La mia bisnonna

Arrivarono lì, in quel boschetto. Non era cambiato quasi nulla dall'ultima volta che erano state lì; forse solo l'erba, che con il tempo era cresciuta, cambiava leggermente il paesaggio. C'era una leggera brezza che accarezzava il viso delle giovani ragazze, mentre la zia sembrava persa nel nulla a fissare quella villetta, come se fosse immersa nei suoi ricordi.

Claire's POV

La zia era assente mentalmente. Cos'ha? Sempre a pensare! Decisi di interrompere quel silenzio: non volevo perdere altro tempo lì fuori. Dovevo cercare qualcosa, di cui onestamente non avevo la più pallida idea di cosa fosse, ma dovevo cercare. Così interruppi quel silenzio solcato solo dal rumore del vento.
"Allora! Non entriamo? Che facciamo qui fuori?"
Nessuno delle due rispose, così decisi di prendere iniziativa ad entrare. Come fossero i miei pulcini, mi seguirono entrambe. Allora ci trovammo nell'immenso salone d'ingresso. Ci sedemmo sulle poltrone. Decidemmo di dividerci per cercare in quell'immensa villa. Io andai nella cantina, Crystal in soffitta e la zia cercava nelle varie stanze. Scesi giù per quelle scale grazie alla luce del mio telefono. Devo ammettere che avevo un po' di paura. Ogni singolo scricchiolio mi metteva inquietudine e la luce illuminava le scale con un movimento molto tremolante. Non sono mai stata molto coraggiosa. Una volta scese tutte le scale mi ritrovai in quella buia cantina ma, come avevo già intuito, la luce non funzionava, così non spensi quella del mio telefono. Era molto disordinata: ovunque mi giravo c'erano scatole impolverate, il che mi metteva ancora più paura. Notai che da quel luogo in cui mi trovavo si aprivano numerosi corridoi sotterranei, così decisi di incamminarmi verso uno di questi. Lungo il corridoio c'erano tantissime ragnatele: non so ancora come ebbi il coraggio di continuare! Intravidi una luce in fondo al buio corridoio, il che mi fece tremare dalla paura; con il cuore in gola arrivai lì quando intravidi nel mezzo della luce, una figura evanescente, cosa che non mi rassicurava per niente. Cominciò a chiamarmi.
"Claire, Claire Leafen, vieni qui!"
Mi stava per uscire una lacrima dalla paura, avevo gli occhi lucidissimi, anche se quella voce era rassicurante. Ero sull'orlo del pianto quando decisi di chiedere chi fosse.
"Chi sei?"
"Sono la tua bisnonna"
"Come ti chiami? Perché sei qui? Quanti anni hai? Perché sei ancora così giovane?" Avevo ancora molta paura, ma soprattutto volevo sapere, volevo sapere chi fosse questa ragazza.
"Calma, piccolina!" Mi disse sorridendo "Ora ti racconterò una storia che include tutto ciò che vuoi sapere da me" Continuò.

Nacqui nel 1937 da una famiglia benestante. Ero figlia unica, cosa abbastanza strana per quei tempi, ma mia mamma decise così dopo aver perso il suo secondo figlio al 5º mese di gravidanza. Un giorno mi innamorai di un ragazzo. Era un povero mercante ma era bellissimo: aveva i capelli neri e gli occhi azzurri. Era un ragazzo alla mano, non prendeva nulla sul serio. Corteggiava le ragazze e, una volta innamorate di lui, se ne andava perché non voleva una storia seria. Io, come tante ragazze, lo conobbi e fu come un colpo di fulmine. Io lo vidi lavorare alla bottega mentre passeggiavo e lui quando mi notò, cominciò a riempirmi di lusinghe e complimenti ogni giorno di più. All'epoca io avevo 16 anni, troppo piccola penserai, ma io lo volevo veramente. Un giorno scoprii di essere incinta e quando glielo dissi, lui andò via e non mi cercò più. Era davvero uno stupido a lasciarmi sola con i problemi che anche lui aveva creato. Le settimane passavano e i sintomi si facevano sempre più pesanti, infatti che mio padre lo venne a scoprire. Appena lo seppe mi cacciò fuori di casa perché non poteva disonorare il nome della famiglia soltanto per una stupida figlia che aveva combinato guai cosi giovane e soprattutto non sposata. Allora cercai un lavoro. La mia bimba nacque. Era bellissima. La chiamai Anne, come uno dei personaggi di un famoso film inglese di quell'anno. Il mio datore di lavoro mi diede una stanza in cui abitare in cambio del lavoro, ma la piccola Anne aveva bisogno di cure e cibo che io non le potevo fornire e poi non sempre potevo andare a lavoro perché stava male. Gli anni passarono e per pietà il mio datore di lavoro continuava ad offrirmi l'alloggio e qualcosa da mangiare per me e per la mia bambina. Ma un giorno la piccola bottega in cui lavoravo fallì così persi sia il lavoro che la casa. Mi ricordai allora dei miei zii che si trovavano a Los Angeles così decisi di affidare la mia bambina a loro. La vidi l'ultima volta quando ebbe 10 anni. Ritornò 7 anni dopo ma io ero già morta, senza casa e senza nulla. Appena lo scoprì pianse, pianse moltissimo. Io ero rimasta lì per vedere la mia bambina un'ultima volta e c'ero riuscita. Aveva i capelli biondi con i boccoli e gli occhi verdi, proprio come te; era sposata con un ragazzo circa 2-3 anni più grande di lei ed aveva due bambine nate da pochi giorni: si trattava di tua mamma, Gwen, e tua zia, Cleo. La protessi sempre per il resto della sua vita.

"Wow" Esclamai stupita "Non avevo mai chiesto la storia dei miei antenati, ma a quanto pare non è così monotona come pensassi." Continuai io.
Lei non disse nulla. Mi osservava solamente, come se fossi sua figlia. Mi guardava con uno sguardo dolce e protettivo di una madre.
"Ma aspetta un attimo: il tuo compito è finito! Perché sei ancora qui? Anne è già morta, no?" Chiesi incuriosita. Rimasi delusa quando non mi diede risposta, così riprovai di nuovo, ma non ottenni nessuna risposta.
"Claire! Sei qui! Ti abbiamo cercata per tutta la villa!" Esclamò la zia con il fiato corto. "Ti abbiamo sentita parlare, ma con chi?" Continuò lei. Capii così che il fantasma di Rose era scomparso e allora mi giustificai dicendo che stavo rimuginando cose tra me e me. Ritornammo a casa abbastanza stanche e una volta in camera mia, chiamai Crystal e le raccontai tutto.

Hey che ve ne pare? Per ora sembra fine a se stesso, ma servirà per il futuro quindi, non criticate per questo.
Un beso, Vanessa007love. 😘❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top