Quale amore?
Claire's POV
Mi svegliai. Guardai l'orologio sul comodino: 09:48. Strano che Cleo non mi avesse ancora "sfrattata" dal letto. Mi alzai e scesi le scale per dirigermi verso la cucina. Dopo aver percorso i primi scalini, notai un piccolo pacchetto davanti la porta.
"Cleo! Chi l'ha lasciato questo?" Chiesi.
"Non lo ricordo..." Rispose confusa. Pensai che Alex lo avesse lasciato qui e poi avesse chiamato Nate per cancellarle la memoria.
"Okay! Non ti preoccupare. Comunque ciao Crystal!" Dissi rivolgendomi poi a Crystal.
"Ciao sis." Mi rispose con un sorriso. Dopo aver fatto colazione, aprii la scatola: dentro c'era un bracciale di perle e lessi una piccola lettera in fondo al pacco.
'Claire, da quando ti ho vista la prima volta, la mia vita è cambiata. L'hai resa migliore. Magari per ora non ti fidi di me, ma io ti amo. Ti amo tanto, piccola mia. Scusa per averti rubato del tempo. Spero di vederti di nuovo presto.'
"Che dolce che sei, Alex..." Dissi tra me e me.
"Claire! Fai la doccia e poi aiutami con i lavori di casa! Oggi tocca a te!" Urlò Cleo. Due ore dopo avevo finito il mio incarico. Corsi a mettere la prima cosa che trovai nell'armadio e andai da Alex per ringraziarlo.
"Claire! Che fai qui?" Disse sorpreso.
"Sei un bravo attore, Alex! Grazie per il bracciale!" Dissi sorridendo. Così gli detti un bacio e lui ricambiò. Dopo andai a fare una passeggiata. Ormai stavo cominciando ad abituarmi alla nuova vita. Prima o poi dovevo affrontare questo cambiamento; non potevo stare per sempre a vivere di ricordi. Dovevo capire che ormai quel capitolo della mia vita era passato e non potevo tornare indietro in alcun modo. Dovevo essere entusiasta di vivere ogni giorno ed affrontare i tanti problemi, accompagnata però dalle persone a cui volevo tanto bene. Ritornai a casa per pranzare, ma notai che Crystal era sdraiata sul divano attorno ad un cerchio di fuoco. Cleo non era in casa. Entrai nel panico più totale. La chiamai più volte, pur sapendo che probabilmente fosse svenuta.
"Crystal! Crys! Ti prego! Svegliati!" Urlai. Presi un secchio e lo riempii più velocemente possibile di acqua. Stavo per buttarla sul fuoco, quando Crystal si svegliò e il fuoco scomparve. Di esso, nessuna traccia. Nulla si era danneggiato e Crystal stava bene.
"Claire..." Disse ancora in stato confusionale.
"Crystal! Stai bene, vero?" Mi misi a piangere per la paura.
"Sì, tutto bene. Per caso ero attorno ad un cerchio di fuoco?" Io ero sconvolta. Era svenuta: come faceva a saperlo?
"S-sì ma com-"
"Lo so perché mi è successo anche al ristorante, quando ero con Ric." Mi disse con sguardo preoccupato.
"Perché non me l'hai detto? Crystal io non so perché ti succeda, ma almeno posso fare ricerche che tu non puoi fare!" Chiamai Alex.
"Alex! Dov'è il libro?"
"Non lo so! Lo hanno preso Amy e Carol!"
"Allora tu sai perché a volte spunta un cerchio di fuoco?"
"No, non l-"
"Alex, ci sentiamo dopo. Devo andare."
"Ciao." Disse con un tono preoccupato. Staccai la chiamata.
"Crystal, io tante sere fa ero andata in biblioteca, seguendo Cleo. Hanno parlato dei ragazzi che hanno poteri. Sorprendentemente, hanno nominato anche te."
"Ma perché ho questo potere? Io non lo controllo, non so perché si "attiva", insomma."
"Questo, dobbiamo ancora scoprirlo, sorellina mia." Le dissi abbracciandola.
Dopo pranzo, andai a casa di Alex perché voleva capire meglio cosa fosse successo.
"Crystal. È già la seconda volta che le succede!" Gli spiegai.
"Ecco perché l'hanno nominata all'ultima riunione della Congregazione!" Disse.
"Alex, ma tu pensi veramente ciò che hai scritto nella lettera?" Gli chiesi, prendendolo quasi alla sprovvista.
"Certo." Disse senza nessuna emozione. Provai a baciarlo, ma lui si allontanò. Allora ritornai a casa.
"Crystal, Alex è cambiato. Devo capire cosa stia succedendo. Tu segui Cleo, mentre io cerco di capire cosa stia accadendo ad Alex." Le dissi guardandola negli occhi. Lei annuì. Il giorno dopo Crystal intravedeva Cleo al computer. Non poteva vedere molto dato che guardava dalla serratura della chiave. Io invece parlai con Alex.
"Alex, mi dispiace ma io e te non possiamo più stare insieme. Non ti posso più amare." Gli dissi piangendo per finta. Volevo capire come avrebbe reagito.
"Claire, se pensi sia la cosa più giusta da fare...beh...allora fai ciò che per te è meglio." Disse con un tono lievemente dispiaciuto. Non lottò nemmeno per la nostra storia. Allora corsi da Nate.
"Nate! Non ci posso credere!" Urlai, una volta entrata nella casa al lago, piangendo.
"Che cosa è successo, piccola?"
"Ho lasciato Alex ma lui non ha nemmeno provato a convincermi a non farlo!"
"Non ti preoccupare! Vedrai che tutto ritornerà come prima! Ma chi te lo ha regalato quel bracciale?"
"Alex..." A quella risposta, vidi la sua faccia cambiare espressione. Forse era semplicemente geloso.
"Claire! Come hai potuto pensare che te lo abbia regalato lui? Prima Alex ha approfittato del fatto che tu avessi creduto fosse stato lui a regalartelo, appena ha capito che in realtà il mittente fossi io, ha cambiato comportamento perché era geloso!" Urlò. Non sapevo più chi credere.
"Oppure quello geloso sei tu?" Urlai di risposta. "Esci da questa casa, ora! Non ti voglio mai più vedere! Sarà meglio che tu non chieda più aiuto ai Leafen, Nathaniel Hudson!" Uscì velocemente ed arrabbiato. Tolsi quel bracciale e lo lanciai contro il tavolo di fronte a me. Mi lasciai scivolare contro il muro e mi misi a piangere. Sentii la macchina fuori la casa accendersi e andare via sgommando. Era davvero arrabbiatissimo, a tal punto che cominciai a pensare che il mittente fosse stato veramente lui. Andai da Alex. Aprì la porta e con tutta la rabbia che avevo, gli detti uno schiaffo.
"Sei un traditore Alex!" Urlai cercando di non piangere.
Ritornai a casa. Chiusi la porta della mia camera a chiave e presi le cuffie. Le collegai al telefono e cominciai ad ascoltare musica. La musica: era diventata l'antidoto a tutte le mie tristezze. Mi faceva sentire felice. A volte pensavo che solo la musica riuscisse veramente a capirmi e a consolarmi. Non volevo più ascoltare le canzoni di Mika perché, pur essendo allegre, mi veniva nostalgia ogni singola volta e finivo per mettermi a piangere. C'era una band abbastanza conosciuta che mi stava cominciando a piacere molto: i Coldplay. Le loro canzoni mi rappresentavano tantissimo ed ogni volta che le ascoltavo, finivo per avere un sorriso veramente sproporzionato rispetto alla mia faccia; ed almeno loro non mi facevano ricordare nulla della mia vecchia vita. Ero nel mio mondo quando sentii qualcuno bussare alla porta della mia camera. Dovetti mettere in pausa la musica solamente per essere avvisata della cena. Scesi controvoglia e cominciai a mangiare qualcosa.
"Claire ma stai sempre ad ascoltare musica tu? I tuoi genitori te lo permettevano?"
"Cleo, la musica mi rende felice quindi non sono affari tuoi! Non ho più fame." Mi alzai e ritornai nella mia camera. Era il mio rifugio.
"Come ti permetti di chiedermi cosa facevano i miei genitori? Tu non sei nessuno!" Dissi sussurrando tra me e me con voce tremolante e tra le lacrime. La sentivo a malapena arrabbiarsi con me dal piano di sotto, così alzai il volume della musica. Non sapevo quanto a lungo ancora potessi regghere. Cercava di farci da madre, ma io la odiavo sempre di più.
Ma cosa? 204 visualizzazioni? Io vi adoro....mi sono commossa.....grazie...non posso dire nient'altro che grazie....lunedì due capitoli allora :)
La vostra coldplayer, Vanessa007love.
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