Vorrei gridare e rompere qualcosa.

Vorrei semplicemente far scivolare via questo tormento dal mio cuore come scivolano tutte queste lacrime dai miei occhi.

Lui. . .era la cosa più bella che mi fosse mai capitata e anche se ora non posso più definirlo. . ."mio" so di non essere d'altri che sua. Eravamo così perfetti insieme. . .

Non farò nulla per forzarlo ad essere ciò che lui non si sente di essere. Non lo implorerò. Non ci proverò con lui. Non gli rivolgerò la parola per prima. . . lui mi chiama già ogni giorno, ma. . .

Lui mi chiama Sarah, non amore.

Lui mi sorride, non mi abbraccia. 

Lui mi chiede latino, non come sono i miei primi baci. . .non più.

Lui mi dice: "Ti voglio bene", non mi ama.

Lui per me è un'ossessione, non un'abitudine.

Lui arrossisce così spesso, non più solo per me. . .

Lui crede che io sia così felice da me, non si preoccupa di farmi sorridere.

Sono così a pezzi che non penso si possano raccogliere così tanto frammenti.

Sono numerosi come i granelli di sabbia fra i suoi capelli.

Luccicano ma non come le stelle, è più il luccichio delle collane coordinate che non voleva indossare, penso sorridendo.

Sono dolci come le sue labbra ma allo stesso tempo amari per la malinconia del ricordo.

Sono scuri come l'inchiostro di questa penna.

Mi circondano come la felpa di lana che indosso. . .la sua. . .

Mi volto lentamente come se sapessi di essere in un sogno, asciugandomi le lacrime. Le mie mani gelide per il freddo vengono immediatamente riscaldate dalle sue e la sua fronte si appoggia alla mia delicatamente. Rivedo quei profondi occhi grandi e castani ma solo per poco, solo quei pochi secondi prima che lui mi accarezzi la guancia per asciugarmi le lacrime neutralizzando quelle lacrime salate con un suo dolce bacio.