65. Mela
La mattina seguente ci alzammo tardi. Volevamo goderci ogni istante passato insieme e non potevamo staccarci l'uno dall'altra. Ma dopo la milionesima volta che Sam bussò alla porta, ci rendemmo conto di non poterci nascondere per sempre.
"Ora scendiamo!"
Urlò Skin sdraiandosi sui cuscini e mettendo le braccia dietro al collo.
Scoppiai a ridere prima di passare il dito lungo la cicatrice che aveva sul fianco.
"Se dovessi contare tutte le cicatrici che hai lungo il corpo, non mi basterebbe un giorno."
Sorrise alla mia battuta.
"Raccontano tutte storie interessanti. Inoltre, anche tu non sei messa troppo bene. Guarda come ti sei ridotta frequentando gente come noi."
Mi toccò il fianco dove l'intervento aveva lasciato una lunga scia di punti ancora arrossati.
"Mi piacciono i corpi così. Sono corpi vissuti che raccontano vite non facili. Sono le vite più interessanti da ascoltare e anche le più sincere."
Mi alzai in piedi riflettendo alle sue parole e indossai dei pantaloncini con una lunga maglietta sopra di essi.
"Muoviti. Sam ha sicuramente qualcosa da dirci se continua a venire a chiamarci."
Anche Skin si tirò sù contro voglia e indossò la prima tuta che gli capitò sotto mano.
"Non voglio sprecare nemmeno un minuto che posso passare con te. Sabato è vicino e.."
"E ci saranno altri giorni anche dopo sabato. Sono una poliziotta, ricordi? Non andrà male."
Gli diedi un bacio sulle labbra per zittire le sue paure.
"Finalmente vi degnate di farvi vedere!"
Ci accolse Sam nella sala grande aprendo le mani davanti a sè. Erano tutti seduti al tavolo e con mio piacere, Billo e Mary erano vicini e si passavano del cibo da un piatto all'altro.
"Che succede?"
Domandò Skin avvicinandosi a loro e prendendo un piatto.
Eravamo affamati anche noi.
"Capita che abbiamo un problema."
Mi voltai di scatto quando sentii la voce di Buch, già dietro al bancone a riempirsi di alcool un bicchiere, irrompere nella stanza.
"Buongiorno splendore."
Mi disse, più per provocare una reazione di Skin che per altro.
"Che tipo di problema?"
Domandai mettendomi sull'attenti.
Quando odiavo quella parola.
"Donati ha chiamato in ufficio. Voleva parlare con il comandante. Ho risposto io ma se ne è accorto."
"Come?"
Chiese allora Billo dubbioso girandosi di scatto.
Non si fidavano, era palese.
Quella squadra non poteva vincere se continuavamo a pensare male l'uno dell'altro.
Anche Eugene comparve sulla porta e si avvicinò a noi a testa bassa.
Persino lui sembrava teso e insicuro.
"Sicuramente ha altre spie in ufficio."
"Che hai fatto?"
Gli chiese Skin con tono duro.
"Gli ho passato il comandante."
Trattenni il fiato.
"Gli ha chiesto di parlare con te e lui ha detto che sei in missione."
Lasciai andare l'aria.
"E tu che hai detto al comandante?"
"Che eri in missione e non sapevo dove. Sei licenziata Mela."
Sorrisi. Non faceva nemmeno male sentirselo dire.
"Va bene."
Skin mi guardò intensamente e io gli feci un cenno per calmarlo. Stavo bene. Sapevo sarebbe successo ed ero quasi ansiosa che finisse tutto quanto, compreso il mio mandato.
Buch si avvicinò a me e mi affiancò.
"Dove sta il problema quindi?"
Domandai con un filo di voce cercando di mettere spazio tra di noi.
Lo guardai male ma lui mi sorrise impassibile.
"Donati vuole vederci. Questa sera. Non si fida ancora."
Skin si alzò in piedi a quelle parole.
"Ha capito tutto?"
Domandò con un filo di voce.
Buch si strinse nelle spalle.
"Non credo. Ci mette solo alla prova. Vuole capire cosa siamo disposti a fare però di sicuro è rischioso."
Iniziai a mordermi un'unghia riflettendo sulle varie ipotesi.
Voleva ammazzarci? Sarebbe rimasto senza carico. Voleva imprigionarci? Sabato avrei messo fine lo stesso a quel gioco. Cosa poteva fare?
"Inoltre, lo scambio sabato sera vuole farlo solo con te. Io non sono incluso nella missione. Sono solo il tuo segugio, i contatti sono tuoi. Vuole che ti accompagni alla villa dove verrò preso in custodia per essere una garanzia se qualcosa dovesse andare storto."
Skin si mise la mano nei capelli.
"Eugene?"
Chiesi io sperando in qualcosa di positivo.
"Abbiamo trovato la famiglia di Bob ed è al sicuro."
Si avvicinò passandomi una lettera.
"Con questa avremo un infiltrato disposto ad aiutarci dall'altra parte."
Trassi un sospiro di sollievo.
Eugene prese una cartina appoggiandola sul tavolo.
C'erano dei cerchi rossi si di essa.
"Bene, bene. Sono grato di averti assunto qualche anno fa."
Sussurò Billo accarezzando la carta.
"Questo è il molo. Qui attraccherà la nave."
Constatò Billo cercando conferma.
"Sì. E qui in questa zona arriverà la macchina di Donati. Ipotizziamo che loro non saranno lì dentro, manderà uno dei suoi a prendere il boliviano.."
Sia io che Buch ci avvicinammo velocemente al tavolo urtandoci l'uno con l'altro.
"Stai attenta."
Mi rimproverò facendo alzare gli occhi al cielo di tutti i presenti.
"Donati si nasconderà in una di queste zone."
Ci mostrò i tre cerchi rossi.
"Qui è pieno di carichi pronti a partire. Sono zone nascoste e difficili da vedere, sia dall'alto che dalla strada. Questa è la più probabile."
Ci mostrò il cerchio più grande.
"Una strada sola per raggiungere il posto, decine di container diretti in Cina, posto tranquillo e non raggiungibile dal mare."
Feci un cenno con la testa.
"Mi nasconderei in un posto del genere fossi in lui."
"Metteremo alcuni uomini ovunque ma in gran parte, ci nasconderemo in questo container qui."
Fece un altro cerchio azzurro sulla cartina.
"Perché quello?"
Chiese allora Billo.
"Perché sono riuscito a rubare le chiavi e perché è l'unico che sarà lì fino a domenica. In questo momento lo stanno già svuotando."
Sam gli diede una pacca sulla spalla.
"Quando usciremo da qui pronti ad attaccare, altri uomini arriveranno dalla strada distogliendo l'attenzione degli amici di Donati e neutralizzandoli. Noi ti verremo a cercare Mela. Dovrai resistere fino ad allora."
"Il boliviano da che parte sta?"
Chiese allora Buch dubbioso.
"Dalla sua. Non si schiererà. Si salverà solo il culo."
Rispose Billo girando il braccio intorno a Mary che stranamente non lo spostò.
"È pericoloso."
Fece notare Skin.
"Certo che lo è. Sarò solo e disarmato con gli uomini di quel bastardo."
Lo interruppe Buch pensando a sè stesso, come al solito.
"Andiamo, sei in poliziotto! Manderemo subito la polizia da te.
Stai tranquillo."
Lo rassicurai innervosendomi.
Le nostre previsioni erano buone ma Donati era un professionista.
Potevano cambiare moltissime cose. Non potevamo manovrare tutte le variabili.
"Dovrai pilotarlo qui ad ogni costo Mela. È importante che non finiate altrove."
Feci un cenno positivo con la testa.
"Lo so."
All'improvviso sentii delle braccia girarmi intorno alla vita e prima che me ne rendessi conto, Buch mi stava abbracciando in preda alla disperazione.
"Non posso perderti di nuovo ora che ci siamo ritrovati!"
Guardava Skin nel mentre che pronunciava quelle parole.
Lo stava provocando di nuovo. Quello era il suo gioco personale e non si rendeva conto di quanto rischiasse facendo così.
Skin stava facendo di tutto per mantenere la calma ma era questione di tempo prima che gli saltasse al collo.
"Okay. Calmati."
Provai a staccarmelo di dosso ma solo una manata da parte di Sam riuscì a scrollarlo via.
"Dobbiamo prepararci per questa sera. Non dobbiamo abbassare la guardia. Dobbiamo metterci d'accordo su cosa dire."
Gli ricordai cercando di fargli presente che la sua attenzione doveva essere totalmente sul caso e non dirottata verso altro.
"Questa sera confermeremo o smentiremo la nostra posizione. Se non riusciremo a convincerlo, sarà la nostra fine. Questo ti è chiaro?"
Buch si ricompose e si fece serio.
"Ti ricordi quanti farabutti abbiamo sbattuto dentro?"
Chiese osservando di nuovo i miei amici con aria di sfida.
"Oh cielo, per quanto dobbiamo sopportarlo questo?"
Domandò Mary alzandosi in piedi e andando a prendere altro cibo.
Billo scosse la testa.
"Non infastidire la mia signora. Sei fottuto se lo fai."
Lo fissò negli occhi senza distogliere lo sguardo finché Buch cedette.
"Farò il bravo. Lo giuro!"
Si mise la mano sul petto giurando come fece Giuda un tempo.
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