62. Mela
Niente scenate, niente urla, niente delusione.
Skin mi accolse con un sorriso di sollievo e mi venne incontro dandomi un bacio sulla bocca.
Quella bocca che poco prima aveva incontrato le labbra di qualcun altro.
Mi venne la nausea al pensiero di ciò che gli avevo fatto.
Il fine giustifica i mezzi? Era un conflitto etico che mi tormentava da sempre.
"Ci hai messo una vita. Che cosa avevi da dire ad un uomo così pieno di sè e odioso?"
Mi chiese Neve superandomi.
"Io torno a lavoro, Lisa sta coprendo da sola il bancone. Per favore, niente drammi fino alla fine del turno. Siamo d'accordo?"
Ci implorò unendo le mani in preghiera.
Mi voltai per guardare Sam senza rispondere alla mia amica. Avevo preoccupazioni più urgenti in quel momento.
Mi osservava con le labbra tirate e un'espressione strana sul viso.
"Io dovrei parlare con Mary Sol.. Pensate che..?"
Skin diede una pacca sulla spalla di Billo.
"Vai a risolvere qualsiasi cosa tu abbia fatto, purché tu indossi la tua maschera. Anche io e Mela dobbiamo andare da qualche parte."
"E dove?"
Chiese Sam mettendosi sull'attenti.
Skin sorrise.
"Questa è una sorpresa e un affare privato, se non ti dispiace."
Provai a sorridere consapevole che Sam avrebbe potuto sgretolare tutto in un istante.
"Hai una maschera?"
Mi chiese Skin continuando a sorridere.
Mi resi conto di quando era bello vederlo rilassato.
Skin sorrideva così raramente ma era un peccato perché i suoi denti bianchi e gli occhi scuri che si illuminavano erano uno spettacolo mondiale.
"No."
Risposi ritornando a guardare Sam.
"Non importa. Vado a prenderne una anche per te."
Aggiunse indossando la sua maschera di joker prima di uscire fuori insieme agli altri.
Corsi a chiudere la porta e poi mi catapultai da Sam.
"Dobbiamo parlare."
Strinse la labbra schifato e spostò lo sguardo lontano da me.
Gli presi la mano e lui sembrò sorpreso dal mio gesto.
"Sam, cosa hai visto?"
Scosse la testa.
Io sbuffai.
"Buch è pericoloso. Può mandare a puttane tutto in un secondo. Se lo dicesse alla polizia ora, non sarebbe solo Donati a finire in manette. Non si fida di voi, pensa che mi avete rapito e manipolato. Dovevo dargli qualcosa per farlo stare dalla nostra parte fino a sabato. Dovevo metterlo a tacere."
Sam si passò la mano tra i capelli allontanando prima la mia come se non sopportasse il mio tocco.
"Non so perché non mi sono mai fidato davvero di te. Forse perché sei un poliziotto, forse perché stai in equilibrio su corde pericolose. Fatto sta che da quando hai varcato la porta di questo club ero sicuro avresti portato un mare di guai."
Ringhiai incazzata.
"Ho fatto tutto Sam. Sono stata zitta in ospedale, ho salvato il culo a Skin, ho inscenato tutto questo con Donati.. Se non mi credi è un problema tuo. Io sto facendo qualsiasi cosa!"
"Ma sei un poliziotto!"
Mi urlò addosso spaventandomi per la forza che ci mise.
"E una volta finito tutto lo distruggerai!"
Arretrai di alcuni passi sentendo le lacrime pungermi gli occhi.
"Hai baciato Buch perché sai anche tu che un domani dovrai andartene da qui. Stai cercando un appoggio. Stai facendo questo."
La nausea che percepivo prima si stava facendo più forte.
Ero ferita. In parte perché dopo tutto ancora Sam non riusciva a non odiarmi, in parte perché aveva ragione.
Non sapevo cosa sarebbe stato dopo. Non sapevo più chi ero io in realtà perché ero andata distrutta e ora mi stavo ricostruendo pezzo per pezzo e al domani nemmeno ci pensavo, mi terrorizzava. Ma sapevo anche che le mie scelte sarebbero state difficili e che Skin era tanto forte quanto fragile. Avrei potuto distruggerlo con poco e tutto quel potere mi ammazzava.
"Non avrei fatto uno solo di questi passi se io non avessi provato nulla per Skin. Lo sai. Sono una persona determinata. Sono arrivata qui con delle convinzioni.."
Mi asciugai una lacrime che sfuggì al mio controllo.
"E poi è andato tutto a rotoli perché al posto di pensare a come sbattervi dentro ho iniziato a pensare a come salvarvi il culo e ora sono qui, con un bagaglio di sbagli, ma non credere che gli farei del male di proposito. Ho baciato Butch, quel verme che mi ha venduta, non per crearmi un appoggio. Io non ho bisogno di appoggi. Ho bisogno che questo piano funzioni!"
Sam abbassò la testa smettendo di guardarmi con quell'aria di sfida.
"Perché non glielo hai detto?"
Sam si strinse nelle spalle.
"Perché sarebbe uscito di testa e non lo merita. Non merita altro dolore. Tu non lo sai che cosa abbiamo passato noi e Skin ci ha tenuto insieme tutti. Ci ha accuditi e si è preoccupato per noi in ogni modo. Io gli devo tutto e non voglio essere io a fargli questo."
Allungai di nuovo la mano verso di lui.
Non sapevo bene cosa stavo facendo e nemmeno come avrebbe reagito ma avevo bisogno, un bisogno viscerale, che lui mi credesse. Che credesse in me per una volta.
Appoggiai la mano sul suo braccio e lo strinsi forte.
"Teniamo alla stessa persona. E io ho a cuore anche voi, tutti. Ti prego, ho bisogno che tu creda in me questa volta. Smettila di farmi la guerra."
Sam guardò la mia mano per alcuni istanti e poi la prese allontanandola dal suo braccio.
Proprio quando pensavo non ci fossero speranze lui mi strinse forte la mano.
"Ci proverò."
Mi promise e per me era sufficiente.
Era un passo avanti immenso considerando il nostro rapporto.
Sam poteva mettere a rischio tutto per provare a fidarsi di me.
"Ma ti prego, non giocare con lui. Qualsiasi saranno le tue intenzioni dopo, non prenderlo in giro. Non fargli più male di quanto tu debba fargliene."
La sua sembrava una supplica che mi dilaniò l'anima.
"E ti proteggerò. Su questo puoi starne certa."
Gli sorrisi e poi scoppiai a ridere sentendo la tensione abbandonare il mio corpo.
"Buch si vanterà di quello che è successo."
Mi mise in guardia.
Lo sapevo bene.
"Glielo dirò io. Non voglio mentirgli. Glielo dirò con calma così che non perda la testa."
"Dirò la verità anche io. Che ho visto tutto."
Lo guardai sorpresa. Che intendeva dire.
"Ho visto la tua faccia disgustata alla fine e come cercavi di tenere il tuo corpo lontano da lui. Quando sono corso qui dentro era l'unica immagine che avevo in testa. Per questo, ti sto credendo ora. Perché ho visto."
Ci pensai un attimo.
Buch non aveva percepito differenza nei nostri soliti baci.
Io avevo sempre baciato Buch così.
Come avevo fatto a mentire a me stessa per così tanto tempo?
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