandante a quelle parole, non seppe cosa dire, non sapeva come reagire.
Harry continuò a ripeterle, in continuazione, sempre più forte, urlandole in faccia all'uomo dai capelli unti e il volto scavato dall'ira e dal ribrezzo.
"*Amin mereth draughim! *Manke ya lat!"
Le urlò così forte che la testa gli pulsava, gli faceva male, ma continuava.
Continuava a ripeterle, sempre più forte, sempre con più rabbia.
Antius, preso alla sprovvista dal fatto che Harry parlasse una lingua che non capiva, si voltò e uscì velocemente dalla tenda.
Seguito dai due che lo avevano accompagnato alla tenda, parlò, mentre ancora Harry urlava alle loro spalle.
"Fatelo parlare! Non m'interessa come, devo sapere dove si nascondono gli schifosi bastardi barbari che conosce! Non ne dovrà rimanere neanche uno!"
Note:
Alcune sono parole inventate o rivisitate da altri vocabolari per inserirle in questo contesto-
*Amin mereth draughim = io ti ucciderò presto
*Manke ya lat = ti pentirai di quello che hai fatto
Spero che vi piaccia il nuovo capitolo!
Fatemi sapere
A presto
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