Punto di partenza
Claire's POV
L'indomani mattina Cleo non era ancora tornata. Quando mi svegliai, Crystal dormiva ancora. Dopo la colazione cominciai a riflettere. Nonostante fossero passati mesi da quando i miei genitori se n'erano andati, ancora non ero riuscita a superarlo. Quando ci pensavo, mi spuntavano sempre le lacrime agli occhi e non riuscivo più a controllarmi. Era così brutto... era brutto sapere che non avrei più vissuto con loro: non avremmo potuto litigare, non avremmo potuto più passare momenti insieme... ma la cosa che più mi faceva diventare triste era che ad un'estranea fosse stato affidato il loro ruolo. A lei non importava completamente nulla di noi, anzi probabilmente ci odiava. Singhiozzavo da minuti cercando di trattenermi senza successo. Avevo bisogno di distrazioni, così decisi di andare nel bosco. Una volta lì, capii che in realtà non mi faceva stare meglio. Passai intenzionalmente dalla casa sul lago per vedere se Nate era già sveglio. Bussai e lui aprì la porta.
"Buongiorno, signorina Leafen." Mi salutò gentilmente in onore della prima volta che ci incontrammo.
"Hey Nate! Tutto bene?"
"Sì, tu?" Mi sorrise leggermente. Quel suo sorriso... potevo stare a fissarlo per ore...
"Tutto bene, diciamo..."
"Che succede?" Al pensiero che si preoccupasse per me, cominciai a sentire le farfalle nello stomaco.
"Io... ho pensato che non rivedrò mai più i miei genitori e..." Non riuscii a continuare la frase. Sapevo che se l'avessi fatto, sarei scoppiata in lacrime, così decisi di prendere un respiro e lasciargli intendere.
"Ti capisco... stai tranquilla. Ti va di fare una passeggiata?" Mi stavo facendo troppi film mentali, come potevo pensare che in quel modo mi stesse invitando ad uscire? Annuii lievemente. Sul suo viso serio comparve un sorriso malizioso. Si girò verso la collina, poi mi guardò alzando un sopracciglio.
"A chi arriva prima lì su?"
"Tu sei pazzo!" Gli urlai. Ma lui era già partito.
'Ma quanto è veloce?' Pensai tra me e me. Corsi fino a che ebbi il fiato corto. E non ero neppure arrivata a metà! Mi ripresi un po' e lo rincorsi ancora. Era circa cento metri davanti a me ed ancora non si era fermato nemmeno una volta! Arrivò in cima e poco dopo lo raggiunsi.
"Guarda che bello qui su!" Mi disse. Aveva proprio ragione.
"Nate, tu hai finito la scuola?"
"Sì."
"Domani inizierò il quarto anno, sono così agitata! Penso che comincerò a far parte delle cheerleader!" Lui mi sorrise, stavolta dolcemente. Avvisai Crystal che sarei stata fuori tutto il giorno. Passammo tutta la giornata insieme e alla fine ritornai a casa, stanca ma felice. Avevo passato l'ultimo giorno delle vacanze con Nate! Il giorno dopo mi svegliai, già annoiata al pensiero che la scuola sarebbe ricominciata.
"Crys, dobbiamo farcela anche quest'anno!" Le dissi poco prima di prendere l'autobus. Lei annuì. Salimmo sull'autobus e occupammo due posti al centro. A qualche fermata dopo, salì una ragazza nuova. Aveva i tratti simili a quelli di qualcuno che conoscevo abbastanza bene, ma non riuscivo a ricordare chi. Si sedette in un posto da sola e non parlò nemmeno un attimo. Di solito mi mettevo a parlare con gli altri ragazzi che non conoscevo, ma lei emanava negatività, non riuscivo a trovare il coraggio di parlarle. Una volta arrivate a scuola, io e Crystal andammo alla classe di biologia. Entrò la nuova ragazza.
"Quest'anno a frequentare il corso di biologia ci sarà una nuova alunna. Vuoi presentarti?" Lei annuì lievemente.
"Sono Tiffany, Tiffany Hudson." Ma quello era il cognome di Nate! E lui aveva detto di avere una sorella di nome Tiffany! Anche Crystal sembra saperne qualcosa, infatti mi guardò negli occhi. Alla fine delle lezioni mi iscrissi alle cheerleader e andai alla casa al lago da Nate insieme a Crystal per sapere qualcosa in più.
"Nate, abbiamo conosciuto una certa Tiffany Hudson oggi a scuola. Frequenta il corso di biologia con noi!" Mi fissò negli occhi senza dir nulla.
"Com'è?"
"Bionda occhi azzurri... è molto diversa da te..." Ma fu allora che capii che aveva i suoi stessi lineamenti. "Ma ha i tuoi stessi tratti!" Lui continuò a fissarmi. "Non dici nulla?"
"Questo significa che lei è qui..." Il suo sguardo era perso nel vuoto. Dopo un po' mi guardò di nuovo e urlò: "Tu non sai nulla di me e della mia famiglia!" Io mi allontanai un po' da lui.
"I miei genitori erano norvegesi, ma si erano trasferiti qui da piccoli. Un giorno mia zia si ammalò, così i miei ci costrinsero ad andare in Norvegia con loro. Ci trovavamo bene, ma gli unici amici veri che avevo erano qui. Nonostante allora avessi solamente nove anni, non riuscii più a fare amicizia con nessuno. A scuola erano simpatici, ma non potevo definirli veri amici. Mia zia guarì, così finalmente io e i miei quattro fratelli ritornammo qui."
"Quattro?" Chiede Crystal.
"Tiffany, che ha la tua età, Brian che ha 14 anni, Stewie di 13 e Mildred che ne ha 11." Avevo saputo abbastanza per quel giorno così ritornai a casa. Qualcuno bussò alla porta: era Alex con un cagnolino in mano.
"Come facevi a sapere che volevo un cane?" Ero sconvolta.
"Lo sapevo e basta!" Mi sorrise. "Mi perdoni?" Mi chiese.
"Io... Alex... io e te non potremmo funzionare insieme... ma cosa sto dicendo? Ma mi sento? Io... ti amo, Alex!" Così dicendo mi baciò. Mi mancava la sensazione dei suoi baci.
"È una femminuccia, che carina! La chiamerò sicuramente Lilli, grazie Alex!" Gli detti un altro bacio sfuggente e poi andò via.
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