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Bianca si rannicchiò silenziosamente sul divano, ed attese il ritorno di Tim con la testa sorretta dalle mani.
Si sforzava in ogni modo di non pensare, tentando di spostare la sua attenzione su altri pensieri. Nonostante ciò, non riusciva ad impedirsi di percepire una forte preoccupazione. Che avrebbe fatto, adesso?
Tim la raggiunse dopo poco più di cinque minuti, con i capelli zuppi ed il volto rilassato; aveva cambiato i vestiti indossandone di asciutti e puliti.
-Con un po' di fortuna, troveremo qualcosa di commestibile nel frigo- ironizzò, grattandosi la nuca.
Bianca sorrise, e restò in silenzio a guardarlo; nonostante non riuscisse ancora a dargli completa fiducia, non poteva che restare affascinata da quel suo modo di fare.
Le riusciva davvero difficile capacitarsi che si trattasse della stessa persona che era piombata in casa sua con il volto coperto da una maschera, in compagnia di altri due individui altrettanto fuori di testa.
Ancora non sapeva se avrebbe dovuto credere o meno alle giustificazioni che Tim le aveva dato riguardo a quello che era accaduto; tuttavia, almeno per il momento, si disse che non avrebbe dovuto né voluto pensarci.
Poco dopo, Bianca capì che quella del frigorifero non era una semplice battuta; in effetti la dispensa era quasi vuota. Nonostante questo, Tim riuscì ad improvvisare qualcosa che poteva vagamente somigliare ad un pasto.
-Puoi usare la mia stanza- le disse, alzandosi frettolosamente dal tavolo e riponendo il piatto sporco nel lavello, sulla pila di altre stoviglie che erano lì già da un po'.
Lei sollevò lo sguardo, un po' confusa. -Ma no, non c'è bisogno...- mormorò.
Il ragazzo, tuttavia, insistette. -Dormirò sul divano, non è un problema- spiegò. -Ho perso il conto delle volte che l'ho fatto, anche senza motivo-.
Accennò un timido sorriso, prima di posare una pasticca sulla lingua e deglutirla con una sorsata d'acqua; poi si allontanò lungo il corridoio, seguito da Bianca che in quella situazione si sentiva piuttosto in imbarazzo. Lo osservò mentre entrava nella camera da letto, e spalancava le ante di un mobile recuperando una pila di lenzuola.
Si avvicinò a lei, e gliele gettò sgraziatamente contro al petto.
-Però metti queste- le disse. -Non ricordo quando è stata l'ultima volta che ho cambiato le lenzuola-.
Bianca le strinse sul petto con una mano, assumendo un'espressione stranita.
-Ehm... Okay- borbottò.
-Buonanotte- le disse lui, estremamente sbrigativo. -Se hai bisogno, chiama-.
Uscì e chiuse la porta della stanza dietro alla sua schiena, lasciando Bianca sola al suo interno.
La ragazza scosse la testa ed aggrottò la fronte. Tim era davvero strano; il suo umore cambiava davvero velocemente, anche senza un apparente motivo.
Lanciò un'occhiata al letto, sospirò, ed iniziò a disfarlo per poi sostituire le lenzuola.
..........
Era notte fonda.
L'oscurità più profonda avvolgeva completamente la villetta, disturbata soltanto dalla presenza di un faretto all'ingresso dell'abitazione.
Bianca era distesa beatamente tra le lenzuola, catturata da un sonno profondo.
Aveva un immenso bisogno di riposo, ed ora il suo corpo stava recuperando le energie spese in quelle ultime devastanti ore.
Il suo respiro era lento e regolare; il suo petto si alzava ed abbassava in modo appena percettibile, mentre qualche ciuffo dei suoi capelli color sabbia pendeva molle e disordinato sul suo volto disteso.
Ad un tratto, però, un rumore improvviso strappò via la ragazza dal suo sonno con violenza.
Aprì gli occhi, confusa, e cercò di identificare il suono che stava udendo; non avrebbe saputo descriverlo, perché non aveva mai sentito niente che vi somigliasse vagamente.
Per qualche attimo crebbe che fosse generato da Tim, che stava facendo qualcosa nel salotto, ma impiegò pochi secondi a realizzare che il rumore proveniva dall'esterno.
Si alzò in piedi ma non accese la luce; con un'andatura lenta e traballante si avvicinò alla finestra, dalla quale filtrava timidamente la luce proveniente dal faro posto sull'ingresso.
Con due dita aprì lentamente le asticelle in alluminio della veneziana, e non appena il suo sguardo poté raggiungere l'esterno si rese conto che vi era qualcuno.
Una figura alta e snella, di sembianze umane, se ne stava immobile nelle vicinanze del portone d'ingresso. Vestiva con abiti eleganti, ed il suo corpo stranamente pareva non compiere neppure il più misero dei movimenti.
Ma ciò che sconvolse la ragazza, tanto da farle cacciare un urlo di terrore, fu il fatto che la luce del faretto illuminava molto chiaramente il suo viso: e non aveva nulla di umano.
Era una distesa di pelle bianchissima, del tutto priva di qualsiasi tratto somatico. Nonostante la mancanza di occhi, Bianca in quel momento fu assolutamente certa che quel mostro deforme la stesse osservando.
-Tim!!- gridò a pieni polmoni, indietreggiando fino a sbattere violentemente contro al letto.
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