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Le foglie secche che ricoprivano il sottobosco generavano uno scricchiolio nel momento in cui le scarpe di Tim vi si poggiavano sopra.
Riparandosi il volto con le mani per evitare di essere colpito dai ramoscelli, il ragazzo avanzava addentrandosi più velocemente possibile nella foresta.
Avanzava a fatica, ignorando il dolore alla gamba ed il freddo penetrante che continuava a far tremare il suo corpo. 
Seppur la visibilità fosse estremamente scarsa a causa dell'oscurità che inghiottiva l'ambiente, vagando senza meta il ragazzo riuscì a trovare quello che pareva essere un sentiero. Si fermò per qualche attimo guardandosi indietro, poi riprese a camminare; l'operatore pareva non averlo seguito, anche se Tim era perfettamente conscio del fatto che quella cosa sarebbe potuta apparire ovunque ed in qualunque momento.
Avvolse le braccia attorno al petto ed espirò generando una nube di condenza davanti alla sua bocca; poi si fermò immediatamente, piantando le suole nella terra morbida.
Aveva udito dei lievi lamenti, provenire da un fitto gruppo di cespugli a malapena visibili. La timida luce della luna permise al ragazzo di intravedere una figura umana, rannicchiata sotto alle sterpaglie.
-..Hei- esclamò, aggrottando la fronte.
Da quella posizione non riusciva a vederla nella sua interezza, ma doveva trattarsi sicuramente della ragazza che aveva involontariamente aggredito circa un'ora prima.
Se ne stava nascosta sotto ad un cespuglio, rannicchiata in posizione fetale; probabilmente stava piangendo.
Il suo corpo era scosso da tremiti.
I suoi pantaloni, strappati un più punti.
-Hei, stai bene?- disse ancora Tim, avvicinandosi lentamente.
Ma non appena fu giunto vicino al nascondiglio, la ragazza rizzò la schiena e si addentrò maggiormente tra gli arbusti strinsciando a terra.
-Stai lontano da me!- gridò, singhiozzando.
Tim si piegò sulle ginocchia, tentando invano di incrociare lo sguardo di Bianca che però, adesso, era quasi totalmente nascosta tra le foglie e gli arbusti.
-Non voglio... Farti del male- tentò di spiegare lui. -Credimi sono... Confuso almeno quanto te-.
La ragazza adesso era immobile con i palmi premuti sulla terra e lo sguardo fisso sulla figura dello sconosciuto, che a causa della scarsa luminosità dell'ambiente non aveva potuto riconoscere.
-Dai, vieni fuori da lì. Andiamo a cercare aiuto- insistette ancora il moro, allungando una mano tra le fronde del cespuglio.
Bianca trattenne il fiato, con le palpebre spalancate. Era confusa e terrorizzata, ma quella persona pareva davvero volerla aiutare.
Strisciando sotto al cespiglio si avvicinò a lui quanto bastava a scrutarne il volto; ed in quel momento, finalmente, lo riconobbe.
Era lo stesso ragazzo mascherato che era entrato di soppiatto nella sua stanza e l'aveva tenuta bloccata contro al muro.
Ne poteva riconoscere i tratti facciali, perché aveva visto molto chiaramente il suo viso quando si era tolto quella raccapricciante maschera.
-Tu... Che cosa vuoi da me!- gridò, presa alla sprovvista dal rapido salire di un forte sentimento di rabbia.
Sgusciò fuori dal nascondiglio e si alzò  in piedi con un balzo; i capelli arruffati pendevano disordinati sulla sua fronte.
-Voglio... Solo aiutarti- ripose Tim, sollevando entrambe le mani come volesse dimostrare di non avere brutte intenzioni.
La ragazza, tuttavia, mossa da una rabbia che non riuscì più a controllare gli assestò uno spintone sul petto.
-Aiutarmi, eh?- gridò, per poi colpirlo ancora. -Entri a casa mia! Mi aggredisci! Ed ora vuoi aiutarmi!?-.
Tim non si difese; il realtà, gli spintoni assestati dalla ragazza lo fecero solo lievemente indietreggiare. -Adesso calmati, okay? Lascia che..-.
-Sparisci! Lasciami in pace!- gridò ancora lei, interrompendolo. Tentò di sferrare un ultimo disperato colpo sul suo petto, prima di scoppiare in un pianto incontrollato.
Era spaventata, confusa, e maledettamente stanca.
Si coprì il volto con le mani, singhiozzando rumorosamente.
Tim restò immobile a guardarla, senza sapere che cosa fare.
Deglutì, e si guardò intorno un paio di volte prima di tornare a concentrarsi su di lei. Stava per dire qualcosa, ma le parole morirono nella sua gola quando udì ancora una volta il suono acuto e graffiante che invase completamente la sua mente.
L'operatore lo aveva raggiunto.
Fece scorrere nervosamente lo sguardo sui profili bui degli alberi, cercando la figura alta e snella dall'entità che però non riuscì a localizzare.
Fu travolto da una decina di colpi di tosse, prima di riuscire nuovamente a parlare.
-Non ho tempo per spiegarti- ansimò, esausto -Ma devi fidarti di me... Dobbiamo andarcene da quì, subito-.
La ragazza sollevò lo sguardo; quel rumore assordante lei pareva non riuscire a sentirlo.
Non capiva che cosa stesse accadendo, ma non ebbe il tempo di dire nulla, perché Tim le afferrò saldamente un braccio incitandola a seguirlo.
-Presto, ti prego- farfugliò, visibilmente spaventato. -Ti spiegherò tutto, ma adesso seguimi-.

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