Che sta succedendo?
Claire's POV
Dovevo chiedergli scusa a tutti i costi. Io non volevo che Nate pensasse che io fossi così impulsiva. Io avevo solamente reagito male ad una verità. Alex era un traditore e non mi dovevo fidare di lui. Non potevo crederci. Alla fine l'unica di cui mi posso fidare veramente ero io, forse. Cercai di chiamare Nate, ma lui non rispondeva. Gli mandai un messaggio, che lesse, ma non rispose.
<Nate, ti prego, dimmi dove sei!> Mandai mille messaggi così. Tutti letti, ma con nessuna risposta. Chiamai ancora. Stavolta rispose.
"Nate... Volevo solo parlarti... Ma non voglio farlo a telefono. Dimmi dove sei e verrò."
"Che ti importa di me? 'Non ti voglio mai più vedere', mi dicesti." Rispose freddo e distante.
"A me importa di te, ed anche troppo." Risposi con un filo di voce.
"Sono nel bosco. Assicurati che nessuno ti veda."
"Okay, arrivo." Mi preparai alla velocità della luce e mi fiondai verso la porta. Per fortuna non ero una che si metteva quintali di trucco: un leggero lucida labbra andava sempre bene. Arrivai in venti minuti.
"Nate, sono io, Claire." Dissi sottovoce da dietro un albero.
"Ciao." Disse ancora più distante di prima.
"Nate, mi volevo scusare. Io non volevo reagire così. Mi dispiace. Ero arrabbiata perché quel traditore mi aveva illusa. In realtà quelle cose, non volevo dirle; cioè volevo, ma non a te. Io te lo dico sinceramente che mi dispiace. Se vuoi puoi stare nella casa al lago. Ma non puoi più fidarti di nessun luogo, qui. Ormai sono ovunque."
"Non ti preoccupare per me, troverò un posto in cui stare. Comunque ci vorrà un po' di tempo prima che riesca ad accettare le tue scuse." Disse freddo. Non dissi nulla. Me ne andai. Mentre ritornavo a casa, presi le cuffie e cominciai ad ascoltare musica. Nemmeno le canzoni più allegre dei Coldplay potevano tirarmi su. Di solito ci riuscivano sempre. Allora misi 'A Head Full Of Dreams'. Se non mi riusciva a farmi diventare allegra quella canzone, allora ero irrimediabilmente persa. Mi sentivo leggermente più felice.
"Crystal, ti va di uscire?" Chiesi una volta arrivata a casa.
"Okay. Finisco di aiutare Cleo e mi preparo." Quel giorno toccava a lei aiutarla. Dopo circa dieci minuti aveva finito. Si preparò ed andammo in centro. Vidi Alex: era seduto su una panchina e stava scrivendo. Non riuscii a leggere molto.
'Caro diario, io la amavo. Non volevo che succedesse tutto questo. Mi mancano tanto i suoi baci.' Solo queste poche frasi. Il mio telefono cominciò a vibrare nella mia tasca ed Alex, sentendolo, si girò di scatto.
"Claire! Che facevi?" Disse preoccupato. Io non risposi e Crystal non disse una parola.
"Nate!" Dissi al telefono.
"Claire. Ho trovato una cosa nella casa al lago." Spiegò senza nessuna emozione.
"Che cos'è?" Chiesi.
"Una busta. Dopo ti spiegherò."
"Ciao, arrivo." E staccai la chiamata.
"Ora devo andare." Lasciai Crystal accanto a lui. Alex era fisso lì, a fissarmi con il suo sguardo da traditore. Ormai non lo vedevo diversamente, non potevo vederlo in altro modo.
"Questa è la busta che ho trovato." Disse freddo, porgendomela.
"Katerina Marshall nel 1863... Ma chi è?" Chiesi.
"Non lo so. Non lo sai tu che hai vissuto in questa casa!" Esclamò spazientito. Stavo cominciando ad odiare il suo comportamento da bambino viziato che non ha ottenuto quel che voleva.
"Io sto andando giù, se tu vuoi stare qui ad oziare, fai pure." Dissi giocando al suo stesso gioco. Se lui è così con me, io farò altrettanto. Mi seguì. Accesi la torcia del mio telefono. Andare in quella cantina mi metteva sempre una gran paura. Avevo i brividi. Finalmente trovai la mia bisnonna.
"Rose! Rose!" Urlai con il fiato corto, correndo.
"Vuoi sapere di quella lettera, vero?" Chiese lei sorridendo.
"Quella era una lettera per la mia bisnonna, da parte di Jack. Era un periodo abbastanza difficile: nel 1863 c'era la guerra di secessione e la parte orientale della Lousiana era stata conquistata dai nordisti. Jack era uno di loro. Faceva parte delle offensive nordiste. Un giorno, mentre stava attaccando la città, che poi sarebbe divenuta Hearth Lake Valley, conobbe Katerina. La lasciò fuggire, a costo che si mettesse con lui. Lei all'inizio non accettò, ma poi pensò alla bambina che stava aspettando, ovvero mia nonna, e se ne andarono insieme. Ma Jack era un vigliacco, proprio come Alex, infatti che, una volta nata la bambina, lui uccise Katerina e tentò di uccidere anche la piccola. Prima che potesse farle qualcosa però, la madre, dette la sua bimba. La affidò alla sua sorella minore di 19 anni. Per quanto giovane potesse essere, era sempre meglio di lasciarla nelle mani di quel traditore. E la vuoi sapere una cosa, piccola Claire?" Io non feci altro che annuire. "Jack è un antenato di Alex." Disse secca. Io ero infuriata ancora più di prima. Allora, tradire, lo avevano proprio nel sangue.
"Grazie Rose." Dissi. In fondo io lo amavo, anche se lo odiavo con tutta me stessa. Era un sentimento strano, impossibile da spiegare a parole. Corsi a casa di Alex e cominciai a bussare violentemente contro la sua porta. Quando la aprì, lo guardai in faccia con uno sguardo carico di odio.
"Dimmi la verità: tu sei dalla mia parte o no? Non ti preoccupare, non ti faccio nulla, tanto ti odio lo stesso."
"Claire, io sono dalla tua parte! Mi spieghi come puoi pensare il contrario?"
"Il bracciale! Non me l'hai regalato tu! E non hai avuto nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia! E poi lo so, lo so che tu stai dalla loro parte! Non hai nessun potere! Perché dovresti mai aiutarmi? E poi lì ci sono le tue sorelle!" Gli urlai tutto in faccia. La sua espressione era sconcertata. Non lo lasciai nemmeno finire. Non feci altro che chiudergli la porta e andarmene.
"Claire! Ho organizzato una festa nella mia villetta alle 21:00! Vuoi venire?" Chiese Danielle con il suo solito tono allegro. Le lacrime mi stavano riempiendo il viso. Io non ero così prima di tutto questo. Probabilmente lo avrei già perdonato. E a me, questo modo di essere, faceva soffrire.
"Okay, ci vedremo lì." Dissi. La sera non misi nulla di molto elegante. Solamente un vestito blu lungo fino alle ginocchia. Vidi Alex alla festa. Volevo semplicemente andarmene. Di solito non bevevo mai, ma quella sera bevvi due bicchieri. Non li seppi reggere completamente e cominciai ad insultare Alex. Crystal, che vide tutto, tentò di fermarmi, ma io andai via. Di questo non ricordo nulla. Me l'ha raccontato Danielle. Me ne pento molto. Il giorno dopo mi ritrovai nella casa al lago. Nate era lì accanto a me.
"Che cos'è successo?" Chiesi.
"Non lo so. Ti ho trovata sdraiata nel bosco mentre facevo una passeggiata. Allora ti ho portata qui. Ho preso le chiavi dalla tua borsa. Ti ho fatta sdraiare sul divano. Probabilmente avrai bevuto qualche bicchiere di troppo." Disse l'ultima frase con un sorriso malizioso.
"Ma... Ma io... Non volevo..." Come avevo potuto farlo? Non era da me. Non me lo sarei mai potuta perdonare. Ritornai a casa e Cleo, saputo dell'accaduto, mi mise in punizione per una settimana e mi sequestrò il telefono insieme alle cuffie. Del resto era il minimo che potesse fare.
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