51. Mela

La giornata passò in fretta tra una cosa e un'altra. Non mi sembrava vero che il giorno dopo sarei andata da Donati, probabilmente rischiando di essere fucilata prima ancora di entrare nella sua proprietà.
Quella sera a cena l'aria era pesante, nemmeno Billo aveva molta voglia di scherzare.
"Con quale macchina andrai da Donati?"
"Con la sua."
Rispose prontamente Skin al mio posto quando Eugene pose la domanda.
"Uno dei nostri è andato a recuperarla oggi."
Feci un cenno con la testa.
"Non possiamo accompagnarla noi. Teoricamente lei ci sta fregando quindi noi non sappiamo che sta andando da Donati.."
Si intromise Sam.
Sbuffai. Vederli così agitati mi agitava tanto da non voler continuare a mangiare il mio pollo.
"Ripassiamo il piano un'ultima volta."
Propose Sam facendomi sbuffare ancora più forte.
"Vado da Donati con la mia macchina, gli dico che sto cercando di incastrarvi per sbattervi in galera ma non riesco a trovare nulla su di voi, gli chiedo di collaborare in cambio di soldi. Un win win, lui avrà la droga, io mi riscatterò in dipartimento catturando tre stronzi.."
"Hei, piano con le parole." Si offese Billo.
"E avrò anche un ritorno economico. Un buon piano per essere vincenti entrambi, una collaborazione che renderà me una donna di successo e lui un uomo senza concorrenza."
Eugene fece un cenno con la testa, il piano gli piaceva.
"Il problema sarà se in qualche modo è a conoscenza del fatto che ti abbiamo rapita."
Skin era serio, mi studiava attentamente. Non gli piaceva quella situazione. Da buon maniaco del controllo, il fatto di sapermi in quella casa da sola e senza che lui potesse intervenire lo uccideva.
"Non lo sa. Come potrebbe saperlo? Non c'è nessun avviso della mia scomparsa.."
"Ma al dipartimento non ci sei. Se conosce qualcuno.."
"Perché sono sotto copertura." Interruppi Skin sul nascere. "È frequente che quando sei sotto copertura nessun sa dove sei sparita. Al dipartimento nessuno si starà facendo grandi domande perché penseranno che sono in missione. Gli unici che possono essere un intoppo sono Buch.."
"Dovevamo ucciderlo, lo sapevo." Intervenne Billo.
"E il comandante. Lui pensa che mi sono presa un momento di tregua ma se Donati dovesse fare domande su di me, dubito che lo direbbe. Soprattutto se dovesse dirgli che sono andata da lui. Penserebbe che ho qualcosa di grosso tra le mani che volevo tenermi per me."
Gli uomini al tavolo fecero un cenno di assenso alle mie parole.
"Abbiamo pubblicizzato quella puttanata all'inizio.. Abbiamo rapito una poliziotta sexy.."
Skin abbassò gli occhi al pensiero. Iniziò a tormentarsi il labbro come faceva quando era pentito di qualcosa. E io ormai conoscevo questi dettagli che non avrei dovuto conoscere ma non avevo il tempo di rifletterci in quel momento.
"Una mia idea. Volevo entrare nel giro e impersonare una poliziotta è la cosa che mi riesce meglio. Inoltre, se fossi scomparsa in qualche modo perché il mio piano veniva scoperto avrei lasciato traccia di me al club nella speranza che qualcuno mi collegasse a voi."
Era tirato per i capelli ma poteva funzionare.
"I lividi?" Chiese Sam facendomi sussultare. Mi dimenticavo di essere ridotta come un sacco da boxe.
"Potrebbe essere un problema."
"Ti sei fatta picchiare da qualcuno per strada per impietosirci ed entrare a lavorare per noi. Sapevi che salviamo donne maltrattate.." Propose Skin.
"E lo sai perché hai studiato le nostre ragazze e ti sei avvicinata a Neve mentre andava all'università."
Scossi la testa alla proposta di Billo.
"Neve non deve nemmeno essere nominata. Non deve entrarci in questa storia."
Però il resto funzionava. Poteva funzionare.
"Non credo che stiamo dimenticando qualcosa."
Chiesi conferma allora scrutandoli in viso.
"Il carico arriverà alle due di notte. Si fermerà  al largo, attenderà che qualcuno assaggi la droga avvicinandosi con una moto d'acqua e poi attraccherà al porto. Ma questo Donati lo saprà già, avrà discusso col fornitore." Mi ricordò Sam. Feci un cenno con la testa.
"Io gli dirò che ho creato un diversivo. Che ho fatto in modo che Eifel ricevesse notizia da parte di un mio collaboratore che il carico non sarebbe arrivato perché le acque non erano sicure. La stessa persona ha chiamato anche voi dicendovi più o meno la stessa cosa e chiedendo di spostare il carico due giorni dopo. Voi vi siete incazzati ma avete acconsentito. Gli farò sentire la registrazione sul mio telefono di Mary che si finge il mio collaboratore e voi che vi incazzate con lei di rimando, registrata chiaramente da Mary e inviata sul mio telefono da lei stessa."
Skin strinse i pugni.
"Tirato per i capelli."
Era sempre più preoccupato.
"Più o meno. Gli dirò che ho un diversivo, che i miei uomini faranno una retata al club in cerca di droga. Ne troveranno un po'. Eugene impersonerà uno dei miei. Così avremo il diversivo perfetto, un uomo disperato che ha bisogno il carico e soprattutto senza scrupoli. Manderà a cuore leggero qualcuno dei suoi uomini a rischiare il culo. Non si sentirà troppo in colpa a riguardo."
"E così avremo la sua fiducia."
"Invece voi sarete lì al molo, ben nascosti e pronti ad intervenire se qualcosa dovesse andare male. Giusto per precauzione."
Conclusi soddisfatta.
Billo alzò la mano al cielo e mi diede il cinque.
Cercai con gli occhi Skin sperando di vederlo sorridere ma era teso come mai prima d'ora.
"Non c'è nulla che può andare storto. Non ammazzerà un poliziotto."
Lo rassicurai con un sorriso.
Skin provò a sorridermi di rimando ma non andò come doveva e gli morì sul nascere.
Per tanto, non proseguii la conversazione ma finii il mio pollo in silenzio, alzandomi in piedi alla fine per aiutare Mary a sparecchiare.

Stavo finendo di riempire la lavastoviglie quando Skin giunse alle mie spalle.
Mary si voltò a guardarlo e poi si dileguò per lasciarci soli.
Mi strinsi le braccia intorno al corpo sentendomi troppo esposta in sua presenza.
"È un piano di merda."
Mi disse cogliendomi di sorpresa.
"Oh tu pensa, allora prova a trovare un altro piano tu. Hai tempo fino a domani!"
Lo sfidai a fare di meglio e mi voltai per continuare a riempire la lavastoviglie ma tempo un attimo, me lo trovai alle spalle e mi voltai di scatto quando mise la sua mano intorno al mio braccio.
"Sarai sola. Non potrò essere lì con te."
Sorrisi.
"Me la cavo bene anche da sola."
Skin si agitò.
"Quanto cazzo sei testarda!"
Gli misi entrambe le mani sulle braccia e quelle scosse elettriche, quella sensazione ormai famigliare non tardò a farsi sentire.
Sentivo i palmi delle mani bruciare al contatto con la sua pelle.
"Io so cavarmela in queste situazioni. Puoi fidarti di me."
"Se dovesse succedere qualcosa.."
Scossi la testa.
"Non puoi saperlo. Non tutto va secondo i piani!"
"Ma non possiamo programmare tutto. Noi poliziotti veniamo addestrati per cavarcela anche nelle situazioni peggiori. Improvviserò e riuscirò ad uscire da quella casa intera."
Fu il suo turno di fare un cenno con la testa.
Provò a fare un respiro profondo ma finì con lo strozzarsi come sempre.
"Sei coraggiosa e questo ti fa onore ma se dovessi sentire che qualcosa non va, vattene da lì. Non pensarci nemmeno un secondo. Scappa e torna a casa.."
Si morse il labbro a quelle parole.
Probabilmente si chiese cosa intendesse per casa e io stessa mi sorpresi per aver pensato alla villa, forse anche al club ma non di certo a casa mia.
"Lo so."
"Ti perquisirà. Non potrai avere addosso nulla che lo insospettisca. Non potremo sentire niente.."
Lo fermai mettendogli la mano sulla bocca.
"So tutto."
Mi avvicinai a lui e gli abbracciai il corpo stringendolo forte.
Posizionai la mia testa sul suo petto e inspirai a fondo il suo profumo.
Skin ricambiò l'abbraccio, senza vergogna e senza barriere.
Mi abbracciò forte come a volermi ringraziare per tutto, come a volersi imprimere nella testa e nel corpo quelle sensazioni.
"Non ci stiamo dicendo addio."
Gli ricordai dopo qualche minuto.
"Lo so."
Rispose sciogliendo l'abbraccio.
Mi prese per mano ed iniziò a condurmi al piano di sopra.
Io lo seguii come se fosse il gesto più automatico della mia vita.
Camminai dietro di lui sulle scale, lungo il corridoio fino in camera mia.
Andai a posizionarmi a letto, nella stessa posizione del giorno precedente e aspettai che lui si togliesse la canottiera per venire sotto le coperte e voltarsi sul fianco, così da guardarmi in viso.
Mi girai per accendere il proiettore di stelle che Mary mi aveva portato, così da avere un poco di luce in più.
Per qualche minuto restammo in silenzio a fissare il soffitto, semplicemente vicini non solo con il corpo ma anche con l'anima.
"Giurami che ti fidi di me."
Skin corrucciò la fronte alle mie parole.
"Giuralo!"
Gli intimai di nuovo.
Lui allungò la mano e seguì con un dito il profilo del mio viso.
"Ormai da tempo."
"Allora giurami che ti fiderai di me anche domani."
Vidi il suo viso rabbuiarsi.
"Cosa c'è che non va?"
Gli sorrisi facendomi più vicina.
I nostri nasi erano distanti un palmo della mano ormai e andava bene così ad entrambi.
"Nulla. Sarà una giornata stressante per entrambi. Ho bisogno di sapere che sarai dalla mia parte così come io sarò dalla tua."
Skin fece un cenno con la testa.
"Te lo giuro."
"Allora ne usciremo vincenti. Te lo prometto."
Mi avvicinai ancora un po' e gli posai un bacio sulla bocca.
Questo bastò per fare riaccendere fuoco e scintille nel mio corpo e da come si agitò Skin, sapevo che era lo stesso anche per lui.
Ma quella non era la serata giusta.
Dovevamo dormire.
Dovevamo attenerci al piano.
"Fidati di me."

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