17. Mela

"Fammi vedere che sei in grado di fare la brava.."

Con chi credeva di avere a che fare? Non avevo la minima intenzione di fare la brava ma di certo, nemmeno di finire nel buco di culo più lontano al mondo. Quindi, mi trattenevo per amore di me stessa mentre cercavo di trovare una via di fuga.
Era passata una settimana da quel giorno. Le cose erano andate abbastanza bene.
La mia testa stava guarendo, ormai avevo un piccolo cerotto trasparente e i cinque punti che Neve mi aveva messo erano piuttosto belli, non troppo evidenti insomma.
Avevamo festeggiato il Natale insieme. Avevamo preparato una lunga tavolata con ogni ben di Dio e avevamo condiviso il pasto come se fossimo una famiglia, festeggiando per quell'anno appena passato e per le cose di cui eravamo grati. Poche cose per me in quel momento.
In totale, c'erano una ventina di ragazze che a turni lavoravano al club e dieci membri della sicurezza.
Nella loro villa che io immaginavo fosse il luogo di detenzione del primo giorno, ci lavorava Mary e sicuramente un'altra donna. Non sapevo dire quanta sicurezza ci fosse sul posto. Non era di sicuro nemmeno l'unica proprietà che avevano ma non mi era dato sapere di più.
Al giorno di Natale si era presentato questo signor Angelo, un avvocato di mezza età. Lo conoscevo per sentito dire. Era un buon avvocato, piuttosto rispettato nell'ambiente e sapevo che aveva partecipato a casi di rilevanza in quell'ambito.
Era spesso sul giornale e aveva condotto un programma televisivo.
Ora capivo come faceva ad avere tutto quel potere e quella popolarità.
Il signor Browne era stato sostituito e ora, il riciclaggio di denaro avveniva mediante quest'uomo.
Chissà se avevano mantenuto la compra vendita di immobili come sistema per truffare lo stato.
Avevo provato ad intrufolarmi nell'ufficio di Skin in ogni modo ma questo era a prova di scasso. Avevo anche provato a rompere la vetrata che c'era all'entrata di esso ma chiaramente, il vetro era di quelli anti proiettile.
Sicuramente dentro quell'ufficio teneva cose preziose e io dovevo metterci le mani. Dovevo conquistare la sua fiducia così che avrei potuto essere più libera di girare in quel luogo. Il mio piano originale era stato ripristinato e mi sentivo una grande furbacchiona in quel momento. Avevo rischiato la vita sette volte più o meno nell'arco di due settimane con una media che nemmeno un ragno abusivo all'interno di una casa famigliare rischiava, però, ero dentro e Skin non voleva più uccidermi, piacevo alle ragazze e tutto quello che mi serviva per incastrarlo era lì, ad un passo dal mio naso.
Per questi motivi, stavo facendo la brava.
Sorridevo ai clienti, provavo a fare dei cocktails migliori anche se non ci riuscivo troppo bene, Lisa era quasi morta di infarto provando il mio Black Russian quindi mi stava dando ripetizioni e soprattutto, stavo evitando di litigare con Skin.
Anzi, evitavo proprio Skin e lui sembrava evitare me.
I tre si aggiravano spesso all'interno del club, soprattutto la notte erano quasi sempre presenti.
Billo era il più festaiolo. Finiva le serate praticamente sempre ubriaco, spesso si lanciava sul cubo per ballare e capitava che mettesse musica al posto del dj.
Sam era il più serio. Solitamente controllava che tutto andasse a buon fine e se ne stava in un angolo a chiacchierare con questo e con quello senza mai dare spettacolo.
Skin invece era imprevedibile.
Alcune serate le passava nel suo ufficio, altre lo ritrovavo a ballare in pista come uno scatenato.
Aveva un bel rapporto con le ragazze, di questo avevo dovuto dargli atto nel corso di quei giorni, soprattutto mediante i racconti di Neve.

Neve mi aveva dato così tante lezioni di ballo che avevo perennemente male alle gambe. Mi piaceva ballare. Quando ero un adolescente ancora spensierata, in discoteca ci andavo spesso e adoravo quei momenti. Poi con gli incarichi e le responsabilità, mi ero dimenticata che potevo anche divertirmi e che la mia vita non era una sola ed unica missione.

"Che ne dici se questa sera al posto di avvelenare clienti non provi a ballare sul cubo?" Mi aveva chiesto Lisa due ore prima e la proposta mi era sembrata sensata ed intelligente.
Era la notte di Capodanno, mi sembrava un ottimo esordio.
Per quel motivo, sulla porta era comparso un manifesto: Abbiamo rapito una sexy detective, e io mi ritrovavo vestita con un body color oro pieno di frangette luccicanti. Avrei ballato a piedi nudi, sui tacchi non riuscivo proprio a starci e avevo deciso di truccarmi poco quella sera. Avevo fatto una coda alta e i miei capelli lunghi arrivavano fino a metà schiena, un poco di rossetto scuro ed ero pronta per fare il mio debutto.
Era strano. Un mese prima non avrei mai nemmeno osato immaginare un momento del genere. Mi sarei sentita una poco di buono al solo pensiero, per me quelle ragazze erano delle prostitute e l'idea di fare eccitare dei porci mi metteva i brividi.
Poi ero arrivata lì, non proprio di mia spontanea volontà e nonostante tutto, era successo che provassi sensazioni ormai dimenticate da tempo; qualche volta io mi ero divertita.
Mi piaceva quando staccavamo il turno e io, Neve e Tara ci bevevamo un cocktail raccontandoci cazzate varie e mi piaceva ballare dietro al bancone.
Ogni volta che Skin mi guardava mettevo il broncio, dovevo mantenere la mia parte, ma d'altronde in qualche modo tutti quegli avvenimenti avrebbero portato un cambiamento positivo alla mia vita perché mi ero resa conto che molte cose non funzionavano più da tempo.
Quindi, dato che ero stata rapita ed ero costretta a stare in quel luogo, potevo per lo meno provare cose che non avrei mai provato nella mia vita ordinaria e ballare in pubblico era una di queste.

E così mi ritrovai in piedi di fronte al grande specchio del camerino, pronta a lanciarmi in quell'avventura che mi sembrava più spaventosa di qualsiasi intervento svolto con la polizia.
"Sei carina. Diciamo che si poteva fare di meglio. Ti senti pronta?" Alzai il dito medio verso Lisa facendola ridere.
Era bellissima. Era così luccicante tra tutti quei brillantini e i capelli mossi le incorniciavano il viso come se fosse dipinta.
"Balli sul cubo piccolo. Ci sono sempre gli uomini della sicurezza intorno quindi stai tranquilla. Non fare scenate, non fare cazzate, non uccidere nessuno."
Alzai le mani sopra la testa.
"Mettiti le scarpe per camminare fino a là, ci manca solo che ti tagli un piede e per l'amor del cielo, è una serata importante e Skin mi ammazza se fai andare male le cose."
La rassicurai con un grande sorriso.
"Proverò a non ammazzare nessuno anche se non lo prometto."
Neve prese la bottiglia di vodka e ne bevve un sorso generoso passandomela subito dopo.
Era tutta la serata che bevevamo qualche alcolico per scioglierci e mi sentivo leggera in quel momento.

Mi sentivo leggera mentre uscivo dal camerino, leggera mentre camminavo verso il cubo e molto meno leggera una volta che ci ero salita sopra e mi ero accorta che c'era una marea di gente e io avevo una marea di occhi puntati addosso.
Mi morsi il labbro e pensai che potevo pur sempre scappare ma Lisa a pochi metri da me mi guardava supplicante.
Ma che mi importava? Questa gente non aveva la minima idea di chi fossi e alla fine, nemmeno gli interessava. Potevo farlo. Potevo divertirmi!
Nella vita non ero solo una detective ma ero anche una donna. Una donna piuttosto giovane e anche femminista e mi rendevo conto ora che avevo camminato con i paraventi davanti agli occhi e i pregiudizi sulla punta della lingua.
Potevo ballare su un cubo senza essere una prostituta, potevo ridere senza sentirmi in colpa, potevo passare le mie giornate a cazzeggiare senza sentirmi fuori luogo perché non avevo nulla di serio ed importante da fare.
Tutta quella leggerezza era così positiva che mi faceva paura.
In quella situazione avrei dovuto passare giorno e notte a piangere, avrei dovuto picchiare i pugni contro i vetri e tentare di contattare il dipartimento con i piccioni viaggiatori.
Invece, ancora non lo avevo capito davvero, ma il mio corpo si stava già assestando e i miei tentativi di fuga diventavano sempre meno convincenti.

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