72. Skin
"Sarebbero già dovuti essere qui."
Sussurrai avvicinando ad Eugene. Eravamo dentro al container da almeno un'ora e non avevamo nessun modo di capire cosa avvenisse all'esterno.
Eravamo circondati dal buio pesto con un'unica luce fioca che proveniva da una torcia ad illuminarci l'ambiente circostante.
Quasi venti minuti prima ci avevano comunicato via radio che era arrivata la macchina di Donati e da lì, il silenzio.
Avevamo concordato di non comunicare se non per necessità stretta così da abbassare al minimo il rischio di essere beccati.
Per questo motivo, la radio era in mano ad Eugene e non a me.
Io mi stavo trattenendo in ogni modo dall'uscire all'esterno e mettere in atto una sparatoria.
L'unica cosa che mi impediva di farlo era l'idea di poter ferire Mela.
Dentro la mia testa continuavo a ripetermi i passaggi dell'operazione.
Erano sicuramente arrivati al molo, avevano posteggiato, un uomo era andato sulla nave per controllare il carico, sarebbe tornato con il colombiano, Mela avrebbe fatto in modo di dirottarli verso il container e in qualche modo, nessuno sapeva ancora come, ci avrebbe segnalato il suo arrivo.
I nostri uomini avevano avvistato gli uomini di Donati ed erano proprio dove li avevamo immaginati, sparsi lungo la strada di vedetta pronti ad intervenire in caso di bisogno.
Se Donati avesse opposto resistenza sullo sportarsi verso il container, potevamo attaccare anche al molo.
Avevamo più di trenta uomini dalla nostra parte, eravamo armati fino ai denti e il colombiano sicuramente avrebbe spinto per nascondersi in un luogo sicuro per discutere gli accordi.
Eppure i brividi continuano a percorrermi la schiena con una marea di sensazioni negative che mi investivano gli organi interni.
Bastava un soffio di vento per mandare a puttane il piano e quella sera io mi giocavo tutto. Mi giocavo il club, Billo, Sam, le ragazze e Mela.
La mia radiosa Mela dai capelli neri che profumano di cannella e dal carattere indomabile.
L'unica che aveva visto della luce in mezzo alle mie tenebre e mi aveva perdonato i peccati che io stesso non riuscivo a perdonarmi.
Sospirai cercando di calmare il mio battito cardiaco.
"Era meglio che tu non venissi."
Disse Sam avvicinandosi al mio orecchio.
Lo guardai scocciato, sebbene lui non avesse modo di vedere la mia faccia adirata.
"Ce la faccio."
"Giura di abbandonare l'operazione se dovessi renderti conto di diventare un pericolo."
Sorrisi.
Mela mi aveva detto la stessa cosa poche ore prima.
Aprii la bocca per parlare quando sentii il rumore di una vettura avvicinarsi.
Tesi le orecchie per sentire meglio.
La macchina si fermò e udii le portiere sbattere.
Billo mi strinse la mano mentre le gambe mi tremavano e il mio corpo di metteva sull'attenti. C'eravamo!
"Da questa parte!"
Trasalii quando sentii la voce di Buch.
Mela era riuscita a portarlo con sé. Mi sentii inspiegabilmente più tranquillo nonostante odiassi quel poliziotto. Il fatto che lei non era sola ad affrontare Donati mi faceva sentire meglio.
Un pugno fortissimo sulla lamiera del container ci fece trasalire tutti.
Trattenemmo il respiro terrorizzati di essere stati beccati.
"Sono incimpato."
Sentii dire a Buch dall'esterno.
"Scusate."
Poi i passi si allontanarono.
Restammo tutti in silenzio per alcuni secondi.
"Siamo pronti."
Sussurrò Eugene.
"Squadra uno a destra, proteggete la strada. Squadra due verso il container. Ricordate, il bersaglio è Donati. Non deve essere ferita Mela, Buch o il colombiano. Lavoro pulito e scappiamo prima che arrivi la polizia."
Aprì il pugno sopra la testa e rimase in ascolto ancora qualche istante.
"Ora!"
Tuonò spalancando il container.
Uscimmo fuori velocemente mettendoci in posizione mentre i primi colpi di proiettile iniziavano a vagare sopra le nostre teste.
C'erano almeno dieci uomini di Donati lì davanti pronti a proteggerlo, più di quanto avevamo immaginato e tutti ben armati.
Schivai un proiettile e andai a rifugiarmi dietro alla macchina che li aveva portati verso di noi poco prima.
Sam e Billo si erano protetti dietro a delle scatole di materiale, sulla mia destra. Feci loro un cenno e mi alzai in piedi facendo fuoco.
Sentii qualcuno cadere a terra mentre i colpi di pistola si facevano sempre più forti.
"Da questa parte! Arrivano!" Urlò qualcuno dietro alle mie spalle.
Mi alzai in piedi per sparare ma dovetti accasciarmi immediatamente mentre una raffica di colpi mi passava sopra la testa.
All'improvviso il container dove Donati si era nascosto si aprì e qualcuno fece fuoco facendo cadere due uomini a terra.
Mela.
Approfittai del caos generale per alzarmi e correre verso di loro.
Ulrai con quanto fiato avevo in gola mentre aprivo il fuoco verso i nostri nemici.
Dovevo andare da lei. Non potevo attendere oltre.
Mi nascosi dietro a delle botti ed iniziai a strisciare.
Ogni tanto, mi alzavo in piedi per sparare alcuni colpi nonostante non avessi tempo per prendere la mira.
C'erano cinque uomini davanti a noi ma il problema, arrivava dalla strada dove stavano arrivando diverse macchine piene di combattenti.
"Skin attento!"
Urlò Billo improvvisamente facendomi trasalire.
Mi voltai in tempo per vedere un uomo che correva verso di me alle mie spalle pronto a fare fuoco.
All'improvviso cadde a terra, faccia avanti e non si mosse più.
Guardai Sam con un sorriso e lui corse per raggiungermi.
"Dobbiamo andare da lei."
Gli dissi.
Lui acconsentì con un cenno.
"Dobbiamo muoverci. Stanno arrivando troppi uomini! Prendiamo Mela e Buch e scappiamo!"
"Eugene!"
Urlai cercando il mio uomo.
Vidi una mano alzarsi poco più in là.
"Dobbiamo andarcene!"
Urlai con quanto fiato avevo in gola.
"Vai a prendere Donati e scappate.
Noi cerchiamo di condurli verso il molo. Fuggiremo dalla via secondaria."
Avevamo lasciato due furgoni a ridosso della nave in caso di emergenza così da poter fuggire da quella parte.
Era difficile sentire le parole degli altri in mezzo a quella fuga di proiettili. Non avevo mai visto nulla di simile in vita mia. C'erano circa sessanta persone che si sparavano addosso in quel momento. Ognuno con i suoi demoni e i suoi ideali, con la sua idea di vita stretta addosso.
Il container si aprì di nuovo e vidi chiaramente Buch sbucare per sparare altri due colpi.
"Skin!" Urlò questo all'improvviso.
Mi alzai in piedi ma Billo ma trascinò giù di nuovo per evitare di farmi ammazzare.
"Mela!"
Urlai allora per farle sapere che ero io.
Billo mi strattonò di nuovo per tenermi giù.
"Così ti fai ammazzare!"
Tuonò in preda al panico.
"Ascolta!"
Sam mi mise le mani sulle spalle.
"Al mio tre ci alziamo e facciamo fuoco insieme. Obblighiamoli a nascondersi per guadagnare tempo."
"Uno."
Dissi alzando la pistola di fronte a me.
"Due."
Proseguì Billo facendo altrettanto.
"Tre!"
Urlò Sam alzandosi in piedi con noi al seguito ed iniziando a sparare.
Come avevamo programmato, gli uomini di Donati si accasciarono a terra e rotolarono dietro a del materiale per nascondersi.
"Mela!"
Urlai di nuovo preparandomi a correre. Avevo bisogno che uscisse di lì. Se fossi entrato io nel container, saremmo rimasti bloccati al suo interno.
La porta di quest'ultimo si aprì all'improvviso ma fu solo Buch ad uscirne.
Corse verso di noi mentre gli coprivamo le spalle e riuscì a raggiungerci.
"Devi andare da Donati!"
Tuonò appena di accasciò dietro alle botti.
Si toccò la testa e le braccia in cerca di ferire e si calmò quando capì di essere illeso.
"Mela non è qui. Non sono venuti."
Mi sentii svenire a quelle parole.
Che cazzo stava succedendo?
"È alla villa. Mela è lì. Ha bisogno di aiuto."
Sussultai a quelle parole.
Che cosa stava dicendo?
Mi sentii svenire.
Perché l'aveva tenuta alla villa? Aveva capito tutto. Non c'era altra ragione.
"L'hai lasciata lì?"
Domandai attaccandomi alle sue spalle ed iniziando a scuoterlo.
"Billo.."
Mi voltai verso il mio amico cercando conforto. Non capivo più nulla.
"Dobbiamo andare. Muoviti."
Mi diede uno spintone spostandomi verso sinistra.
Scivolai dietro a tutte quelle scatole nel tentativo di fuggire senza essere colpito.
"Eugene!"
Urlò di nuovo Sam.
Si erano spostati di diversi metri e stavano arrancando verso i furgoni.
In lontananza potevamo udire le sirene della polizia.
Dovevamo andarcene subito.
"Corri."
Mi disse Sam facendomi un segno con la testa.
"Corri da lei. Noi ti copriamo da qui."
Scossi la testa.
"E voi?"
Sarebbe arrivata la polizia, li avrebbe presi.
Billo mi afferrò per le spalle.
"Noi ora fuggiamo si furgoni e ci disperdiamo. Ce la possiamo cavare.
Tu corri con tutto il fiato che hai in gola, fai il giro del molo e arriva alla macchina. Va a salvare Mela e uccidi quel bastardo. Ci vediamo al club quando tutto sarà finito. Va!"
Buch fece un cenno con la testa.
"Li proteggo io qui. Fidati di me. Non li abbandono."
Billo mi diede l'ennesimo spintone che riattivò le mie gambe.
Mi alzai in piedi ed iniziai a correre senza più ragionare.
Non pensavo a nulla, correvo e basta. Di tanto in tanto mi buttavo a terra per schivare qualche colpo o ne sparavo uno io per poter proseguire.
Dovevo arrivare da lei prima che fosse troppo tardi.
"Skin!"
Mi voltai quando sentii quella voce chiamarmi e subito alzai la pistola per sparare.
Bob correva parallelamente a me, vicino all'acqua del mare.
Aveva la pistola in mano e cercava di raggiungermi.
Lo vedevo ad intermittenza perché i pezzi delle navi, i container e i materiali mi impedivano di tenere gli occhi su di lui e di prendere la mira per impedirgli di arrivare da me.
"Skin, Donati ucciderà Mela se non ti sbrighi. Ti porto io, so dove sono!"
Mi cedettero le gambe e mi ritrovai steso per terra.
Mi girai immediatamente sulla schiena, giusto in tempo per vedere un uomo avvicinarsi a me e puntarmi la pistola.
Alzai velocemente la mia arma e lo colpii prima che potesse mettere in atto il suo piano.
Non c'era tempo per pensare.
Mi rialzai e corsi verso Bob. Non avevo alternative.
Eravamo circondati, ci avrei messo troppo tempo a raggiungere i furgoni e la polizia stava arrivando.
"Vieni!"
Andò verso al mare e saltò su una moto d'acqua.
"Muoviti!"
Salii dietro di lui e mi aggrappai.
Partì a tutta velocità allontandosi da quel caos e dalla battaglia. Mentre solcavamo il mare, vidi decine di macchine della polizia avvicinarsi al molo.
Stavano arrivando.
"Sei mi stai fottendo di nuovo.."
"Avete la mia famiglia! Non potrei mai fottervi ora!"
Proseguì per diversi minuti e poi costeggiò la terra ferma spegnendo la moto d'acqua.
"Vieni, c'è una macchina qui."
Lo seguii di corsa con le gambe stanche che collaboravano a fatica.
Salii in macchina con lui e gli puntai immediatamente la pistola addosso.
"Portami da lei!"
Tuonai fuori di me.
Bob mi passò la sua arma e alzò le mani.
"Ora metto in moto e ti porto da lei. Okay?"
Non risposi ma lo spinsi con la pistola.
Partì sgommando e prese una strada secondaria per non incontrare la polizia.
"L'errore più grande della mia vita è stato quello di tradirti."
"Non ti voglio sentire!"
Mi tirai un pugno in testa troppo scosso per ascoltare una sola parola.
"Mi hanno minacciato. Dovevo scegliere fra te e la mia famiglia e sono stato troppo codardo per riuscire ad avvisarti. La mia famiglia è quasi morta lo stesso. Voi l'avete salvata e ora ti aiuterò a salvare Mela. Io non ti sto tradendo. Credimi."
Trattenni le lacrime a stento.
Una sensazione lancinante si faceva strada nel mio petto mentre pensavo al fatto che forse, era già morta.
Mela era in gamba. Era una poliziotta promossa a detective. Era la donna più tosta che avessi mai conosciuto.
Facevo appello a quei pensieri per mantenere la calma.
Ma Donati era il peggior criminale in circolazione. Senza pietà, senza testa, senza morale.
"Bob non posso perderla."
Sussurrai scosso dagli spasmi.
"Non la perderai."
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