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Skin

Spalancai gli occhi sentendo il rumore degli spari passarmi sopra la testa. In automatico, cercai di ripararmi con le mani rendendomi conto poco dopo di essere nella stanza di un ospedale.
"Merda." Sussurrai cercando il tasto per alzare il lettino.
Avevo una costola rotta, un polmone bucato che riusciva a riempirsi solo al 15 percento di aria ma entrambi sarebbero andati a posto da soli.
Avevo un taglio sul sopracciglio che mi era costato quattro punti, altri sette punti partivano dal dorso del pollice. 
Avevo dovuto fare una lastra alla gamba destra perché faticavo a poggiarla a terra, eppure sembrava non esserci nulla di rotto. Anche il mio naso era semplicemente sanguinante ma l'osso totalmente intatto.
Eppure ero tranquillo. Quasi sereno.
Sapevo che Mela stava bene, sapevo che Donati mi voleva morto ed ero pronto a combattere per il mio territorio e la mia gente.
La porta si spalancò e Billo entrò della stanza con uno sbirro.
Darko Malic. Uno dei peggiori corrotti della città.
"Skin.." Mi fece un segno di saluto con la mano.
"Ho saputo che sei stato derubato ieri sera. Ho sporto denuncia verso ignoti."
Chiuse la porta alle sue spalle e si fece più vicino.
Si guardò intorno per essere sicuro che nessuno potesse sentirci.
"Fate sparire i cadaveri, nascondete tutto e fatti dimettere entro stasera. Non posso continuare a coprire le tue stronzate."
Rimasi in silenzio mentre Billo si avvicinava alle sue spalle e gli girava un braccio intorno al collo.
"Amico mio, da quanti anni ci conosciamo?"
L'uomo iniziò a sudare. Sapeva bene quanto Billo fosse imprevedibile. Più di me, più di chiunque altro.
"Da molto."
"Anni direi."
Rispose il mio amico cercando conferma nel mio sguardo.
"Sai quanti cazzo di soldi ti abbiamo passato? Hai comprato casa con quei fottuti quattrini. Hai sposato tua figlia, mantieni la tua cazzo di famiglia, sia qui che quella che nascondi a tua moglie, quella in Europa. E ci vieni a dire cosa dobbiamo e non dobbiamo fare? Ci minacci? Ci dai degli ordini? Spiegami.."
L'uomo inghiottì rumorosamente la sua saliva.
"Billo, lascialo." Sbuffai rumorosamente. Ne avevo le palle piene di quelle situazioni. "Scusaci. Abbiamo avuto una nottata di merda."
Il poliziotto mi sorrise con difficoltà. Aveva paura, potevo fiutarla da lì.
"Abbiamo un cadavere da portare via. Scorterai i miei uomini fino al punto definito."
Gli ordinai facendo cenno a Billo di lasciarlo andare.
"Starai alla larga dal club in maniera da non attirare sguardi indiscreti e mi manderai rapporto su Donati. Voglio sapere tutto. Chi paga, chi ha come amico. Chi ha come nemico.."
L'uomo si aprì l'ultimo bottone della camicia.
"Donati ha molti amici."
"E molti nemici." Lo interruppi innervosendomi. "Tu hai qualche nemico?"
Malic scosse la testa.
"Perché basta dircelo. Sai che possiamo aiutarti su tutto." Si intromise Billo.
"O possiamo diventare i tuoi peggiori nemici." Conclusi io guardandolo diritto negli occhi."
Ancora una volta l'uomo inghiottì rumorosamente. Guardò alle sue spalle per vedere se qualcuno ci stava raggiungendo.
"So che il suo fornitore è sparito. Ha bisogno di fare affari dalla vostra parte della città.."
"Dimmi qualcosa che già non so." Gli intimai voltandomi per mettermi seduto a bordo letto. Trattenni qualsiasi smorfia di dolore. Mai mostrarsi deboli.
"So che sta cercando di prendersi un carico. Un carico che arriva da sud. So che possono arrivare solo via nave e la loro tratta fa scalo al molo 15." 
Mi girai di scatto. Erano i Boliviani ad arrivare lì. Da una vita ormai.
"Sta rubando il giro ad Eifel?" Chiesi tutto d'un fiato.
Anche Billo si fece più vicino.
Mi guardò. Dovevamo contattarlo subito.
Eifel non era un nostro amico ma nemmeno un nostro nemico. Il molo da quella parte della città era comandato da noi ma avevamo lasciato un paio di scali a lui. Questo in cambio di non avere casini nella nostra zona e nessuno dei suoi uomini intorno al club. Era uno dei nostri protetti.
Sapevamo quali traffici illeciti aveva ma sapevamo anche che poco del suo introito veniva da lì. Pochi carichi al mese, distribuita altrove. Ce la facevamo andare bene.
E ora Donati voleva rubargli il giro. Probabilmente l'offerta sarebbe stata di fare fuori Eifel insieme e prendere lui il suo posto ma io mi ero opposto da subito. Quindi forse voleva fare fuori me e collaborare con Eifel? Fare fuori entrambi?
Eifel era un uomo d'onore, non mi sembrava il tipo pronto a scavarmi la fossa e Donati era un narcisista. Probabilmente la stava scavando ad entrambi. 
Voleva prendersi tutto.
"So che il carico è contestato. Il fornitore ha già un altro cliente. Stanno contrattando per riuscire a rubargli il giro ma il problema è che l'area dove attraccherà la nave è la vostra.."
"Vattene." Dissi al poliziotto allungandomi per prendere i miei vestiti.
"Ora!"
Billo lo prese per un braccio e lo condusse all'uscita.
"Ricordati, siamo amici." Lo minacciò prima di sbatterlo fuori.
"Dobbiamo chiamare Eifel!" Pronunciammo insieme quelle parole appena la porta si chiuse alle spalle di Malic.
Feci un cenno con la testa.
"Subito. Incontriamolo il prima possibile!"

Mela

Mi svegliai di soprassalto, totalmente sudata. Le prime immagini che mi balenarono in testa furono due uomini, uno con la pistola puntata verso di me che però faceva fuoco verso Skin e Skin che cadeva in ginocchio, ricoperto di sangue.
"È una notte intera che ti agiti."
Voltai la testa in direzione della voce.
Sam era sempre sulla poltrona  con la pistola in mano.
"Lo hai sentito?"
Gli chiesi piena di speranza.
Scosse la testa.
"Ma che significa? Sta male? Non hai sentito nemmeno Billo?"
L'uomo sembrò pensarci un attimo.
"Stai fingendo?"
Mi chiese allora guardandomi di sottecchi.
"Che..?"
"Stai fingendo che ti importa di lui? Per fuggire? Per cosa?"
Scoppiai a ridere.
"Se lo hai sentito dimmi come cazzo sta."
Rimase in silenzio qualche istante.
"Sta tornando a casa. Sta bene."
Sospirai di sollievo.
"Sai, per un momento ho pensato tu fossi il più gentile dei tre. Mi sembrava che qualcosa in te ti facesse apparire buono. Invece sei uno stronzo di merda."
Sam balzò in piedi a quelle parole ma ormai ero un fiume in piena, non mi lasciavo intimidire dalla sua arma.
Skin non mi voleva morta, lui obbediva a Skin.
"Non so quali frustrazioni tu abbia, cosa la vita ti abbia fatto ma mi tratti come il peggiore degli esseri da quando sono arrivata. Come se fossi una carogna. Alla fine, stavo solo facendo il mio lavoro e voi stavate infrangendo la legge in un miliardo di modi. Puoi biasimarmi? Eppure per voi ho rischiato il culo, nonostante tutto. Nonostante il Messico e nonostante.."
Sam alzò la mano e io voltai la testa pronta a prendere il suo ceffone.
Invece, una mano calda e gentile si posò sulla mia guancia e la massaggiò.
"Questo livido è brutto. Mettici del ghiaccio e prendi una medicina dopo aver fatto pranzo."
Sgranai gli occhi.
"Parli troppo. Non so come fai a piacere a Skin."
Si voltò e io lo seguii immediatamente.
Passammo davanti alla scalinata centrale e poi entrò in una seconda sala.
Eravamo in cucina. In un'immensa cucina.
Mi guardai intorno pensando al mio patetico appartamento al quinto piano.
"Siediti. E predi."
Mi passo un piatto e ci posò al suo interno della purea e delle salsicce.
"Sono vegetariana."
Sussurrai facendogli girare gli occhi al cielo.
"Aspetta."
Si diresse al frigo per controllare cos'altro ci fosse ma quando si voltò a guardarmi mi colse in fragrante mentre davo il primo morso alla salsiccia.
"Scherzavo."
Mi giustificai con un sorriso.
"Che donna terribile."
Sorrisi e mi sembrò farlo anche lui.
Poi prese posto al tavolo accanto a me.
"Tu non mangi?"
Gli chiesi. Attesi la sua risposta alcuni istanti. Sembrava sempre dover ragionare sulle parole prima di rispondere.
"No. Non finché Skin non è a casa."
Mi sentii in colpa per qualche istante ma poi feci spallucce.
"Io ho fame."
Conclusi andando avanti a mangiare.
"Siete proprio legati voi.."
Conclusi beccandomi un occhiataccia.
"Siamo fratelli. E tu da lui che vuoi?"
Fu il mio turno di girare gli occhi verso il cielo.
"Skin può sembrare un farabutto ma è una persona fragile, con un passato fragile alle spalle e il peso di tante responsabilità."
"Capisco."
Continuai a mangiare in silenzio non capendo bene dove volesse arrivare.
"Tu gli piaci. Abbastanza da difenderti. Abbastanza da discutere con noi."
Gli feci un sorriso che morì sulle mie labbra appena lo guardai.
"Se stai giocando con lui, smettila subito. Se vuoi distruggerlo, smettila subito."
Sbuffai di nuovo prendendo dell'acqua.
"Sì, capisco. Dirai le stesse cose anche a lui?"
Mi prese per il polso bloccandomi la mano. Lo ritrassi in fretta. Aveva toccato proprio la ferita che mi faceva male.
"Mela, non scherzo. Skin mi ha salvato la  vita in un milione di modi. Tu non sai nulla di quello che abbiamo passato. Io gli sono amico e gli sono anche debitore. Io non ti permetterò di fare a lui del male."
Lo guardai seria.
"Io non sto facendo proprio nulla e fino a prova contraria gli ho salvato il culo ieri."
I nostri occhi si incrociarono e iniziò una sfida di chi mollava prima. Ognuno stava fermo nella sua posizione.
Aprii la bocca per parlare ma la porta d'ingresso si richiuse rumorosa.
"Mary Sol, amor de mi vida. Sono a casa!"

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